Recensioni per
Gravity
di screaming_underneath

Questa storia ha ottenuto 10 recensioni.
Positive : 10
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
30/08/15, ore 12:00
Cap. 1:

GIUDIZIO PER AVER PARTECIPATO AL CONTEST «WALKNG TOGETHER ON PARALLEL LINES»
«GRAVITY» DI SCREAMING_UNDERNEATH CON UN PUNTEGGIO DI 9 (+1 BONUS)

Ricorda il momento in cui le stelle erano diventate troppo luminose, i pianeti del Sistema Solare troppo vividi e allora avevano distolto lo sguardo e nel voltare la testa avevano incontrato gli occhi l'uno dell'altra. Ricorda la sua mano intrappolata in quella di lei, e il cuore umano di Rose che batteva sempre più forte, premendo il petto sotto le sue dita.

- Sviluppo della trama e dei personaggi
Quando ho cominciato a leggere questa storia, in realtà tutto mi sarei aspettata tranne questo conflitto interiore fra la parte umana del Dottore e il suo essere Dottore, questo modo di alternare due facce della stessa medaglia, due uomini che in realtà sono uno solo - tre cuori che battono all'unisono -, due uomini che provano ardente affetto per una sola donna qual è Rose, e men che meno mi sarei aspettata questo modo così egregio di riuscire a caratterizzarli entrambi.
Reputo questo tipo di storie abbastanza complesso, poiché si parla pur sempre dello stesso uomo ma con esperienze diverse, di un uomo che potrebbe vagamente ricordare chi realmente è, ma in quel momento non è il Dottore né un Signore del Tempo, ma solo John, John Smith, un uomo come tanti che sembra quasi vivere sogni ad occhi aperti. Perché, aye, il modo in cui sei passata da un confronto all'altro, parlando di un John che ricorda cosa che in realtà non ha mai vissuto mi ha ricordato un po' quei sogni che si fanno quando si fantastica su mondi lontani, su universi sconosciuti, immaginando cose mai viste ma che sono lì e ci fanno provare una qualche sorta di emozione. Ho quindi interpretato la cosa in questo modo un po' romantico, se così si può dire, godendomi il viaggio nella mente del singolo uomo fino ad arrivare all'infinito universo di esperienze che è il Dottore.
Il rapporto con Rose è stato gestito altrettanto bene: si vede cura, si vede amore, si vede persino il modo in cui tutti questi elementi collidono, creando una miriade di forme e colori che si impiantano direttamente negli occhi del lettore e restano lì, per tutta la durata della storia, a far vedere quanto quel loro rapporto vada ben oltre alla mera vicinanza fisica.
Ammetto inoltre di aver apprezzato molto la scena in cui, l'uno accanto all'altro, guardano l'universo, era come un agglomerato di sensazioni che veniva assorbito pian piano a pelle, momenti che in realtà, proprio come John, non si stavano vivendo, eppure ci si trovava lì, davanti a quella miriade di universali bellezze, ad osservarle attraverso gli occhi di Rose e il Dottore. Creare emozioni di questo tipo in un lettore non è per niente facile, e ci si stupirebbe nel rendersi conto che ci vuole non solo una certa padronanza dell'opera da cui la storia è tratta, ma anche una certa sensibilità per quel che riguarda i personaggi, sensibilità che qui era ben presente e che si è sentita dall'inizio fino alla fine.
Questo modo di utilizzare il tema che doveva essere il punto focale del contest mi piace: sei riuscita, tramite un solo uomo, a far vedere quanto lui e Rose abbiano vissuto esperienze diverse, per quanto lui ne abbia i ricordi; c'è quella sottile linea che li separa, quel vetro che non può essere crepato in nessun modo, e che crea un muro invisibile che nessuno dei due può superare, facendo così in modo che seguano sì la strada della vita insieme, ma che i ricordi che hanno non possano mai incontrarsi davvero, non possano mai toccarsi. Direi quindi che si tratta di un modo molto originale di seguire il cammino sulle linee parallele, e devo dire di averlo visibilmente apprezzato.
E' una storia che tocca varie corde, facendoci vagare fra gioia e dolore, ed è soprattutto la fine con quella similitudine fra il loro rapporto e la gravità a far capire quanto il tutto sia stato pianificato sin dal minimo dettaglio, fino a giungere alla terribile conclusione che John Smith è il Dottore, ma in realtà non lo è. E' il suo riflesso: ha il suo aspetto, ha i suoi ricordi, ma non potrà mai far ciò che il Dottore faceva con la sua Rose, non potrà mai mostrarle le meraviglie del tempo e dello spazio, né farle provare le strabilianti quanto terrificanti emozioni che il Dottore le ha fatto provare nel corso della vita, e sa che, proprio come il Sole, la mente di Rose vagherà sempre verso quelle bellezze ha vissuto, non con lui, ma con l'altro, con il Dottore. E' una consapevolezza straziante che si insinua nella mente e nel cuore di John, e che è destinata a restare lì per sempre.

