Recensioni per
Per un agglomerato di cellule
di GiadaGrangerCullen

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
27/01/15, ore 18:02

Terza classificata al contest “L’amore è una cosa semplice – II edizione”: Per un agglomerato di cellule, GiadaGrangerCullen
 
Grammatica e sintassi: 7,6/10.
“... casa sua - nemmeno per quel breve periodo in cui era detta "casa nostra"- era mai stata troppo in ordine...”
Manca un “non” appena dopo l’inciso. Credo che sia proprio la costruzione della frase a essere sbagliata: da quel che capisco, sottintendi il “non” perché lo unisci a ciò che hai detto all’interno dell’inciso; ma, se è un inciso, non fa parte della frase principale. Inoltre, ti ho sottolineato quelle parole perché all’inizio della frase (che però non ho riportato, altrimenti sarebbe venuta un’epopea) ripeti una cosa simile, ed è una ripetizione piuttosto evidente. (-0,2) (-0,3)
“Non si era più curata del suo aspetto, aveva lasciato che i suoi capelli si facessero grigi e liscissimi, una piattezza che rispecchiava la sua vita senza il marito.”
Quel “si” è già riflessivo, non c’è bisogno di rimarcare “suo”: è una specie di ripetizione, così come anche i suoi/sua che seguono. Potresti dire “non aveva più curato il...”, trasformando il verbo in transitivo e giustificando così l’uso degli aggettivi possessivi dopo. (-0,3)
“Quella mattina sedeva sul davanzale della finestra del salotto, le ginocchia al petto e si stringeva...”
Qui manca una virgola: “le ginocchia al petto” sono un inciso che hai delimitato solo all’inizio. Quindi, dovresti chiuderlo aggiungendo una virgola dopo “petto”. (-0,1)
“Eccetto Remus, che non c'era più, e quel agglomerato di cellule...”
Questo è un errore piuttosto grave, anche se penso sia solo una svista: si scrive “quell’agglomerato”. (-0,2)
“No, lei amava il suo Lupo Mannaro a prescindere dalla sua condizione.”
C’è un’altra ripetizione. Potresti dire, per ovviare il problema: “da quella condizione”, espressione con cui imprimeresti anche un certo distacco, come un fastidio, per la natura di Remus, che in questo caso è ciò che sta creando problemi. (-0,3)
“... per evitare le chiacchiere nella gente sul figlio che spariva con la luna piena.”
Le chiacchiere “della” gente. C’è un errore di battitura. (-0,2)
“Ma lui se ne era andato, mentre lei dormiva in modo che non potesse trattenerlo.”
Queste virgole creano un po’ di confusione. Capisco il tono che vuoi dare alla frase, che però è tipico del parlato, per cui è il caso che ne sposti un paio: prima di “mentre” è superflua, mentre dopo “dormiva” andrebbe aggiunta. (-0,1) (-0,1)
“... come la luna che malediva il suo amore.”
Anche questo è un errore piuttosto grave: “maledire” è un composto di “dire”, quindi, così come dici “diceva” e non “diva”, devi dire anche “malediceva”. (-0,3)
“Perché quel piccolo agglomerato di cellule necessitava amore...”
Hai dimenticato la preposizione “di” dopo “necessitava”. (-0,2)
Un’ultima piccola cosa che ho notato è che, quando usi gli incisi, inserisci il trattino breve (-) anziché quello medio (–). Può sembrare una cosa inutile, ma è effettivamente errore. (-0,1)
 
