Recensioni per
Il complesso del lupo
di udeis

Questa storia ha ottenuto 1 recensioni.
Positive : 1
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
19/12/14, ore 21:25

Tredicesima classificata al contest “Peppa in reverse”: Il complesso del lupo, udeis
 
Grammatica e sintassi: 7,8/10.
“... e si faccia mettere in cinta dall’uomo che...”
“Incinta” va tutto attaccato. (-0,2)
“Non lo voglio sentire, non sta sera.”
Anche “stasera” va attaccato. (-0,2)
“... per quella che, spero, sia la prima volta.”
Questo è un problema sintattico, anche se di fatto potrebbe sembrare solo un’abbondanza di virgole. Se vuoi inserire “spero” negli incisi, allora devi usare il verbo essere all’indicativo. Se invece vuoi mantenere “sia”, andrebbero tolte entrambe le virgole. (-0,3)
“Ha indossato quel maglione, quello brutto e sformato di lana ruvida e blu per sviare il più possibile i miei sospetti.”
Hai aperto un inciso con la virgola dopo “maglione”, perché vai a specificare com’è quel maglione, ma manca la virgola della chiusura dell’inciso stesso, che andrebbe dopo “blu”. (-0,1)
“Davvero, dopo che ti ha ripetuto a memoria e in perfetto italiano tre dei suddetti capitoli, mentre riordinava la spesa settimanale […] con che faccia avrei potuto dirle: “Ora resti a casa a studiare”?”
Se “ti ha” ripetuto le cose, con che faccia “avresti” potuto dirle, non “avrei”. (-0,3)
“... tirava fuori la terra dai vasi per vedere cosa c’è sotto.”
La consecutio temporum non è rispettata. (-0,3)
“... ce l’hanno anche sul pulman.”
“Pullman” si scrive con due elle. (-0,2)
“... e per quella che mia figlia è diventata perché se le dicessi: “non voglio che scopi con il tuo ragazzo” mia figlia mi chiederebbe...”
Qui c’è una ripetizione. (-0,3)
“Mi ha fatto crollare sul divano esausta e risvegliarmi in ansia...”
Crollare e risvegliare, senza il riflessivo: in questo senso, sarebbe come “mi ha fatto risvegliarmi”, ed è intesa come una ripetizione. (-0,3)
 
Stile e lessico: 6/10.
Non è facile valutare lo stile in una storia del genere, a mio avviso, perché è un po’ “parlata” e possono essere permesse delle licenze che, normalmente, in una narrazione mi farebbero rabbrividire. C’è anche da dire che la causticità che permea dalle tue parole non sarebbe stata altrettanto valida se avessi ingabbiato tutto in una forma perfetta.
Però, comunque, ci sono delle cose che vorrei segnalarti, perché in svariati punti ti sei presa forse troppe libertà e sei stata un po’ approssimativa... forse addirittura labile (nel senso che ho perso di vista il concetto che volevi esprimere).
“Soprattutto se a dirlo era una persona che aveva sulla faccia la classica smorfia da “Lasciami in pace, per favore. Ora. O potrei non essere più responsabile delle mie azioni.””
Questa frase mi è sembrata fuori contesto. Prima di tutto, c’è un cambio di tempo verbale tra il periodo precedente e questo, quindi la consecutio temporum non è rispettata (non te l’ho segnalato in grammatica perché la narrazione è tutta altalenante allo stesso modo, per cui ho cercato di vederla come una caratteristica stilistica, visto che è tutto in prima persona). Poi, non ho capito proprio il significato della frase: “dire” cosa? E non ho capito come sia la faccia da “lasciami in pace o potrei non essere più responsabile delle mie azioni”. È come se avessi buttato lì delle espressioni e delle parole poco chiare, giusto per fare sarcasmo senza però far afferrare il concetto.
“Il che renderebbe la mia richiesta come minimo inefficace.”
Anche questa frase mi dà l’impressione di essere “buttata lì”. La richiesta in questione parte da “se esci da quella porta...”, quindi non è decisamente una richiesta. Forse è più una minaccia, e allora sì che potrebbe essere definita inefficace.
Anche nell’ultima frase il lessico è incongruente, perché prima parli di compagno e poi lo definisci come uomo che la protagonista ha sposato. Il compagno è, per definizione comune, l’uomo con cui non ci si sposa ma con cui si vive. Avresti potuto dire “marito”, sarebbe stato molto meglio.
Tutto ciò è dal punto di vista quasi prettamente lessicale. Le parole non sono spesso dosate correttamente e capita che ne venga usata una con un significato non proprio corretto – ti ho fatto qualche esempio qui su, ma in realtà se si studia il testo approfonditamente si nota che lo fai spesso.
A livello di stile, come ti ho già accennato, non mi è piaciuta l’estrema libertà che ti sei presa. Certo, il parlato e, in misura minore, anche il “pensato” possono essere estremamente sgrammaticati, ma in un testo scritto si dovrebbe comunque mantenere un certo rigore. L’unica eccezione sono i dialoghi, a mio avviso (e mi viene sempre in mente il linguaggio del personaggio di Hagrid, quando faccio notare questa cosa).
I periodi sono poi spesso troppo lunghi, i complementi e le varie coordinate sono separati da congiunzioni “e” anche tre o quattro volte di fila, e questo fa perdere tono e inflessione alla narrazione; un’altra cosa che dà questo effetto è la mancanza di virgole in alcune parti del racconto. Ti faccio un esempio di ciò che ti ho appena detto:
“Io avevo quel dannato complesso e ho passato una giovinezza molto divertente a ingozzarmi di cioccolato e canzoni tristi e a insultarmi in ogni lingua conosciuta.”
Questo periodo è l’esempio perfetto: ci sono molte congiunzioni, però neanche una virgola. Se avessi inserito più segni di interpunzione e diminuito le congiunzioni, il risultato sarebbe stato più fluido, meno – a tratti – sgraziato o poco elegante.
Nonostante questo, sei stata abile a far trasparire l’acidità/causticità della protagonista. Se un testo ha varie cacofonie o altri difetti, spesso è difficile notare come tutto possa essere un insieme di emozioni che volgono al sarcasmo, e visto che ti ho già fatto tanti appunti mi sembra quantomeno doveroso darti anche i meriti che ti spettano.
 
