Non posso negare che ho avuto nostalgia dei tuoi scritti, avevo proprio voglia di leggere qualcosa di tuo e la fortuna mi ha condotta fin qua.
Iniziamo già bene: Itachi.
Personalmente gli occhi sono il mio punto di riferimento, sono il senso al quale non credo di poter rinunciare, non credo sia un pregio.
Loro trasmettono immagini al nostro cervello, il quale a sua volta le trasforma in pensieri, in parole. Sì, alla maniera di un bambino che frequenta la terza elementare proprio.
Non è vero, alla fine?
Non si tratta solo di questo?
Se noi non fossimo in grado di elaborare pensieri o idea, se noi guardassimo semplicemente eventi, azioni o cose senza provare niente, senza recepire il messaggio che attribuiamo loro, potremo considerarci esseri definiti o esseri viventi?
Dicono che le le parole feriscano più della spada, vale lo stesso principio, quando la spada è impugnata da noi e la lama è bagnata di sangue conosciuto ed amato?
Quel rosso, quel consapevole contatto rosso mi ricorda le lacrime, il fastidio e il bruciore che anche piccole gocce trasparenti provocano. Abbiamo tutti pianto per il dolore, no?
Mi domando cosa veda veramente Itachi, la situazione non potrebbe essere più chiara, il suo desiderio pure tuttavia sarei davvero curiosa o talmente folle da voler conoscere l'esatta sequenza di istantanee che i suoi nuovi occhi hanno catturato.
Sento che la guerra non avrebbe mai potuto scalfire la sua pelle fino a farlo ustionare se non fosse stato costretto a brammare un potere così diverso e inconciliabile con la sua anima. Era puro e per non tradire i propri ideali ha tradito se stesso. Chi lo avrebbe potuto fare se non lui?
Fino a che punto non riesce, non riuscirà a vedere Sasuke?
Grazie per la lettura.
A presto.
nackt. |