Stile e lessico: 7/10.
Per quanto riguarda lo stile, ho qualche appunto da farti, così come a livello lessicale.
Prima, però, preferisco fare un quadro generale in modo che poi ci sia meno il rischio di fraintendere i miei appunti.
Hai usato una terza persona un po’ strana, nel senso che è molto “personale”. Dovresti essere un narratore esterno, invece sembra quasi che sia Tonks a raccontare quello che le succede in modo molto confidenziale ma ugualmente con la terza persona. È un narratore non onnisciente, perché vede le cose dal punto di vista del personaggio, ed è molto difficile mantenere questa cosa, sebbene ti sia destreggiata in modo dignitoso. Infatti, ho avuto l’impressione che ci sia stato un cambio di POV dopo la prima strofa della canzone. Lì sembra che sia Remus a parlare, perché è come se analizzassi il suo punto di vista non in relazione a quello che Tonks sa di lui, ma proprio come se fossi nella sua testa. E non è coerente con tutto il resto. Poi, prima dell’inserimento della seconda strofa della canzone, torni ad analizzare solo Tonks, ma in quel pezzo c’è un po’ di buio – anche per via del fatto che continui a ripetere “Tonks” come se non fosse lei la protagonista assoluta. Spero tu mi abbia capita, perché non sono sicura di essermi spiegata nel migliore dei modi. Chiedimi pure chiarimenti quando vuoi, comunque.
Il lessico mi ha un po’ sorpresa in alcuni punti, devo dire: è abbastanza semplice, ma a volte inserisci dei termini che per il tipo di racconto mi sembrano troppo pretenziosi. Un esempio tra tutti è “l’astro antitetico al suo dolore”, ma c’è qualche altro sporadico picco quasi aulico che mi ha lasciata stranita, per cui ti consiglio di livellare un po’ alcuni termini.
Ora passo a elencarti le imprecisioni che ho trovato:
“Remus se ne era andato, l'aveva lasciata.”
Siccome elidi “l’aveva” (e a ragione, perché “la aveva” suonerebbe brutto), per coerenza dovresti elidere anche questo “se ne era” in “se n’era”.
“... si stringeva su se stessa per non sentire la mancanza degli abbracci di lui.”
Non sono d’accordo su questa scelta lessicale: stringersi vuole la preposizione “a”, ma in questo caso ancor più adatto sarebbe dire che “si raggomitolava su se stessa”.
“Che senso aveva tutto ciò?”
“Ciò” sta un po’ per “questo”, per cui è poco adatto in una narrazione che è al passato e in terza persona. L’ideale sarebbe sostituirlo con “quello”, ma da solo renderebbe la frase stonata ugualmente. Quindi si potrebbe usare qualcosa come “quel che stava accadendo”, o delle varianti equivalenti.
“...lui l'amava più di ogni altra cosa, la apprezzava più di quanto...”
Stesso discorso di prima: elidi in “l’amava”, dovresti farlo anche in “la apprezzava”.
“A lei non importava, non le era mai importato delle chiacchiere della gente, del "problema peloso" del marito...”
Non sono per nulla d’accordo sulla definizione di problema peloso. Partiamo dal presupposto che gli uomini sono pelosi anche senza il problema della licantropia, per cui è una definizione quasi comica in una storia che tende all’angst. Se è vero che Tonks è un personaggio molto brioso, è anche vero che è fuori contesto in questo particolare caso.
Ci sono poi parecchie “d” eufoniche inserite in modo superfluo (“la sua rabbia ed il suo dolore”, “era arrivata ad odiarsi”, eccetera). A volte danno un certo ritmo al testo, ma altre volte lo appesantiscono inutilmente. In generale, ti consiglio di evitarle quando non sono più che necessarie, cioè quando la parola dopo inizia con la stessa vocale. Ci sono alcune eccezioni (vedi “ad esempio”), ma in generale è sempre meglio non metterla se non si è più che padroni di uno stile narrativo proprio e marcato. È una cosa che si possono permettere davvero in pochi anche tra i “famosi”.
Anche i puntini di sospensione: sei sicura di averli messi con cognizione di causa? Io personalmente non sono d’accordo con l’uso che ne hai fatto, perché danno una pausa molto lunga e spesso non ti serviva. Però magari l’hai fatto consapevolmente, per cui ti posso solo dire che a volte sono esagerati, ma il resto sta a te.
L’ultima cosa e poi la smetto: a volte ci sono delle ripetizioni. Non di quelle che si possono segnalare nella grammatica, ma appesantiscono comunque la lettura perché al lettore viene proprio da chiedersi se non abbia già letto la stessa parola poco prima. In particolare, fai questa cosa un paragrafo alla volta. In uno ripeti “figlio” svariate volte, in un altro invece ripeti “lui/lei”. Cerca di sostituirlo qualche volta con un sinonimo, in modo da non dover cambiare troppo i connotati del periodo nella sua complessità.
 
