Recensioni per
E quindi uscimmo a riveder le stelle
di lilac
Bellaaaa!!!!!!! |
Una storia che mi ha fatto tanto riflettere, una bellissima fan fiction che nasconde un significato più "umano"... la paura, le ansie avute nel momento della difficoltà trovano sfogo più tardi, con quel senso strano che ti rende torpido a ciò che ti accade intorno. E' molto profondo il significato di tutta la storia che invita il lettore ad un'analisi dei tanti, minuscoli dettagli che fornisci man mano. Senza dire che trattandosi di due personaggi completamente diversi, è assai difficile metterli in un'unica situazione che si risolve con una sola piccola frase, ma ricca di significati! Insomma, complimenti perchè sei una grande scrittrice! |
Amo il tuo modo di delineare Vegeta, lo adoro semplicemente. Riesci sempre a mostrare tante più sfaccettature di lui quante il lettore ne vuole vedere, credo che potrei perdermi per ore su una sola unica frase, dato che non lasci nulla al caso e imprimi forza ad ogni parola. La cosa che ho apprezzato di più in assoluto (e non è stato facile assegnare il podio, credimi) è nella parte iniziale, quando sia Bulma che Vegeta scorgono i riflessi della loro vecchia vita: è un'immagine dolce e malinconica che mi ha colpito tantissimo. |
La paura della morte in Dragon Ball è effettivamente paragonabile alla paura di contrarre una polmonite o qualche altra malattia relativamente grave ma comunque curabile, visto che ci saranno sempre le sfere del drago a risuscitare prontamente chiunque, a patto che non si fosse già morti due volte, mi sembra, ma credo sia comunque una fortuna potersi permettere di morire un paio di volte prima di ritirarsi ad una vita tranquilla. E' opportuno aggiungere che non è sempre certo il ritorno alla vita, in quanto si possono incontrare delle difficoltà di qualsiasi tipo ma è comunque sempre niente di paragonabile alla paura della morte senza ritorno, quello straziante terrore di perdere per sempre qualcuno senza alcuna possibilità di scampo. Questo Bulma avrebbe dovuto averlo a mente quanto Vegeta morì per la seconda volta, correggetemi se sbaglio, in seguito al suo comicamente inutile e forse troppo altruista sacrificio. Egli avrebbe davvero rischiato di non tornare più in vita prima di essere "salvato" da Mr Satan ma questo Bulma mi pare lo ignorasse al momento dell'accaduto. In sostanza, non intendo dire che avrebbe dovuto prenderla alla leggera perché "tanto prima o poi sarebbe tornato in vita" ma che, comunque, la disperazione per la morte di qualcuno in DB sa sempre di già visto e perde irrimediabilmente tutto il pathos che dovrebbe avere. E', invece, un espediente geniale per far provare il dolore della perdita al personaggio di turno, esplorando così le sue emozioni, rimettendo poi tutto a posto con il conseguente ricongiungimento. Ed è questa una cosa che, in fondo, io adoro dato che solitamente aborrisco i finali tragici alla Romeo e Giulietta. Ho scritto tutta questa sfilza di parole per dire che, purtroppo, le sensazioni di Bulma perdono un po' di consistenza alla luce di tali considerazioni. Anche se la sua paura della morte dovrebbe essere d'allora in avanti "reale" visto che lui non potrebbe più tornare in vita. Nonostante ciò, di cui tu non hai ovviamente colpa in quanto è qualcosa di intrinseco nella trama dell'anime stesso, la tua storia è davvero ben congegnata e riesce ad essere al tempo stesso semplice ma accurata nella descrizione dei pensieri e delle emozioni dei protagonisti. E', oltretutto, ben scritta e questa non è una cosa che capita di vedere spesso in questo tipo di fan fiction, quindi me ne compiaccio ancora di più. Bella, poi, la descrizione e la caratterizzazione di Vegeta, anche se, dopo aver sacrificato la sua "vita" (vedi sopra per la spiegazione delle virgolette) per lei e la sua famiglia, potrebbe adesso spendere un po' più di parole nei suoi riguardi, oltre che a darle un bacio che è stato comunque molto tenero e ha chiosato bene la storia. Davvero brava :) |
mi è piaciuta davvero tanto... quant'erano belli quando hanno rivissuto i momenti di tanti anni prima, hanno ridetto le stesse identiche cose! complimenti! |
Molto bella davvero. A parte che è ambientata in uno dei miei periodi preferiti di questa coppia, era da tempo che non leggevo qualcosa di così valido. Per fortuna che certe fanwriter ci sono ancora! ^^ |
Bulma e Vegeta, mai così speculari tra loro come in questa storia, si completano con l'ambiente circostante. |
