GIUDIZIO PER AVER PARTECIPATO AL CONTEST «CHILDREN OF THE NIGHT»
«PRIMO PREMIO» DI NEMAINN (YNIS)
Trivio guardò negli occhi il ragazzo, perdendosi in quegli abissi di cobalto. Non poteva morderlo, non poteva, non lui. Qualcosa nel vampiro si ribellava e alla fine il morso divenne un bacio pieno di passione, che catturò le labbra del giovane Livio come se non volesse mai più separarsene.
- Sviluppo della trama e dei personaggi
Una storia con un inizio e una fine abbastanza lineare, che svela forse un po' troppo presto che in realtà Travis è Trivio - o forse sono io che ormai non mi stupisco quasi più di nulla quando si tratta di vampiri, non ne ho idea - e che quella povera ragazza non farà proprio una bella fine nelle sue mani, ma è una trama che ha comunque un suo fascino, sviscerando a poco a poco il modo in cui i fatti si intersecano e si accavallano gli uni con gli altri fino a giungere alla conclusione della stessa.
Si tratta di un racconto dalle tinte macabre e genuine, che fa tuffare il lettore in un piccolo sprazzo di modernità e, nello stesso istante, di tempi ormai andati, tempi in cui forse cacciare era persino più facile e in cui i vampiri riuscivano a procurarsi le loro prede; al principio sembra essere solo una storia come tante altre in cui la ragazzina di turno conosce il suo idolo e non sta più nella pelle per incontrarlo, ma pian piano si comincia a vedere oltre quest'illusione, oltre il suo sogno ingenuo, facendo scoppiare la bolla di sapone in cui è imprigionata per mostrarle l'orribile verità che si cela dietro a quella bugia.
Ci sono passaggi che hanno colto subito la mia attenzione, e parlo di piccoli dettagli e accenni storici che hanno dato un tocco di classe alla storia, facendo sì che ci si immerga in essa e si respiri, riga dopo riga, quel sapore di antico che traspare tra le parole; inoltre io stessa ho usato, e parlo di un bel paio d'anni fa, la presenza di Jack lo Squartatore in una storia di vampiri, forse perché, quasi quanto un vampiro, le sue uccisioni avevano il loro macabro fascino che incuriosiva ed impauriva la gente durante quel lontano periodo ottocentesco. Non posso dunque dire di non aver apprezzato la sua comparsa, seppur marginale, durante il corso della storia, dove ci veniva vagamente rappresentata la sua figura imponente e terrificante che si aggirava fra i quartieri di Whitechapel e viene additato come una possibile minaccia per lo stile di vita del nostro protagonista.
Ho apprezzato anche il modo in cui hai spiegato come Trivio fosse diventato vampiro. Amando follemente storie raffiguranti l'antica Roma, l'inserimento di dei e i riti che si svolgevano ha fatto sì che il gradimento salisse ancora un bel po', interessandomi poi quando hai cominciato a parlare di Ecate e dei crocevia; l'ho trovato un ottimo espediente per inquadrare Trivio - spiegando così anche la sua appartenenza alla dea e al significato del suo nome, legandolo a lei in tutto e per tutto -, anche se forse avrei parlato un po' di più della suddetta maledizione che lo uccide e che lo fa risvegliare nello stato attuale, così da incuriosire magari maggiormente il lettore e far sì che non gli vengano lasciati dubbi su quel determinato passaggio. Difatti l'avrei apprezzato molto anche io, dato che avrei voluto sapere molto più nel dettaglio di che cosa si parlasse e come fosse morto con esattezza; l'ho trovato un passaggio un pochino affrettato, anche se comprendo che, giacché lo stava spiegando a Sofia, non si poteva di certo sperare che allungasse il brodo in maniera fin troppo esagerata. Inoltre c'era anche il limite di parole che io stessa avevo imposto, quindi non potevo proprio aspettarmi che ci si inoltrasse troppo in dettagli che, ai fini della trama, in fin dei conti contavano ben poco.
