Recensioni per
Kerzenmahnwache
di MarchesaVanzetta

Questa storia ha ottenuto 1 recensioni.
Positive : 1
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
20/08/14, ore 12:12

[Menzione speciale]

“Mentre appunto camminavo nel piccolo centro”. Ti segnalo questa frase perché stona un poco con il bellissimo incipit. Io la modificherei così: “Mentre percorrevo le strade del paese”.
“[…] bigliettini di ringraziamento” suona troppo frivolo, meglio un semplice “biglietti (di ringraziamento)”.
“[…] parecchio”: anche qui, non è adatto al linguaggio forbito novecentesco. Che ne dici di “bastevolmente” o “a sufficienza”?
“[…] nessun caro” non mi convince, meglio “nessuno dei miei cari”.
“[…] il proprio suicidio”. L’aggettivo “proprio” viene usato solitamente per la terza persona; poiché in questo caso c’è l’io narrante, sarebbe meglio “il mio stesso suicidio”.
“[…] condurre la mia scialba vita”: visto che usi già il termine “vita” nella riga sopra (“la mia vita avrebbe dovuto avere termine”), al fine di non ripeterlo userei “esistenza”.
“[…] ero restio a quella passeggiata”: “ero restio a fare quella passeggiata”; “mi aveva assicurato la serenità del bosco”: “aveva decantato/lodato la serenità del bosco”.
“[…] certi umori dai valori fuori dalla norma”. Questa è una mia curiosità, perché non so se l’umoralismo andasse ancora in voga nei primi anni del ‘900, sinceramente. Hai fatto delle ricerche apposite?
“[…] mi si è stampata in testa”, semmai “mi si è stampata nella mente”.
“[…] al più presto possibile” è scorretto. Due sono le soluzioni possibili: o “al più presto” o “il prima possibile”.
“[…] questa bizzarra accoppiata, di me e la candela”: perché quel “di”, che non c’entra nulla?
“[…] ma spezzerei questo incantesimo dato da…”: elimina “questo”, è un aggettivo che ricorre troppo spesso nella storia.
“Beh, della poca efficacia dei suoi rimedi ne sono persuasi i miei pochi amici”. “Beh” è superfluo, a mio parere. E sostituirei “poca” con “scarsa”, giacché poche parole dopo abbiamo “pochi amici”.
“[…] dar loro dispiaceri”: ti sei dimenticata “dei” prima di “dispiaceri”.
“[…] non mi dispiaccio di ciò”: “non mi rammarico di ciò”.
“[…]vivere nella stessa casa con degli estranei”: “vivere in casa con degli estranei”; “casualmente interessati alla mia vita”: “casualmente interessati a me” (nella frase successiva usi ancora “vita”).
“[…]diarietto”: “taccuino” è meglio, non trovi?
“[…] che si vede dalla finestrella”: “intravede”.
“[…]al morire della fiamma”: “allo spegnersi della fiamma” (il verbo “morire” compare già due volte nel giro di un paio di frasi).
“Forse, la salvezza: un refolo d’aria piega la fiamma che balla, si abbassa… e poi riemerge”. “Riemerge” richiama un oggetto finito in acqua, non in balìa del vento; “si rialza”, in questo caso, va più che bene.
“[…] tutti i grandi ceri da cerimonia che hanno rischiarato il buio delle chiese”: perché il passato prossimo? I ceri nelle chiese vengono continuamente accese dai fedeli, è un’azione senza tempo. Il presente indicativo è il tempo più consono: “rischiarano”.
“[…]addirittura una candela è più coraggiosa di me, nell’affrontare la vita” diventa “persino una candela è decisamente più coraggiosa di me nell’affrontare il suo destino”.
“[…] gli occhi sono incatenati a quel fuoco fatale”: “sono fissi su quel fuoco fatale”.
“[…] di nuovo si piega e si stende, sembrano mille volte, la fiamma è una vela che lotta contro una tempesta in altro mare”. La riscriverei così: “di nuovo la fiamma trema e si piega una, cinque, cento volte, è una vela che lotta contro una tempesta in alto mare”.
Te lo dico sinceramente: non fosse stato per tutte le imprecisioni elencate sopra, questa storia sarebbe stata una delle vincitrici. Lo stile è magnifico, il linguaggio pure, l’introspezione del personaggio accurata nonostante la relativa brevità del racconto, il prompt sfruttato benissimo. Peccato, davvero peccato! Però, siccome a spaccare un capello in quattro mi stufo io per prima, ho voluto comunque premiarti; te lo meriti.
Grazie per aver partecipato!

La Giudicia