Recensioni per
Hiems alma
di graciousghost

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
07/03/15, ore 22:27
Cap. 1:

Prima classificata 

Hiems alma
- tempesta che infonde vita -


di Ayumu_7

(Totale: 51.5/52)

 
 
Ortografia e grammatica: 9.5/10
 
Non ho riscontrato alcun errore grammaticale, sintattico o la benché minima traccia di ripetizioni. Hai posto grande cura nella rifinizione della fiction e la mancanza di refusi ne è una prova schiacciante.
Ti sono scappati giusto due errori di battitura, che ti segnalo qui di séguito:
 



  • «Siete fiamme che hanno bisogno che il legno li accolga per ardere. Ma, bruciando con la stessa intensità, l'incendio è l'unico esito possibile». → le

  • Con quella bocca sottile che non conosceva gentilezza, Madara reprimeva sul nascere i gemiti impastati di Mito e li canalizzava nel proprio copro, dove essi si condensavano in un unico e immenso piacere. corpo


 
Per quanto riguarda la corretta grafia di capoclan (che tu hai reso capo clan), non mi sono soffermata a pensarci: sono accettabili entrambe le forme.
 
Hai dimenticato una virgola nella battuta: «Permettimi di dirti addio, allora».
 
Delle volte, invece, avrei posto un punto al posto della virgola perché c'è un cambio di soggetto; ad esempio:
 



  • «Cosa ci fai qui, principessa?», sebbene la donna odiasse il soprannome, Madara non aveva smesso di riferirsi a lei con quell'apostrofe, quando Hashirama non era nei paraggi per rimproverarlo. → «[...] principessa?». Sebbene la donna odiasse […]


 
 
Annotazioni (non considerate errori)
In alcuni casi hai dimenticato di porre il punto fuori dai caporali, al termine di una battuta del personaggio (mentre per il resto del testo hai adottato questo sistema).
 
 
IC dei personaggi: 10/10
 
Nessun dubbio sulla resa perfetta dei protagonisti: Mito è la donna tenace e indomita di sempre, costretta a un matrimonio di convenienza, ma ben risoluta ad amare solamente colui che farà breccia nel suo cuore. Anche di fronte all'evidenza di una passione formidabile, tuttavia, non riesce a tradire il marito senza provare sensi di colpa. È la Uzumaki che anch'io amo e l'hai descritta magistralmente.
Stesso discorso per Madara: orgoglioso, ligio al dovere, coraggioso, fedele al proprio daimyō ma anche verso ciò che il cuore gli detta. Si considera una belva, un demone, ma agli occhi di Mito riesce ad apparire come la persona più degna d'amore dell'intero Giappone. Agli occhi del giudice è parso affascinante e perfettamente in linea con l'Uchiha conosciuto nel manga.
Hashirama è... Hashirama: un marito amabile; una persona sensibile, gioviale, pacata e intelligente; un capoclan che trasmette fiducia e che fa il possibile per proteggere i propri compagni.
 
 
Originalità della trama: 10/10
 
Anche su questo punto, non ci piove: sei stata molto originale. Sei partita da un antefatto storico documentato da diverse fonti, ma sei riuscita a dare un volto ai semplici nomi che i manuali e le enciclopedie hanno tramandato. In particolare, hai adattato perfettamente i personaggi del mondo di Naruto alle personalità reali della vicenda, riuscendo poi a metterci del tuo e a rendere la tua “versione della storia” davvero credibile: il motivo dello screzio tra i due amici fraterni è una donna; il traditore è Tobirama; il Senju consolida il proprio potere, ma a caro prezzo.
Dietro la fiction c'è stato un accuratissimo lavoro di ricerca, ma non ti sei accontentata di fornire una trasposizione in chiave “narutiana” della vicenda giapponese: ci hai messo del tuo, hai rielaborato i dati, ti sei impegnata a giustificare gli eventi e riconsegnarceli verosimili. La tua è una fiction AU storica come si deve, punto.
 
