PRIMA CLASSIFICATA AL CONTEST "QUADRI E PICCHE", di Gaea, S.Slappy e phoenix_esmeralda
Valutazione di phoenix_esmeralda:
Grammatica: 8.5/10
Allora... Per quanto riguarda la grammatica, devo dire che la storia non è pulita pulita; ho trovato un po’ di errori, anche se nessuno particolarmente grave. Più che altro, le imprecisioni che ho trovato riguardano alcune concordanze, alcune scelte verbali e un po’ di paroline inesatte. Naturalmente, considerata la lunghezza della tua storia, non sono stata lì a sottrarre punti per ogni minimo errore, ma mi sono limitata a levare un “forfait” che mi sembrasse equilibrato.
Passo a elencarti le imprecisioni che ho trovato.
1)Pag. 2 : “Io appoggiai la testa sul suo petto e incrociai le braccia, accorgendomi che un brivido mi stava percorrendo il corpo e cominciando a sentire la pelle d’oca nonostante il gran caldo che si respirava in quel paese di mare.” Vicino a quel “cominciando” manca “che stavo”, oppure doveva essere “che cominciavo”.
2)Pag. 2: “Era una casa che aveva costruito mio nonno e che aveva deciso di lasciare a mia madre e a mia zia”. C’è confusione di soggetto: il soggetto è la casa, quindi sembra che sia lei ad aver deciso di lasciare alla madre se stessa... Dovresti metterci qualcosa che rimarchi il cambio di soggetto, ad esempio: “era una casa che aveva costruito mio nonno e che lui aveva deciso...”
3)Pag. 3 : “mi stupii sentire”: “mi stupì sentire” o “mi stupii di sentire”
4)Pag. 4: “Scesi velocemente le scale rischiando di inciampare e mi precipitai aldilà” : – al di là, con grafia separata, si usa con valore di locuzione avverbiale o preposizionale (al di là del confine) – aldilà, con grafia univerbata, si usa in funzione di sostantivo maschile (con il valore di ‘oltretomba’, ‘vita dopo la morte’)
5)Pag. 7: “Io stavo affianco : “a fianco” (“affianco” è la prima persona del verbo affiancare)
6)Pag. 9 e 45: “volevo rimanere per sempre una ragazza di ventun’anni.” Senza apostrofo, poiché “ventun” è troncamento, non elisione
7)Pag. 13: “Janis e Freddie, però, avevano dovuto sopportare mesi e mesi di false dicerie, venendo presi di mira e tartassati, ritrovandosi davanti agli occhi qualcosa che avrebbero solo voluto dimenticare. Questo non era giusto. Avrei dovuto stargli vicino.”: A chi? “Stargli” è singolare, ma poco fa stava parlando sia di Janis che di Freddie.
8)Pag. 16: “Ridemmo tutti, anche Marco, nonostante quell’anno non si fosse dato molto da fare con lo studio e doveva subire”: dovesse subire
9)Pag. 17: “riuscii a scorgere il ragazzo pieno di vita e di speranza che era un tempo, esattamente un anno prima.”: che era stato un tempo.