- Stile, sintassi & grammatica
Ho già potuto apprezzare il tuo stile chiaro e lineare in altre occasioni, quindi mi sembra quasi di dovermi ripetere, però sai come tenere un ritmo incalzante per attirare l'attenzione del lettore, senza mai far scivolare il testo verso un punto morto; riesci ad aumentare la tensione quando il momento lo richiede e a renderlo risoluto in determinate occasioni, passando da un ritmo all'altro senza forzare l'andamento del racconto.
Sei riuscita, anche grazie all'espediente narrativo di questo sbalzo di personalità, se puoi passarmi il termine, a far sì che la felicità e il tormento di John si sentissero in tutto il testo, sciorinando dinanzi agli occhi del lettore attimi in cui la gioia la faceva da padrone e passando poi a quell'opprimente ansia che lo attanaglia in modo magistrale, senza forzature di sorta, riuscendo così a dar vita ad un mix perfetto senza stonature o sbavature.
Non sono un'amante delle parentesi, però, quindi quella per me è stata una pecca per quanto riguardava la scelta di stile. Propendo più per le virgolette lunghe, forse perché sono abituata a determinati libri in cui le parentesi non sono presenti se non molto raramente. Con ciò non sto dicendo che sia un errore, dopotutto ogni scrittore usa il proprio metodo, ma visivamente non mi hanno attirata proprio, mi davano un senso di fuori campo che, per una storia di questo genere, ho gradito poco.
Ho segnato qui di seguito un paio di cose, in realtà sono davvero pochissime, dato che il testo non presentava errori, e alcune sono davvero delle scelte, ma spero possa aiutarti:

Le immagini di quella notte tornano a galla nella sua mente brucianti come sempre → Le immagini di quella notte tornano a galla nella sua mente, brucianti come sempre
storta → Nel testo originale, la s è piccola e sottolineata. Qualche errore di formattazione?
Senti, senti Dottore → Senti. Senti, Dottore
oh Rose era finita → oh, Rose era finita
ti toglie il fiato, eh Rose? → ti toglie il fiato, eh, Rose?
e allora avevano distolto lo sguardo e nel voltare la testa avevano incontrato gli occhi l'uno dell'altra → e allora avevano distolto lo sguardo e, nel voltare la testa, avevano incontrato gli occhi l'uno dell'altra
Ma quando si addormenta, → Sconsiglio sempre di cominciare un nuovo periodo con una negazione

- Parere personale
Ci sarebbero tante cose da dire, su questa storia. Forse tante quanto l'universo, giusto per restare in tema, ma esse probabilmente non basterebbero e risulterebbero ugualmente confuse.
La storia ha un pathos profondo, pregno di significato, ed è in particolare per questo motivo che è stata una di quelle che è riuscita a toccare varie corde, sia per il ritmo narrativo abbastanza incalzante, sia per l'argomento trattato. Il rapporto tra Rose è il Dottore è un argomento molto gettonato, questo è indubbio, ma son poche le storie che possono dire di inserire anche l'elemento John Smith, non nel modo in cui l'ho trovato in questa storia, almeno.
Devo dunque farti i miei complimenti per come sei riuscita a gestire la situazione, rendendo il tutto non solo deciso, ma amalgamando le varie situazioni senza ai far pesare niente.