 
Stile e tecniche espressive: 10/10
 
Chiunque inizi a leggere la tua storia sarà d'accordo con me: è di un'eleganza estrema. La prima pagina, tra le citazioni dall'elegia funebre e le frasi che sono farina del tuo sacco, avvolge il lettore in un'atmosfera incantata, carica di sofferenza ma, proprio per questo, affascinante. Scegli di raccontare la storia a posteriori, anticipando fin dalle prime righe quale esito avrà il legame tra Hashirama e Madara (e, inevitabilmente, Mito); una preferenza narrativa che ho apprezzato molto, perché attira l'attenzione di chi legge e lo spinge a volerne sapere di più, a domandarsi fin da subito che cosa sarà mai successo per arrivare a tanto.
La lettura è stata gradevolissima. La tua ottima padronanza delle norme grammaticali, il lessico ricco, la struttura lineare e ben tornita delle frasi permettono di immergersi nel brano senza difficoltà, senza possibilità di distrazione. Una prosa che non è una semplice prosa: è un ibrido tra poesia e teatro, tra romanzo epistolare e pura narrazione – ma a ottimi livelli.
In particolare, ti segnalo i passaggi che più mi hanno colpita:
 



  • La mano si attarda – sulla piuma o sulla spada? – perché non riesce a decidere quali saranno le ultime parole vergate dal suo tratto.

  • La stretta sull'elsa si fa più energica; è Madara che si batte per pugnalare l'Uchiha – Madara che vorrebbe saper amare, pur con il cuore troppo angusto dell'Uchiha.




  • «Siete fiamme che hanno bisogno che il legno le accolga per ardere. Ma, bruciando con la stessa intensità, l'incendio è l'unico esito possibile».

  • Il Fuoco riconobbe il suo simile e la combustione non lasciò altro che braci spente.

  • «La guerra non è posto per nessuno. Nemmeno per uno come te».


«Io sono nato per questo destino», ribadì il generale, brandendo con presa più salda la spada.
«Ti sbagli. Tu non sei un portatore di morte, per quanto ti sforzi di dimostrare il contrario».



  • L'Uchiha si trattenne dal rispondere, distratto dalla figura inginocchiata, oltre il vetro della finestra, che sistemava i fiori appena recisi secondo l'arte dell'ikebana. La osservò per pochi secondi; infondeva vita, con i gesti sapienti delle mani, in creature ormai morte.


«Perché spero di versare il mio».
Perché sono pronto a subire qualunque tormento, ma non questo.



  • «Cerca di non tornare».


«Ci provo ogni volta».


  • Entrambi etichettavano le lacrime come umane debolezze, per loro che non appartenevano alla sfera terrena; un demone e una divinità, sebbene ciascuno si rivolgesse a se stesso con il primo appellativo.

  • […] il cotone soccombeva alla carne con arrendevolezza.

  • “Resterai ucciso dal tuo senso di giustizia”, mi disse il giorno che la incontrai; forse solo ora capisco che mai ci fu anima più affine alla mia.


 
Il testo è ricco di citazioni interessanti e di straordinaria bellezza; al di là del prompt – che hai inserito in maniera originale in quell'ultima, disperata lettera di Madara (ne sono pienamente soddisfatta) – hai concesso spazio a una splendida elegia funebre e alla Sposa del vento – sia l'opera visiva, sia quella poetica. Mi sono trovata davanti a un perfetto puzzle di citazioni artistiche che completano e rendono questa fiction non soltanto una meravigliosa lettura, ma anche qualcosa di più profondo.
Un'ultima cosa: ritengo che il glossario sia molto utile, soprattutto per chi ha poca dimestichezza con la cultura giapponese.
 
 
Gradimento personale: 10/10
 
Se ancora non fosse chiaro, ho adorato la tua fiction. È un monumento al MadaMito più disperato e Angst che si possa immaginare – EFP ne è quasi del tutto sprovvisto, purtroppo – e al genere AU storico. Nulla è lasciato al caso, dalla cura per i particolari e per l'ambientazione alla scelta delle parole impiegate nella narrazione, in un crescendo di frasi ad effetto.
La guerra si interseca perfettamente all'amore, alla passione che prende piede nel cuore della Uzumaki e dell'Uchiha. Sono due fuochi simili – incredibilmente simili, che non tutti, purtroppo, riescono a concepire come tali – che inevitabilmente vanno verso un'atroce autocombustione.
Madara e Mito si vedono come entità mostruose, ma solo insieme riescono a rivelarsi essere creature umane, forti e deboli, violente e passionali in misure misteriose. Il loro primo incontro è già fatale, l'ultimo è consacrazione all'eternità.(NB. Te la sei cavata benissimo anche con la scena d'amore: hai combinato bene delicatezza e sensualità).
Oltre ai miei complimenti per la resa della coppia e per la tua bravura e creatività, aggiungo quelli per la scelta del titolo: in primis perché in latino – sarò un tantino di parte, ma lo amo –, in secundis perché condensa in due semplici parole tutto ciò che hai infuso con grazia e perizia nell'intera fiction.
Credo che la tua storia potrebbe portare tanti lettori scettici al lato oscuro della MadaMito – ergo, spero che ne scriverai tante altre.
 
