L'ho trovata molto carina, e anche scritta piuttosto bene. Certo, ci sono un po' di sviste e qualche "scivolata" di stile, ma nulla di eccessivo, direi. (Ti scrivo questo perché ho fatto un giro veloce sul tuo profilo e ho letto del tuo timore di non saper scrivere...).
L'idea dell'acrofobia è davvero indovinata. Trovo che tu sia riuscita a cogliere molto bene l'essenza dei due personaggi, i loro pensieri, i loro modi di fare, la paura di John, la preoccupazione di Sherlock, i loro caratteri complicati e complementari, le allucinazioni di Moriarty, il ricordo di Sherlock morto... Il tuo John è un uomo fragile, spezzato, eppure ancora combattivo, e questo Sherlock è quello che vorremmo tutti: sincero nel suo essere dispiaciuto, nelle sue scuse, nel suo dolore per aver provocato sofferenza all'unico amico che ha. E allora lasciar scappare il caso di turno non è più così importante, se John ha bisogno di lui.
E sono loro anche nelle risate, nella capacità di passare facilmente alle risa, soltanto perché sono insieme, perché sanno quanto sia importante la loro amicizia.
L'ultimo botta e risposta è perfetto, e forse vale già da solo tutta questa storia, di certo è il motivo principale per cui sono qui a commentare:
“Come posso rimediare, John?”
“Non morire mai più prima di me.”
Davvero bello. La migliore bromance di sempre sintetizzata in due frasi.
Complimenti, soprattutto visto che è la tua prima ff di questo fandom (o almeno così mi è parso di capire). E per il resto non preoccuparti, 'continuare a scrivere' is the way. ;)
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