Bulma sceglie di camminare quella mattina, di prendersela con calma e di godersi la sua giornata. Vegeta preferisce andare a piedi anziché immergersi nell’azzurro cielo che, nonostante tutto, gli sembra più azzurro del solito. Lei si ferma a specchiarsi in una vetrina rivedendosi da ragazza, il Dragon Radar per le mani, quasi per caso, e uno sguardo diverso da quello che aveva a sedici anni. Lui incrocia una macchina e a sua volta si rispecchia nella sua superficie osservando l’immagine di un guerriero non più furente e pieno di rabbia. Lo scouter sull’occhio, proprio come anni fa, ma lo sguardo diverso. Lei sente silenzio, lui sente rumore. Speculari, anche nell’esprimere pensieri all’eroe mondiale. E se da una parte il silenzio diventa una cosa rilassante dall’altra non è un fastidio, non più. Vegeta si ritrova a ripensare ai terrestri e inizia a non disprezzarli come faceva pochi giorni prima. Sono semplicemente creature che non disprezza e non apprezza, semplicemente non lo infastidiscono più di tanto. Ciò lo rende, finalmente, rilassato; al contrario di Bulma che è colta da un senso d’irrequietudine apparentemente insensato. Non si concentra, la sua mente è altrove, mentre i suoi occhi non possono fare a meno di fissare l’orologio, forse preoccupata che non sia tutto finito, forse preoccupata che il ritorno di Vegeta sia solo fittizio, che potrebbe non tornare o non essere tornato. Poi la scena dell’esplosione nel quale, Bulma dimostra di essere assolutamente tranquilla, nonostante il danno subito dalla casa. È proprio da lei passare da isterismi a discorsi pacati, per non dire quasi superficiali. Nonostante stia parlando con una certa naturalità, però il suo sguardo si tinge di malinconia. Videl sapeva che Gohan non era morto, lei non poteva dire la stessa cosa di Vegeta. È come se si sentisse in colpa, Bulma, tenta di riparare alla sua mancata fiducia cercando di innovare gli attrezzi da allenamento di Vegeta, ma finisce per immergersi in un singolare tuffo nel passato. Le parole che lui le rivolge sono le medesime che le disse allora, ma con una tonalità diversa, nonostante l’apparente disinteresse. E arriviamo alla scena finale. Già solo che sentano la presenza l’uno dell’altra anche se non possono vedersi è già un motivo di vicinanza. Mi è piaciuta Bulma che si arrampica fino in cima rendendosi conto, solo in un secondo momento, di avere alcune difficoltà a scendere. In quest’ultimo dialogo lei gli dice ben più di ciò che vuole lasciare intendere. Ha appena creduto e temuto di averlo perso; gli dice di non lasciarla sola tutto il giorno o per tutta la vita. Il succo del discorso è che vuole stare con lui e, ancora sconvolta, non vuole sentirsi nuovamente abbandonata. Dopo essersi sfogata torna a parlargli con naturalezza, come se nulla fosse accaduto. Come se, dopo aver dato voce alla sua frustrazione, tutto fosse tornato tutto alla normalità. E com’è solito finire tra questi due personaggi tutto si risolve in un dialogo silenzioso. Lui avrebbe potuto dire, ma lei sapeva già. Concludendo questo polpettone (eh sì la malattia è contagiosa) penso tu abbia capito che la storia mi è piaciuta. Per colpa tua ho esaurito il mio budget di parole in una volta sola. I miei complimenti XD |
Ciao ^^ E come non ricordare la puntata n°124 (non sono andata a riguardare il numero della puntata, ma mi fido ^_-)? ** A metà storia circa, quando Vegeta dice a Bulma cose simile a quella puntata, mi sembrava una sensazione già provata! E infatti, me ne hai dato conferma alla fine. ^^ |
Mi stupisce sempre come tu riesca ad attenerti allo stile di Tory in ogni tua fanfiction. E' la Bulma vanitosa e un po' snob che mi ha colpito tantissimo e che, nel Fics-Exchange, mi ha spinta a votare per te, ma non solo. Effettivamente, la scena che ci proponi è molto semplice, un episodio di vita quotidiana -ma non troppo, visto la famiglia protagonista-; è come ce l'hai presentato che colpisce subito il lettore. Per fare la sapientona (:-P), devo ammettere che mi hai ricordato un autore inglese, Coleridge, che fa più o meno la stessa cosa ma con temi e generi diversi. Va beh, la pianto con le citazioni da secchiona, quale NON sono (più)!! P.S. Finalmente qualcuno che sceglie una citazione di Dante che non sia "Amor, ch'a nullo amato amar perdona..." XD |
wow...davvero molto bella,i personaggi erano perfettamente IC e le riflessioni erano estremamente pertinenti e per nulla pesanti,complimenti mi è piaciuta moltissimo |