Recensioni per
Pavido, piccolo Draco
di Isidar Mithrim

Questa storia ha ottenuto 14 recensioni.
Positive : 14
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
06/09/15, ore 21:11

Oddio, sì. Era così tanto che speravo di leggere una fanfiction a favore di Draco, finalmente.
Grazie, grazie mille. Non solo è scritta in modo eccellente, ma in più riflette tutto quello che secondo me Draco ha provato.
Ti faccio i miei più sentiti complimenti, bravissima\o. E anche il titolo non poteva essere più azzeccato di così.
Se avessi un cappello in testa, me lo toglierei, davvero.

Recensore Veterano
21/06/15, ore 11:19

Seconda classificata al contest: "Un'edita per Serpeverde"


TOT 48.50 /50


-Grammatica 15 /15

Non ho riscontrato errori di grammatica e né di punteggiatura. Complimenti!

-Stile 4.50 /5
Amo il tuo stile perché è assolutamente particolare. La scelta di parlare in seconda persona singolare e al presente penso sia stata piuttosto azzardata: non sempre rende al meglio. Questo non è assolutamente il tuo caso. La narrazione scorre fluida, desta interesse a ogni riga.
Ho trovato singolare anche la scelta di una narratore interno alla storia, che si rivolge direttamente al protagonista.
Usi quindi uno stile semplice che, però, arriva dritto al punto. Essenziale.

-Caratterizzazione del personaggio 10 /10
Hai centrato pienamente il carattere di Draco. È il Draco dei libri, della Rowling.
Penso che sia una delle migliori descrizioni che io abbia mai letto su di lui. Lo hai reso al meglio, come anche io penso sia realmente.
Spaventato per la maggior parte del tempo, con in dosso una maschera da sbruffone per nascondere la paura che lo sta divorando.
"Tu, invece, non osi abbassare lo sguardo.
Perché sai che, in verità, è te a spaventare di più.
"
Bellissima questa frase e incredibilmente vera.

-Titolo 5 /5
Il titolo è perfetto. Semplice, ma va dritto al punto racchiudendo perfettamente il nodo fondamentale della storia.

-Originalità 9 /10
Mi piace molto come la storia passa di scena in scena, regalando sempre più una maggior percezione di quel che è in realtà il vero carattere di Draco Malfoy: non un ragazzino spaventato e schiavo degli eventi, non un assassino e men che meno un codardo. Ma un ragazzo troppo giovane che, nonostante tutto, tiene duro e non si permette di andare fino in fondo, di cadere troppo in basso.
Quasi a voler raccontare, più che gli eventi, la crescita del personaggio, in una maniera che rimane del tutto originale.

-Gradimento personale 5 /5
Lo sai, la tua storia mi piace da impazzire. Te l'ho già detto e te lo ripeto ancora!
Una delle frasi che più mi sono piaciute è questa: "Ma io trovo estremamente curioso il fatto che la vita di entrambi sia stata distrutta dallo stesso uomo.
Dallo stesso mostro.
"
Il confronto tra Draco e Mirtilla mi ha fatto venire i brividi. È uno spunto magnifico e davvero molto curioso!
Ma, a essere sincera, la parte che mi è più rimasta nel cuore è la conclusione. Ho sentito un'ondata di orgoglio invadermi nel leggere l'ultima frase.
Quindi ti ringrazio: per aver scritto una storia tanto bella su Draco Malfoy e per avermi concesso l'onore di valutarla.


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Confesso: mi stavo impicciando delle tue storie. E cosa trovo? Una su Draco *__________*  Non sono io ad aver aperto la storia, è la tua storia che si è volontariamente aperta a me, sappilo u_u
Bene, cosa posso dire? Draco è il mio personaggio preferito. Trasmette tutta la profondità della solitudine che non è mai riuscito a trasmettermi Harry, e penso che che questa oneshot abbia colto nel segno. È esattamente il Draco che ho sempre immaginato: devoto alla famiglia tanto da metterla davanti al suo stesso bene. Obbligato a fare ciò che non avrebbe mai voluto, tanto solo da potersi fidare solo di un fantasma (a proposito di questo, ho amato la correlazione tra la morte di Mirtilla e la distruzione della vita di Draco per mano dello stesso "mostro"). Ho apprezzato molto anche i pensieri rivolti a Bellatrix (altro personaggio che amo davvero tanto e spesso non così presente come dovrebbe), perché non è solo un Mangiamorte, è parte della sua famiglia e, a modo suo, anche lei probabilmente ha cercato di tutelarlo... insomma, gli ha insegnato l'occlumanzia!
In ogni caso, mi è piaciuta davvero molto come storia e sono sempre più convinta che servirebbe almeno un libro dal punto di vista di Draco. Oddio sarebbe davvero meraviglioso *^*
Baci, Giulia
(Recensione modificata il 09/10/2015 - 06:38 pm)