Recensore Veterano
13/03/15, ore 14:50
Cap. 1:

Ciao^^
Mi sono imbattuta in questa storia stanotte e, quando ho finito di leggerla, avevo un insopportabile nodo alla gola e le lacrime agli occhi. Ti faccio i miei complimenti perché è davvero bellissima. Scritta molto bene con uno stile interessante; sono entrata nel personaggio, ho sentito la sua tristezza... 
COMPLIMENTI.
Hai descritto il tutto molto bene, dai ricordi di lui, alla prima volta di Rose con il Dottore. Ho immaginato facilmente le scene, me le sono viste davanti mentre leggevo... 
Lo so che non dovrei fare copia incolla di mezza storia e, infatti, prendo solo la fine, altrimenti credo che sarebbero poche le parole non citate, da tutto il testo.

"E quando tornano a casa, quella sera, durante la prima notte di questo suo nuovo corpo umano e finito e limitante eppure così bravo a ricordare, e lei lo porta nel suo letto e lo spoglia con una fretta che non le è mai appartenuta, lui cerca di non pensarci, e si ripete che va tutto bene, è giusto che sia così.
E quando Rose geme e chiama quel nome, l'Altro Dottore, quello padrone di questo corpo, fa finta di non sentire. Finge, perché è ciò di cui lei ha bisogno e non importa cosa desideri il suo unico cuore dai battiti contati; finge perché lei deve credere di sentirsi di nuovo libera, slegata da qualsiasi altra forza che non sia quella con cui ama il suo Dottore.
Così sussurra: «Sei tu la mia gravità, Rosie» come ha sempre fatto, e le accarezza i capelli profumati di fiori e le bacia quelle labbra profumate di menta e lei sospira.
Ma quando si addormenta, lo fa con gli occhi rivolti verso la finestra aperta, al cielo stellato, senza guardarlo.
Perché Rose è il Sole, ma è un Sole senza Dottore adesso, e la gravità, checché ne dica John Smith, Signore del Tempo intrappolato in un essere umano, continua a spingerla lassù, in alto, in luoghi dove lui non potrà portarla mai più."

Questa parte, la fine, mi ha spezzato il cuore T_T
Questa parte è la più bella, triste e vera di tutta la storia. Lui che finge di non soffrire, lo fa per lei... che ha bisogno di credere di avere il Dottore, quello vero, tra le proprie braccia. Lui che, nonostante abbia tutti i ricordi del Dottore, nonostante provi gli stessi sentimenti del Dottore, per Rose non lo è... e fa male. Ma fa ancora più male vederlo fingere... per amore. Povero T_T
E lei, che pur avendo un uomo con le sembianze e i ricordi del Dottore, si addormenta guardando verso la finestra, come nella speranza di vedere il TARDIS arrivare.... no che tristezza, guarda.
Tanti tanti tanti complimenti, ci credo che la storia ha vinto il contest. È bellissima.
Alla prossima e scusa per questa recensione un po' "copiaincollosa" XD ma dovevo citare quel pezzo. DOVEVO.

B e l l e

 

Recensore Veterano
17/02/15, ore 11:12
Cap. 1:

Prima classificata al contest "Da ieri a oggi" Di Stareem

Grammatica e sintassi: 19,8/20 
Stile e lessico: 14,8/15 
Attinenza al tema e utilizzo della citazione: 10/10 
Sviluppo della trama/originalità/gradimento personale: 10/10 
Approfondimento dei personaggi/IC: 10/10 
Totale: 64,6/65 
Grammatica e sintassi 
La grammatica è perfetta, così come la sintassi. Non c’è alcuna sbavatura di alcun genere, in nessuno dei due aspetti. La storia risulta perfettamente curata dalla prima all’ultima riga, e questo la rende ancora più incantevole di quanto già non sia. 
Ci sono un paio di passaggi che non mi convincono fino in fondo per quanto riguarda la punteggiatura, e te li segnalo: 
- Pensare che tutto questo, tutta questa bellezza è merito di qualcosa di semplice come... l'attrazione ti toglie il fiato, eh Rose? Qui non mi convince del tutto il fatto che non ci sia la virgola prima di “Rose”, che essendo complemento di vocazione andrebbe separato dal resto della frase. Però ho visto che nel resto della storia la metti praticamente sempre, quindi credo sia una piccola svista. 
«Senti, senti Dottore. Come potrei morire mai, quando esiste tutta questa bellezza? Senti il mio cuore». Questo è l’unico altro caso in cui manca la virgola prima del complemento di vocazione. Inoltre, non mi suona benissimo la costruzione della seconda frase. Suona un po’ “intricata”, poco naturale. La ricostruirei così: “Come potrei mai morire, quando esiste tutta questa bellezza?“ Mi sembra che così sia un filino più scorrevole. 
Stile e lessico 
Lo stile è davvero eccellente: è dinamico, scorrevole, “vivace” nel ritmo. Non hai mai “cadute”, non ci sono mai momenti in cui la tensione si allenti. Nell’intera storia, l’attenzione del lettore rimane ancorata al succedersi di emozioni, descrizioni, battute. È una storia travolgente, che in ogni singolo passaggio riesce a tenere il lettore legato alla narrazione con espedienti sempre diversi. Adoro in fatto che la storia risulti assolutamente “varia” per quanto riguarda stile e contenuti: riesci ad alternare alla perfezione periodi lunghi e periodi brevi, a variare sapientemente il registro in modo da non lasciare mai che la storia perda intensità. Soprattutto, adoro il fatto che grazie alle tue scelte stilistiche e lessicali tutta la storia sia pervasa da sentimenti sempre potenti e coinvolgenti, e sempre diversi nelle sfumature. Il modo in cui riesci a cambiare l’atmosfera variando lo stile in modo da adattarlo al senso di oppressione di John che contrasta con la felicità dei ricordi è davvero eccellente. Si percepisce davvero il baratro fra i due momenti e, in un certo senso, fra le due “persone”, fra il Dottore e John Smith che non è il Dottore. 
Apprezzo moltissimo anche la tua capacità di osare per quanto riguarda stile, lessico e punteggiatura: compi scelte ragionate e mai banali, che riescono a trasmettere magnificamente emozioni e pensieri. L’unica cosa che forse non condivido proprio fino in fondo è il “numero” di casi in cui utilizzi le parentesi: nelle storie brevi fa un effetto magnifico e risulta assolutamente efficace, ma in una storia lunga, con il proseguire della narrazione, risulta un pochino pesante, spezza un poco la storia. Senza, naturalmente, compromettere gravemente la lettura, che procede comunque in modo molto scorrevole. 
Attinenza al tema e utilizzo della citazione 
So che, quando si adatta un’edita a una citazione, è difficilissimo riuscire a rendere una corrispondenza completa. Tu, tuttavia, ci sei andata vicinissima: il legame fra frase e storia è saldo e perfettamente visibile, e l’inserimento della citazione come conclusione è efficacissimo. 
Forse con un paio di riferimenti diretti, riprendendo qualche parola della citazione nella storia, il legame sarebbe stato ancora più saldo, ma già così è eccellente. Si percepisce davvero bene l’atmosfera che caratterizza sia la storia sia la citazione. Soprattutto, mi piace da morire il fatto che la frase possa riferirsi sia al ricordo sia al “presente”, con significati praticamente opposti: può rappresentare sia il legame completo, assoluto e totale del Dottore con Rose in tempi felici, sia l’angoscia di John che ha ricordi che non ha vissuto, che non è chi dovrebbe essere. Che non è nemmeno mai stato il Dottore, ma ha nella sua mente le immagini che il Dottore ha visto, le emozioni che il Dottore ha provato. 
Il contrasto fra passato e presente non solo è perfettamente visibile, ma anche magnificamente reso: non è solo un contrasto di azioni, ma un contrasto di emozioni, atmosfere. Il modo in cui John ha vissuto ma anche non ha vissuto il momento che ricorda è assolutamente efficace, e originalissimo: il confronto fra passato e presente diventa completo, il più radicale possibile. Sono due persone diverse quelle che vivono i due momenti, anche se in realtà si tratta della stessa mente. 
Sviluppo della trama/originalità/gradimento personale 
Credo che il confronto fra Dottore Umano e Dottore Dottore sia una delle cose più complesse in assoluto da gestire. Riuscire a gestire allo stesso momento il confronto e il rapporto con Rose deve essere una delle cose più difficili dell’universo o quasi, eppure tu ci riesci magistralmente. 
E la cosa più sconvolgente è che non ti limiti a questo: non solo riesci a padroneggiare alla perfezione i due-barra-tre personaggi, ma riesci allo stesso tempo a creare attorno a loro una storia che non è solo una storia, perché densa di significati ed emozioni e metafore che rendono il racconto completo sotto ogni punto di vista. Quello che sei in grado di fare creando attorno a Rose e al Dottore e a Rose e John un tessuto complesso e completo in tutto è davvero straordinario. La scena in cui Rose e il Dottore guardano l’universo è, senza dubbio, una delle scene più profonde, complete e mature che io abbia mai letto: riesci a condensare così tante riflessioni e emozioni in pochissime righe da lasciare chi legge senza parole. E al contempo riesci a far sentire il lettore proprio come se si trovasse al posto di Rose, a contemplare l’infinito e aggrapparsi alla vita, quella vita. Trasmetti tutta la sensazione di smarrimento che si prova contemplando l’universo, e allo stesso tempo riesci a non far perdere il lettore, che rimane ancorato alla realtà proprio come Rose fa grazie al Dottore, che non la lascia andare alla deriva. 
Il paragone fra la gravità e quello che lega Rose e il Dottore è accurato e preciso fino in fondo: è impressionante quanto sia adatto il paragone, e come tu riesca a gestirlo. 
E ho adorato la descrizione della scena “rossa”: è realistica, non esagerata, mai, assolutamente mai volgare. Dimostri di aver perfettamente presenti sia Rose sia il Dottore dall’inizio alla fine, e sai muoverli con un’abilità e naturalezza impressionanti. La scena risulta assolutamente genuina, vera, con la dolcezza e la complicità che Rose e il Dottore condividono. 
La conclusione, poi, è straziante. John che si rende conto di non poter restituire a Rose la vita che per lei era vita vera è devastante, e i ricordi che non sono i suoi ma sono i suoi non fanno che accentuare il suo dolore. Lei non potrà più vivere quella vita, lui l’ha vissuta ma al contempo non l’ha vissuta. 
Approfondimento dei personaggi/IC 
Il modo in cui riesci a gestire le riflessioni di John è davvero straordinario. Riesci a rendere, anche grazie allo stile vario e audace, tutta la complessità della sua mente, tutte le contraddizioni che la caratterizzano. 
Il Dottore e Rose, poi, prendono davvero vita nelle battute, nei gesti: sono loro stessi fino in fondo, dalla prima all’ultima riga. Sono loro nel modo di parlare, di esprimersi, di agire. E ogni azione e pensiero scorre con naturalezza assoluta, come se potessimo leggere nelle loro menti e assistere alle loro interazioni. Per questo, il lettore non può evitare di trovarsi proiettato dalla storia dall’inizio alla fine, e giunto alla conclusione si sente intrappolato e inadeguato come John, che non può portare la donna che ama fra le stelle, dove lei ha davvero vissuto. 

