Prompt rispettato.
Mi ha fatto morire dal ridere questa frase: «Guarda, si attacca alla madre come Haymitch si attacca alla bottiglia».
Correzioni:
A volte Sae mi faceva anche la predica su come non fossi una donna di casa, ma non mi importava [m'importava]. Non avevo voglia di perdere tempo – anche se di certo non
problemi di soldi – e quello che mangiava fuori casa [fuori di casa], era diventato un gatto davvero in carne. Sicuramente sarebbe stato molto buono con l'arrosto di patate.
Non che lo volessi davvero mangiare. Mi ero sicuramente affezionata a quella bestiaccia, anche se, ogni volta che mi soffiava – perché non aveva mai smesso [,] anche se era decisamente diventato più docile nei miei confronti – lo minacciavo dicendogli che l'avrei sventrato e cucinato a fuoco lento.
Ovviamente, si era affezionato a Peeta, forse perché [,] quando cucinava [,] gli lanciava sempre qualcosa da sgranocchiare.
Il giorno successivo, come avevo promesso, uscii di [da] casa con l'intenzione di trovare quel gattaccio.
Alla fine sbarrai gli occhi quando lo vidi in compagnia. Cosa [Che cosa] avrei dovuto fare, portarmi a casa anche quell'altro? Già avevo difficoltà a sopportare lui, non potevo certo trascinarmi a casa un suo amico.
«Ora mi spieghi perché hai portato un altro gatto?»[.]
Non sapevo cosa avrei dovuto fare, l'avrei dovuta aiutare a partorire io quando fosse arrivato il momento [Non sapevo cosa avrei dovuto fare. Magari sarebbe toccato a me aiutarla a partorire quando fosse arrivato il momento]?
«Ma già non ne sopporti uno, come ti è venuto di portarne a casa un altro?» [.]
Non erano capaci a dire nient'altro oggi? Cosa [Che cosa] avrei dovuto fare? Ucciderla così da riportare a casa Ranuncolo per far felice Peeta?
«Se fossi in te [,] non la toccherei», dissi riuscendo a bloccarlo.
«Vorresti buttarla fuori [di] casa dopo aver partorito?» Rispose sinceramente confuso e [ed] io mi sentii dannatamente cattiva.
«Che ne pensi di Rossina? Essendo rossa...» [.]
Li avrei volentieri sbattuti tutti e sette fuori [di] casa.
«Bravo, Ranuncolo! Complimenti!» [.]
Inarcai un sopracciglio, non mi interessava [m'interessava] minimamente dar [imporre] loro un nome.
«Dai, Katniss», mi incitò [m'incitò] con un sorriso, pulendo il pavimento.
Osservai i cuccioli che si erano attaccati alle mammelle della mamma e succhiavano avidamente il latte.
Sospirai, «Gattaccio, gattaccio due, gattaccio tre...» [.]
orgoglioso. Mi sentivo un po' fuori luogo nel rimanere lì e non provare nulla. Sarei dovuta [Avrei dovuto] anche io essere felice e fare i complimenti a Ranuncolo?
«Guarda questo», mi indicò [m'indicò] uno dei tanti cuccioli, «che ne pensi di chiamarlo Little?» [.]
l'avevo pensato come nome, ma se piaceva a lui [,] mi sarebbe andato sicuramente bene.
«Questo potrebbe chiamarsi Leopard», annuii vendendogli addosso delle piccole macchioline scure. «Tocca a te».
Inarcai un sopracciglio, avevo già dato [assegnato] un nome ad un gatto, non bastava?
«Che ne dici, allora, se lo chiamassimo solo Hay?» [.]
Nascosi il cadavere del cucciolo e, quando tornai, notai Peeta parlare [discutere] con Ranuncolo, o almeno, lui parlava e Ranuncolo lo ignorava. Era solo un gatto, in fondo.
«Quando crescerà [,] sarà un gran bevitore di latte».
«Dai, Katniss, lasciali stare [in pace], stanno soltanto giocando», mi rimproverò Peeta che era seduto sul divano.
«Stanno giocando a distruggere casa! Abbiamo dovuto buttare via le tende per quanto erano rovinate dalle unghiacce di quei gattacci, hanno deciso che la vasca da bagno è la loro casa per i bisogni, il letto la loro cuccia...» [.]
anche se, quando lui alzava la voce per rimproverarli per qualcosa, si calmavano subito.
Se alzavo la voce [,] io diventavano persino più cattivi.
facendomi arrossire al solo pensiero [ed io arrossii al solo pensiero]. Non volevo figli, a Peeta dovevano bastare quei gattacci malefici. |