Utilizzo della canzone: 9/10.
L’utilizzo della canzone non è particolarmente originale, nel senso che ti sei limitata a una song-fic intesa nel più classico dei modi. L’hai fatta anche bene, perché i testi di Tiziano Ferro sono abbastanza complessi e permettono sì un margine piuttosto ampio di cose da raccontare, ma sono anche spesso di difficile interpretazione ed è un attimo fare un passo falso.
Sei stata molto fedele ai versi che hai riportato, poiché ogni volta che ne hai inseriti alcuni hai subito riportato un paragrafo in prosa corrispondente. Mi è piaciuta questa scelta, sia perché ti sei immedesimata bene nella canzone sia perché hai dato prova di aver saputo scegliere molto bene a quale testo ispirarti. Visto così, sembra davvero scritto per loro e per ciò che accade in questa storia.
Per quanto mi riguarda, però, hai sprecato quella che forse è la più grande potenzialità di questa canzone (e che ti sarebbe valsa il punteggio pieno qui e nel gradimento personale): essendo il titolo – e anche il testo – un richiamo al sole, avresti potuto costruire pagine e pagine di introspezione sul fatto che, appunto, il sole esiste anche per un Lupo Mannaro che si sente condannato dalla luna. Ci sarebbe stato davvero una meraviglia, e hai un po’ bruciato il potenziale di un collegamento all’apparenza scritto su misura. Però, a parte questo, ti sei destreggiata in modo più che dignitoso.
 
Caratterizzazione dei personaggi: 8,5/10.
Mi è piaciuto come hai caratterizzato Tonks. Lei, da buona Tassorosso, vede sempre il buono nelle persone, e trovo che per aver sposato un Lupo Mannaro ci voglia davvero una dote naturale. Questa caratteristica traspare molto. Ma traspare anche il coraggio, da buona Auror in questo caso, di voler proteggere e difendere la propria famiglia nonostante le avversità. E al tempo stesso anche Remus, con le sue paranoie, mi è sembrato caratterizzato bene – o, almeno, è stata molto adatta la sua fuga, visto il personaggio. Infine, mi è sembrata ben ragionata anche la caratterizzazione della coppia, e la loro dinamica. Mi ricorda quella scena del libro: “sapresti benissimo di chi sono innamorata se solo non fossi troppo occupato a piangerti addosso”. Ecco, credo che sia la base della loro dinamica di coppia e l’hai resa molto bene. Sospetto che ti sia basata proprio su questa frase per dipingerli, e se così fosse hai fatto un lavoro molto buono.
Non ti ho dato il punteggio massimo, però, per via di ciò che ti avevo già accennato nello stile: c’è un punto non chiaro riguardo al POV, e questo mi fa pensare che le caratterizzazioni non siano così ben definite – perlomeno in quel particolare punto. Se è difficile stabilire chi dei due sta parlando, può esserci poca chiarezza di stile o anche di definizione della personalità. Per cui mi tengo questa remora, togliendoti una parte del punteggio.
Ci sono poi un altro paio di piccoli appunti che voglio farti, anche se non è una vera e propria questione di caratterizzazione (e ti chiedo di perdonarmi, ma proprio non sapevo dove dirtelo se non qui):
“Fuori pioveva, nemmeno Agosto poteva concedere la grazia del bel tempo nell'odiata e al tempo stesso amata Inghilterra.”
Non sono sicura che sia un commento pertinente, poiché gli inglesi vivono nella pioggia e la considerano normale come l’aria che respirano. In estate potrà anche esserci una maggiore probabilità di bel tempo, ma io non mi concentrerei sul clima della Gran Bretagna per giustificare un bisogno di sole. Quando si è tristi è perfettamente naturale trovarsi in sintonia con il tempo uggioso, per cui è altrettanto naturale desiderare il sole nella speranza di risollevare il morale.
“Ora lo sapeva, ne era certa: suo marito sarebbe tornato anche se andava contro ogni logica.”
Qui probabilmente sei uscita dal personaggio per un momento. Mi spiego meglio: Tonks ripete per tutta la durata della storia che non ha senso che suo marito abbia piantato in asso il tetto coniugale solo per la paura di ciò che accadrà, per cui ho trovato incoerente questo “contro ogni logica”. Per lei è illogico che se ne sia andato, non che probabilmente tornerà.
 