Facciamo un piccolo passo indietro e parliamo dei personaggi. Su Michela e su Selene si può purtroppo dire poco, essendo abbastanza marginali e comparendo praticamente una volta sporadica o due, non lasciando al lettore il tempo di conoscerle ma dando comunque un'idea di come siano entrambe; sulla prima si può dire che sia praticamente una ragazzina che ama leggere e che ha una certa passione per gli stessi libri che ama anche la sorella - una cosa abbastanza carina, almeno possono parlare insieme di ciò che hanno letto e fare su questo due chiacchiere -, mentre per la seconda ci viene svelato, proprio verso la fine, che anch'ella è un vampiro e che ha vissuto per parecchio tempo insieme a Trivio, vivendo al suo fianco. L'ho trovata anche un po' cattivella, ma non più di tanto, diciamo una vampira standard che ha comunque in sé quel pizzico di crudeltà intrinseca e sarcasmo che a lungo andare sembra caratterizzare un po' tutte quelle creature della notte che vivono in età moderna. Chissà, magari i secoli e i secoli ti rendono un po' cinico.
Sofia è invece la classica ragazzina che vive in un mondo in cui la romanticheria la fa da padrone: è giovane e vede amore anche dove non c'è, magari cercandolo persino con il lanternino, un po' fissata sui vampiri e sul fatto che anch'essi conservino, in qualche recesso della loro anima immortale - ma, ehi, i vampiri non hanno anima -, un sentimento umano che permetta loro di essere dolci e teneri esseri che potrebbero condividere l'amore nello stesso modo in cui potrebbe condividerlo un comune uomo. Insomma, la classica ragazzina giovane e ingenua - magari pure fan sfegatata di Twilight e vampirelli sbrilluccicosi, che Dio ce le scampi! - che potrebbe cadere vittima della prima persona che si dimostri disponibile, cosa che effettivamente accade; Trivio è un manipolatore che gioca con il suo ruolo attuale e con la sua storia passata, sviscerando un po' di verità e menzogne in libri che riescono così a catturare l'attenzione delle vittime di cui si nutre. Questo espediente dello scrittore mi ha parzialmente ricordato il modo in cui Lestat e Louis parlavano di loro stessi in testi di canzoni et similia, un buon modo per sviare l'attenzione ed essere figure evanescenti e al contempo presenti nell'immaginario e nella realtà collettiva. E così fa Trivio, riuscendo a far apprezzare la sua vena artisticamente crudele.
- Stile, sintassi & grammatica
Pur rischiando di ripetermi, il tuo stile mi piace. Mi piace il modo in cui riesci a gestire gli elementi e il tuo alternare le descrizioni con l'aspetto psicologico dei personaggi senza strafare, cosa che non è da tutti e che, spesso e volentieri, non viene nemmeno diluito come si conviene; si ha dunque un effetto troppo pomposo e artificioso per la maggior parte delle volte, ma non è questo il caso: giocando con le parole e disseminando durante il testo piccoli indizi che possono dare l'idea del posto che si sta visitando o addirittura dei personaggi, ci si ritrova pian piano in quel mondo e a comprendere che cosa sta succedendo, senza troppi inforigurgiti e, anzi, lasciando che sia il testo ad aprirsi a poco a poco dinanzi agli occhi del lettore.
Per quanto riguarda la grammatica, buona e quasi eccepibile, a parte qualche piccola svista o frasi che, se visti con altre pause e diverse ottiche, potrebbero essere sistemate e/o necessitare di qualche modifica per renderle più facilmente leggibili e dunque di riflesso molto più scorrevoli di come si presentano; sai quali parole usare e in quale momento, dando loro la musicalità giusta e rendendo così il tutto con un suono decisamente più gioioso.
