Ti sto scrivendo questa recensione, anche se è tardissimo, ascoltando proprio i tuoi adorati Kodaline.
Mi stanno ispirando per dirti ancora una volta, cercando parole nuove possibilmente, che adoro ogni tuo scritto. Non so come tu riesca a rendere così bello e poetico qualsiasi cosa scrivi e qualsiasi cosa ti salti in mente, e credimi, non è assolutamente una dote da tutti: io, per esempio, sono la prima a fallire miseramente nell’intento!
Il primo incontro tra la ragazza e Davide è fresco, naturale, spontaneo e, per una volta, totalmente privo di malizia. È bello vedere come, grazie all’amore per i Kodaline — chissà da chi l’hanno preso! —, tra i due nasca una spontanea e bella amicizia; è bello vedere come la musica faccia da sfondo e contemporaneamente funga da collante tra lei e Davide. È bello vedere come la musica unisca, sempre e comunque.
I miei complimenti per questa shot vanno anche perché, anche se non te l’ho detto, mi ha commossa, perché in fondo mi ha ricordato un po’ me e te: non sono stati il nostro collante, i QOTSA? Non ci hanno fatte conoscere loro, non ci hanno permesso d’incontrarci, di diventare amiche?
“Che la musica unisse le persone l’ho sempre sospettato, ma ora, almeno, ho la conferma.”
Mai frase è stata più vera, e sapere che si adatta così perfettamente a me e a te mi ha fatto riflettere un sacco e, soprattutto, emozionare.
Ancora una volta complimenti! c:
Fede |