Ciao Francesca,
Non credevo che ricevere una mia recensione fosse un onore e ti ringrazio molto per la stima che mi hai riservato nella risposta, sono io ad essere onorata di tanta considerazione. Comunque devo darti ragione, anch'io apprezzo fan fiction dove Hinata è protagonista e dove la sua caratterizzazione sveli tutte le sfaccettature di una personalità complessa, come credo che sia. Viene troppo spesso superficialmente stereotipata, come molti altri personaggi del resto, e molto spesso si cade in un fastidioso parossismo. Sono d'accordo con te anche per quanto riguarda il paring, che ahimè viene poco, e decentemente, sfruttato a differenza del NaruSaku. Quest'ultima coppia proprio non mi piace in quanto la vedo male assortita, un po' come quella formata da Kiba e Hinata oppure quella che vede protagonisti Neji e Hinata. Invece, essendo Hinata dal mio punto di vista un personaggio assai versatile, trovo molto intriganti, se ben strutturati, le coppie formate da Hinata e Sasuke, oppure Itachi, o ancora Shikamaru, ma il non plus ultra è proprio la bella Hyuga e il bel Uzumaki-Namikaze. Chiudo questa breve parentesi su Hinata e i suoi paring e inizio la recensione sul tuo aggiornamento. Prima di addentrarmi nella trama vorrei farti notare alcune cose che stonano nella narrazione ad esempio nella frase: "Kotetsu rivolse" manca il si, infatti è più corretto "si rivolse con fare...", poi nel periodo "che mi guardassero, ... mi insultassero." secondo me è meglio usare un congiuntivo presente per la consecutio temporum, infatti queste sono considerazioni che vengono fatte dal personaggio nel presente quindi ci si aspetta un "che mi guardino... mi insultino", se il periodo facesse parte del contesto narrativo, quindi appartenesse alla voce del narratore esterno, sarebbe corretto il congiuntivo passato. Altra cosa che è da considerarsi errore è: "ne eri sicura che"quel "ne" è ridondante quindi deve essere eliminato. Prima di parlare della trama vorrei chiederti se il passaggio della narrazione dalla terza alla seconda persona è voluto. Io sinceramente la trovo molto d'impatto, soprattutto perché coinvolge emotivamente il lettore, in quanto il narratore non si limita a raccontare, ma intesse come una sorta di dialogo con il personaggio. Questa forma di narrazione l'ho trovata spesso quando esplori i ricordi del personaggio, come se a narrare le emozioni e a scandagliare le sensazioni della ragazza ci fosse la sua coscienza, che per un attimo ha usurpato il ruolo del narratore creando un filo diretto tra lettore e personaggio. Se ho ragione, però, di invito a non abusarne perché potresti destabilizzare il lettore invece di coinvolgerlo, comunque è un buon escamotage narrativo. Ora, per tua somma contentezza, analizzeremo insieme la trama del capitolo. Finalmente Hinata è a casa e subito mostra la sua nuova sé. Infatti, non si imbarazza alle avance di Kotetsu, come avrebbe fatto la vecchia Hinata, ma semplicemente lo ignora e si rivolge con calma e contegno ai due guardiani, facendo registrare il suo bambino. Certo non avrei mai immaginato Kotetsu così malizioso e invadente, e perché no un po' maniaco, ma la scena è stata molto divertente, sono curiosa di sapere come reagirà l'Hokage una volta che verranno ritirati i registri e leggerà quei due nomi. Comunque, da questa piccola parentesi apprendiamo che il clan ha coperto la fuga con una piccola bugia e che il nuovo Hokage è impegnato, ma secondo Kotetsu non se la farebbe scappare. Solo più in là scopriamo chi è il nuovo Hokage e fare due più due non è difficile, dato che risulta come paring nell'introduzione alla fan fiction. Lo smarrimento e il bagno di nostalgia che invadono la mora sono comprensibili, dopo tutto quel tempo è normale guardarsi intorno e vedere cosa è cambiato e cosa, invece, è rimasto inalterato nel tempo, inoltre la curiosità e l'eccitazione del suo bambino la portano a elucubrazioni profondamente melanconiche dal gusto dolce-amaro. E' in questo modo che scopre, e noi insieme a lei, chi è il Sesto Hokage e devo ammettere che il piccolino dimostra uno spirito di osservazione molto sviluppato, magari il nome gli ha lasciato come eredità anche la genialità del suo predecessore. Da come Hinata rivolge i suoi pensieri a Naruto-kun, pardon Naruto-san, si nota come lei nutra ancora una profonda stima per lui, è fiera perché ha raggiunto il suo sogno, e comunque