Recensione per il contest di Biancarcano "Oggetti e giocattoli dimenticati o ricordati"
Utilizzo dell'oggetto: 10/10
Questa fiaba mi è piaciuta tantissimo, come mi sono piaciuti tutti i tuoi personaggi. Tobia è un inarrestabile, prototipo un po' dell'amor cortese, il principe che ogni bambola vorrebbe al suo fianco. Rechercher invece mi ha spezzato il cuore dalla dolcezza: è decisamente la mia preferita. Mi ha fatto pensare ad una ballerina malconcia, maltrattata, cresciuta ma ancora bimba. Glemme, la bambola, la definisce “un po' matta”, ma a me sembra che quella sua follia, quella sua psicosi, non sia che grande simbolo d'intelligenza, di forza, di sensibilità. Prima di tutto perché nonostante sappia contare solo fino a 37 trova un altro modo per contare le altre conchiglie, ossia facendo 37x4, secondo poi perché continua imperterrita nonostante tutto con quella pratica, in ultimo lei conta le conchiglie giovani come quelle rotte, vecchie, quindi non si arrende alla morte, non si arrende alla dimenticanza e continua imperterrita in un ciclo infinito. Magari non hai fatto caso a tutte queste cose quando hai scritto questa storia, non saprei, però a volte si scrivono delle cose perché la sensazione che vogliamo trasmettere è proprio quella e tu ci sei riuscita.
Originalità della trama: 10/10
È molto bella ma devo considerare l'ispirazione, almeno apparente, a cartoni che già esistono, come ad esempio “La freccia azzurra” o “I giocattoli dimenticati”, per l'appunto. Però mi è piaciuta tanto ed è chiaramente la storia che più rappresenta questo contest, quindi ti faccio i miei complimenti. In più il finale strappalacrime mi ha riempito di speranza e di tristezza al tempo stesso. Percepivo il senso di nostalgia, la perdita del ricordo, dell'infanzia, della memoria. Quindi è stata molto emozionale come storia. Per il fatto che la sua trama aveva tutti i passaggi del racconto, (un inizio, uno svolgimento, una conclusione), ho deciso di aggiungere un + 0,5 proprio per la sua coerenza con questo svolgimento.
Stile e grammatica: 8,65/10
C'era una volta, tra le onde di un mare lontano, imbevute della luce rossa del tramonto, un messaggio in bottiglia.
Nuotava senza fretta, accompagnato dalle storie del vento e coccolato dalle acque misteriose e solitarie dell'oceano. → l'inizio è degno di una fiaba che si rispetti, (purtroppo efp ti permette solo di mettere come genere “favola2, ma ovviamente è sbagliato).
Quella sera, mentre il sole si ritirava stanco oltre la linea infinita dell'orizzonte → anche la prosopopea o personificazione è una figura retorica molto pertinente in questo caso
il proprietario della mano ladra → idem, la mano diventa quasi una persona
il vento gironzolava annoiato → idem
sembrava una gigantesca scodella da minestra → anche qui non posso che complimentarmi. Questo paragone è da veri intenditori! Nel senso che in una fiaba bisogna usare parole molto vicine ai bambini: quindi per spiegare come fosse la barchetta, parlare di minestra e scodella mi sembra molto adatto.
“sembrava una gigantesca scodella da minestra → una barchetta dalla forma strana con un albero maestro a cui erano cadute tutte le vele → A guardare bene, la scodella da minestra non era altro che un vecchio ombrello” → questo passaggio descrittivo naturalmente è molto carino, sempre per il discorso che ho fatto prima.
Il Capitano → le maiuscole, in casi come questi, sono FONDAMENTALI. Quindi anche qui sei proprio dentro lo stile che stai utilizzando.
dalla sua nave-ombrello. → questo trattino delimita due oggetti che sono fondamentali per la descrizione della barchetta improvvisata. Anche questa è una scelta che mi piace.
veliero senza vele → in questo caso la ripetizione della radice è un preziosismo.
Sì, avete capito bene: Tobia era un pupazzo, una bambola di pezza, come quelle con cui giocavano i vostri nonni → il rivolgersi al pubblico di bambini, presumibilmente, o di bambini cresciuti, (tipo me), rende il tutto molto famigliare, come anche il richiamo ai nonni.
appartenevano a loro, ai bambini, → lo ripeti due volte, all'inizio e alla fine della storia, nello stesso modo, anche questo aiuta veramente molto ad entrare nella fiaba. = + 2
Piccoli errori:
« Nove, dieci, undici... » → manca il punto dopo il dialogo e questo naturalmente si ripete. = - 0,5
a elencare → ad elencare = - 0,5
« Alto là! » disse → quegli spazi prima e dopo le «...» non sono necessari e dopo le » ci va una virgola = - 0,25
« Fermo! dove stai andando? » → i soliti spazi, che non riconto, e la minuscola dopo il ! = - 0,5
Qui non vogliano → vogliamo = - 0,5
Il capitano → “damn!”: direi! Il Capitano mi è diventato minuscolo! = - 0,5
Rechercher, evidentemente, lo capì e cercò di spiegarsi meglio:
« Se metti un orecchio qui » → dopo i due punti sei andata a capo: non serviva = - 0,10
i mostri sotto il letto → i mostri sotto al letto = - 0,5
Partì a bordo di Ilios, con la fidata Hitta, deciso a ritrovarla → prima parli di bambini, ma qui non dici la bambina: presuppongo che ritrovarla stia per lei.
Precisazioni:
Mentre si addentrava nella cupa boscaglia che si arrampicava sulle dune dietro la spiaggia sentì una vocetta contare: → qui metterei un inciso → Mentre si addentrava nella cupa boscaglia, che si arrampicava sulle dune dietro la spiaggia, sentì una vocetta contare:
occhietti scuri in quelli di Tobia → verso quelli di Tobia
« ma vedi Rechercher io e Tobia stavamo andando da Hoffen, → « ma vedi, Rechercher, io e Tobia stavamo andando da Hoffen → oppure ma vedi Rechercher, [...]
Il punto bonus per la pertinenza del titolo = + 1
→ 29,65/31 |