Bazzico in questa sezione del sito ormai da diverso tempo e solo adesso mi rendo conto di essermi fatta sfuggire questa piccola perla, un racconto che mi ha colpito sotto tanti punti di vista.
È così raro - e strano che lo sia - trovare fanfiction che parlino di questi personaggi. E ancora meno frequente è vederli inquadrati in simili situazioni senza che il loro carattere venga completamente stravolto. Hai scritto una rossa di quelle come piacciono a me, dove ogni azione compiuta ha un motivo ben preciso, spiegato all'inizio della storia dove hai scelto di tracciare un quadro generale dei personaggi e di come ciascuno di loro affronti il dolore che li accomuna. Amo l'immagine di Annie e Reiner che così diversi e incompatibili trovano quell'unico punto in cui confluire in Bertolt, quello che fra i tre non sa come difendersi da se stesso, da quello che è. Quel sonno così agitato è la dimostrazione di come il moro non riesca a gestire le proprie emozioni da solo. Infatti, è solo grazie al calore dei suoi compagni che riesce a calmarsi, rifugiandosi momentaneamente in un universo dove può ricevere solo l'amore che sente di meritare.
Bertolt non è in grado di fingere, non è come Reiner. E non è neanche come Annie: ho sempre pensato che fosse il più forte dei tre proprio perché totalmente incapace di mentire a se stesso. A differenza di Reiner e Annie che si difendono l'uno col sorriso, l'altra con la severità, Bertolt non ha a sua disposizione nessuna arma. È fino all'ultimo perfettamente consapevole di se stesso e della situazione che ha intorno, per questo soffre più di ogni altro. E alla sofferenza spesso si abbina erroneamente la debolezza, caratteristica che non lo rispecchia.
La scena che hai ritratto nella seconda parte del racconto dipinge alla perfezione l'immagine che ho di lui, un ragazzo che altro non vorrebbe che lasciarsi andare alle proprie emozioni; qualcuno che più di ogni altra cosa desidera sentirsi libero come liberi ci si sente nell'atto amoroso.
È tutto molto intenso e molto bello. Grazie.
Strato.
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