Recensioni per
Lying in Wait
di Yoko Hogawa

Questa storia ha ottenuto 16 recensioni.
Positive : 16
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
20/12/16, ore 23:23

Ho pianto. Impossibile non farlo. Per tutti ma sopratutto per loro.

Recensore Junior
09/02/15, ore 14:05

Non so nemmeno io perché sto piangendo, ma questo, tutto questo, è straziante.
Mi sono venuti gli occhi lucidi quando sono morti lestrade, Mrs hudson e mycroft ma quando è entrato john..DIO mi sono messa a singhiozzare sulle ultime righe, cristo mio.

Recensore Master
10/07/14, ore 08:35

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
Ho segnalato questa storia per l'inserimento tra le "Scelte" per motivi riguardanti lo stile narrativo, il contenuto, l'originalità. A proposito di quest'ultima, molte sono le fic che ho letto che trattano della morte di Sherlock o di John e, pur facendolo in maniera avvincente, spesso si cade nello scontato o nell'eccesso di sentimentalismo. E' molto facile, infatti, pensare al dolore che prova il sopravvissuto quando viene a mancargli il suo "coinquilino" in modo più o meno tragico. Belle storie sì, ma tutte con riferimenti temporali ben precisi, cioè il fatto tragico avviene e chi resta soffre moltissimo. "Lying in wait" si distingue decisamente nel filone "angst" perchè lo tratta da un altro punto di vista, non da quello di chi piange per la morte dell'amico ma da quello di chi ha passato il confine della vita e viene a trovarsi in un'altra dimensione. L'autore ha saputo addentrarsi in questa tematica con credibilità e toni liberi da eccessiva "lacrimosità". Splendida è la leggerezza con cui il consulting si muove, pensa, tenta di ricordare, prova a passare il tempo. Addirittura il finale è veramente consolante. La coerenza con i personaggi della Season TV è efficace (Sherlock che si esercita a a spostare gli oggetti, Sherlock che si annoia...). Mi rimane in testa, indimenticabile, l' immagine di lui che, seduto sul davanzale della finestra di Baker Street, aspetta e guarda ciò che gli si svolge intorno. E, nello scorrere di un tempo che. ormai non lo riguarda più, vede chi l'ha amato in vita, che è entrato nella sua stessa dimensione, che si ferma a salutarlo (Irene, Lestrade,..) con sorrisi o cenni che parlano molto più di certi dialoghi spesso scontati. Storia da ricordare.
(Recensione modificata il 10/07/2014 - 10:30 am)

Recensore Junior
19/06/14, ore 11:45

Dunque. Non so da dove cominciare per una recensione decente, quindi non stupirti se scriverò boiate.
Ho letto questa storia ieri notte ma ero incapace di scrivere e questo perché mi hai fatta commuovere non poco! Adoro il tuo stile, ti ritengo una delle migliori in assoluto in questo fandom ed ogni tua singola storia mi lascia sempre qualcosa e questa non è stata da meno.
Perciò ti ringrazio per questo piccolo capolavoro!
Dovevo scrivertelo.
A presto!
Ps. Anche io amo Cacciatori di fantasmi! ;)
Sabrina

