Una deliziosa commedia di San Valentino. Ecco, se dovessi descrivere questa storia con poche parole, userei queste precise. Anche qui, un po' come nella precedente che ho recensito, affronti argomento spinoso. Un qualcosa che, pur essendo relativamente semplice da trattare, rimane lo stesso ostico e questo non soltanto per via del fatto che uno dei due è Sherlock Holmes. Le commedie romantiche sono ciò che contraddistingue parte del cinema americano, io personalmente ci sono cresciuta. Mio malgrado. Conosco molto bene i loro schemi e so che non è facile, secondo me, scrivere storie simili senza cadere nell'eccesso. Troppo smielato. Troppo inverosimile. Oppure con un rating rosso tanto spinto. Si rischia sempre di scrivere una storia priva di equilibri. Qui non è così. Non c'è niente di eccessivo, anzi, trovo come sempre che tu sia riuscita a trattare Sherlock Holmes calandolo in un contesto a lui sconosciuto pur riuscendo a mantenere intatto il suo carattere. Sempre molto IC, ecco.
La sostanza della storia è io credo verosimile, per quanto riguarda uno Sherlock calato dentro a una relazione con John. Il non sentirsi abbastanza, il sapere di essere una persona "stramba" e che fa cose e a cui ne piacciono altre che sono ritenute socialmente inaccettabili, e il tentare di cambiare. Forse non riuscendoci, ma almeno provandoci. E il provare a muoversi verso un qualcosa che a John potrebbe piacere, è io credo una delle cose più deliziose che si possano scrivere su Sherlock. Qui Sherlock e John sono in una relazione stabile. Mi pare evidente. Tuttavia, sembra che sia il primo San Valentino insieme. E Sherlock non sa che fare. Tutta la prima parte l'ho trovata ottima, Sherlock che si muove nel suo palazzo mentale e che cerca informazioni a riguardo, finendo poi per andare nel subconscio, l'ho trovato magnifico. Davvero. Non in molti pensano a scrivere del palazzo mentale di Sherlock in maniera fisica, di solito viene solamente citato. O poco altro. Tu invece ci catapulti dentro, tra corridoi e stanze. Con Janine vestita come al matrimonio di John e Mary e che aiuterà Sherlock a capire cosa deve fare e che sia socialmente accettabile. Il tentativo di Sherlock è meraviglioso a mio avviso, e tu ce lo offri con una mescolanza di emozioni diverse. C'è un pizzico di amarezza per questo uomo che crede di non essere abbastanza e che le prova tutte pur di far felice John, persino fare un qualcosa che odia e che non farebbe mai come festeggiare una festa stupida come San Valentino. Allo stesso tempo è molto dolce. Insomma, sei stata capace di trasmettere un miscuglio di sensazioni diverse.
La trama è ottima. Dopo il palazzo mentale, Sherlock si ritrova nel mondo reale a dover fare qualcosa di concreto. Lo fa alla propria maniera, chiamando mamma (io credo molto nel fatto che possa realmente domandare il suo aiuto per queste cose, quindi grazie d'aver inserito quel frangente) e poi riuscendo a cucinare per John. Credo che Sherlock potrebbe essere un ottimo cuoco, se solo ha voglia di mettersi a cucinare. Per John questo e altro ovviamente... Come prendere un cane per suggellare una relazione che sta diventando seria e che sperano tutti e due che sia duratura. Ci hai messo tutto, anche in poche righe come John che non sa bene che cosa voglia Sherlock per il futuro e che quindi teme e ha paura per il futuro.
Insomma, hai fatto un ottimo lavoro. Davvero. Complimenti come sempre.
Koa |