 
Eventuali punti bonus:
 



  • 1 (fiction AU storica);

  • 1 (hai adottato una ship del cuore).


 
 


Totale: 51,5/52
 

(Recensione modificata il 07/03/2015 - 10:29 pm)
(Recensione modificata il 08/03/2015 - 09:30 am)

Recensore Junior
02/03/15, ore 22:03
Cap. 1:

Un capolavoro, altroché! Ho letto la tua fic tutto d'un fiato e alla fine mi sono accorta che avevo gli occhi umidi e una lacrima che percorreva la guancia. Con i libri e gli scritti in generale, potendo solo immaginare la scena, ciò mi succede assai più di rado che con i film, per cui ti sono davvero grata per avermi fatta emozionare così tanto. In verità ho letto la storia ieri sera, solo che la mezzanotte e mezza era un'ora troppo tarda per mettere insieme una recensione come si deve, quindi eccomi qua ora, con quasi un giorno di ritardo.
Deve essere stato una faticaccia documentarsi su tutti gli avvenimenti storici, i personaggi e le date: posso solo immaginare. Se il risultato è stato questo, però, dal punto di vista di una modesta lettrice ne è valsa la pena, perché la storia è scritta in modo sublime sotto tutti i punti di vista: la scorrevolezza e la correttezza linguistica erano perfette, almeno per la mia esperienza. Apprezzo molto queste caratteristiche nelle autricidi EFP che le hanno, perché sembra che al giorno d'oggi non siano più comuni come dovrebbero. La trama è travolgente e suggestiva, così come il tuo stile: l'amore tragico è uno dei miei temi preferiti e i tuoi toni, da un lato malinconici e rievocanti, dall'altro incalzanti e quasi concitati, mi hanno letteralmente stregata, tanto che non riuscivo a staccare gli occhi dallo schermo e spesso finivo per andare così veloce da dover tornare indietro, non capendo la frase. Come se non bastasse, hai ricamato il tutto con frasi struggenti e poetiche, soprattutto all'inizio e alla fine: si sentono sia l'enorme devozione di Madara per Hashirama, quasi un amore platonico, sia il fervore che ha animato lo sventurato Uchiha già dal primo momento in cui ha posato gli occhi su Mito, un amore profano che lo corrode da dentro e lo fa sentire in colpa. La vicenda mi ricorda molto anche l'episodio di Paolo e Francesca nel V Canto de l'Inferno della Divina Commedia: sarà  perché sto studiando Dante e Petrarca e giovedì ho una verifica, ma non ho potuto fare a meno di fare questi collegamenti. Hai scritto due frasi, in particolare, che mi hanno toccata parecchio durante la lettura: "Adesso vorrei che tu fossi immortale / Sarebbe la mia paura più grande" e "Il Fuoco riconobbe il suo simile e la combustione non lasciò altro che braci spente". Probabilmente è stata la situazione in cui le hai messe che mi ha commossa, però sono curiosa lo stesso: una delle due faceva per caso parte dei pacchetti del concorso? Le ho trovate entrambe molto suggestive e incisive, oltre che perfette per il contesto.
Per quanto riguarda i riferimenti e le citazioni che hai fatto, ho molto apprezzato anche quelli: non sono una grande estimatrice dell'espressionismo, forse perché non l'ho studiato come si deve e per questo non riesco a capirlo. Per di più questo quadro non l'ho nemmeno mai visto, per cui sono letteralmente caduta dal pero. Nonostante questo, quando ho visto il dipinto, non ho potuto fare a meno di provare ammirazione per te, che hai saputo vederci così tanto e ne hai ricavato una stupenda one-shot (anche con l'aiuto dell'analisi d'opera, ma non solo!). L'unica cosa che forse non ho saputo davvero collegare alla storia è stata la citazione finale dalla poesia che ha ispirato il titolo del quadro: letta così, mi sembra come se, dopo la morte di Madara, Mito abbia deciso di suicidarsi; per come l'hai caratterizzata, però, non ce la vedo proprio a compiere un gesto simile. Ho interpretato male? 
Un'altro lato che ho gradito molto è stato il contesto storico in cui la vicenda è ambientata: mi è piaciuto perché, benché non abbia mai avuto occasione di approfondire la storia giapponese, ne sono rimasta da subito affascinata, come anche dalle religioni orientali (ma questo forse non vuol dire molto, perché sono appassionata di mitologia da quando ero alle elementari). I termini giapponesi che hai usato, benché fossero pochi, in qualche modo rievocavano l'atmosfera e mi aiutavano ad inserirmi ancora di più nell'ambiente e nella mentalità dei personaggi: calzavano veramente bene.
Concludo con la parte riguardo ai personaggi e alla coppia: non sono mai stata particolarmente attratta dalle MadaMito, al contrario ho sempre trovato più romantica la coppia canonica (o al limite la HashiMada). Questa volta però mi sono scoperta tanto partecipe da desiderare per loro un lieto fine, dunque penso che ti denuncerò all'amministrazione per traviamento di minore u.u … A parte gli scherzi, ne sono rimasta veramente incantata, quindi ti ringrazio ancora una volta (sento che sto diventando ripetitiva, quindi "stringo"). Per quanto riguarda l'IC, il Senju era perfetto, mentre Madara non riesco proprio immaginarlo avere un "quasi colpo di fulmine": anche se si fosse innamorato, dal mio punto di vista non sarebbe riuscito a lasciarsi andare così, probabilmente perché il suo stoicismo e il legame con Hashirama l'avrebbero ostacolato. Purtroppo, se nella storia tu l'avessi caratterizzato così, non saresti riuscita a rispettare l'aspetto storico e il racconto non sarebbe stato altrettanto avvincente, per cui non te ne faccio assolutamente una colpa, anzi.

