Mi sono sentita elettrizzata come non mi capitava da tempo davanti a questo nuovo capitolo... ancora prima di leggerlo, per giunta. Poi, leggendolo... beh, è stato come se mi avessi "regalato" Maitimo su un piatto d'argento! Fangirling, si dice? Ecco. Ho una gran voglia di abbracciarlo, di abbracciare Kano, di abbracciare te.
Ma provando a esprimermi sensatamente, inizio da una citazione, perché credo rappresenti l’essenza stessa del pensiero di Maitimo, e la trovo una frase assolutamente perfetta, giusta, dovuta in un certo senso.
Ci separa da quei due bambini l’incolmabile abisso che separa le vittime dai carnefici, e come pretendi di colmarlo, Makalaure?
Davvero, sembrerà un’inezia, ma per me questo è Maitimo. Bellissimo, freddo, straziato, Maitimo.
Così come la risposta che segue è assolutamente degna di Kano. Amore. Sì, nonostante tutto Makalaure continua a vivere tendendo verso un sentimento a cui è incapace di rinunciare… perché sono la musica, l’arte a dargli ossigeno, ed esse sono in grado di travalicare qualsiasi orrore e cinismo (a patto che esso non derivi dall’arte stessa).
In ogni caso lo “scontro” tra il punto di vista di Maitimo e quello d Kano, è l’esplicazione migliore delle loro diversità di carattere che sfocia in quelle parole di troppo, in quel richiamo al Thangorodrim. Richiamo a cui io non posso che essere assolutamente sensibile. E non so che dire se non che nel momento in cui Russandol lascia trapelare uno fugace spicchio dei propri sentimenti, tacendo poi di colpo, avrei davvero voluto “pilotare” Kano da lui, affinché lo stringesse… Mi rendo conto, però, che sarebbe stato fuori luogo, almeno in quel momento.
Ma andiamo avanti, arriviamo ai piccoli, sempre più legati a Kano che fa le veci di un padre meraviglioso. Anch’io ho molto apprezzato il riferimento a quell’unico cantore, anzi poeta umano di cui ci viene detto nel legendarium. E trovo splendido il modo in cui avvenimenti più o meno legati al passato di Kano e dei Feanorioni, vadano ad intrecciarsi alla breve vita dei gemelli. Le gesta dei Feanorioni sono l’oscuro scenario su cui si stagliano le favole, i canti, tutto ciò che ha contribuito all’educazione di Elrond ed Elros.
Arriviamo, così, al ricordo della misteriosa sposa di Makalaure e qui, nonostante immagini il loro sposalizio in modo un po' diverso (più che altro per via del carattere della “mia” sposa di Kano), mi sono davvero commossa. Perché sei riuscita a rendere palpabile il loro amore, pur non sfociano nel melenso. E la successiva riflessione sulle spose dei Feanorioni mi ha dato il colpo di grazia. È sublime, davvero, l’idea di Kano che spoglia il corpo ormai privo di vita di Curvo (e già qui stavo per piangere) e trova al suo collo l’anello nuziale… Un’immagine assolutamente struggente. Sappi che nel preciso momento in cui l’ho letta, è diventato anche un mio headcanon, e sempre, ora, penserò a quella catena celata sotto l’armatura e gli abiti di Curvo.
Infine il rapporto tra i due fratelli trova finalmente un punto di convergenza. Kano che ovviamente si incolpa per la reazione di Maitimo, e poi quest’ultimo che si scusa con lui. Maitimo che si scusa. Oh, è stato un momento dolcissimo. Quel suo aprirsi, confidando a Kano la natura del peso che sente gravare su di sé, è il perfetto coronamento di un capitolo bellissimo.
E il finale in cui Maitimo addirittura scherza, prima di offrirsi di addestrare Elros con la spada, beh, è un incantevole, ultimo regalo. Quel suo sorriso finalmente aperto e la successiva, liberatoria, risata di Kano, mi accompagnano anche ora.
Grazie per questa meraviglia. (Recensione modificata il 09/06/2015 - 04:34 pm) |