Decima classificata al contest “Peppa in reverse”: She’s not a girl, she’s a storm with skin, Chaotic Alaska
Grammatica e sintassi: 9,6/10.
“... giusto il tempo di vedersi passare davanti agli occhi tutta la sua vita...”
Questa è sottile, ma è una ripetizione: il verbo è riflessivo, quindi quel “sua” è superfluo. (-0,15)
“E ora non poteva far altro che assistere...”
Questo “ora” è errato in relazione ai tempi: va usato quando la scena è scritta al presente, mentre i tuoi verbi sono tutti al passato. Forse ci sarebbe stata meglio un’altra espressione, tipo “in quel momento”, o qualcosa di analogo. (-0,1)
“Non dava la colpa a Luna della sua maledizione...”
“Per la” sarebbe stato più corretto di questo “della”. (-0,1)
“Molti dei suoi clienti erano uomini ricchi, ma soli da anni e Ophelia riusciva...”
Hai aperto un inciso dopo “ricchi”, ma non l’hai chiuso: dopo “anni” ci va un’altra virgola. (-0,05)
Stile e lessico: 8/10.
Il lessico mi piace molto, davvero. Mentre leggevo, ogni tanto rimanevo molto stupita per l’uso che fai delle parole. Certe espressioni, che io non uso mai ma che non sono nemmeno particolarmente strane, mi hanno proprio incantata e non so nemmeno perché. Però è stato bello leggere questa storia proprio per “rispolverare” dei termini che ho lasciato da parte nel tempo. Non so, è stata una bella esperienza ed è stato piacevole anche constatare che hai un vocabolario abbastanza ampio – e vario sicuramente, perché non ho praticamente notato ripetizioni, e sono una delle cose che mi saltano all’occhio subito. Quindi, in questo senso sono molto soddisfatta.
Lo stile, rispetto al lessico, mi sembra più approssimativo: l’ultimo paragrafo è al presente, mentre il resto è tutto al passato. Capisco cosa intendessi fare, ma anche il primo paragrafo, che fotografa il momento presente di Ophelia, è scritto al passato, quindi dovresti modificare una delle due parti, perché così c’è un’incongruenza abbastanza notevole: anche se si arriva alla fine passando per una serie di flashback, è comunque evidente che c’è qualcosa che stona. Non so consigliarti se sia meglio girare tutto al passato, perché potrebbe perdersi il flashback (a meno che tu non voglia evidenziare la differenza mettendolo in corsivo), però al presente perde di finezza, secondo me. Vedi tu cosa ti sembra meglio.
Un’altra cosa che ho notato, e che mi è capitata in qualche altro contest – ma solo raramente –, è che non vai mai a capo. Non so se tu lo faccia per una questione di ordine (che effettivamente avrebbe anche un certo senso se avessi il testo giustificato, invece che allineato a sinistra), ma quando il lettore si trova davanti un tale muro di parole ti assicuro che è scoraggiante. Qualche pausa in più ci vorrebbe e, se non vai a capo per non creare confusione tra i paragrafi, potresti modificare l’interlinea, o addirittura inserire un segno grafico per spezzare il punto in cui si ha cambio di scena. Sto solo ipotizzando, perché non so per quale motivo tu abbia scelto così.
A parte queste cose, comunque, che sono relativamente delle piccolezze, ho notato che lo stile scorre abbastanza bene, però non è... affascinante, credo. Sembra una storia scritta in tutta fretta, ma non perché sia scritta male, perché come ti ho detto poco più in su mi piace molto come hai usato le parole, come hai gestito le espressioni; è proprio una questione di attaccamento, perché ho avuto l’impressione che volessi raccontare in fretta per arrivare alla fine. Forse è anche un effetto indotto dal testo tutto unito, non lo so proprio. Però ho avuto l’impressione di un grande potenziale inespresso, perché di fatto scrivi molto bene ed è come se ti fossi penalizzata da sola – una specie di “è intelligente, ma non si applica”, che ha perseguitato un po’ tutti durante la scuola. Il lato positivo è che si può sistemare in poco tempo e fatica.
Originalità e comunicatività: 8/10.
Ci sono dei motivi per cui ho trovato la storia molto originale, mentre altri per cui l’ho trovata poco originale. Vado a illustrarteli, così magari per quando arriverò in fondo troverò un punteggio adatto.
Sì perché Ophelia ha amato lo stesso qualcuno, nonostante la sua condizione, sapendo a cosa andava incontro e indirettamente anche sperando di risolvere la maledizione in qualche modo. E sì perché, nonostante questo, non si è risolto tutto per il meglio. Sarebbe stato molto facile inserire qualcosa come “il vero amore che spezza i sortilegi”, ma la vita reale – pur nel contesto soprannaturale in cui è immersa la vicenda – è molto più cruda della storia di Biancaneve o Aurora. Quindi, le circostanze sono state abbastanza originali, senza contare il fatto che Ophelia è nata senza magia, e questo è sicuramente qualcosa di particolare, visto che le protagoniste di solito tendono a essere le più belle e le più brave, o qualcosa del genere.