10)Pag. 20 e a 22: “me e andò in contro”: incontro
11)Pag. 21: “per qualcosa che infondo”: in fondo
12)Pag. 22-29: “tutt’ora” : tuttora
13)Pag. 27: “Uno degli errori più grandi che commise mio cugino quell’estate, fu credere che sarebbe andato tutto bene.” Virgola tra soggetto e verbo
14)Pag. 30: “mi sentii come quando un anno prima scoprii”: avevo scoperto
15)Pag. 34: “. I due ragazzi continuarono a picchiarsi selvaggiamente mentre io piangevo e insieme a Gaia gli gridavo”: gridavo loro
16)Pag. 35: “aveva partecipato a più risse lui che qualsiasi altra”: “di” al posto di “che”
17)Pag. 36: “Che poi, sarebbe stata la voce costante che avrebbe invaso le mie orecchie non appena mi fossi decisa di parlare”: decidere di, decidersi a
18)Pag. 37: “anzi, quindi non mi stupì il fatto che non mi cercò.”: Cercasse (o “avesse cercata” a seconda di quello che si vuole comunicare)
19)Pag. 42: “Le persone come lui, quelle che godono di un animo solare e pacifico, quando si fanno prendere dall’ira danno il peggio di sé”: “di loro” (le persone)
20)Pag. 41: “Sentivo il sangue affluire sul mio volto” : al
21)Pag. 43: “Mio cugino mi abbracciò e mi strinse forte a sé, accarezzandomi i capelli. Con questo gesto ottenne solo che i miei singhiozzi aumentarono.” : aumentassero
22)Pag. 46: “e notai che strinse”: stringeva
Sviste (che non influiscono sul punteggio):
1)Pag. 11 “a fare finta che neanche Janis se ne fosse accorto, avrei a visto altri ragazzi di tanto in tanto”: c’è una “a” di troppo
2)Pag. 14: “dove mio cugino aveva preso Gaia sulle spalle le faceva fare i tuffi” : manca una “e” tra spalle e le faceva.
3)Pag. 15: “rendendomi conto che quanto era vicino a me”: quando
4)Pag. 20: “All’epoca liberarmi delle mie paura”: paure
5)Pag. 24: “troppo stanca per potare”: portare
6)Pag. 26: “. Il gesto di mio mio cugino mi rese felice.” Doppio “mio”
7)Pag. 30 “«Vorrei che fossi qui» mormorai, guardando Febri che mi sorrideva radioso dalla foto e i suoi occhi di un azzurro chiarissimo brillavano”: manca un “che”?
8)Pag. 43: “Ricordo che che la mia mente”: doppio “che”
Stile: 7/10
In questo tuo racconto, ho trovato che lo stile fosse l’elemento più scricchiolante, quello che ha penalizzato maggiormente il risultato finale.
Ti sei scelta una cornice verbale difficile da gestire e questo ha finito per incasinare parecchio, sia rendendo le frasi spesso poco fluide, sia portandoti a fare delle scelte temporali un po’ in bilico. I tempi verbali spesso risultano traballanti, non nel senso di errati, ma di vagamente stonati, come se non fossero del tutto esatti e a proprio agio nella frase. Si potrebbero cercare soluzioni migliori, soprattutto riguardo certi condizionali.
Ho fatto un elenco delle frasi che a livello stilistico mi convincevano meno:
1)Pag. 2 “ci saremmo inoltrati in luoghi della nostra mente che era meglio non visitare, sapevamo che eravamo”: starebbe meglio “di essere”, perché “sapevamo” ed “eravamo”, vicini suonano troppo simili.
2)Pag. 8 “«Come sta il vecchio?» chiesi, pensando che una sera di quelle avrei dovuto salutarlo, altrimenti non mi avrebbe più rivolto la parola, considerando il suo alto grado di permalosità” : starebbe meglio, tempisticamente parlando, “considerato”
3)Pag. 9 “Mi voltai verso di lei distrattamente, sfilando una sigaretta dal pacchetto che avevo appoggiato sulla sabbia e accendendola noiosamente” Ehm... Cosa significa “accendere una sigaretta noiosamente?” Intendevi dire “annoiata”? o_O.
4)Pag. 9 “Gaia non era solita negarsi, si concedeva con molta facilità – cosa che io e i ragazzi incitavamo sempre tra le risate, esultando stupidamente ogni volta ne aggiungesse un altro alla lista”: starebbe meglio “aggiungeva”
5)Pag. 10: “Janis si avvicinò il mio viso” nel senso che ce l’ha fra le mani e se lo avvicina? Oppure è lui che si avvicina al suo viso? Non è molto chiaro, scritto in questo modo.