Un abbraccio e i migliori auguri per il concorso,
Ele

p.s.: mi sono trovata con tantissime cose da dire e alla fine è venuta fuori questa recensione che sembra non finire mai, probabilmente la più lunga che io abbia mai lasciato da quando sono su questo sito, quindi mi scuso per il tanto tempo ti ci vorrà per leggerla >.<

Recensore Veterano
22/02/15, ore 15:05
Cap. 1:

Ciao!

 
Mi ci è voluto un po' di tempo, per finire di leggere questa one-shot: già dalle prime righe, ho avuto l'impressione d'essermi imbattuta in qualcosa da non scorrere velocemente, bensì da assaporare pian pianino, con calma. (Il mio fedifrago occhio sinistro c'ha poi messo del suo, dopo un tot di tempo m'è doloroso stare davanti al computer, ma comunque ...)
 
Innanzitutto, i miei complimenti per il contesto storico, per la dettagliatezza dell'epoca, della location, degli aspetti quotidiani, minimi gesti e del linguaggio dei personaggi, sempre adeguato e mai fuori luogo. Mi ha molto ricordato i film storici giapponesi. Per me, che adoro questi contesti storici, l'aver reso tutto così verosimile è un punto, anzi tre punti, in più per questa one-shot.  Dimostra passione per l'argomento e pazienza per fare ricerche e tessere minuziosamente la trama, così da rendere i personaggi credibili nel loro contesto. Bravissima, tanto di cappello!
 
Ora, passando ai personaggi. Ti premetto (e confesso) che a me Mito, argh, sta un pelino antipatica. Mea culpa. Tuttavia, la trama era interessante, c'era la possibilità di leggere il triangolo d'Isso, Essa e O'Malamente ed era una fic storica, cosa assai rara tra leggere. Quindi, ho preso coraggio e non me ne sono affatto pentita.
I personaggi sono decisamente IC. Sono loro e sebbene  il modo di agire e di pensare si discosta leggermente dall'opera originale (la MadaMito resta comunque una coppia crack), sono comunque rimasti se stessi, acquisendo a mio parere sfumature più profonde, più intriganti. Mi piace tantissimo come tu hai descritto Madara e Mito, ovvero come due fuochi simili. La loro affinità non poteva non scontrarsi/incontrarsi e per quanto doloroso e distruttivo, non potevano non amarsi. Ma, prigionieri in ruoli ben definiti e non potendo questo loro amore essere vissuto liberamente, esso li ha corrosi dall'interno e si è manifestato senza freni quando ormai non c'era più alcun futuro per loro. Lo descrive efficacemente lo scambio di battute: Adesso vorrei che tu fossi immortale / Sarebbe la mia paura più grande. 
 
Rinnovandoti i miei complimenti, spero davvero che tu possa vincere il contest! Te lo merti, altroché! Tengo le dita incrociate! In bocca al lupo!
Bisous,
 
H.

Recensore Veterano
16/02/15, ore 16:30
Cap. 1:

Ciao ^^
Ho letto questa shot tutta d'un fiato, persa nella magia del tuo stile. Sei stata elegante e poetica, capace di rievocare la storia di questa guerra e dell'amore dei due amanti in modo esemplare. Decisamente perfetta su tutta la linea, non trovo un difetto neanche a volerlo cercare con il microscopio. La scelta dei personaggi è ottima e anche il loro adattamento ad un fatto realmente accaduto. Faccio il tifo per te, perché questa storia merita davvero il primo premio! I miei più sinceri complimenti :)