La parte poco originale sta nel fatto che ho avuto altre storie finite in questo senso, dal piano più alto di un palazzo. Sarebbe stato un tocco di classe se avesse provato a combattere la maledizione come una vera “tempesta con la pelle” – come dici nel titolo – ma mi rendo anche conto che lo spazio è quello che è, e forse cinquemila parole non sarebbero bastate a costruire una trama, considerando che hai detto molte cose sul suo passato e che, tutto sommato, non hai uno stile molto sintetico.
L’ho poi trovata poco comunicativa, forse a causa dello stile sbrigativo, come ti dicevo prima. Mi sembra che le parole siano permeate da pochi sentimenti, come se non ti fossi lasciata trasportare dalla vicenda. Non so se sia una cosa reale o meno, però il testo è penalizzato perché ti sei quasi limitata a raccontare ciò che avviene, rimanendo piuttosto estranea alla psicologia della protagonista. E, quando hai provato ad approfondire un po’, è stato come se avessi raccontato i suoi sentimenti invece di lasciarti trasportare da essi.
Rispetto del pacchetto: 5,5/10.
1) 3,5/6.
Non sono sicura che Ophelia sia effettivamente spericolata. Per molto tempo vive tranquilla, in un certo senso rassegnata a ciò che sua madre le ha “regalato”. Certo, poi prende in mano la sua vita, ma anche quando rischia molto – tipo quando rifiuta l’uomo e il gigante che vanno a bussare alla sua porta – preferisce scappare piuttosto che mettere effettivamente in pericolo la sua vita. È vero che anche questo comportamento la porta poi verso Dexter (o porta Dexter verso di lei), però non ho visto nessun rischio esasperato o consapevole. È come se Ophelia fosse una mina vagante senza la consapevolezza della reale portata di ciò che fa, senza contare il fatto che, provocando la morte di tutti coloro che la avvicinano, è davvero difficile che rischi effettivamente qualcosa di grosso. Spero di essermi spiegata in qualche modo. A parte questo, il finale è stato invece molto dentro il personaggio: lei arriva a lanciarsi dalla sommità di un grattacielo per ottenere la libertà da questa sua maledizione, per cui effettivamente rischia (e perde) la vita per fare ciò che vuole. Ti sei salvata con il finale, diciamo, o forse il punteggio sarebbe stato – ahimè – ancora più basso.
2) 0/2.
Purtroppo non ho trovato il prompt, nemmeno accennato, e quindi non posso darti nessun punto. È un peccato, perché ti ho già penalizzata nella parte sopra, e quindi il punteggio in questo parametro sarà un po’ striminzito. Per fortuna te la sei cavata bene sopra!
3) 2/2.
Questa parte è rispettata molto bene, perché, come dicevo anche prima, Ophelia non riesce a superare ciò che la penalizza e, oltre a essere un buon elemento per l’originalità, rispetta anche ciò che avevo chiesto nel pacchetto.
Gradimento personale: 2,5/5.
Non amo il soprannaturale inserito in contesti così poco soprannaturali, se devo essere sincera, per cui il punteggio ne ha inevitabilmente sofferto. Luna è una strega, è vero, ma non hai contestualizzato in nessun modo l’esistenza delle streghe nel mondo, né hai giustificato i suoi comportamenti o raccontato la sua storia. Credo che quella sensazione di “campato per aria” quando si parla di lei potesse essere evitata raccontando un po’ di più di ciò che la spinge a fare tutto ciò che fa. Certo, rimane il fatto che ho dato un limite di parole e, sebbene ne avessi altre duemila circa a disposizione, forse non sarebbero state abbastanza. Non lo sapremo mai, immagino.
Mi piace, invece, il personaggio di Ophelia. In alcuni casi l’hai mossa in modo molto interessante ed è bello il fatto che lei non abbia la magia. La mia mente contorta ha viaggiato molto nella sua psicologia a riguardo, nei complessi di inferiorità o nelle domande esistenziali che si sarebbe potuta porre – o che, chissà, magari si è anche posta nell’adolescenza. Diciamo che mi è piaciuto il potenziale che la storia ha, perché penso che sia una di quelle storie “da longfic”, complice anche il finale drammatico che potrebbe valere davvero la lettura di, non so, una decina di capitoli belli approfonditi. Con un po’ più di show don’t tell, magari, ma come storyline l’ho abbastanza apprezzata.
Bonus Peppa: 0/5.
Totale: 33,6/50 |