6)Pag. 11: “mi sforzai di scacciare dalla mia mente le immagini di tutti noi”: ti suggerirei di togliere quel “mia”: è comunque scontato e appesantisce la frase.
7)Pag. 23: “i motivi per cui un anno prima avevo rovinato quello che avevo Janis mi tornavano alla mente” o_O Questa frase, proprio non ho capito cosa significasse!
8)Pag.24: «Parlami di quello che hai fatto quest'anno» mi disse, mantenendo un passo lento e rilassante” Mi sembra meglio “rilassato”.
9)Pag. 31: “alla volta in cui non sapevo come dire a mia madre di aver investito con la sua macchina.” Investito chi? È un verbo che vuole un complemento oggetto, perché così non sta in piedi.
10)Pag. 35: “Mi guardai intorno e notai che Freddie e Marco facevano spostare lo sguardo”: molto brutto da sentire questo “facevano spostare lo sguardo”...
11)Pag. 38 “Non potevo sapere che da un paio di giorni era riuscito a fare due più due come io e Janis non avevamo fatto per quattro mesi.”: “un paio di giorni prima”, stilisticamente starebbe meglio
12)Pag. 40: “Era dubbioso” in che senso dubbioso? O_o Ci starebbe magari “confuso” (o dubitante, però è assai obsoleto)... ma dubbioso è dura, lo si mette in genere dopo che si dice qualcosa... non a priori...
13)Pag. 40: “Quel silenzio cominciava a diventare un po' imbarazzante, specialmente perché erano finiti i tempi in cui ci cercavamo l'un l'altra senza motivo, e l'insistenza con cui mio cugino mi stava fissando non contribuì ad abbassare il mio livello di agitazione.” Ci sono troppi cambi verbali: imperfetto, trapassato, passato remoto... Tutti insieme non tornano. Potresti mettere “contribuiva”, che già rende più omogenea la frase.
14)Pag. 42: “e ogni sua parola era come ricevere un’ulteriore coltellata.”: “ad ogni” Oppure “ogni sua parola era un’ulteriore coltellata”
15)Pag. 43: “Janis si voltò verso di me, facendo scomparire l’espressione rabbiosa e frustrata dal volto per far spazio ad una decisamente impotente e abbattuta” anche cose come questa suonano brutte: far sparire un’espressione. ..
16)Pag. 43: “Era mia perché avevo aspettato così tanto prima di mettere luce”: “fare luce” suonerebbe meglio.
17)Pag. 44: “quindi ipotizzò che quel giorno Febri si fece trascinare, complice anche il periodaccio che stava passando per via di alcuni problemi a casa, e per la prima volta fece uso di qualche sostanza; Freddie non sapeva di preciso quale. Da quel giorno in poi, anche senza quel suo amico, Febri cominciò a vedere più spesso tutti quei ragazzi, finché loro non cominciarono addirittura a venire in paese qualche volta. La cosa che più mi stupì fu che però Febri era stato bravo a nascondere i segni fisici. Quelli comportamentali c'erano tutti: era diventato scostante, bugiardo e menefreghista. E nessuno di noi se ne era accorto. Febri era morto e nessuno aveva fatto niente per impedirlo.”
Essendo una narrazione che parte al passato remoto “ipotizzò”, il racconto dovrebbe essere fatto tutto al trapassato prossimo: “Ipotizzo che quel giorno Febri si era fatto trascinare... per la prima volta aveva fatto uso... aveva cominciato a vedere...” ecc... Oppure al congiuntivo: “si fosse fatto trascinare, avesse fatto uso di sostanze... ecc...”
