"Loki non protestò per il braccio di Thor avvolto attorno alle sue spalle esili ed essere schiacciato contro il Mjolnir. Stark aveva il capo poggiato sullo stomaco di Banner - non troppo infastidito da quel peso come quello di una piuma - e un piedino rivolto verso il viso di Rogers - che cercava di allontanarlo, senza troppo successo, scrollando il capo qualche volta - e Clint si era infilato nel solco fra il braccio di Coulson e il suo corpo, stringendo con i ditini grassottelli al suo pigiama".
Esigo che tu mi restituisca la mia dignità, irrimediabilmente distrutta da quest'immagine. In realtà, l'intera storia ha contribuito a demolirla - o meglio, a demolire quel poco che ne era rimasto - e, dal momento che sono ancora immersa nel mare d'ammmore e fangirlismo in cui la lettura mi ha gettata, sarà molto difficile elaborare un commento articolato e almeno vagamente sensato. Ti prometto però che, malgrado il pessimo stato in verso, ce la metterò tutta per tributare alla storia l'elogio che la sua bellezza merita.
Coulson, per me, è una sorta di specchietto per le allodole. Nel momento in cui scorgo il suo nome nella lista dei personaggi, non riesco a fare a meno di inoltrarmi nel racconto in questione e, pertanto, ti lascio immaginare l'entusiasmo con cui ho intrapreso la lettura. Adesso che l'ho portata a termine, posso dire che la sua presenza è soltanto uno dei tantissimi pregi del racconto. La storia è fresca, vivace, curatissima ed incentrata su un'idea - quella di Coulson versione tata alle prese con dei mini Vendicatori ingestibili - che, da sola, sarebbe bastata a farmi impazzire, ma è il modo in cui l'hai sviluppata la vera carta vincente. Mi sono letteralmente innamorata dei piccoli Avengers che hai plasmato, così fedeli, nelle loro caratteristiche e nella loro condotta, ai corrispettivi adulti. Ho amato la reticenza di Loki nei confronti del fratello, l'algido contegno e la disciplina che Natasha mantiene persino da neonata, la disobbedienza di Tony e il suo immediato acquietarsi davanti al nome di Pepper *cuore* e il colorito verde che Bruce assume quando è irritato. Potrei continuare all'infinito l'enumerazione, perchè il lavoro di caratterizzazione dei piccoli Vendicatori è davvero eccellente. Vogliamo parlare, poi, di Phil che protegge Steve dalle angherie di Tony? O della telefonata disperata a Pepper nel cuore della notte? Magnifico e meravigliosamente spassoso, ho adorato la sua esasperazione e i suoi disperati tentativi di tenere sotto controllo la combriccola. Il ruolo che gli hai attribuito gli si addice alla perfezione: personalmente, non posso fare a meno di figurarmi Phil come l'angelo custode/la fata madrina/ il grillo parlante dei Vendicatori e, da inguaribile romantica quale sono, ritengo che ricopra questo ruolo in maniera estremamente sentita e nutra nei confronti di tutti - persino di Tony, sì - un affetto smisurato. Questa storia non soltanto riesce nell'intento di divertire - ed io sono una profonda estimatrice delle commedia ben fatte - ma anche in quello di render giustizia al suo protagonista e di raccontare, in maniera fedele ed innovativa, il legame che lo unisce ai Vendicatori. La dottoressa Alister è un personaggio perfettamente riuscito: trovo che tu l'abbia gestita benissimo e che le abbia conferito la qualità e lo spessore che tutti i caratteri femminili dovrebbero avere, per non incappare nello spettro della Mary Sue (a giudicare dal titolo, soppungo che il contest sia stato indetto proprio per questo e, pertanto, ti faccio i miei complimenti per il lavoro effettuato sull'OC femminile).
Menzione d'onore GIGANTESCA ad Harris. La sua presenza è stata una sorpresa bellissima ed inaspettata. Trovo che tu abbia sfruttato alla grande lo sconfinato potenziale comico che la sua ideatrice gli ha conferito, mettendo in risalto, con pochi ma efficaci riferimenti, la sua goffaggine e la sua - splendida e spassosissima - devozione per Coulson (e come non comprenderla? È impossibile non amare quell'uomo *awweggia*).
La forma della storia è ottima. T'è sfuggito un apostrofo nella scena in cui la Hill porta gli Avengers a casa di Phil ("alle sua spalle c'era la Romanoff"), ma per il resto si tratta di sviste di poco conto che non intaccano affatto la bellezza del racconto.
Pongo fine al mio sproloquio facendoti i miei più sentiti complimenti e ringraziandoti per questa splendida storia e per le risate e gli "aw" che m'ha regalato *cuore*
P.S. Potrei avere una copia della fotografia che ritrae Coulson con Barton in braccio, Natasha in spalla e gli altri al guinzaglio? Ne farò un maxi poster da appendere sulla parete - anzi, su tutte le pareti - della mia camera *occhioni lucidi* |