Recensore Master
16/06/14, ore 15:55

Probabilmente non riuscirò mai a scriverti un commento decente, perchè le tue storie mi devastano a tal punto da impedirmi di elaborare pensieri sensati e articolati, ma non posso non lasciarti qualche parola. "Grazie" è la prima che voglio dirti, dal momento che ogni tuo racconto mi lascia qualcosa di bellissimo, un miscuglio di emozioni difficile da raccontare a parole e che pochi altri autori di questo sito son stati in grado di suscitarmi. Non mi è mai capitato di faticare tanto nel leggere una fan fiction; nelle tue mi sento così immersa che spesso ho bisogno di prendere una pausa, di concedermi uno stacco, per smaltire il peso delle emozioni che in certi frangenti diventa quasi insostenibile. È una cosa che mi succede di rado, lo ribadisco, ed è questo che mi ha fatto innamorare di te come autrice. Di persone brave a scrivere ce ne sono tante, e a loro riconosco tutti i meriti di questo mondo, ma saper raccontare è un'altra cosa e tu sai farlo egregiamente.
Questa storia mi ha commossa da morire; mi ha commossa la sequela di anime che sfila davanti a Sherlock, scandita dal bacio di Irene, dal sorriso della signora Hudson e dal saluto militare di Lestrade (e qui mi son venuti gli occhi lucidi); mi ha commossa Mycroft che nel lutto, con un gesto semplice ma significativo, si dimostra umano come mai aveva fatto prima; mi ha commossa Sherlock intrappolato nella stasi, circondato dal disfacimento di una casa che è attestazione del tempo che scorre inesorabilmente, senza che lui possa far nulla, e che rispecchia quello della sua anima e della sua memoria; mi ha commossa, più di ogni altra cosa, la sua attesa lunga ed ostinata, perfetta allegoria di un legame che vince gli anni, la distanza, gli ostacoli e persino la morte. Niente è in grado di cancellarlo nè di infiacchirlo.
Il finale è magnifico, la degna conclusione di una storia meravigliosa ed estremamente toccante.
Brava, brava e ancora brava.

Nuovo recensore
12/01/14, ore 11:19

Ieri sera ero stanca e non avevo voglia di inziare a leggere Asimov, quindi ho letto la tua fanfiction. E' bellissima, l'idea può sembrare noiosa, invece è geniale. Mi hai depresso un po', ma in senso positivo! Mi ha preso dalla prima all'ultima riga! Davvero ben fatta, bella quanto Prototype.

Recensore Junior
16/08/13, ore 15:22

Basta, sei diventata una delle mie autrici preferite di questo fandom. Anzi, la prima.
Una storia perfetta, dalla prima parola all'ultima. Straziante. E' stata straziante, la lunga e infinita attesa di Sherlock. Ho iniziato a commuovermi al primo terzo della storia, ma le lacrime sono scese solo alla fine, con questo bellissimo finale. E' triste pensare che anche i nostri personaggi preferiti debbano morire in qualche modo, ma questo sembra perfetto. Solo... beh, John potrebbe anche darsi una mossa a raggiungere il suo amico (pace all'anima sua). No vabeh, era per sdrammatizzare.
La cosa più triste in tutta questa tristezza credo sia stato il suo (mio!) amato violino. Abbandonato lì sotto la poltrona... Spero solo si sia meritato un posto in una teca, perché è uno dei pezzi più importanti... no?
Brava. Credo andrò avanti all'infinito a dirlo.
Alla prossima,
Gage.

Recensore Veterano
21/07/13, ore 23:58

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
Questa storia è perfetta dalla prima all'ultima parola.
È malinconica e ha il potere di farti scoppiare in lacrime anche se lotti con tutto te stesso per non piangere e restare impassibile.
Dire che è scritta benissimo sarebbe ridicolmente riduttivo.
I personaggi sono veri. Presi direttamente dalla serie e infilati nel racconto sotto forma di parole.
La decadenza del 221B, il passare degli anni, i cambiamenti, la gente che va e la gente che viene. Tutto così dolorosamente perfetto...
Leggere dell'attesa di Sherlock è stato straziante. Ho sentito il cuore accartocciarsi nel petto, lo giuro.
Eppure alla fine ho sorriso (tra le lacrime) con tutta la forza che mi era rimasta.
Credo che questo racconto meriti di finire tra le storie scelte del fandom per queste e tantissime altre ragioni - che non starò ad elencare perchè sono troppe.
Credo che l'autrice meriti mille e una recensioni.
Infine, credo che andrò a piangere in un angolino.

Recensore Veterano
16/07/13, ore 16:50

Wow... oddio, sì, sono in lacrime anche io. Ma giuro che ho resistito fino all'ultimo. Giuro. Tutto quello che hai scritto l'ho avuto davanti agli occhi tutto il tempo. Davvero... sono senza parole. Sei stata brava. Bravissima. Mi hai suscitato emozioni profonde.
...io boh. L'ultima scena è stata felice, luminosa in confronto al resto che è stato grigio, polveroso, doloroso. Davvero... commovente.
E' sempre bello leggere cose così belle, anche se dopo si piange un po'.