Gradimento personale: 3/5.
Non amo molto le songfic, a essere sincera. Trovo molto più stimolante inserire le canzoni nel testo in altri modi, che siano magari più omogenei e fluidi, per cui non posso dire di aver apprezzato appieno la tua storia. So che il contest verteva proprio su questo e potresti benissimo dirmi che potevo starmene al mio posto, sapendo quale fosse l’argomento. Ma non ti avrei motivato questa mia impressione se altre storie di questo stesso contest non avessero inserito le citazioni in modo diverso. Rispetto ad altri lavori, quindi, la tua one shot mi ha coinvolta di meno.
Ciò non toglie che sia una delle migliori che abbia mai letto, dato che spesso mi innervosisco vedendo una totale diversità tra i versi – che sono nella maggior parte delle volte inseriti senza cognizione di causa – e i paragrafi della storia. Tu sei stata molto brava a trovare una specularità e a inserirla come giustificazione per i comportamenti di Remus e i pensieri di Tonks. Per cui hai questo merito di avermi fatto apprezzare un genere che solitamente non rientra affatto nelle mie corde. Ho, chiaramente, ancora qualche tentennamento per il tipo di storia in sé, e non posso dirti di aver amato follemente questo tuo racconto, ma di sicuro l’ho trovato piacevole e mi ha sorpreso questo gradimento, perché di solito proprio non mi accade.
 
Totale: 35,1/45.

Recensore Master
06/01/15, ore 23:53

[Recensione premio per il terzo classificato al contest "Amortentia o Felix Felicis?]

Descrivi uno spaccato dei giorni di Tonks, dopo l'abbandono di Lupin, credo sia una delle tante storie collaterali che noi lettori vorremmo conoscere e che la Rowling, crudelmente, non ci fa conoscere.
Peccato per certe frasi dalla struttura scricchiolante, perché descrivi bene la sofferenza di Tonks, il suo desiderio di riavere accanto il marito e la sua fiducia in lui, anche se, forse, un po' troppo frettolosa. Sono, comunque, i tempi della canzone, e non potevi fare diversamente.
I gesti di Tonks, dal mettere a soqquadro la stanza, all'abbracciarsi da sola, al ritrovare speranza nel sorgere del sole sono molto umani, molto veri e, per questo, facili da interiorizzare e comprendere, per il lettore. 
Una buona storia ^^

Recensore Master
27/10/14, ore 00:50

"Quel piccolo agglomerato di celle" Wow, questo si che è un modo alternativo per dare un nomignolo a un futuro bambino xD
Remus è testardo: ha una donna che lo ama più di ogni altra cosa, sta per avere un figlio da lei e cosa fa? Li abbandona perché non vuole che Lupin Jr abbia lo stesso "problema peloso" del padre.
Stiamo scherzando?
La canzone, comunque, è perfetta. Beata te che sei riuscita a scrivere per il contest :)

Recensore Master
07/10/14, ore 18:45

Triste, dolce e coinvolgente. La canzone è perfettamente azzeccata, e hai descritto veramente bene i pensieri di Tonks. Mi è piaciuto soprattutto quando dici che il sole sorge per tutti: trovo che sia la frase più bella che Remus deve ancora imparare. Se non avesse preso una tirata da Harry, probabilmente sarebbe tornato più tardi dalla moglie! Brava, hai talento spero tu scriva altre storie! HP_dream ;)