Questa raccolta mi farà sempre più sprofondare nella tristezza, lo so. Sei un'infame, fattelo dire.
Già a quel "era passato un mese dalla battaglia di Londra" mi è preso lo scoramento. Un mese... Ma veramente la vita continua anche senza Shepard? A me sembra fantascienza (ah ah).
Sai quanto mi piaccia Vega, e tu l'hai reso bene. Non è un tipo sentimentale, ma non è neanche una roccia infrangibile (a dispetto di quello che si potrebbe pensare, visto quel fisico...), e Shepard, come hai scritto tu, era un suo amico. Credo tutti avvertiranno per sempre la sua mancanza, anche se il dolore pian piano si attenuerà e rimarrà il bel ricordo e il vivo affetto - e quello no, non scemerà. La scena si immagina senza fatica, il silenzio quasi ovattato della Normandy, un tempo la loro casa - una quiete surreale, per citarti. E Vega, malinconico ma anche intenerito, che ripensa a Shepard, e ai giorni più o meno spensierati trascorsi assieme, agli scherzi fra loro, è così vero: è come se al lettore arrivassero dirette le sue emozioni, come se fossero visibili. Naturalmente gli è riconoscente, e sente che in qualche modo lo accompagnerà nel suo percorso. Molto, molto bello.
Brava ciccia! Vorrei dirti di non continuare così per ovvie ragioni, ma tu continua, continua *si soffia il naso* |