Recensioni per
Sinfonie per Violini Scordati
di Chartraux

Questa storia ha ottenuto 5 recensioni.
Positive : 5
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
18/07/14, ore 21:44

Si inizia con la periferia che qui, pur essendo una periferia fisica intesa come estremo lembo di un centro abitato, vuol stare a indicare anche una periferia emozionale. Mark personaggio disincantato cinico e al limite della immobilità emozionale sta vivendo la periferia delle sue emozioni. Come ogni periferia fatta di grigiore e di cemento, anche la sua anima sembra essere stata sepolta sotto un palmo di cemento e di mattoni.
Vende la morte Mark e ne è consapevole ,in quanto lui per primo è stato vicinissimo a quella falce che porta sotto un palmo di terra dentro una bara di legno più o meno pregiato. Come tutti i venditori di morte, non può credere nella luce oltre al tunnel ,perché quel tunnel è troppo lungo per poterla vedere: è lungo più dell’eternità quel tunnel. Disincanto, cinismo per una vita che non ama e non la ama più per ciò che non gli è stato dato che per ciò che gli è stato tolto. La vita di Mark è come un fumetto in bianco e nero che l’autore ha dimenticato di colorare, almeno sino a quando una melodia non lo porta fuori dalla distesa di cemento, per condurlo verso un prato fresco profumato di rugiada; un prato su cui due occhi di cielo, come puntini lasciati da una matita ben temperata, aggiungono il primo segno di colore, seppur labile, a quel fumetto in bianco e nero. Una melodia vecchia come i ricordi dell’infanzia e gli abbracci di chi non abbiamo più a farci compagnia, spingono Mark verso un ignoto che, per forza di cose ,cambierà la sua vita. Si cambia solo se ci si ricorda chi si è stati e se si sa chi si è. Due opposti che cominciano ad interagire, per completarsi a vicenda con un substrato comune che è la musica. Anche uno spartito è fatto di opposti: il foglio bianco, il pentagramma nero e tante note che danzando su righe e su spazi danno il senso dell’armonia e che non potrebbero esistere, se non fossero messe in risalto da quel bianco della pagina. Il sodalizio tra Mark e Marcus porta entrambi a modificare una parte della loro vita. Marcus entra nel difficile mondo di Mark senza giudicare e accetta quel lato oscuro dell’amico, che gli fa paura ma che non pesa così tanto nel piatto della bilancia, per rinunciare a lui perché, come disse un vecchio saggio, bisogna scegliere dopo aver giudicato e non giudicare dopo aver scelto. Le emozioni e il sentirsi parte di qualcosa che non coinvolga solo il sé cominciano a dar colore alla vita di Mark e lo scoprirsi, giorno dopo giorno, sempre più simili per ogni fragilità stivata nell’anima e per ogni sofferenza vissuta, rendono indissolubile il rapporto tra i due ragazzi. Si posseggono alla fine, mutuati dalla marjuana ,abbandonano le loro reticenze e i loro corpi si cercano e si trovano, mentre le loro anime si sfiorano soltanto. Un amplesso che fa comprendere tante cose ad entrambi. Mark per la prima volta comprende quanto sia grande la paura di perdere chi si ama e l’aver portato nel suo mondo Marcus, accendendo quello spinello, gli da quell’input necessario a cambiare tutto per rinascere di nuovo . Vuole una vita a colori Mark, una vita in cui le droghe non mettono a repentaglio le esistenze ;in cui i sorrisi sono sinceri e le uniche necessità o dipendenze sono l’amore e la stima degli altri. Il non detto, il tempo che passa tra quella sera fatta di baci umidi e di sudore sulla pelle e la nuova alba nella vita di Mark da la possibilità al lettore di immaginare e di percepire quel percorso e quel duro cammino verso l’emancipazione. Mark non vende più morte, adesso regala speranze a chi come lui ha conosciuto la perdizione e a chi come lui conosceva il mondo senza colori e aiuta gli altri a colorare i fumetti della loro vita. Usa colori indelebili intrisi di comprensione e di ascolto, usa l’amore per la vita. Qualcosa manca nella vita di Mark o meglio qualcuno e quel qualcuno è Marcus che, parallelamente, ha combattuto e vinto. Marte il dio della guerra domina il suo primo album, probabilmente frutto di lotte interiori per ricavare un posto in quel mondo che sia tutto suo, un posto con lo spazio necessario per una persona speciale. E dopo cinque anni ecco che quel percorso fatto in solitaria da entrambi li porta di nuovo ad unire le loro strade. Ci sono di nuovo l’uno per l’altro e sanno che sarà per sempre. Coniugheranno assieme il titolo della loro canzone e quel love you till the end, esprime più di una ipotesi, ma denuncia un’urgenza di amarsi subito e senza aspettare più il futuro. Ti amo sino alla fine e non ti amerò sino alla fine, perché l’amore è nel presente e si consuma e rigenera in ogni istante in cui viene vissuto. Il violino, strumento tra i più difficili da suonare, perché tutto viene affidato alla manualità del musicista che deve calibrare alla perfezione la posizione della mano sulla tastiera e dare la giusta pressione all’archetto, per creare le varie sfumature di suono che vanno dal pianissimo al forte, ben accordato ricomincia a suonare una sinfonia nuova che accompagnerà le vite dei due protagonisti.
Bellissima storia, semplice nell’esposizione, ma di forte impatto emotivo. Continuo a pensare che le OS siano poco adatte a storie come questa, perché ti fanno assaporare mondi ma non te li fanno conoscere e apprezzare sino in fondo. Questa è la mia prima recensione alle tue storie, ma ne ho già lette diverse che spero di poter recensire presto.