Ho trovato anche parecchie ripetizioni che potrebbero essere aggiustate con l’utilizzo di qualche sinonimo in più:
1)Pag. 10: “seppur minimamente, dentro di me avevo solo una vaga idea di quello che stava succedendo e per una volta nella mia vita non mi importava delle conseguenze.” “me”, “mia” e “mi” è troppo ridondante; io toglierei quel “mia”
2)Pag. 11 “fece scorrere le mani dalle mie spalle ai miei fianchi”: per non essere ridondante, metterei “mi fece scorrere le mani dalle spalle ai fianchi”
3)Pag.13: “Rimanemmo lì per ore, stretti, con le nostre spalle che si toccavano e attenti a non fare un qualsiasi movimento che avrebbe potuto far scivolare qualcuno per terra.” (fare e far)
4) Pag. 16: “disse mia madre, appoggiando i miei vestiti sulla sedia e guardandomi con le braccia conserte. Io presi la sigaretta che avevo appoggiato perfettamente in equilibrio sul comodino e le voltai le spalle, uscendo dalla mia camera.” (Appoggiando, appoggiato)
5) Pag. 19: “e ci faceva paternali più o meno credibili che ci facevano sorridere” (faceva, facevano)
6)Pag. 29 “Rimasi in silenzio non sapendo cosa dire, dato che le parole di mio cugino erano vere. A mia discolpa posso dire che nonostante fossi terribilmente egoista” (dire, dire)
7)Pag. 30: “sapevo che avrei avuto ancora la bruttissima sensazione che avevo avuto la volta precedente, ma amplificata.” (avrei avuto, avevo avuto)
8)Pag. 31: “Dentro di me pensavo a tutto ciò che avevo perso e che non sarebbe mai più ritornato: avevo perso il mio migliore amico, mio fratello, la mia spalla. Ripensai ai momenti che più di ogni altri mi facevano pensare a Febri” (pensavo, ripensai, pensare)
9)Pag. 32 “Ero un po' arrabbiata con lui, perché l'avevo chiamato più volte e avevo chiesto ai suoi di dirgli di richiamarmi ma non mi aveva mai richiamato.” (chiamato, richiamarmi, richiamato)
10)Pag. 32: “. Mi chiesi che cosa aveva combinato durante quei giorni che io avevo passato a letto da sola e perché non era subito corso da me non appena aveva ricevuto notizia delle mie chiamate. Mi chiesi come mai” (mi chiesi, mi chiesi) Non so se l’effetto fosse voluto, per sottolineare il dubbio di Mara con questa ridondanza, però mi sembra che più che altro stoni...
11)Pag. 35: “, pensai che era irriconoscibile. Non pensavo” (pensai, pensavo)
12)Pag. 37: “Janis era l'unico a vederla e al cimitero, appena l'aveva vista,” (vederla, vista)
13)Pag. 37: “Dopotutto, solo io sapevo che quando Janis l'aveva baciata era stata solo una vendetta” (solo, solo)
14)Pag. 37: “La cosa che mi stupì di più fu la totale assenza di Febri. Come in quei giorni che mi ero chiusa in casa, troppo angosciata e triste per uscire, Febri semplicemente sparì.
15)«Hai visto Febri in questi giorni?»” (Febri, Febri, Febri)
16)Pag. 42: “ma quella volta optò per la prima opzione.” (optò, opzione)
17)Pag. 44: “Febri una sera era uscito con il figlio di alcuni suoi cari amici di famiglia ed era andato in città con questo ragazzo, dove aveva conosciuto i suoi amici.” (amici, amici)
Altra cosa: molte frasi hanno una formulazione un po’ in bilico, non sai dire cosa ci sia che non va, perché non è che siano errate... Eppure hai la sensazione che potrebbero essere formulate meglio, in modo più efficace. Per dire:
1)Pag. 39 “Gli uomini stavano continuando a parlare, ma io ormai non li ascoltavo più. Stavo osservando attentamente il viso di Janis e contemporaneamente pensavo a qualcosa che potesse giustificare il fatto che quelle persone stavano dicendo il falso.” A leggerla mi sembra che suoni male.