Nuovo recensore
29/01/15, ore 22:38
Cap. 1:

Questa è una delle mie preferite, la rileggo spesso quando penso a Ten e Rose. Ottimo lavoro :) <3

Recensore Veterano
11/10/14, ore 18:18
Cap. 1:

Gravity, di LaViSvampita
4° posto al contest "Lacrime"

Grammatica: 9/10
Il testo è più che corretto, infatti ho pochissime osservazioni da farti, e sono tutti errori di distrazione:
- es: "Avevano ammirato la Terra ruotare su stessa" = manca un se;
- es: "Ricorda il brivido che gli aveva percorso la schiena quando le aveva sfilato la camicia da notte e si era fatta guardare, senza vergogna, senza arrossire" = qui il soggetto cambia e andava esplicitato, perché altrimenti la frase crea confusione in chi legge: "Ricorda il brivido che gli aveva percorso la schiena quando le aveva sfilato la camicia da notte e lei si era fatta guardare";
- es: "... perso nel profumo di fresie dei suoi capelli, mentre veniva e lei le mordeva le labbra" = penso che si parli di Rose che gli morde le labbra.

Stile: 6,5/7
Lo stile che hai usato mi è piaciuto tanto e trovare qualcosa che non va è davvero difficile; però è innegabile che, ogni tanto, sia pesante e crei confusione nella lettura. I motivi principali di questo sono:
- le frasi molto lunghe (es: "Ricorda il brivido che gli aveva percorso la schiena quando le aveva sfilato la camicia da notte e si era fatta guardare, senza vergogna, senza arrossire come faceva ogni volta che lui l'abbracciava o l'accarezzava, e il momento in cui i suoi cuori sembravano volergli saltar fuori dal petto, mentre Rose, senza smettere di baciarlo, gli aveva sbottonato la camicia, per sentirsi pelle contro pelle");
- in alcuni casi, il non-uso della punteggiatura (es: "... sentire lo spazio e il tempo intorno a loro essere e crescere ed invecchiare e morire e rigenerarsi").
Comunque, nel complesso, l'ho apprezzato molto.

