[Recensione per la partecipazione al contest “Frammenti di feste” indetto da Lutea Eos e _MoonBeam sul forum di EFP]
Ciao, eccomi qui!
Premetto che storico non è propriamente il mio genere, ma è cominciato a piacermi ultimamente. Ho trovato la tua storia ambientata molto bene nel contesto storico, non ci sono molti dettagli, ma hai saputo evidenziare molto bene alcune caratteristiche dell'epoca. E si capisce anche molto bene che siamo in Giappone grazie ai termini “katana”, “samurai”, “sama”... e un po' il comportamento dei personaggi.
Prima di passare alla tua storia, voglio fangirlare un po' sul Giappone! xD Lo adoro tantissimo come paese (il paesaggio è fantastico) e mi piace molto anche la sua storia come anche poi le varie tipologie di guerrieri(in cui ci sono anche i samurai). Il katana poi è un'arma che trovo veramente molto bello.
Mi è piaciuto molto questa storia. Ho notato che anche questa tua storia è molto particolare sia per il contenuto sia per il modo in cui hai scritto: sei davvero molto originale!
Inoltre, sei riuscita a intrecciare una trama per nulla banale – anzi, io l'ho trovata piuttosto complessa – in poche pagine.
L'introspezione è veramente il tuo forte! Hai caratterizzato – a mio parere – molto bene il guerriero così come anche Yukio. Le sue azioni, le loro azioni, sono emerse tutte con un significato, tutte con un solido appoggio sulla loro psicologia.
Siccome ho visto che la storia è anche di genere drammatico, temevo, andando avanti con la lettura, che Ashitaka morisse veramente nella battaglia. Non mi aspettavo di certo che egli non dovesse neanche muovere un dito per proteggere la sua patria. Qui, in questo senso ho capito il motivo per cui aveva perduto il suo orgoglio, ma non comprendo il perché ci sia del negativo se gli Dei hanno deciso di punire gli invasori, annientandoli loro.
Nonostante Ashitaka sia un guerriero, quindi qualcuno da considerarsi “vero uomo”, io l'ho trovato molto debole rispetto a Yukio. Certo, lei non doveva andare verso la morte, ma non vive di certo una vita facile! Lei ha cercato di essere forte, di infondere coraggio al suo uomo, dicendogli cose in cui non credeva neanche lei. Yukio mi è piaciuta veramente moltissimo: la sua forza mi è quasi parsa uscire dalle sue stesse parole e lacrime.
Inoltre, scrivi molto bene e la lettura di questa storia è stata molto scorrevole sia per la quasi totale mancanza di errore sia per la sua fluidità. Ogni tanto ci sono dei doppi spazi o delle mancanze di spazi, ma per il resto posso dire che va benissimo!
Saluti.
Elsker.

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Prima di tutto complimenti per aver voluto rievocare in questa storia uno degli eventi, se non l'evento principale delal storia ddel Giappone medievale, quello che riuscģ (per fortunata circostanza o chissą, forse davvero per l'intervento di quelle potenze che la specie adora fin dal Pleistocene) a evitare al paese del sol levante di entrare nell'orbita di una potenza che andava da Mar Nero al Pacifico.
Ma oltre a questo ho trovato molto interessante e sfaccettaata la figura del protagonista, ama combattere ma in quell'occasione sembra titubante pensando all'enorme numero di nemici da affrontare e alle condizioni del suo paese , diviso in stati e staterelli clanico-feudali dove l'imperatore regna ma non governa, che solo a prezzo di precarie alleanze s'era coalizzata contro il nemico comune, sembra provare un sincero sentimento verso la sua concubina, ma non al punto da apprezzare le sue parole dettate da sincero affetto; ultimo, ma non per importanza, sembra dolersi dell'esito imprevisto degli eventi, evidentemente non gli piace che gli annali lo ricordino come colui che ha assistito alla disfatta mongola senza esserrne stata la causa.
Insomma, ha vinto sia la battaglia che la guerra, ma questo non lo rende felice, cosa davvero strana...