2)Pag. 40: “il brevissimo tragitto mi guardavo” starebbe meglio “mi guardai”
3)Pag. 40: “Mi sentivo ancora colpevole come se fossi una ladra, nonostante ore di riflessioni incessanti mi avessero convinto che tutte le mie paure erano in parte stupide e infondate, mentre per quanto riguarda quelle giustificabili, avevo deciso che le avrei accantonate.” “Riguardava”. Ma la frase suona maluccio soprattutto dal “mentre” in poi, perché fai un cambio di soggetto (prima il soggetto sono le riflessioni incessanti, e quel “mentre” lascia pensare che continuino a essere loro il soggetto, quando invece torna ad essere Mara)
4)Pag. 41: “mi spostai dal centro della stanza e andai a sedermi su una sedia, chinando di poco la testa e cominciando a fissarmi le ginocchia, nella speranza che da un momento all’altro avrei cominciato a pensare lucidamente e mi sarei resa conto di qualche particolare che avrebbe reso tutta quella situazione impossibile.” Suona come... se potesse suonare meglio. Non so, si potrebbe mettere “potessi cominciare a pensare lucidamente e rendermi conto di qualche particolare che...”
5)Pag. 42: “Janis camminava velocemente per la cucina, con le mani nei capelli e l’espressione peggiore che gli avessi mai visto, come se proprio in quel momento anche lui si stesse rendendo conto che ormai era tutto finito e che da quel momento in poi nella sua vita ci sarebbero dovute essere priorità differenti da quelle che aveva avuto fino a quel momento.”: Il problema stilistico risiede soprattutto in questa abbondanza di verbi che appesantisce e rende le frasi infinite, poco fluide. Bisognerebbe sfoltire i verbi, o usare più modi infiniti, oppure spezzettare le frasi con qualche punto.
6)Pag. 43: “Quella era l’ennesima prova che quello che avevo perso l’avevo sempre avuto talmente vicino da poterlo toccare, se solo avessi voluto, e lì sarebbe sempre stato, anche se non più mio.” Anche questa frase è un labirinto di verbi che va interpretato attentamente prima di riuscire a comprenderne il significato e rallenta il ritmo e la fluidità
7)Pag. 43: “Mi ero sempre comportata come se lui per me ci sarebbe stato sempre” stona molto, può essere formulata meglio. Tipo: “Mi ero sempre comportata, dando per scontata la sua presenza”
8)Pag. 43: “Pensai che non avevo mai visto mio cugino piangere e che non era quello il momento per vederlo, quindi non alzai lo sguardo.”: Anche introdurre la frase con “pensai” allunga il brodo. Eliminarlo renderebbe tutta la frase più immediata: “Non avevo mai visto mio cugino piangere e non era quello il momento in cui volevo farlo, quindi non alzai lo sguardo”
Ecco, spero di essere stata chiara e, soprattutto, di non averti offesa.
Volevo dirti poi che ho apprezzato molto l’impostazione dell’alternanza “anno prima/anno dopo”: è servita a mantenere un buon ritmo e soprattutto l’hai gestita davvero bene, rendendola funzionale alla trama e usandola per aumentare il coinvolgimento.
Originalità: 9/10
Credo che tu abbia una grande abilità (e te l’ho già detto!) di rendere le storie più ordinarie assolutamente uniche, nuove, e per questo il tuo punteggio in originalità risulta alto, anche senza chissà quali trama estrose o effetti speciali! ^^ L’originalità delle tue narrazioni trae forza dall’introspezione psicologica in cui eccelli, che trasforma ogni capitolo in un mondo a sé.
Devo dire che la tua storia, soprattutto all’inizio, mi ha ricordato da morire il manga “Blue”, non so se ti sia capitato di leggerlo. Anche se poi l’effetto si è sfumato.