Come detto in precedenza, però, ci sono piccolezze che vanno ad intaccare un testo, pur trattandosi di cose talmente insignificanti da non risultare esattamente come degli errori. Qui di seguito ti elenco ciò che voglio dire:
❒ Michela alzò gli occhi dal libro che stava leggendo sdraiata sul letto della loro stanza → Per separare i due verbi a distanza così ravvicinata, proverei ad inserire una virgola dopo “leggendo” oppure rivedrei un po' la frase in modo da renderla comunque comprensibile
❒ Con un gridolino la minore si lanciò sul letto dell’altra, atterrando quasi addosso alla sorella, che la fissava interdetta. → Con un gridolino, la minore (eviterei, però, di scrivere “la minore”) si lanciò sul letto dell’altra, atterrando quasi addosso alla sorella, che la fissava interdetta
❒ La maggiore prese a balbettare in modo incoerente emettendo versi di puro entusiasmo → La maggiore prese a balbettare in modo incoerente, emettendo versi di puro entusiasmo
❒ in pochissimi anni aveva scalato ogni classifica sfornando, uno dopo l’altro, i romanzi della saga ‘La linea scarlatta’ → in pochissimi anni aveva scalato ogni classifica, sfornando, uno dopo l’altro, i romanzi della saga ‘La linea scarlatta’,
❒ ma Sofia al contrario di loro lo amava e basta, senza remore → ma Sofia, al contrario di loro, lo amava e basta, senza remore
❒ l’assassino che seppelliva in modo che non si potesse liberare il suo beniamino → l’assassino che seppelliva, in modo che non si potesse liberare, il suo beniamino
❒ quando la donna si fermò facendo le presentazioni → quando la donna si fermò e fece le presentazioni
❒ Per un attimo ai suoi occhi l’autore era diventato il personaggio, deglutì imbarazzata sentendo le gote calde → Per un attimo, ai suoi occhi, l’autore era diventato il personaggio; deglutì imbarazzata, sentendo le gote calde
❒ Chiese l’uomo sorridendo divertito → Chiese l’uomo, sorridendo divertito
❒ e interruppe con una risata la ragazza → e interruppe la ragazza con una risata
❒ Maschera con un aspetto quasi umano e razionale le sue scelte → Maschera le sue scelte con un aspetto quasi umano e razionale
❒ Dea della stregoneria, guardiana di crocevia dagli spiriti e dai demoni, come suo sacerdote dovevo mantenere liberi da quelle presenze malvagie gli incroci messi sotto la sua protezione → Dea della stregoneria, guardiana di crocevia dagli spiriti e dai demoni; come suo sacerdote, dovevo mantenere liberi da quelle presenze malvagie gli incroci messi sotto la sua protezione
❒ Sofia si allontanò andando verso la porta → Sofia si allontanò, andando verso la porta
❒ decisamete → decisamente
❒ che scosse la testa liberando il lungo crine → che scosse la testa, liberando il lungo crine
❒ Il volto del vampiro per un momento mostrò la sua reale natura → Il volto del vampiro, per un momento, mostrò la sua reale natura
❒ e poi, con un sorriso cattivo iniziò a declamare → e poi, con un sorriso cattivo, iniziò a declamare
- Parere personale
Ammetto che mi ero aspettata un qualcosa di molto più violento che avrebbe delineato in tutto e per tutto la figura sensuale e letale del vampiro, ma in fin dei conti ogni cosa è coerente con la trama che segue la storia, quindi alla fin fine va bene anche così e da comunque un suo senso di macabro e di crudele, lasciando il lettore sia interdetto che con la consapevolezza che sarebbe successo lo stesso. A giocare col fuoco si rimane bruciati, dopotutto, e Sofia l'ha scoperto a proprie spese.
Con maestria ed eleganza, però, sei riuscita a mostrare tutte le sfaccettature del vampiro, dapprima facendolo passare per un semplice scrittore eccentrico che parla con fin troppa foga dei propri personaggi e dei propri scritti, sorridendo affabile a quella che è una semplice fan, e poi mostrando il vampiro nascosto dietro a quella maschera - maschera dietro cui lui stesso si nasconde e che accenna persino a Sofia stessa -, l'essere che affascina e incanta con lo sguardo e che, sensualmente, succhia via la vita dalla sua ignara vittima. Cambia col mondo e cambia col tempo, senza essere sempre uguale ma tenendo comunque ancorato a sé quel senso di antichità che caratterizza spesso e volentieri i vampiri così longevi, mostrando la sua crudeltà senza farsi tanti scrupoli.
Nonostante la piattezza - intesa come storia lineare - e il non essersi dilungato troppo, il racconto presentava comunque i suoi punti forti ed è riuscito a catturare l'attenzione, portando avanti una trama coerente con se stessa e delineando la figura mistica e misteriosa del vampiro. |