Seconda classificata a pari merito al contest 'I'd die to be where you are'
Grammatica e sintassi: 19,8/20
Stile e lessico: 15/15
Attinenza al tema/utilizzo della citazione: 10/10
Sviluppo della trama/originalità/gradimento personale: 10/10
Approfondimento dei personaggi/IC: 10/10
Totale 64,8/65
Grammatica e sintassi
La grammatica e la sintassi sono assolutamente, totalmente perfette, dalla prima all’ultima riga. Non c’è alcuna sbavatura, di nessun genere. Ogni frase è curata nei dettagli, in modo eccellente.
La punteggiatura è molto, molto buona. Ci sono solo un paio di casi dove non mi convince del tutto (ma si tratta di dettagli di poco conto), e te li segnalo.
- Realizzare che niente era vero se non il sordo dolore che schiacciava i polmoni impedendogli di respirare Qui la frase è un po’ lunghetta, e disorienta un pochino il lettore per questo. Io la spezzerei, inserendo una virgola dopo “vero” per renderla più scorrevole.
- Un’alba John, risvegliatosi da uno dei suoi sogni, non riuscì più ad aggrapparsi alla realtà Qui non mi convince del tutto la virgola dopo John: o meglio, è corretta, ma io ne metterei una anche prima di John, per separare “un’alba” e “John”.
A parte questi minuscoli appunti, la punteggiatura è eccellente. Riesci a gestire i segni di interpunzione con grande, grandissima abilità, dando un bel ritmo alla storia.
Stile e lessico
Mi hai uccisa. Forse dovrei aspettare almeno la voce “gradimento” personale per dirtelo, ma non sono riuscita a trattenermi. Mi hai distrutto il cuore.
E dato che complice di questo massacro dei miei sentimenti è il tuo stile meraviglioso, riesco anche a giustificare la mia disperazione in questa sezione.
Hai uno stile incredibilmente coinvolgente, incisivo, vivido. Ogni frase porta alla vita una serie di emozioni, immagini e significati travolgenti. Ogni singolo periodo ha una ragione di esistere, uno scopo ben preciso. Non ci sono frasi fuori luogo, non ci sono frasi superflue. Ogni cosa è costruita con grande attenzione e precisione.
Il tuo stile è estremamente piacevole da leggere, ed eccezionale per l’introspezione drammatica: riesci a rievocare con grandissima naturalezza immagini estremamente vivide nella mente del lettore, rendendo i sentimenti di John concreti, reali.
Il lessico è altrettanto straordinario: hai un vocabolario ampio, vario e ricco, e sai esattamente quale parola usare in ogni singolo momento. Non c’è un solo termine che sia fuori luogo o che potrebbe essere sostituito con un altro. Riesci a raggiungere un equilibrio perfetto fra musicalità ed efficacia, creando una narrazione estremamente ricca ed emozionante. Scrivi in modo “dinamico”, audace, senza avere paura di osare qualche variazione di registro o stile e sapendole sempre dosare alla perfezione. Non esageri mai, né con la ricercatezza né con la chiarezza.
Attinenza al tema/utilizzo della citazione
La frase è stata rispettata al cento percento, in ogni singola riga. C’è tutto, tutto quanto: c’è il significato, c’è la frase, c’è l’atmosfera. Non avresti potuto utilizzarla in modo più completo ed efficace: tutta la storia risulta pervasa dalla frase, ogni riga la richiama. Anche dove la citazione non influenza le riflessioni direttamente, c’è sempre qualche piccolo richiamo, qualche indizio che fa sì che la frase sia parte integrante della storia. Sei riuscita a plasmare il racconto alla perfezione sulla frase, riprendendone ogni sfumatura e rielaborandola in modo del tutto efficace. Sei riuscita addirittura a rispettare il senso letterale della frase mantenendo un livello di originalità altissimo, proprio grazie allo stile e alla profondità delle riflessioni.
Sviluppo della trama/originalità/gradimento personale
Okay, ora posso ribadirlo senza andare OOC da sola (??): questa storia mi ha ucciso, perché ha un livello di profondità, drammaticità e bellezza straordinario. È una storia splendida dal punto di vista della forma e dello stile, e lo è altrettanto per quanto riguarda i contenuti: hai scelto un momento difficile, difficilissimo da trattare. Sei riuscita a renderlo con grande delicatezza, tatto e realismo. Non esageri mai, non rendi mai la storia troppo drammatica o poco realistica: riesci dall’inizio alla fine a rendere il racconto plausibile, seguendo un filo logico assolutamente coerente e utilizzando uno stile di grande impatto. Mi piace come è strutturata la storia: è sviluppata in modo perfettamente chiaro e comprensibile, e il passare dalla situazione generale al momento specifico in cui tutto cambia, in cui John crolla, è geniale: dà carattere e spessore alla storia, dando proprio l’idea di una serie di giornate tutte uguali che culminano con il momento in cui John non regge più, non riesce più a sopportare la solitudine, la noia, il vuoto.
E il finale. Non il finale per John, proprio il finale finale. È geniale. Geniale, perché assolutamente inaspettato. E rende la storia ancora più drammatica: in una sola riga, sei stata in grado di aggiungere una profondità incredibile al racconto, perché in quella riga finale c’è il dramma del “troppo tardi”, c’è il dramma delle decisioni irreversibili e tragiche su cui non si può tornare, c’è il dramma di Sherlock che dovrà convivere per sempre con la consapevolezza di non aver salvato John, di averlo, di fatto, ucciso. C’è la certezza che le cose sarebbero potute essere differenti, che Sherlock e John avrebbero potuto avere il loro lieto fine, ma Sherlock, per una volta, ha fatto male i calcoli. Non ha capito, o non ha voluto capire, cosa lui significasse per John, e John ha pagato questo errore, questa cecità, con la vita.
È devastante. E geniale.
Approfondimento dei personaggi/IC
I pensieri di John si susseguono con una naturalezza tale da rendere impossibile al lettore non immedesimarsi: sono riflessioni così profonde, così vere, così oneste da catturare il lettore e proiettarlo direttamente nella mente di John, dalla prima all’ultima riga.
Non solo i suoi pensieri sono realistici e coerenti: le sue emozioni sono intense, devastanti, e travolgono il lettore.
Il momento trattato è difficilissimo da rendere, perché c’era il rischio di renderlo troppo drammatico, troppo sentimentale, andando così OOC, o di sacrificare l’impatto emotivo per rendere John IC e far diventare dunque la storia “fredda”: tu hai trovato l’equilibrio perfetto. La storia è sia coinvolgente sia plausibile, perché le riflessioni di John si avvicendano con una precisione ed intensità da portare il lettore esattamente dove tu vuoi che arrivi. Le emozioni che John prova sono così travolgenti da rendere il finale l’unica conclusione possibile. Era un finale rischioso da scegliere, perché il rischio di esagerare in una direzione o nell’altra era fortissimo, ma tu sei stata in grado di strutturare la storia in modo tale che, alla fine, qualunque altra conclusione sarebbe risultata fuori posto. La storia scorre come un fiume in piena, devastante e travolgente, fino ad arrivare all’unico finale possibile: quello che tu stessa hai scelto. La caratterizzazione di John è straordinaria, in ogni gesto, in ogni parola. C’è tutto John, qui, nel modo di muoversi, di pensare, di soffrire. Non solo: c’è un John distrutto, un John che è tutto se stesso anche nel dolore. E questo dolore è straziante, perché viene assimilato dal lettore dall’inizio alla fine grazie al tuo stile incisivo e straordinariamente coinvolgente. |