Recensore Veterano
09/05/15, ore 13:48

... io sono senza piu parole... e non tanto per dire! Ho letto trattenendo il respiro, sentendo il cuore battere veloce e un nodo stringere la gola... mamma mia quanto sei Brava!! *.* Non credo di aver mai letto una descrizionne di Draco così ben fatta e piena di sensazioni che ho potuto toccare e sentire con i miei sensi!! È veramente qualcosa di spettacolare! Grazie per avermi invitato a leggerla!! :)

Recensore Master
21/03/15, ore 20:14

Ciao, finalmente eccomi qui a recensire questa storia davvero bella. Allora, mi è piaciuto tantissimo il personaggio come lo hai descritto, così come i momenti che hai descritto, sappiamo che Malfoy è l'arrogante che ci ha sempre dimostrato di essere, ma chiaramente ha anche lui un lato insicuro e spaventato, e tu l'hai rappresentato molto bene. Mi sono piaciuti i suoi pensieri e le sue sensazioni, davvero brava, personaggio molto IC a mio parere.

Recensore Master
16/03/15, ore 19:04

Terza classificata al contest "I mille volti dell'insicurezza"

Stile e lessico: 10/15
La grammatica della storia è buona, ci sono solo delle piccolissime imperfezioni legate più che altro a refusi e parole non separate dallo spazio (forse si è trattato di un errore di formattazione, non saprei, ti consiglio una rilettura della storia). Ti riporto le situazioni a titolo d’esempio:

    • In quest’istante, però,non è del dolore che hai timore, né- a differenza di Narcissa – del”: in questa espressione, ad esempio, manca lo spazio tra la virgola che segue “però” e “non” e lo spazio tra “”. Inoltre, il trattino utilizzato è sbagliato, perché è quello breve; in questi casi (dunque per incisi e per le battute di un dialogo) va utilizzato il trattino lungo (–) chiamato anche lineetta.
    • milliflua”, “esloderà”, “Singore”, “tantato”, “proucarle” : questi sono tutti refusi, te li riporto così hai modo di correggerli!
    • Deglutisci a vuoto, prima di riuscire a parlare. // Mentre con voce tremante giuri di servirlo e di essergli fedele a costo di sacrificare la tua stessa vita, c’è un’unico pensiero che ti spinge a proseguire”: questo è un periodo unico che dividi in tre capoversi. Lo riprenderò nello stile, ma per ora ti segnalo che grammaticalmente c’è un accento di troppo in “un’unico” e che l’aver inserito prima la subordinata (“Mentre con […] vita”) fa sì che il lettore legga con intonazione sbagliata la frase, legando il “Mentre” a “prima di riuscire a parlare” (sempre in virtù del fatto che i tre capoversi sono in realtà un solo periodo), come se il personaggio deglutisse mentre parla. Per far risaltare il fatto che Draco nonostante tutto parla, è necessario invertire l’ordine e iniziare la seconda frase con “c’è un unico […] proseguire”.
    • Perchè sai che, in verità, è tea spaventare di più”: la svista qui è legata all’accento sul “perché”; l’accento da inserire è quello acuto, non quello grave. Tutti i “perché” del tuo racconto – ad eccezione di un unico caso – sono scritti con la grafia sbagliata. Anche qui, c’è l’assenza di spazio tra due parole: “te” e “a”.
    • Non riesci a trattenere un conato, quando Nagini l’azzanna” e “temi di diventare l’ultima persona che la donna abbia guardato, prima di esalare”: in entrambe le espressioni, perché la frase risulti compatta e il senso non sia alterato dalla pausa, è necessario omettere la virgola, che in questo caso spezza ciò che andrebbe letto tutto d’un fiato.
    • un ago che torni sempre al Nord” e “Tu ebbi gli incubi per due notti”: i verbi “torni” e “ebbi” sono errati, le forme corrette sono rispettivamente “torna” (va l’indicativo perché esprimi una certezza) e “avesti” (che è la seconda persona).
Lo stile della tua storia è decisamente particolare. Il tratto che più caratterizza l’impostazione stilistica è l’assenza di periodi compatti: tutto è spezzato in capoversi; hai poi scelto di impostare tutto al presente e di utilizzare – almeno apparentemente – la seconda persona narrante, quest’ultima è stata gestita in modo poco efficace in alcuni punti e ti spiegherò nel dettaglio cosa intendo.
Complessivamente, è uno stile che potrei definire lento e al contempo martellante, molto introspettivo sicuramente: gli eventi sono sentiti più che mostrati, il continuo andare a capo sembra imporre al lettore pause utili a cucirsi addosso le sensazioni del protagonista, mentre l’uso di frasi brevi – talvolta brevissime – dà l’idea di un ritmo rapidissimo, che si srotola con la scioltezza di un gomitolo di lana che scivola via dalle mani. È un contrasto molto interessante, che tu hai reso vivido perché hai saputo sfruttare l’impostazione stilistica scelta. L’apparente seconda persona singolare unita al presente, poi, dà al lettore l’impressione di vivere assieme al protagonista, di avere un punto di vista privilegiato sulla faccenda. Ho apprezzato molto anche l’utilizzo del corsivo per dare voce ai pensieri/tormenti del tuo protagonista, una tecnica che ti ha concesso di porre in evidenza il filo conduttore della tua storia, quel martellante “Pavido, piccolo Draco”.
Nonostante i tanti pregi ora evidenziati, ho trovato delle situazioni non proprio convincenti nel tuo stile. I maggiori problemi riguardano proprio i capoversi e la seconda persona; nel primo caso, ho notato una tendenza ad abusare del punto a capo, nel secondo caso, ci sono dei punti in cui il narratore “invade” la storia, stranendo il lettore e spezzando la continuità stilistica, perché da seconda persona passi quasi a prima. Per maggiore chiarezza, ti riporto degli esempi dal testo.
    • Amico di famiglia è un parolone, Draco. // A meno che non si conti quell’unica voltain cui, quando eri bambino, si presentò a Villa Malfoy. // Tu ebbi gli incubi per due notti”: questo è un unico periodo che tu spezzi in tre capoversi. In questo caso trovo vi sia un abuso della tecnica del capoverso perché la frase che inizia con “A meno che” è strettamente legata alla precedente, è ad essa subordinata, la sua “esistenza” ha senso solo se concatenata alla frase che la precede. In una situazione come questa è controproducente inserire il punto e a capo, sia perché spezzi qualcosa che nasce come compatto e sia perché, così facendo, rischi di non far risaltare le espressioni giuste – poste in evidenza dall’andare a capo. La frase “A meno che” è un’informazione aggiunta e non fondamentale ai fini del messaggio che vuoi far trapelare; ciò su cui invece va focalizzata l’attenzione, che rappresenta “l’espressione forte”, è il legame tra Greyback e gli incubi di Draco. Quindi, in coerenza alla tua impostazione stilistica, è giusto isolare la frase che inizia con “Tu ebbi”, ma è errato isolare anche “A meno che”, che distoglie l’attenzione, spezza il legame Greyback/incubi e si configura dunque come un abuso del punto e a capo.
    • Lasci parlare anche lui, illuminato dal bagliore verdastro del Marchio Nero che splende sopra la Torre, sopra di te. // Ancora una volta, testimone del tuo fallimento”: questo è un altro caso in cui trovo vi sia stato un abuso del punto e a capo. La questione è la stessa espressa in precedenza, anche qui, difatti, la frase che inizia con “Ancora una volta” è sia parte integrante della precedente, sia un’aggiunta che vuole specificare un dettaglio che nel complesso non è fondamentale, perché è già evidente da tutto ciò che hai scritto che il protagonista percepisce ciò che vive come un fallimento.