Non ti ho dato il punteggio massimo, perché, rispetto all’altra volta, ho avuto la sensazione che tu potessi dare un filo di più; tuttavia ho trovato tanti aspetti interessanti e piacevoli e la trama mi ha coinvolta incuriosendomi.
Caratterizzazione: 10/10
Encomio estremo alla caratterizzazione che, come sempre, è il tuo cavallo di battaglia. Sai costruire dei personaggi estremamente realistici, variegati e profondamente umani, che vivono, respirano e trascinano avanti le tue storie con la forza della loro presenza.
Hai dato spazio a ciascuno dei tuoi personaggi, creando per loro “un posto nel mondo”; nessuna delle tue creature risulta banale, stereotipata o sterile, ognuna di loro è particolare, unica... è se stessa.
Ho amato in particolare alcune parti:
“Febri mi scoccò un’occhiataccia. «Ti dico io cosa succederà: Janis da te vorrà qualcosa di concreto che tu non sarai in grado di dargli, perché è tuo cugino e hai paura di quello che potrebbe succedere. Questa cosa lo farà star male, molto male, lo ucciderà dentro, perché non è il tipo che si accontenta, lui è il tipo che vuole tutto e lo vuole subito, infatti con te ha aspettato fin troppo. Le cose a metà lo logorano, quindi a questo punto probabilmente ti odierà e troverà il modo di vendicarsi, perché lui è fatto così.»”
Ho trovato molto affascinante questa previsione circa la reazione di Janis: in poche righe ha delineato la caratterizzazione approfondita di un personaggio.
E ancora, questa riflessione di Mara:
“Mio cugino, l'impulsivo sognatore, colui che non conosceva il significato della parola “conseguenza” aveva deliberatamente deciso di smettere di baciarmi per non soffrire di nuovo.” È una splendida questa evoluzione caratteriale: si sente molto il cambiamento di Janis da un anno all’altro, soprattutto grazie alla narrazione in parallelo. Tanto è focoso, vivido e brillante lo Janis precedente, tanto è mite, pacato, rassegnato quello attuale. Credo che questa sia stata una delle cose che ho apprezzato di più in assoluto. (La tua abilità nel far sentire il cambiamento, intendo).
E poi quest’altra frase, mi è piaciuta: “Non volevo deludere i miei genitori e non volevo abbandonare Janis. Dovevo fare una scelta e, come sempre, feci quella sbagliata.” Trovo che sia la sintesi emblematica del carattere di Mara: colei che esita, rimugina, rallenta, frena... Resta indietro e, alla fine, arriva troppo troppo in ritardo.
Quindi insomma... ovviamente ti sei beccata il massimo in caratterizzazione... e c’è altro da aggiungere? ^^
Adesione alle regole della squadra: 10/10
Direi che il massimo è pienamente meritato anche qui:
- La storia è decisamente romantica, ma senza risultare melensa, banale, assurda o “solita menata”.
L’introspezione psicologica è estrema, come da sezione precedente
Il colpo di scena che ribalta tutto c’è stato eccome. Mi è piaciuto un sacco e quando Janis ha – finalmente – confessato la verità a Mara ci sono rimasta secca. Quindi... punteggius maximus! (espressione da me coniata)
Pacchetti Punti : 5/5
Ti ho dato il massimo per l’utilizzo di entrambi i pacchetti.
Per quanto riguarda il pacchetto intollerante, ovvero il finale tragico, ho voluto darti tutti i 2 punti, perché questo finale mi ha davvero straziata. Non sono amantissima dei finali tragici... cioè, quando ci vogliono ci vogliono, ma se ci può essere un faro nel buio, apprezzo di più! J Questo per dire che ho trovato il tuo finale assai deprimente; poi magari le amanti della tragedia perenne (leggi le mie giudici colleghe) lo troveranno poco sanguinario e ti daranno meno... chissà... ^^’
Per quanto riguarda invece l’utilizzo del tuo pacchetto, il massimo arriva perché ho trovato davvero carucce le tue citazioni, e poi ce n’erano un sacco di Supernatural!! *.* Tra l’altro, leggendo la storia, ho pensato per tutto il tempo che Rob ricordasse da morire Bobby e, scema che sono, non mi era venuto in mente che potesse essere una delle citazioni!!! -_- Quando poi ho letto le tue note finali, mi sono data dell’idiota da sola, perché era evidentissimo!!!