si sente ancora legata a lui, il detto: "lontano dagli occhi lontano dal cuore", per lei non ha funzionato, anzi ha acuito semmai i suoi sentimenti, ma ora come ora devono passare in secondo piano per il bene del suo grande piccolo amore. Il motivo che ha prodotto la scelta drastica di Hinata è legata al tanto decantato triangolo Che ha per vertici Hinata, Naruto e Sakura e con molta probabilità è divenuto un quadrilatero. La scena finale unita alla considerazione che Hinata fa sul carattere iperattivo del figlio che non rispecchierebbe quello di entrambi i genitori, potrebbe essere una nuova via da percorrere per rivelare l'identità del padre di Neji, oppure potrebbe essere una bella dose di fumo negli occhi. Ho rivisto tutta la storia e mi sono accorta che spesso Hinata avvicina la figura di Neji a un fantomatico "Lui", che però non qualifica mai come il padre del bambino. Solo una volta quando Neji chiede alla sua mamma se somiglia al padre lei risponde che condividono lo stesso carattere, ma durante la narrazione si fa riferimento ad una menzogna. Ora o la menzogna riguarda solo l'episodio eroico del loro salvataggio dai banditi oppure riguarda entrambi le informazioni che dà in quel momento, perché sembrerebbe in contrasto con quella sul carattere che fa in questo capitolo. Quindi molto semplicisticamente si potrebbe supporre che Hinata delusa dall'impossibilità del coronamento del suo sogno d'amore trova conforto tra le braccia di Gaara pentendosene successivamente perché quell'atto non era frutto di amore, ma di un momento di sconforto. Quest'ultima parte è ripresa da uno dei primi capitoli dove Hinata dice al suo piccolo appena nato di essere il frutto dell'amore più puro, ma poi lei stessa si contraddice considerando che forse è un modo più per tranquillizzare lei che il bimbo. E' innegabile che Gaara ha avuto un ruolo importante per Hinata, ma il peso di questo ruolo non è molto chiaro. E' evidente che ci hai voluto dare un'altra strada, dopotutto le fattezze di Neji sono più facilmente accostabili al rosso ex-Kazekage che al biondo neo-Hokage e sarebbe il più papabile, ma si sa siamo in un mondo ninja dove esistono varie tecniche che permettono di distorcere la realtà a favore dell'utilizzatore. Infatti, una possibilità remotissima potrebbe essere che qualcuno abbia usatola tecnica che Naruto usò per far credere a Sakura di essere Sasuke, così da far credere ad Hinata di aver avuto a che fare con Gaara, oppure dopo aver affogato i suoi patemi nell'alcool entrambi abbiano ceduto all'oblio dei sensi pentendosene dopo aver riavuto la lucidità. Sempre su questa scia potrebbe essere il risveglio di un'Hinata dopo i fumi dell'alcool che si ritrova a condividere il letto con il Kazekage, che però l'ha solo "sorvegliata", ma lei potrebbe credere di aver fatto altro. Insomma, tutto questo per dirti che:
1) Il motivo per cui Hinata ha abbandonato Konoha non può essere SOLO il rifiuto di Naruto, o la nascita di una relazione tra lui e Sakura. A questo Hinata è preparata anche se ancora spera sa quali sono i sentimenti di Naruto, quindi non potrebbe sconvolgerla più di tanto, a meno che non ci siano state false speranza, che però non sarebbero da Naruto, o almeno da quello originale perché della caratterizzazione del tuo non abbiamo elementi.
2) Il bambino potrebbe essere sia figlio di Naruto che figlio di Gaara. E questo purtroppo è ancora da scoprire, anche perché potrebbe essere che neanche Hinata ne sia totalmente consapevole, se il corso degli eventi ha fatto in modo che entrambi i giovani potessero essere stati suoi amanti, in un periodo di tempo ravvicinato.
3) [questa mi è venuta in mente mentre scrivevo quindi non era contemplata all'inizio] Mentre leggevo mi è sembrato che Hinata si colpevolizzi, come se fosse lei da biasimare e fosse fuggita perché in un certo senso si vergognasse di come si era comportata. E se fosse stata lei ad ingannare il volpacchiotto e delusa da se stessa abbia, in seguito, cercato un sostegno e lo abbia trovato in Gaara? Questo potrebbe essere un altro scenario, meno probabile, ma molto più intrigante. Dopo aver assaggiato l'inferno ha espiato quattro anni di purgatorio per arrivare a meritarsi il suo paradiso. Dantesca come visione non trovi?
Ok, dopo aver dato fondo al mio personale barile di sproloqui, ti saluto e ti do appuntamento alla prossima recensione.
A Presto
Arcx |