Recensore Master
10/07/14, ore 01:59

Veramente molto bella questa storia, pur nella sua semplicità, quasi fatta di stereotipi (il bianco e il nero, luci e ombre, due ragazzi che portano lo stesso nome ma sono sempre uno agli antipodi dell'altro). Ho trovato molto ben descritta la scena di sesso, troppe volte viene ridotta a una telecronaca o diventa talmente aulica da stonare, invece sei riuscita a renderla pulita, scorrevole, dolce, ma anche passionale e molto realistica (solo un appunto, nel contesto in cui scrivi e per un maggior realismo sarebbe stato bello veder comparire un preservativo). 
E il finale, dolceamaro, anche questo realistico, veramente ben fatto.

Nuovo recensore
22/06/14, ore 12:42

cosa posso dire? Verso la fine mi sono commossa, scoprendo che il mio cinismo può essere scalfito, sarà che ho la lacrima facile ma non credo perchè nessuna storia mi aveva commosso fin ora.
Una storia intensa, romantica. Forse avrei voluto vedere la storia della riabilitazione di Mark un po' più sviluppata. Ma amo questa storia.
Forse ho da consigliarti di soffermarti molto sulle parole. Scrivi bene ma potresti scrivere ancora meglio. L'italiano è una lingua così ricca! MA nonostante tutto complimenti. Ho amato la tua storia
e resterà una delle mie preferite.

Recensore Veterano
13/06/14, ore 17:29

Eccomi! Presente!! Come al solito seguo le tue storie con un che di stalkerizzante, prima o poi ti vengo a cercare fidati di me.
bhè che dire, W-O-W, wow. Sono rimasta senza parole, non voglio fare la bacabanane quindi salto la parte sulla grammatica perfetta e bla bla bla perchè non so che dire, perfetta.
La trama è un qualcosa di splendido, trattata bene e sviluppata al meglio, Der e Mark sono spettacolari, amo il violino!!, e soprattutto il lieto fine, sempre in voga tra le migliori, per nulla scontato!
Brava, brava brava brava BRAVISSIMA! B-R-A-V-I-S-S-I-M-A!!
BACIONI EM!

Nuovo recensore
12/06/14, ore 20:56

ciao !!:) la tua storia mi é piaciuta molto e stai tranquilla non mi ha creato problemi ; ) .Continua così , sarei curiosa di vedete un seguito.