Giudizio del Contest "Quasi inedite - II edizione"
Grammatica e sintassi: 8,9/10.
“Possibile che sia tutto così frustantemente relativo?”
Questa parola non esiste. Nel caso in cui avessi voluto scrivere “frustrantemente”, manca una “r” (dopo frust-); ma, comunque, non esisterebbe nel nostro vocabolario. Anche se io sono spesso a favore dei neologismi, non posso proprio fartela passare. (-0,3)
“… inoltre rideva al momento al momento opportuno ed era dotato di spirito.”
Qui direi che c’è un “al momento” di troppo. (-0,3)
Ho notato inoltre che, nel caso della “è” maiuscola, utilizzi l’apostrofo. Di fatto, è un errore. (-0,3)
Un’altra cosa è che, per gli incisi, usi il trattino breve (-) mentre sarebbe più corretta la lineetta (–). (-0,2)
Stile e lessico: 8/10.
“Sembra ieri che tenevo aperta la porta affinché mia moglie portasse dentro quel fagottino ch'era nostra figlia, che la portasse al sicuro nel luogo che potrà sempre chiamare casa.”
Il “che” che ti ho sottolineato, per coerenza con la frase, sarebbe dovuto essere un “affinché”.
Ho assistito tutti i giorni a questo straordinario evento di Madre Natura, che, pur sapendo doveva avere luogo, non volevo assolutamente accadesse.
La frase che ti ho sottolineato è importante perché credo che siano stati omessi troppi “che” (solo due, invero, ma a distanza di così poche parole si sente molto e suona maluccio). Forse, almeno uno dovresti inserirlo, se non entrambi.
“… insomma un po' me l'aspettavo.”
Questa frase te l’ho segnalata nello stile perché alcune cose, spesso, sono soggettive. A mio parere, dopo “insomma”, una virgola sarebbe stata meglio. Può anche essere una scelta stilistica, ma credo che sarebbe più corretta una pausa.
“Ed è così che mi ritrovo in abito da cerimonia oggi, dopo molti mesi di preparativi dai quali mi sono astenuto perché questo sarà il giorno di mia figlia, seduto sulla mia poltrona, mentre il via-vai nell'appartamento non mi sfiora minimamente…”
Ti segnalo anche questo periodo, perché è troppo lungo e ci sono davvero poche pause. Ad esempio, la subordinata “dopo molti mesi […] sarà il giorno di mia figlia” è parecchio pesante da leggere, per cui ti consiglio di rivedere la frase.
Il lessico è molto semplice, non ci sono parole particolarmente arzigogolate, ma non è sbagliato. Grazie a questo la storia si lascia leggere bene, scorre abbastanza fluidamente (a parte pochi casi che ti ho elencato sopra) e rende piacevole anche lo stile con cui è scritta. Spesso utilizzi le “d” eufoniche anche quando la parola dopo non inizia con la stessa vocale, e questa è un’altra cosa che appesantisce, a tratti, la scorrevolezza del testo.
La prima persona spesso può essere una trappola per chi la utilizza (ci sono infatti frasi che sembrano troppo colloquiali, altre palesemente “parlate, eccetera), ma nel complesso hai gestito tutto abbastanza bene, e sinceramente credo che sia stata la scelta migliore per la storia che hai deciso di raccontare.
Originalità e comunicatività: 8,5/10.
Non ho mai avuto l’occasione di leggere molte storie dedicate a questo argomento, perché spesso è difficile immedesimarsi nel padre anziché nel figlio. Per cui ho apprezzato la tua scelta, e l’ho considerata originale, sebbene non ci sia niente di particolarmente innovativo in ciò che racconti.
In quanto alla comunicatività, di nuovo ti ripeto che è difficile questo punto di vista, ma credo che tu abbia fatto un buon lavoro, in quanto, soprattutto il finale, è davvero riuscito a emozionarmi. Mi sono un po’ immaginata di essere al posto di questa figlia, anche se probabilmente rimarrò zitella a vita e mio papà nei miei occhi non leggerà mai niente. Credo che sia bello anche il paragone con gli occhi della madre, perché anche lei si è trovata nello stesso posto della sposa, ed era proprio lui quello che a sua volta la stava portando via alla propria famiglia.
Quindi, hai scelto un intreccio molto semplice, ma allo stesso tempo comunicativo e sicuramente efficace.
Una cosa che però vorrei contestarti è il titolo. Non sono sicura che questo furto sia esattamente “misterioso”, senza contare che la scelta di queste parole non è un inno all’originalità di cui ti parlavo sopra. Certo, scegliere un titolo è sempre una delle cose più difficili della scrittura, ma in questo caso sembra proprio buttato un po’ lì così, senza pensare. Forse potresti trovare un aggettivo per il furto, dato che così è proprio poco attraente.
Caratterizzazione scena e personaggi: 8/10.
Essendo scritto tutto in prima persona, non si sa molto dei dettagli, perché il narratore già li conosce e quindi li omette. Mi è comunque sembrato un padre molto ragionevole, estremamente attaccato alla figlia, al punto da essere disposto a lasciarla andare senza rimpianti perché vuole il meglio per lei. Dovrebbe essere un sentimento naturale per i padri, ma spesso non è così, per cui apprezzo molto la personalità di questa persona.
Hai accennato bene anche al fidanzato, che si è dimostrato educato e, come hai detto, “vecchio stile”. Ha dimostrato di avere in considerazione il pensiero del futuro suocero, di non volergli mancare di rispetto. Il suo modo di ingraziarselo significa forse che vuole vivere serenamente, ed è bello.
Però, per quanto siano prolisse le mie deduzioni, sono solo deduzioni. Gran parte di quello che ti ho detto potrebbe essere interpretato in altro modo da un altro lettore (sempre per la mancanza di dettagli e, quindi, di certezze), per cui il punteggio è leggermente più basso rispetto a ciò che ti ho detto. Ma hai comunque saputo indirizzarmi verso dei determinati pensieri, quindi lo ritengo tutto sommato un buon lavoro.
Gradimento personale: 7,5/9.
Non vado matta, generalmente, per questo tipo di storie. I sentimenti sono troppo amorevoli, dolci, quasi romantici per i miei gusti. Preferisco più angst e cose simili, se trattate come si deve. Però questa storia è stata molto piacevole da leggere, perché il punto di vista è stato curioso, diverso dal solito e, a suo modo, anche un rischio perché non puoi sapere cosa effettivamente passi nella testa di un padre che vede sua figlia sposarsi. Se lo sapessimo (perché un padre è pur sempre un uomo), le donne avrebbero davvero tra le mani la chiave del mondo. È stato comunque verosimile, e il finale mi ha quasi commossa. Vi ho letto dell’amore per la propria figlia, ma anche un infinito amore per la madre della figlia, ovvero sua moglie. Sono sicuramente le donne della sua vita e, in un mondo fatto di divorzi e famiglie che cadono a pezzi, è sempre molto gratificante leggere persone felici.
Eventuali bonus per le recensioni: 0,8/1.
Totale: 41,7/50. |