Originalità e comunicatività: 7/10.
Non c’è molto di originale in questa situazione: tutte le mamme ci passano e tutte le figlie dicono qualche bugia del genere per vivere le proprie avventure più o meno sensate. La parte originale e più “innovativa”, a mio parere, è l’aver raccontato questo momento spinoso dal punto di vista della mamma, piuttosto che della figlia. Non è facile mettersi dalla parte più “scomoda”, soprattutto se si scrive in un sito come EFP che principalmente è popolato da adolescenti (con tutta probabilità anche in conflitto con la propria madre), e se si è magari più vicini all’adolescenza che ai quarant’anni... ma non so quanti anni tu abbia, per cui sto facendo una congettura basata sulla probabilità.
Ho quindi molto apprezzato questo aspetto, oltre al fatto che è stato molto particolare il finale, con il marito che decide di stare a casa a fare il romantico invece di fuggire – in modo estremamente poco originale – da una donna in preda alle paturnie dell’adolescenza della propria bambina.
Per quanto riguarda la comunicatività, devo dire che il sarcasmo aiuta il coinvolgimento e al tempo stesso potrebbe penalizzarlo, perché non tutti capiscono il sarcasmo di tutti – è, appunto, la caratteristica fondamentale del sarcasmo stesso – e quindi il rischio di incorrere in fraintendimenti è alto. Sei stata abbastanza saggia nel tipo di sarcasmo, perché è più “grossolano” rispetto ad altri (senza però risultare poco pungente) e quindi hai saputo comunicare una certa gamma di emozioni, sebbene con delle battute più sottili sarebbe stato meno difficile conquistare il mio cuore.
 
Rispetto del pacchetto: 8,5/10.
1) 5/6.
La tua donna è sicuramente caustica, non delle peggiori (non delle più “cattive”, diciamo), ma abbastanza da rispettare il pacchetto. Ogni aspetto della situazione che sta vivendo viene visto dal punto di vista del sarcasmo, e arriva addirittura a pensare per paragoni o per battutine. Mi piace, anche perché non è semplice da fare senza risultare poco credibili, quindi hai sicuramente svolto un ottimo lavoro. Non ti do il punteggio massimo perché non sono sicura che voglia proteggere principalmente se stessa. Certo, vede un parallelismo con la ragazza che è stata un tempo, ma mi sembra che si renda conto abbastanza bene che il passato è passato, e adesso mi sembra più volta a proteggere sua figlia. O, in generale, a fare in modo che sia completamente felice e al sicuro. Non è una grande lacuna, perché il filo principale lo hai rispettato, ma preferisco portarlo alla tua attenzione.
2) 1,5/2.
Il maglione di lana ruvida ha un ruolo molto bello, mi è piaciuto subito come sia stato inserito. Sul momento, mi ero persino dimenticata che fosse il prompt e quindi vuol dire che te lo sei giostrato molto bene. E allora perché il mezzo punto in meno?, mi chiederai. Beh, si è perso. Voglio dire: all’inizio è molto importante, però poi è come se ti dimenticassi completamente di menzionarlo nella seconda parte della storia, e sebbene sia il punto da cui parte la riflessione della protagonista – e sia anche giusto non fossilizzarsi sempre sulle solite cose – avrei preferito qualche altra menzione casuale qua e là, giusto per ricordare che l’arma del delitto è proprio lui.
3) 2/2.
Questo prompt è rispettato molto bene, non lasci proprio spazio a dubbi. Nella prima riga già ci fai presente che la donna non ha avuto uomini fino a trent’anni, per cui è impossibile che mentre parla in questo momento ne abbia trentacinque: come minimo, ne ha quarantacinque. Quindi non posso proprio dire nulla, perché, se anche non avessi specificato questa cosa all’inizio, sarebbe stato comunque molto plausibile che avesse più di trentacinque anni, dato che la figlia è un’adolescente.
 
Gradimento personale: 2,5/5.
L’ho trovata carina, in generale, ma non appassionante. Sono amante del sarcasmo e della causticità (io stessa sono tagliente durante ogni momento della mia vita) e forse, proprio per questo, non posso apprezzare appieno qualcosa del genere se non è gestito in modo più che magistrale. Non dico che sia una brutta storia – a parte ciò che ti ho raccontato sopra –, ma non mi ha soddisfatta.
Poi ammetto di non aver gradito quella specie di dialogo con la “se stessa” adolescente, perché mi ha ricordato la Dea Interiore della saga di Cinquanta Sfumature, ed è una cosa che mi sembra un po’ poco realistica, soprattutto se gli scambi di opinioni sono addirittura dei dialoghi diretti come hai fatto tu. Avresti potuto, invece dell’inserimento di una coscienza, intervallare il presente a flashback della protagonista sedicenne in modo da far capire in modo meno frontale perché non si sia sentita di parlare apertamente alla figlia. È solo una mia opinione, infatti te la faccio presente in questo parametro per non inficiare l’oggettività del resto. Però, comunque, è stata una lettura abbastanza piacevole e il finale mi ha proprio fatta sorridere.
 
Bonus Peppa: 0/5.
 
Totale: 31,8/50.