Ciao!
Nella recensione precedente: Jel si riscopre leader della missione. I due protagonisti apprendono che Camosh è scomparso e con lui Astapor, che ormai la guerra è imminente – se non è già iniziata – e che ora le cose si faranno davvero dure.
Dunque Jel e Gala recuperano la pietruzza ma i loro pensieri sono rivolti a Camosh. Jel rimpiange il proprio maestro di vita e Gala ha perso la sua unica figura maschile di riferimento (ricevuto Jel? Ora tocca a te. Blink blink *ammicca*).
Ftia ne approfitta per fare battute sceme e viene rimproverata (poveraccia, manco sapeva che cosa stesse succedendo. Magari era la sua prima battuta in quindici anni e gli è uscita pure male), poi cerca di sedurre Jel che stoicamente resiste trincerandosi dietro il suo senso del dovere, ho una missione da compiere e blah blah blah ma lo sappiamo che prima o poi cederà.
Quindi Ftia li abbandona alla svelta adducendo una scusa banale (“Vado a caccia”) che puzza di tradimento come pesce andato a male da una settimana. Sarà andata a denunciarli ai ribelli? Chissà.
Jel tenta di consolare Gala ma ci riesce malamente. Hanno ancora una missione da compiere e devono sbrigarsi, quindi immagino che nei prossimi capitoli si rimetteranno in marcia.
Unico appunto: visto che Ellanor è loro alleato, perché non gli chiedono ospitalità e invece tornano da Ftia? Fossi in Jel avrei usato queste parole: “Vedi Elly, mentre venivamo qui ci siamo imbattuti in una cacciatrice. Sì, vedi, è successa una cosa davvero spiacevole e imbarazzante: ci ha ricattati e… sì, lo so, lo so, dovevamo venire subito da te, ma ero ferito. Che vogliamo fare con Ftia? Ha minacciato di denunciarci ai ribelli. Se fossi in te, manderei una dozzina delle tue guerriere a casa sua e la farei sbudellare sulla pubblica piazza. Ce lo faresti questo favore, visto che ci è pure morto il maestro? E ci servirebbero anche un paio di stanze belle grandi e un bagno che ne abbiamo bisogno, gentilissimo.” |