Comunque... bel lavoro!
Gradimento personale: 8.5/10
Beh, penso si siano capiti i punti che hanno fatto alzare il tuo punteggio nel gradimento! J Dal colpo di scena, alla cura dei personaggi, all’alternanza narrativa dei due anni, fino al finale che, nella sua tragicità, ho comunque trovato adeguato e che acquisisce, se vogliamo, anche una sua morale... O una sorta di monito per Mara che, in futuro, magari proverà a essere un po’ più... tempestiva. Ho apprezzato anche quell’accenno di positività che hai dato al finale, una speranza per il futuro che sempre ci vuole nella vita e che io amo tanto! ^^
Ho apprezzato anche il fatto che tu ti sia messa in gioco, inserendo nella storia un momento difficile che hai vissuto, quale la morte del tuo amico. Posso solo provare a immaginare lo stato d’animo di chi rimane attonito scoprendo una realtà inimmaginabile... e si accorge che in fondo tutti gli indizi per capire quello che stava accadendo c’erano, eppure nessuno li aveva colti. Dev’essere un guazzabuglio emozionale complesso e difficile da digerire, in cui sospetto che entri in gioco una buona parte di senso di colpa...
Ti segnalo alcuni pezzi che ho particolarmente amato:
“Aveva un barattolo di latta gigante che si ostinava a chiamare macchina e a cui ogni tanto dava dei soprannomi ridicoli; l'aveva comprato dopo il primo anno di lavoro di seconda o terza mano, ma era talmente vecchio e talmente arrugginito che ormai era diventato una specie di trappola mortale.”
L’esordio della storia con questa chicca iniziale mi ha fatto morire!! Non so come ho fatto a non capire che era un riferimento a Dean, perché rileggendolo è praticamente evidente! xD
“Janis alzò un sopracciglio, cominciando ad accarezzare la testa di Lenticchia Due che dormiva appollaiato al suo fianco. «Non provocarmi, Lenticchia» si lamentò. «In che rapporti sei con questo tizio?»
«Litighiamo sempre» confessai, vedendo un lampo di sollievo passare sul suo viso. «Ha qualche problema con il rispetto della privacy e soprattutto non ha nessun senso del pudore.»
«Che cosa vuoi dire?» si informò, guardingo.
«Gira sempre per casa mezzo nudo ed entra in camera mia senza bussare» dissi. «Ma sto imparando a gestirlo.»
«Che cafone!» esclamò Janis, arrabbiato, con una punta di gelosia. «Non ci si comporta così con una ragazza!»
«E come ci si comporta?» chiesi, con una punta di acidità che non passò inosservata. Mi morsi la lingua, vedendo l'espressione di Janis mutare da arrabbiata a mortificata, capendo perfettamente che mi stavo riferendo a ciò che era successo un anno prima con Gaia. «Scusami» mi affrettai ad aggiungere. «Sono l'ultima persona che può farti un appunto del genere...»
«Tranquilla, tanto hai ragione» disse, chinando la testa. «Non mi piace che un tizio qualunque si metta a girare nudo davanti a te, comunque.»
«Non gira nudo!» esclamai. «Solo senza maglietta.»
«E' la stessa cosa.»”
Carina tutta questa parte del coinquilino, mi è piaciuta da morire!!! *_* Ha fatto emergere sia il carattere che la gelosia di Janis, ravvivandolo dalla sua “passività”!
