Ciao! In super e imperdonabile ritardo, eccomi qui anche per questa meravigliosa OS che ho adorato, letteralmente. Non sto scherzando è bellissimo. Lo stile è leggermente più semplice di Parallel Hearts, non può essere diversamente, ma non per questo meno bello, o efficace. Credo che semplicemente parallel hearts sia la Signora evoluzione di quanto scritto qui, quindi scorre benissimo ed è estremamente piacevole da leggere, anche con quel tocco di semplicità in più che non disturba affatto e non ne sminuisce la qualità, per niente!
Camus è un personaggio complesso, e più che mai tu sei riuscita a rendergli giustizia a mio parere. Hai reso questo ghiacciolino umano, tormentato, emotivo, gli hai dato uno spessore che, lo ammetto candidamente, io non avrei saputo creare, né trovare da sola. Quindi per questo chapeau!
Hai reso benissimo il contrasto tra Milo e Camus: legatissimi, amicissimi, anche nella loro diversità. E per quanto Camus sia una bravissima persona, non è mai facile essere suo amico e anche per una persona determinata e semplice come Milo spesso è complicato comprendere i pensieri oscuri, profondi quanto l'abisso in cui l'amico cade e questo l'hai reso benissimo con la frase "Non poteva raggiungerlo, lì dove si era rifugiato ora... " hai reso tantissimo come alcuni lidi di Camus siano nascosti a tutti, persino al suo amico più caro, e questo lo rende in fondo il Camus che tu narri e che ho imparato ad apprezzare anche io!
Adoro come rendi il contrasto tra i due cavalieri: Milo è aria fresca, quando camus è un vento così gelido che può soffocare, come la neve che brucia le mani perché troppo fredda, eppure insieme stanno bene, convivono bene, si prendono. E' come se in fondo avessero bisogno l'uno dell'altro per capire aspetti della vita che da soli non potrebbero cogliere. Mi piace! E quel Cammy l'ho adorato XD
Piccola curiosità: la differenza tra COSA e CHI si è l'hai presa da balto? Che mi ricorda un pezzetto dove la figlia di Balto incontra un topolino che le rivela il cammino da seguire :D
Poi, le allieve: a pelle, mi è parso che per Camus fosse come un rivedere la sua vita con Isaac e Hyoga, un riavvolgere il nastro e quindi teme che le cose con le nuove allieve andranno come sono già andate, come se lui non potesse crescere, evolversi, cambiare. Come se lui fosse sempre sbagliato quando non è vero.
Camus è l'uomo e il bambino al tempo stesso e questo l'hai reso bene, quanto gli altri aspetti. Cresciuto in fretta per essere cavaliere e maestro, ma non abbastanza per capire tutte le fasi di quella crescita, forse. Bello bello bello!
Poi il suo sogno/flashback: un bambino magari incompreso già da molto piccolo, perché distante, intelligentissimo, emotivo. Un piccolo ghiacciolo che come il Camus adulto nasconde una fiamma. Eppure in mezzo a tutta quella quiete che sembra dividerlo dal mondo, qualcosa lo scuote. Una nascita inaspettata, una sorellina che, come capiamo, è l'unica, dal momento in cui viene al mondo, a poter entrar sotto quella corazza ghiacciata e raggiungere il cuore di camus. Veniamo a sapere che non sono stati Hyoga e Isaac i primi, allora, ad entrare nel suo cuore tanto a fondo e questo incuriosisce. Poi le lacrime al risveglio: nostalgia o ricordi spiacevoli? E il fatto che le allieve siano femmine può aver creato il collegamento che ha turbato il cavaliere di Acquario nei suoi sogni e nel suo sonno che ha portato alle lacrime?
Sicuramente il tema della perdita è uno dei pilastri che reggono l'intero personaggio di Camus: famiglia, sorella viva ma distante, mai vista presumo, poi Isaac, la vita e l'onore durante la saga di Hades. Camus ha dato e perso tanto e spesso è stato costretto a fare i conti, da solo, con il peso delle sue perdite, vittima della sua emotività e della sua capacità di amare senza mezze misure. Tanto, troppo, tutto. E questo lo rende meraviglioso e umano, insieme alla volontà di ricominciare in chi gli è rimasto: Hyoga.
"Camus sorrise, faticando non poco a vedere ancora qualche traccia di quel bambino dagli occhi grandi e spaventati nella figura accorta del suo giovane allievo." con questa frase, che mi sono permessa di citare perché davvero troppo bella, rendi un altro tema che caratterizza Camus: la tenerezza, anche se non è palese. Lui non palesa mai la tenerezza e l'affetto, scorgere queste cose nella figura dell'Acquario é come vedere i primi fiori primaverili che fanno capolino da sotto la neve, e solo perché si vedono poco non tocca la loro bellezza, anzi. Proprio perché non sono esplosi nel loro essere, non possiamo fare altro che apprezzarli ancora di più.
In questo pezzo tra Camus e Hyoga compare quello che sarà il tema centrale di parallel hearts, la mancanza di far incontrare i cuori di maestro e allievo nonostante l'immenso affetto che li lega, o almeno per me è stato così, e ancora torna anche il "suo" Hyoga. E stavolta il suo Hyoga può vederlo, può parlargli, può abbracciarlo. L'abbraccio vale più di mille parole e anche se sono ridicoli in due, come dice Camus, sono felici. E questo non è né facile, né scontato considerato il rapporto tra i due.
Il capitolo termina con na parte più leggera.
Milo e Sonia, ma siamo sicuri che siete solo maestro e allieva, eeeeeeh? *li fissa* io vi tengo d'occhio! Dopo tante riflessioni, Camus assaggia un po' di normalità che si presenta nei panni caotici dei due Scorpioncini! Ma Sonia è la pg di Omega oppure un altro dei tuoi personaggi originali? Comunque anche in questa parte leggera non lesini di mandare immagini stupende, tipo "Un fagotto di delicati petali di margherita." quando Camus parla della sorellina mai più vista: te lo dico, eh? io qui piango.
Insomma, concludo così questa recensione ritardataria, spero mi perdonerai, è stato un piacere godersi questa lettura, amo sempre di più il tuo Camus e il tuo Hyoga, anche se il primo resta il preferito!
Al prossimo scambio, cara, è stato un piacere come sempre!
Ulvinne |