Recensioni per
Non credo
di Utrem

Questa storia ha ottenuto 5 recensioni.
Positive : 5
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
06/08/15, ore 17:54
Cap. 1:

Il tuo racconto/confronto è breve, ma riflette seppur in poche righe un problema classico, ma senza tempo: lei vuole lui, lui vuole un'altra. Così facendo, si finisce inevitabilmente in una spirale da cui è complicato uscire illesi. Poiché più volte, le coppie ideali non si ravvedono di esser tali. Spesso non si ricerca ciò che ci è adatto, bensì ciò che in quel preciso momento sia reclamato dalle nostre passioni, da quel fuoco ardente che ci divora. Ne abbiamo bisogno sì, per non sentirci annoiati, tuttavia, qualora le nostre aspettative, i nostri desideri, non si realizzino ci sentiamo inadeguati e ci lamentiamo di non trovare l'anima gemella. Si diventa ciechi e sordi, non c'è più sordo di chi non vuol sentire ed allo stesso modo non c'è più cieco di chi non voglia vedere. Si preferisce l'alone creatosi dalla voglia di avere per sé quella persona, quando in realtà, l'altra metà è accanto, con ogni probabilità rannicchiata in un angolo ad aspettare una mossa, un segnale, qualunque cosa possibile. Complimenti per le descrizioni delle situazioni e per l'utilizzo del lessico. Brava, molto.

Recensore Veterano
04/08/14, ore 20:26
Cap. 1:

Wow! E' la tua prima che leggo ma davvero molto carina!!! Intensa!
Mi ha ricordato i miei tempi della scuola, che nostalgia!!!! sigh...

A questa frase:
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Fui tentata dal dirle che non m’interessava sbafarmi i batteri della pianta dei suoi piedi, ma eroicamente mi trattenni.
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mi sono piegata dal ridere ^O^O^O^O^

Recensore Master
09/09/13, ore 18:34
Cap. 1:

Contest "Finiamola!" : storia partecipante

La storia nel suo insieme non è male, ma lascia trasparire una certa “ingenuità”, che non son riuscita a capire quanto sia voluta e quanto sia dovuta, magari, alla tua giovane età – e non è un difetto eh, se mi vengono in mente le cose che scribacchiavo a quindici anni, questo è da Nobel. Non ti saprei definire bene dove la si trovi. Forse un po’ nella storia, che è una storia di crescita, un classico “amore non ricambiato” con la marcia in più dell’autocritica del ragazzo, che si rende conto di aver bisogno di qualcosa di più. Ecco, forse è proprio la trama, questa sorta di “sogno nel cassetto” a dare quest’impressione. Però, data la storia in sé e chi ne è protagonista, lo stile non è per questo negativo, anzi: è molto immediato e adolescenziale. Solo ogni tanto hai azzardato delle costruzioni più formali delle frasi oppure l’utilizzo di alcuni termini più aulici – a volte sbagliando – che però vanno alla fine a stonare con la semplicità del linguaggio generale e con la trama. La storia tra l’altro non si può definire “originale”, perché sono abbastanza sfruttati tanto il tema quanto il POV di personaggi diversi. Ammetto che mi sarebbe piaciuto sentire cosa aveva da dire Federica, ma immagino che in questa narrazione lei sia “il Male” ;) secondo me sarebbe stato invece interessante analizzare come, dietro la facciata superficiale (magari mooolto in profondità eh) anche lei avesse le stesse insicurezze degli altri due. Perché la storia ruota attorno a quello, anche se a una prima lettura magari non si nota: all’insicurezza, alla crescita e alla maturazione. Sono bei temi, non originali, ma belli. E affrontati bene! Tornando al linguaggio, inserire una parola come “sbafare”, che è volgare (nel senso di bassa, non di parolaccia) e termini più raffinati come “allettava” (che comunque in quel contesto è sbagliato! Io sono allettata dall’idea di qualcosa, mi tenta. Se mi diverto a grattarmi i piedi mi sto DILETTANDO) rende disomogenea, a mio parere, la narrazione. Io sceglierei di rimanere il più semplice possibile, anche perché la brevità della storia stessa ben si accorda a un linguaggio spontaneo. C’è un’altra parola che mi ha lasciata perplessa, non ne capisco l’uso: “fisiologico”. Cosa intendevi dire? 
Quanto a errori grammaticali veri e propri, ti consiglio di rileggere bene ad alta voce: manca, in alcuni punti, la concordanza “logica” fra i verbi. Per esempio [“ Non dovremmo cominciare a lavorare? “ proposi io spazientita. So che quella non era la maniera giusta di porsi] sarebbe più corretto dire “sapevo che…”, perché la narrazione è tutta al passato e non ci sono altri indizi che si tratti di una riflessione attuale su un avvenimento passato. E lo stesso poco dopo, “Ora che ci penso”… così facendo poni il narratore al di fuori della narrazione. Cosa che eviterei in questo genere di racconto: basterebbe “pensandoci bene, era un tratto comune alle due situazioni..”. 
E “quando era sul punto…” deve diventare “quando FU sul punto di arrivare”!! Vedrai che rileggendo ad alta voce, certi nodi si sentono e la storia sarà molto più fluida, perché per il resto non ho notato errori, se si esclude che tendi a inserire uno spazio fra parola e virgolette – e non ci va – e una frase [Gli brillavano gli occhi al sole - che chiunque ci guarda da lassù benedica quella finestra aperta - e sorrideva, ma senza la malizia tipica dei ragazzi.]. Suona davvero male e il “che” vuole il congiuntivo. Forse sarebbe meglio riscriverla? Qualcosa come “gli brillavano gli occhi – benedetta siano la finestra aperta e quel raggio di sole!”. Semplifichi la frase e ti togli di torno cacofonie e ingarbugli – perché quel che chiunque è proprio bruttino! Attenta poi anche alle lineette, se sono utilizzate per incisi come qui, devono essere quelle lunghe. Basta fare parole – trattino, spazio, parola. E si allunga da sé. Per concludere, quindi, una storia carina, senza molte pretese e proprio per questo piacevole da leggere. Il finale mi è piaciuto, mi aspettavo che fosse Greta a fissare assorta l’orizzonte, che sia lui è una buona variazione dal canone che vede sempre la ragazzina in lacrime e il bellimbusto senza personalità. Ecco, una cosa davvero positiva di questa storia sono le “personalità in costruzione” dei personaggi, di cui si percepisce chiaramente la spinta alla maturità. Peccato, davvero, per Federica: l’hai un po’ usata come macchietta, dopo averla sbeffeggiata in un inizio così comico credo fermamente che tirarla in ballo alla fine, per poche righe, mentre commenta che il suo stare con tanti ragazzi è segno di forte insicurezza… avrebbe dato un altro respiro. Ma queste sono mie opinioni personali ;) e se la storia a te piace così, va benissimo! Ma, mi raccomando, rileggi bene! 

Recensore Junior
24/08/13, ore 14:27
Cap. 1:

Allora, la storia è ben scritta. I pensieri sono scorrevoli e le metafore mi piacciono molto. Ti faccio quindi i miei complimenti. Mi piacerebbe vedere un'evoluzione di questa tua storia, che ne so un continuo, perchè i personaggi mi piacciono ma hanno bisogno di essere approfonditi. Perciò mi piacerebbe leggere ancora di loro, altrimenti questo lavoro rimane un po' appeso... Comunque l'idea di fondo è buona e ripeto potrebbe essere portata avanti.
Ti ribadisco i miei complimenti in particolare per la scorrevolezza e la cura con cui ricostruisci le situazioni.
A presto.
FaithLess

Recensore Master
24/08/13, ore 13:23
Cap. 1:

Ciao^^ ho appena finito di leggere e credo che sia scritta davvero bene! Penso che sia una storia semplice che comunque andrebbe approfondita: sappiamo così poco di questi due ragazzi che vorrei sapere un po' di più sul loro passato ce come si sono conosciuti! Se posso darti un consiglio, credo che più che introspettiva, questa storia si adatti meglio al genere romantico, perché comunque si parla di storie d'amore raccontate in prima persone: a volte (sempre) finiscono male, quindi è facile immedesimarsi e questo lo apprezzo molto ^^ bene quindi, alla prossima :)