Recensore Master
16/07/13, ore 08:21

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
Perchè non è una storia, ma una poesia messa in prosa. Perchè l'autrice riesce a trasmettere benissimo il senso di desolazione e disfacimento che il passare del tempo porta con sè, ed al disfacimento fisico del 221B corrisponde il perdersi sempre più di Sherlock, che si riduce quasi solo ad una entità che attende. Il senso di deriva e di perdita è sempre più evidente, specie dopo che, a poco a poco, tutti quelli che ha amato se ne vanno; non senza prima averlo salutato, ciascuno nel suo modo speciale. Sherlock è sempre lì, sempre, anche se non ha quasi più coscienza di se stesso e del perché attende. Ma lo fa comunque. Poi arriva John: invecchiato, certo, ma che non ha mai dimenticato. E Sherlock scopre che lui stesso ha continuato a vivere attraverso i libri che hanno descritto i loro vecchi casi, e che il suo amico a modo suo non ha mai smesso di volergli bene. Di amarlo. Lui ha aspettato, ma il suo dottore non ha mai dimenticato, tanto da farlo continuare a vivere ed anzi conferendogli una forma di immortalità, quella letteraria, e tanto da volere tornare a Baker Street prima di morire perché è quella la sua vera casa. Perché è giusto così. L'immagine finale, di Sherlock e John di nuovo giovani, insieme, nell'appartamento ormai ristrutturato e trasformato in museo è di una bellezza sconvolgente e fa ridere il cuore.

Recensore Junior
15/07/13, ore 22:33

Come già detto in altri luoghi, sto piangendo. Apertamente.
Non so cosa altro dire, se non che è una storia che ti fa venire voglia di abbracciare tutti quelli che conosci, e che è dolorosamente bella, una delle più belle che abbia mai letto in questo fandom.
Mi è piaciuto moltissimo come ogni persona importante della vita di Sherlock l'abbia salutato, e rispettato la sua scelta, in maniera diversa. E' stato un crescendo di commozione che è esploso con l'ultima frase. 
Sei bravissima e io devo ancora trovare il tempo per recensire tutte le altre splendide cose che hai scritto, perché le amo tutte. Questa però colpisce in maniera speciale e penso rimarrà eternamente fra le preferite.
Complimenti davvero. <3

Recensore Veterano
15/07/13, ore 19:06

Uh dio, le tue storie sono sempre uno strazio. Ho passato il pomeriggio a infarcirmi di angst e mi sono tenuta la tua fic per ultima. Infatti, ho pianto. Sono scoppiata in singhiozzi quando Sherlock ha visto Lestrade. Non so perché, ma ho sentito questo tremendo senso di ingiustizia per la sua morte. Greg no. Ho retto Sherlock, con la sua originalissima rivisitazione della Casa Vuota dove muore: non l'avevo mai letta. Ho retto la signora Hudson. Ho retto Irene, che lo lascia con un bacio. Stavo pensando anche a Molly, anche se Sherlock non l'ha vista. Poi Sherlock ha visto Greg e ho iniziato a piangere senza riuscirmi a fermare. Ho continuato con Mycroft perché capisci davvero che di certe cose te ne rendi conto solo dopo la morte, come l'affetto. Poi John è tornato a casa, con la figlia Sheridan (Sherlock, le ha dato il tuo nome)...e il nipote. E quasi mi aspettavo che si sedesse e morisse lì. L'agonia di Sherlock è lunga, noia, straziante, interrotta dai ragazzini che hanno fatto di lui il suo mito. Si sono conosciuti grazie ai libri. Oddio, è tremendo pensare in questo modo. E poi...e poi eccolo, John, che arriva. Col suo passo, i capelli biondi, gli occhi blu. Si guardano. Si erano separati senza neanche fare pace. Ha trovato lui il corpo. Per la seconda volta. Scusa, non riesco a scrivere perché non riesco a mettere a fuoco: ho gli occhi pieni di lacrime. È semplicemente troppo devastante il fatto che Sherlock sia morto giovane e l'abbia aspettato per cinquant'anni. E abbia visto tutti andarsere dopo di lui. L'unica consolazione è che, bé, adesso sono insieme. Lo saranno per l'eternità. Ma è tutto così dannatamente ingiusto e triste.
Solo tu mi sai fare piangere. te l'ho già detto e te lo ripeto.
Maya

