Ed eccomi qui a recensire, come promesso - ma con un vergognoso ritardo - la tua storia, come premio in quanto 3° classificata al contest "L'Antieroe".
Devo dire che ho trovato questo racconto e conseguentemente il tuo stile molto diversi da "La Regina dell'Anello": sarà per l'ambientazione, per la piega leggermente introspettiva con cui ci hai parlato di Urs e di Sarah, forse semplicemente il fatto che il ritmo è molto serrato e gli eventi si srotolano l'uno dopo l'altro quasi senza una tregua, incessanti, senza lasciarti il tempo di domandarti cosa accadrà e come si concluderà la vicenda; fatto sta che ho trovato "Un'esperienza" molto scorrevole, incalzante, mi ha lasciato sulla lingua un sapore dolceamaro che non so a cosa attribuire e soprattutto mi ha lasciato quasi l'impressione che fosse un abbozzo piuttosto che un racconto vero e proprio, un qualcosa ancora di acerbo ma, sia ben chiaro, pieno di potenziale.
La storia in cui viene invischiata Urs ha quasi del sovrannaturale: a distanza di anni, senza più legami apparenti a unirle, ancora sente una voce, un richiamo, come una mano che la tira a sé e che appartiene alla ragazza di cui è stata innamorata - e di cui, forse, lo sarà un po' sempre -, ma di cui non sa più nulla. Sarah è un fantasma che ancora influenza la sua vita, una presenza-assenza che in un qualche modo impedisce a Urs di lasciarsi alle spalle il suo passato, nonostante tutti i buoni propositi di rendersi indipendente, di saper contare solo su se stessa.
Bello il fatto che per tutte le notti addietro, nel momento in cui Urs si risvegliava, non riusciva a ricordare nulla del suo incontro con Sarah; bello il fatto che per tutte le notti addietro Sarah l'ha sempre perdonata, eppure era il perdono di se stessa ciò di cui Urs aveva bisogno ed era quello il motivo per cui dimenticava tutto.
Ti dirò la verità, questa storia mi ha affascinata non poco, eppure, come ti ho già accennato, mi ha lasciato come qualcosa in sospeso, come la sensazione che tu abbia intrecciato troppe storie, troppe vite senza in realtà approfondirne nessuna: chi sono davvero Ramona, Laila, Alice? E Sarah? Perché se n'è andata? Chi sono Cat, Melissa, Bryan? E David? Perché tra lui, Urs e Sarah è finita? Com'era esattamente il loro rapporto? Questa è l'impressione che mi hai dato. Che tu abbia voluto raccontare una sola storia spargendo qua e là dettagli, frammenti, ma il risultato è qualcosa di vago, confuso, come un sogno che fatichi ad emergere dalla coscienza.
In ogni caso, a parte qualche errorino qua e là, è ben scritta, grammaticalmente corretta e con un buon ritmo: non l'ho trovata pesante nè troppo lunga nemmeno per un istante. Ti segnalo alcune delle sviste che ho notato: "avvolte", che andrebbe staccato", un "a" io cui hai mancato la "h", certe espressioni che non ho ben colto come "atteggiamenti di ovvia", "coctail", David che ogni tanto diventa Davide.
A presto!
Athenryl |