Recensioni per
Lying in Wait
di Yoko Hogawa
Ho pianto. Impossibile non farlo. Per tutti ma sopratutto per loro. |
Non so nemmeno io perché sto piangendo, ma questo, tutto questo, è straziante. |
(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte) |
Dunque. Non so da dove cominciare per una recensione decente, quindi non stupirti se scriverò boiate. |
Probabilmente non riuscirò mai a scriverti un commento decente, perchè le tue storie mi devastano a tal punto da impedirmi di elaborare pensieri sensati e articolati, ma non posso non lasciarti qualche parola. "Grazie" è la prima che voglio dirti, dal momento che ogni tuo racconto mi lascia qualcosa di bellissimo, un miscuglio di emozioni difficile da raccontare a parole e che pochi altri autori di questo sito son stati in grado di suscitarmi. Non mi è mai capitato di faticare tanto nel leggere una fan fiction; nelle tue mi sento così immersa che spesso ho bisogno di prendere una pausa, di concedermi uno stacco, per smaltire il peso delle emozioni che in certi frangenti diventa quasi insostenibile. È una cosa che mi succede di rado, lo ribadisco, ed è questo che mi ha fatto innamorare di te come autrice. Di persone brave a scrivere ce ne sono tante, e a loro riconosco tutti i meriti di questo mondo, ma saper raccontare è un'altra cosa e tu sai farlo egregiamente. |
Ieri sera ero stanca e non avevo voglia di inziare a leggere Asimov, quindi ho letto la tua fanfiction. E' bellissima, l'idea può sembrare noiosa, invece è geniale. Mi hai depresso un po', ma in senso positivo! Mi ha preso dalla prima all'ultima riga! Davvero ben fatta, bella quanto Prototype. |
Basta, sei diventata una delle mie autrici preferite di questo fandom. Anzi, la prima. |
(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte) |
Wow... oddio, sì, sono in lacrime anche io. Ma giuro che ho resistito fino all'ultimo. Giuro. Tutto quello che hai scritto l'ho avuto davanti agli occhi tutto il tempo. Davvero... sono senza parole. Sei stata brava. Bravissima. Mi hai suscitato emozioni profonde. |
(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte) |
Come già detto in altri luoghi, sto piangendo. Apertamente. |
Uh dio, le tue storie sono sempre uno strazio. Ho passato il pomeriggio a infarcirmi di angst e mi sono tenuta la tua fic per ultima. Infatti, ho pianto. Sono scoppiata in singhiozzi quando Sherlock ha visto Lestrade. Non so perché, ma ho sentito questo tremendo senso di ingiustizia per la sua morte. Greg no. Ho retto Sherlock, con la sua originalissima rivisitazione della Casa Vuota dove muore: non l'avevo mai letta. Ho retto la signora Hudson. Ho retto Irene, che lo lascia con un bacio. Stavo pensando anche a Molly, anche se Sherlock non l'ha vista. Poi Sherlock ha visto Greg e ho iniziato a piangere senza riuscirmi a fermare. Ho continuato con Mycroft perché capisci davvero che di certe cose te ne rendi conto solo dopo la morte, come l'affetto. Poi John è tornato a casa, con la figlia Sheridan (Sherlock, le ha dato il tuo nome)...e il nipote. E quasi mi aspettavo che si sedesse e morisse lì. L'agonia di Sherlock è lunga, noia, straziante, interrotta dai ragazzini che hanno fatto di lui il suo mito. Si sono conosciuti grazie ai libri. Oddio, è tremendo pensare in questo modo. E poi...e poi eccolo, John, che arriva. Col suo passo, i capelli biondi, gli occhi blu. Si guardano. Si erano separati senza neanche fare pace. Ha trovato lui il corpo. Per la seconda volta. Scusa, non riesco a scrivere perché non riesco a mettere a fuoco: ho gli occhi pieni di lacrime. È semplicemente troppo devastante il fatto che Sherlock sia morto giovane e l'abbia aspettato per cinquant'anni. E abbia visto tutti andarsere dopo di lui. L'unica consolazione è che, bé, adesso sono insieme. Lo saranno per l'eternità. Ma è tutto così dannatamente ingiusto e triste. |
Bellissima, questa One-shot mi ha fatto commuovere fino alle lacrime. L'attesa di Sherlock è stata una delle cose più dolci e tristi che abbia mai letto. Un'attesa che è durata anche quando il detective non ricordava più chi stava aspettando. Sembra quasi che nella morte il detective è riuscito a ottenere ciò che non possedeva in vita, la pazienza. Sé no come lo si può spiegare che è rimasto ad aspettare per decadi John, vedendosi passare davanti, come una sfilata, tutte le persone che aveva conosciuto nel corso degli anni. |
Santo cielo, so che te lo dicono spesso (almeno lo spero), ma il tuo modo di narrare è semplicemente splendido. |
Questa storia è assolutamente incredibile! Ho ancora gli occhi gonfi mentre scrivo... Semplicemente magnifica! Ho letto le tue storie e il fatto che tu scriva in maniera eccezionale è ormai quasi scontato ma mi piace comunque ribadirlo perché magari ti fa piacere. Passando alla storia, per come siamo abituati, è sempre John che aspetta e questo ribaltamento dei ruoli mi ha affascinato moltissimo. La pazienza è una caratteristica che non si attribuisce mai a Sherlock, così frenetico e spaventato dalla noia, qui invece è lui che aspetta John, il suo John, che gli ha cambiato la vita e che ha fatto succedere anche questo miracolo. E' così dolce e profonda l'idea che Sherlock non potesse andare avanti perchè una parte di lui apparteneva a John e in lui continuava a vivere proprio come una parte di John era morta con Sherlock, così che solo uniti sarebbero stati completi! Ho adorato ogni ultimo "saluto", ogni riflessione di Sherlock, ogni immagine del 221B in decadimento, semplicemente tutta la one-shot nel suo complesso mi ha fatto impazzire! Non scriverò ogni istante che mi ha fatto piangere perchè sarebbe un papiro infinito però il momento in cui hanno portato via Mrs Hudson è veramente incredibile e ci tenevo a fartelo sapere. |