Oggi, al supermercato, qualcuno ha cercato di abbordare mia madre. Coincidenza che, appena tornata a casa, con ancora in mente l’orrido essere che cercava di ammaliarla con i suoi affascinanti discorsi sulle piastre per capelli, mi leggo la tua fan fiction. Se solo quel tizio fosse stato più come Kakashi, credo proprio che avrei invitato mia madre alla fuga d’amore.
Storia scritta molto bene, uno stile semplice, ma bilanciato, che si dedica ai dettagli, senza tralasciare l’importanza dei discorsi diretti. Ad esclusione di un paio di sviste, la grammatica perfetta aiuta a rendere la lettura piacevole, anche quando con tutto quell’amore e quel candore non si va d’accordo. Tendo ad evitare come la peste storie particolarmente traboccanti di favola – incontri fortuiti finiti magnificamente, la sfuggente intimità del mattino, baci, carezze e tanto amore che fa da perfetto ripieno –, ma a prescindere dai miei pensieri, quando una storia è ben scritta non si può che riconoscerlo con umiltà e fare i propri complimenti all’autrice.
Tutti i cliché inseriti, a partire dalla storia professore/alunna, per proseguire con l’incontro al supermercato e la morte dei genitori di Kakashi in un incidente d’auto quando ancora era piccolo, non fanno guadagnare alla storia originalità, ma fungono da ottima cornice per enfatizzare tutto il romanticismo che si instaura fra i due protagonisti.
I sentimenti sono descritti ottimamente. Ti spingi nel dettaglio ed estrai l’animo dei personaggi. Avresti potuto rischiare l’OOC, ma se qualche sfumatura caratteriale non del tutto precisa c’è, finisce col perdersi nell’armonia dell’insieme, in cui ogni comportamento, ogni pensiero, ogni parola sembrano stringersi tanto forte da amalgamarsi.
Hai fatto un lavoro di tutto rispetto con questa storia, sei stata in grado di farmi apprezzare una KakaSaku, che di norma mi lascia sempre molto perplessa, per non dire di peggio.
Grazie per aver partecipato a questo contest e per la pazienza avuta nell’attesa dei risultati.
P.S Aggiungo solo in fondo le note relative agli appunti presi durante la lettura. Sono cose del tutto triviali, che segnalo solo per motivare alcuni dei punteggi.
“Lo sguardo vago e la bocca schiusa in un’espressione languida, non fissava il soffitto, ma sfiorava con la fantasia il futuro.” – avrei aggiunto un “con” all’inizio. Non l’ho considerato errore, essendo una scelta voluta, ma l’assenza della preposizione dà l’impressione, a primo impatto, che lo sguardo e la bocca siano i soggetti, quando il soggetto è invece Sakura stessa. Il “con” in questo caso avrebbe aiutato a cogliere la cosa in maniera più immediata.
Un paio di refusi:
“Eccitata dal quel lento percorso[…]”
“[…]erano trascorsi troppo istanti di silenzio[…]”
Un ultima questione stilistica:
“. La possibilità di scorgere un’ombra di tristezza nel verde limpido dei suoi occhi era diventato un pugno nello stomaco tutte le volte che finivano col parlare d’interessi comuni, che coglieva nelle sue parole la determinazione e insieme la paura di chi vuole raggiungere un obiettivo o semplicemente se gli sorrideva” – mi sarebbe piaciuto di più se fosse stato “che gli sorrideva” per mantenere la lista cominciata da “che finivano col parlare” e da “che coglieva nelle parole”. Ha senso? Hai capito quello che cerco di dirti? È sempre un’agonia cercare di dare forma concreta ai pensieri. Davvero, se qualcosa non è chiaro dimmelo e cercherò di spiegarmi meglio, giuro!
Grazie comunque per aver partecipato. Ho apprezzato davvero molto la lettura. |