Lessico: 5/5
Perfetto! Non ho osservazioni da fare.

Coinvolgimento: 20/20
La vincenda è, di per sé, molto triste. Ma la ciliegina sulla torta di questa storia, secondo me, è che viene raccontata dal punto di vista del doppio umano del Dottore. Quanto può fare male stare con Rose e amarla, sapendo che si è e non si è l'uomo che lei ama, sapendo cosa lei ha condiviso con lui che è te, ma allo stesso tempo non lo è? Non so neanche descriverlo a parole e infatti mi fermo, perché comincio a scrivere sciocchezze. I MIEI FEELS D:
Ti dico solo questo: non è facile emozionarmi in questo modo. Complimenti.

Gradimento personale: 9/10
La storia mi è piaciuta perché è delicata e soffusa, sembra un sogno, e forse lo è. È tristissima, perché riporta alla mente ricordi dolorosi, ma leggerla mi ha fatto molto piacere e mi ha fatto venire voglia di correre a guardarmi qualche episodio di Doctor Who.

Per un totale di: 49,5/52

Recensore Veterano
21/09/14, ore 15:37
Cap. 1:

Cazzo.
Sì, cazzo perché bisogna dirlo. Cazzo perché non c'è altra parola.
Cazzo perché detesto piangere e invece mi trovo qui ed ho la stessa identica espressione che mi capita di assumere dopo aver finito un libro di John Green.
Cazzo perché mi hai sconvolto, perché mi sono resa conto che accettavo la TENtoo/Rose in quanto coppia facile.
Cazzo perché nonostante tutto, nonostante il sollievo per il fatto che Rosie abbia un Dottore tutto per sé, ho provato qualcosa di doloroso.

Meriti parole bellissime e io sono riuscita a usarne una volgare. Che stramaledetto genio, che sono.
Probabilmente sarebbero andate bene "meraviglia" o "poesia", ma ho cercato di essere sincera. Perché sì, "cazzo" esprime meglio il mio stato d'animo; stato d'animo di una persona, comunque, non particolarmente volgare o maleducata.

Cristo, sto tremando. È stupido da parte mia, non credi? Io sì.

Brava. Bravissima,
K_A

Nuovo recensore
27/08/14, ore 15:58
Cap. 1:

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
Sono rimasta incredibilmente colpita da questa storia. Di Rose/Doctor ce ne sono molte nel fandom, ma l'autrice mi ha davvero colpita con la sua.
Non conoscevo la canzone, ma ascoltandola nel mentre che leggevo è stato impossibile non innamorarsene. Si sposa perfettamente con lo svolgimento dei fatti, un lamento pieno di amore e dolcezza e amarezza...
Spesso si da' per scontato che la Metacrisi è il Dottore, ed è ok, stessi ricordi, pensieri, ecc... ma non pensiamo mai a Rose. Tutte le volte che riguardo Journey's End la prima cosa che noto è il disappunto e il dolore sul volto di Rose quando scopre che il Dottore (quello originale) l'ha abbandonata di nuovo senza dire una parola.
Non riesco a far conciliare questa immagine con la bolla di spensierato amore in cui molti dipingono Tentoo e Rose nell'universo parallelo. Rose si è innamorata del Dottore con due cuori, quella che l'ha trascinata a spasso per l'universo e il tempo, e non credo riuscirebbe mai a rassegnarsi del tutto, anche dopo che la Metacrisi ha sussurrato al suo orecchio quelle tre paroline.
Questa storia è la dimostrazione di ciò che penso.
C'è il(l'Altro) Dottore, quello con un cuore solo, che la ama profondamente, perché è così da sempre. C'è Rose che finalmente ha l'uomo della sua vita al suo fianco, ma comunque non è abbastanza, perché la gravità la lega indissolubilmente a quello strambo alieno e alla sua cabina blu, all'universo e allo spazio-tempo, e allora non può rimanere ferma, non può darsi pace, i suoi occhi torneranno sempre alle stelle, lassù dove sente di appartenere.
Non credevo che avrei letto un POV del Dottore-Metacrisi e mi ha stupito molto, perché vedere i ricordi del Dottore dal suo punto di vista è stato ancora più straziante che non vivere quella scena direttamente. Si capisce bene i limiti entro i quali Rose vive la sua relazione con l'umano John Smith e i limiti entro cui lui stesso si sente soffocare, incapace di poter dare alla donna che ama ciò che più desidera.
Il rapporto tra Ten e la giovane Tyler è stato descritto benissimo e condensato perfettamente in questa breve storia.
E se non bastasse tutta per farvi convincere, c'è sempre quella frase finale che ti spezza il cuore: "E talvolta, oh, Dio, gli universi sono davvero troppo distanti."