E poi: «Sono stato molto male quest'anno» mi disse, facendo trapelare dal suo tono un'infinita tristezza. «Risparmiamoci un'ulteriore sofferenza.» Che shock! Bellissimo pezzo, che rende da morire il cambiamento di Janis... e, avendo letto la parte sull’anno prima, giunge totalmente inaspettata.
Infine questo: “Riuscivo a vedere i muscoli del suo collo che si contraevano mentre piegava piano la testa e aggrottava la fronte.
Quando la sigaretta fu accesa mi scoccò un'altra occhiata, mi diede le spalle e se ne andò.
Proprio mentre le prime lacrime cominciavano a rigarmi le guance, mi ricordai le parole che Febri mi aveva detto qualche settimana prima: le cose a metà lo logorano, quindi a questo punto probabilmente ti odierà e troverà il modo di vendicarsi, perché lui è fatto così.
Lo fece. E lo fece anche bene.
Esattamente cinque giorni dopo Gaia venne da me, elettrizzata, per raccontarmi che Janis l'aveva baciata.” °O° à Questa è stata la mia reazione quando sono arrivata qui.
E ancora: “Rimasi accucciata sul suo petto tenendomi le mani sul volto, continuando a chiedergli una spiegazione che naturalmente non esisteva, continuando ad incolparlo per qualcosa a cui non avrebbe potuto rimediare anche se avesse voluto.” Bella questa riflessione e anche il fatto che non esista una scusa, una giustificazione che Janis abbia voglia di dare ( o senta la necessità di dare)
E infine: “«Immagino di sì» disse, con un tono alto e sicuro. «Facciamo come l’anno scorso.»
«E cioè?» chiesi, alzando lo sguardo su di lui.
«Non ci sentiamo mai. Nemmeno una volta.»”
Ho trovato questa parte molto emozionante, perché dà l’idea del taglio definitivo che Janis vuole dare e del fatto che ormai lui ha rinunciato del tutto a qualcosa per cui in passato avrebbe combattuto fino alla morte... Ora è un uomo ferito, meno appassionato, meno infantile, più rassegnato.
Ecco, insomma, queste parti mi son proprio piaciute tantissimo!!!!
E allora... perché non ti ho dato il massimo, ti starai chiedendo?
In parte il gradimento è sceso a causa di quegli intoppi di stile di cui ti dicevo sopra, che hanno reso la lettura meno fluida, più... faticosa.
Inoltre, a tratti, ho trovato la storia molto verbosa.... La protagonista racconta passo passo ogni pensiero e contro pensiero e questo, nel tempo, rende la trama lenta; del tipo: hai voglia di andare avanti e sapere cosa succede e lei non smette mai di farsi le pare! xD
Ma soprattutto, il fatto di scrivere la storia come se oggi Mara raccontasse tutto ciò che è successo, dà l’effetto di far sembrare il tutto molto narrato e poco vissuto, poco immediato.
Ad esempio:
Pag. 43: “andai da lui e cominciai ad urlare e a piangere con una tale violenza da rendermi probabilmente irriconoscibile ai suoi occhi.”: Questo eccesso di verbalizzazioni appesantisce: siamo nel mezzo dell’azione e Mara non ha certo il tempo di pensare che il suo modo di fare la rende irriconoscibile agli occhi di Janis. Lo so che il punto di vista del narrante è in questo caso onnisciente e può condire il racconto con considerazioni a posteriori, però fa l’effetto di un di più che rallenta l’azione.
E così come qui, ho trovato questo effetto un po’ ovunque... ed è qualcosa che impedisce di entrare del tutto nella trama e di lasciarsi trascinare, perché crea sempre un po’ di distanza, di distacco.
Per mio gusto personale, amo le storie che invece mi tirano dentro del tutto e non mi danno il tempo di respirare! ^^ Ma è, appunto, solo gusto personale.
Per il resto, ti rinnovo i miei complimenti, perché sai che sono sempre una tua grande fan!!
Tot: 58/65
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