Le cose più belle sono come le perle; nascoste, chiuse in luoghi reconditi e profondi, nelle ostriche più forti che lottano con più disperazione e più convinzione delle loro compagne arrendevoli, che difendono il loro contenuto fino a quando non è necessario colpirle con un martello. Questo ho pensato quando ho letto questa tua meravigliosa creatura che era sfuggita ai miei occhi e alla mia mente bisognosa di nuove persone dannate, di nuovi angoli noir da esplorare, da gustare, da riconoscere, con cui potersi confrontare; questo mi è venuto in mente quando l'ho letta, ho sanguinato ruggine, ed ho constatato che il mio commento ed il mio nome mancavano all'appello. Non me lo perdonerò mai; ma devo rimediare come si deve. Questo è il nostro manifesto, capisci l'importanza? Il tuo, il mio, quello di Federico, quello di chi come noi non ha smesso di vedere il mondo come realmente è. Noi siamo neri. Ed è splendido che qualcuno lo urli con tale intensità, con tale forza, con tale sicurezza, è splendido quello che hai scritto e che hai pensato mentre lo facevi. Io in questo manifesto mi riconosco appieno, e lo metto tra i miei preferiti, ma il punto non è questo. Tu hai scritto di te. Di me. Di noi. Di noi lasciati in un angolo buio. Di noi che col buio ci parliamo come fosse normale. Sei stata grande. Hai toccato il fondo e l'hai sbattuto in faccia a chi di questo nero non ha mai capito un tubo. Noi siamo neri. Ebbene si, carissimi. E allora? Provateci voi a sentire le sensazioni e le emozioni che ci pervadono la mente, provateci voi anche solo per una settimana. Vi suicidereste. Quello che vorremmo fare noi, certo. Ma intanto siamo quì a gridare, non a ridere senza capire nulla. Bravissima. Sei stata favolosa. Ed io ti stimo.

Perchè? Perchè scopro di aver commentato molte tue storie e non questa? Questa, che va subito tra i preferiti? Si, lo so, sono stupido. Ma passiamo alla recensione. Io penso... si, io penso di poter vedere ciò che si cela dietro queste porte cementificate, murate, dietro questa tomba nera che ti ostini a dichiarare di essere ( ricordi Espl[os]ione, vero?). O, non penso di potermi arrogare questa presunzione, e non voglio che tu mi fraintenda, penso di poter intravedere una persona, uno spiraglio di essa, in un piccolo buco sulle sue mura: un piccolo foro che porta incise le parole di questa poesia. Guardo dentro e vedo un sepolcro nero, leggo tanta solitudine... perchè ti capisco? Sento il tuo... dolore (?) e lo provo come mio, lo sento simile al mio. A tutti capita di essere abbandonati, di sentirci tali, di, qualche volta, fingere di voler restare soli quando in realtà la cosa che più desideriamo è avere qualcuno accanto. Personalmente, io sono stato così tanto illuso e disilluso che avevo lasciato cadere questa speranza, che avevo smesso... finchè, per citarti, non ho visto il sole... e io che credevo non ci fosse. Allora... è davvero tutto così... orribile? No, scusa... sono uno sciocco a farti questa domanda, lo so che E' tutto orribile e odioso, lo so perchè l'ho provato... e, mi vergogno a dirlo, ma a te devo, lo provo tuttora. Pensami come una persona simile a te, come una persona che SA che cosa provi, e non fa solo finta di capirlo come potrebbero farlo altri... ma, a differenza di te, sono incapace di esprimere tutto questo dolore con parole leganti e belle, tutto ciò che esce fuori dalla mia gola putrefatta è solo un urlo smorzato, roco, non una sinfonia di eleganza come il tuo scritto... che dire... spero di non aver sbagliato a comprendere, ancora una volta, e ti prego di non odiarmi per tutta la la libertà che mi sono preso parlando di me e, spero, di te, in questo commento. Apprezzo comunque molto quello che riesco a vedere di te... chissà... avremmo addirittura potuto essere amici, se ci fossimo conosciuti. Ecco che sto divagando di nuovo, e sto entrando nel mondo delle mie considerazioni personali. Scusami. A presto, Gotick 92.

L'ho letta, molto bella ma anche molto triste. Alla fine ci si sente così quando si cerca di essere se stessi e non piaci troppo agli altri. Bacio, Ale