Ecco, mi hai definitivamente persa, sono caduta nel burrone di emozioni strazianti e lacrime amare. Sono troppo sensibile, decisamente troppo.
E tu sei troppo brava, sul serio. Come fai a superarti capitolo dopo capitolo? L’ho già detto, lo ripeto, Remus John Lupin è il mio Malandrino preferito, nonché il personaggio della saga che amo di più, e il fascino da intellettuale che ho citato prima è solo l’ultimo dei motivi del mio amore per lui: si porta dietro una sofferenza grandissima da quando era solo un bambino, vive con la paura di essere emarginato, con la speranza di essere capito e accolto, con la rassegnazione di chi si sente troppo diverso dagli altri. Ha un animo buono, gentile, generoso. Guarda con malinconia il mondo attorno a lui. Tende ad allontanare le persone da sé perché, credendo di essere un mostro, pensa in tal modo di difenderle. Considera il bene più prezioso gli amici, che senza riserve l’hanno capito e accolto, proprio come lui in cuor suo sperava, e l’hanno aiutato con un atto d’amore che non avrebbe immaginato nemmeno nei suoi sogni più segreti: sono diventati Animagi per tenergli compagnia nei suoi momenti più bui, quando la Luna piena lo fa trasformare in qualcosa che tutti con terrore eviterebbero.
In più, vive col peso di essere un sopravvissuto a una guerra che ha lasciato solo sconfitti, nessun vincitore: ha perso gli amici, la sua unica famiglia, ha perso la leggerezza che loro gli avevano donato e la felicità che aveva iniziato a pensare di meritarsi, almeno un po’. Come andare avanti quando perdi tutto? Come tornare nel posto che più ti ricorda quel passato e quelle persone che hai perso per sempre? Lì, sull’Espresso, rimarrà per sempre traccia dei Malandrini, ma basta un rumore, una frase di uno sconosciuto, il volto di un ragazzo a ricordare a Lupin che ora è cambiato tutto. Due amici sono morti, uno li ha traditi.
Mi sono sempre chiesta come abbia superato il tradimento (in realtà non vero) di Sirius: si sarà sentito certamente tradito, forse abbandonato, ma come ha vissuto per dodici anni? Com’è andato avanti?
Ti devo dire grazie. Perché ho sempre pensato a questo momento, sull’Espresso di Hogwarts, e al primo incontro dopo dodici anni tra Remus e Harry: oltre al bagaglio con la targhetta “R. J. Lupin”, ce n’è uno più pesante, meno visibile, che non si può appoggiare sulla rete, deve essere portato dietro costantemente.
Non so se è possibile, ma mi sono emozionata ancora di più leggendo le parole di James. Non voglio vantarmi, sia chiaro, ma l’ho capito subito che fosse James e mi sono ritrovata, di nuovo, con gli occhi dolci e lucidi per la commozione. Lo so, sono troppo sensibile, scusami. <3
Sei veramente un genio, hai un talento… enorme! L’ho già detto? Probabilmente sì ma te lo dico di nuovo, perché sei un genio.
Ok, spero di non averti annoiata con questi pensieri, il fatto è che ho amato questo capitolo ancora di più dei precedenti e non pensavo che fosse possibile.
A presto per l’ultimo capitolo! |