Recensore Veterano
15/07/13, ore 15:46

Bellissima, questa One-shot mi ha fatto commuovere fino alle lacrime. L'attesa di Sherlock è stata una delle cose più dolci e tristi che abbia mai letto. Un'attesa che è durata anche quando il detective non ricordava più chi stava aspettando. Sembra quasi che nella morte il detective è riuscito a ottenere ciò che non possedeva in vita, la pazienza. Sé no come lo si può spiegare che è rimasto ad aspettare per decadi John, vedendosi passare davanti, come una sfilata, tutte le persone che aveva conosciuto nel corso degli anni.
Non deve essere stato facile nemmeno per John dover sopravvivere al suo migliore amico, soprattutto visto come si erano lasciati. Mi piaciuto come hai descritto il ritorno del dottore a Baker Street, fragile e invecchiato con una vita sulle spalle e con il futuro che lo sorreggeva. Ancor più ho apprezzato l’incontro finale semplice ma che descrive tutto. Sarebbe bello poter leggere un sequel dove si racconta di cosa è successo dopo il ricongiungimento o anche leggere il punto di vista di John Watson.
Intanto ti faccio le mie congratulazioni per questa storia, l’ho apprezzata molto e spero presto di poter leggere qualche altro racconto.

Ancora complimenti, a presto.
Un abbraccio,
May Des

Recensore Junior
15/07/13, ore 14:18

Santo cielo, so che te lo dicono spesso (almeno lo spero), ma il tuo modo di narrare è semplicemente splendido.
Dal momento della morte di Sherlock, un semplice proiettile, mi si è formato un groppo al cuore.
La storia in sé non è triste, solo estremamente malinconica; la normale progressione della vita attorno al protagonista in contrapposizione alla sua forzata immobilità. Una realtà che si trasforma e si evolve, sebbene poco a poco ponga fine a tutto ciò che teneva il ricordo di Sherlock ancorato alla Terra.
La scena finale, in cui John trova il modo di far sopravvivere Sherlock nel corso degli anni, sia condividendo le proprie storie col mondo sia conservando la memoria del detective dentro di sé (e nella sua discendenza), è magnifica e veramente ben scritta.
E' una bellissima storia d'amore, quello vero, quello al di là della fisicità, a cui hai trovato il perfetto lieto fine.
Ancora complimenti.
OceanMind

Recensore Junior
15/07/13, ore 11:00

Questa storia è assolutamente incredibile! Ho ancora gli occhi gonfi mentre scrivo... Semplicemente magnifica! Ho letto le tue storie e il fatto che tu scriva in maniera eccezionale è ormai quasi scontato ma mi piace comunque ribadirlo perché magari ti fa piacere. Passando alla storia, per come siamo abituati, è sempre John che aspetta e questo ribaltamento dei ruoli mi ha affascinato moltissimo. La pazienza è una caratteristica che non si attribuisce mai a Sherlock, così frenetico e spaventato dalla noia, qui invece è lui che aspetta John, il suo John, che gli ha cambiato la vita e che ha fatto succedere anche questo miracolo. E' così dolce e profonda l'idea che Sherlock non potesse andare avanti perchè una parte di lui apparteneva a John e in lui continuava a vivere proprio come una parte di John era morta con Sherlock, così che solo uniti sarebbero stati completi! Ho adorato ogni ultimo "saluto", ogni riflessione di Sherlock, ogni immagine del 221B in decadimento, semplicemente tutta la one-shot nel suo complesso mi ha fatto impazzire! Non scriverò ogni istante che mi ha fatto piangere perchè sarebbe un papiro infinito però il momento in cui hanno portato via Mrs Hudson è veramente incredibile e ci tenevo a fartelo sapere.
Ancora tantissimi complimenti e spero ti poter leggere presto un'altra delle tue fantastiche storie,
un caro saluto, grazie di avermi emozionata!
Naiko

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