(Tanti complimenti all'autrice, veramente. Non recensisco quasi mai, ma è molto tempo che apprezzo ciò scrivi e spero davvero che se non verrai ripagata per tutto l'amore e la dedizione che hai usato per questa storia, almeno tu possa comprendere quanto profondamente mi hai colpita.)

Baci, O.

Recensore Veterano
10/08/14, ore 07:54
Cap. 1:

Ti seguo anche qui! Come mi piace il tuo modo di scrivere! E questa storia è piena di dolcezza, e di tristezza, amore, dedizione... Ho amato il finale! Tanti complimenti! Saluti!

Recensore Junior
29/07/14, ore 21:15
Cap. 1:

L'ho letta una seconda volta ascoltandola con la canzone giusta e ho fatto bene. Non so perché ma le storie giuste con le canzoni giuste acquistano altri significati e ti commuovono in maniera diversa.
Credo sia una di quelle canzoni cosi adatte a loro e a questa storia.
Sono rimasta sorpresa quando ho letto che l'avevi scritta, perché ero curiosa di come l'avresti fatta e che Dottore avrei letto e, il punto di vista di John Smith mentre ricorda è troppo, troppo anche per me, è semplicemente perfetto oltre che doloroso.
Ho adorato questa storia proprio per tutta la poesia racchiusa in questa e quella frase.
Rose è la gravità del Dottore, è lui che le gira attorno, che si glorifica di ogni cosa normalmente umana che fa ed è cosi vero, cosi doloroso, cosi commovente che devi fermarti a pensare, a pensarlo davvero.
C'è Rose che non vuole lasciarlo solo perché è praticamente l'unico tarlo della sua esistenza e poi c'è il Dottore che non riesce a prometterglielo, perché è lui, perché non c'è vita senza Rose.
Ma sai la cosa mi ha ucciso dentro? La frase ' E talvolta, oh, Dio, gli universi sono davvero troppo distanti.'
Non so perché a volte mi fisso su dettagli come questi o perché voglio riportarli ma davvero, mi ha fatto sentire tutto quello che sento ogni volta che li guardo, li sento miei e ne scrivo.
Il fatto che mi faccia venir voglia di scriverne cosi tanto, anche nella mia mente. E' dolorosamente ovvio il loro amarsi pur sapendo che ad un certo punto, finirà.
E fa male vederlo confermato cosi, alla fine di un qualcosa che sarà solo il ripetersi di quella precedente ma è anche bellissimo, io lo trovo poetico e pieno di loro, della gravità, del Sole che brucia e del Tardis che viene avvolto dal suo calore.
Mi è piaciuta Vì, tanto quanto forse non riesco ad esprimerti ma non sono mai stata cosi orgogliosa di avertela promptata, perché ne ho amato ogni sillaba e lettera.
Ti dico che l'ho amata cosi tanto che sento anch'io da qui il profumo di fresia ed è un profumo melodioso, davvero.
Grazie di questo piccolo viaggio :3


GH

 

Recensore Master
26/07/14, ore 23:49
Cap. 1:

Penso di essere la prima a lasciarti una recensione, come puoi ben notare positiva.
Lasciati fare i complimenti per come hai saputo rendere bene la situazione, le parole in corsivo e in grassetto rendono bene l'idea.
Nella serie ci si dimentica che, solo perché la Metacrisi viene chiamata Dottore come l'originale, non sono in realtà la stessa persona.
Come tutte le fiction "impegnate" sulla Metacrisi è struggente!
Brava!
A presto, spero.
Aly
P. S. -"Non dormivo tranquilla" aveva detto il Dottore- è il solo errore che ho notato.
Ciao di nuovo