    • Però questo neanche io me lo aspettavo. // Che Mirtilla Malcontenta potesse”: anche qui c’è un eccessivo uso del punto e a capo. Ti riporto questa espressione come ultimo esempio; ho scelto questa perché presenta la congiunzione “Che”, la quale rende più che evidente il discorso sino ad ora affrontato. Io non sono contraria ad iniziare i capoversi con delle congiunzioni, l’importante è che siano funzionali e coerenti al testo. Nel tuo caso, purtroppo, la funzionalità e la coerenza mancano: dal punto di vista della funzionalità, il problema è nell’aver isolato in un capoverso una frase che, da sola, è priva di contenuto (“Però questo neanche io me lo aspettavo”); dal punto di vista della coerenza, invece, l’espressione intera (comprensiva di entrambe le frasi) non ha senso se spezzata: tra “aspettavo” e “Che” dovrebbe esserci una virgola (il “lo” grammaticalmente riprende “questo” e anticipa la frase “Che Mirtilla etc.”), come pause più forti può andar bene un punto e virgola, un punto al massimo, ma il punto e a capo è eccessivo.
Passo ora alle situazioni che riguardano l’utilizzo della persona narrante. Prima di addentrarmi negli esempi, ti spiego in che senso ho precedentemente chiamato la tua seconda persona “apparente”: è apparente perché a un certo punto della storia smetti di scrivere in seconda persona e scrivi in prima, una prima persona che è a sua volta “apparente”, perché l’io narrante non è l’io personaggio; non si narra più un tu, ma un io, un io che parla al personaggio. La differenza può sembrare sottile, ma è di massima importanza. Se scegli di narrare in seconda persona, devi essere coerente alla scelta lungo tutto il testo; la seconda persona diviene “prima” nel momento in cui il narratore invade la storia. Prendendo atto di questo narratore in prima persona, il lettore deve rivalutare l’intera storia e arrivare alla conclusione che anche quando la storia sembra scritta in seconda persona era in realtà scritta in prima; a tal proposito, sorgono quindi una serie di dubbi: chi è il narratore? È interno o esterno al racconto? È onnisciente o non lo è?; tutte domande che restano nel limbo dell’incertezza. La tua impostazione stilistica, in questo, sembra ispirarsi a una narrazione sulla scia di Manzoni, con questo narratore che narra i fatti in terza persona e di tanto in tanto si qualifica come io narrante; ma perché questa tecnica sia efficace è necessario che il narratore comunichi sin dal principio al lettore la propria “invasione” ed è necessaria anche la terza persona, la seconda non è adatta a questo tipo di struttura, può divenirlo se affinata molto, molto bene. La seconda persona è un tipo di narrazione a metà tra la prima e la terza persona: il narratore è vicino al personaggio, ma non si identifica col personaggio, né con “se stesso” – è un narratore “invisibile”, che sparisce tra le righe della narrazione per creare empatia tra il lettore e il personaggio; è un narratore, in ultimo, estraneo ai fatti, ma riesce comunque a essere vicino al personaggio e a capirlo. Detto questo, passo agli esempi e approfondisco la questione anche da altri punti di vista:
    • È tutto ciò che riesci a pensare, mentre le lacrime continuano a scendere. // E spetta a me l’ingrato compito di correggerti. // Perché ‘ci ucciderà’ temo sia molto più azzeccato”e “Però questo neanche io me lo aspettavo. // Che Mirtilla Malcontenta potesse riuscire a consolarti, a darti coraggio. // Non trovi ci sia un che di paradossale? // No, be’, come potresti... // Perchè tu non lo sai e lei non lo sa che avete in comune molto più delle lacrime. // Ma io trovo estremamente curioso il fatto che la vita di entrambi sia stata distrutta dallo stesso uomo”: ho riassunto queste situazioni in un unico punto perché il commento è identico. Precedentemente ti ho parlato di un narratore che “invade” la storia e in questi punti (ho evidenziato i momenti espliciti con il grassetto) tu narratrice entri nello spazio della storia, dialoghi direttamente con il personaggio, addirittura fai considerazioni, rischiando di destabilizzare il lettore perché si spezza la continuità stilistica. Quando scrivi “spetta a me”, il lettore è portato a chiedersi “tu” chi sia, chi è questa “terza persona” che si intromette nel racconto e ne modifica la struttura. Sino a questo punto, tu avevi impostato la storia dal punto di vista di un narratore esterno, che assiste a dei fatti e li racconta; d’improvviso, il narratore interviene nella storia, spezzando la narrazione e destabilizzando il lettore, che non è più “solo con il personaggio”, ma deve prendere atto di un’altra presenza, che è quella del narratore. Quando scrivi “Ma io trovo estremamente curioso” dai un giudizio sugli eventi che narri, condizionando il punto di vista del lettore e limitando anche la narrazione a un “dire” anziché “mostrare”; non descrivi i fatti in modo tale da far percepire al lettore la loro singolarità, ma li giudichi e basta, etichettandoli in questo caso come curiosi. Tutto questo discorso spiega nel dettaglio il motivo per cui ho ritenuto debole la gestione stilistica in questi punti. Non stai scrivendo in prima persona, né il tuo testo è di stampo divulgativo o saggistico, è un testo narrativo e di conseguenza un’invasione così esplicita del narratore nel racconto si configura come una scelta debole.
Arrivando al lessico, hai utilizzato un registro medio, in talune occasioni anche vicino al parlato (ad esempio: “neanche io me lo aspettavo” è un’espressione colloquiale). Nel complesso è chiaro, omogeneo e privo di ripetizioni. L’ho trovato il giusto registro linguistico per la tua storia, perché narri di un ragazzo giovane con un lessico fresco e immediato. In questo, il lessico sposa anche benissimo con lo stile, che, proprio in virtù dei tanti brevi capoversi, è tutto fondato sulla linearità delle frasi e su una sintassi abbastanza semplice. Non ho proprio nessun appunto da farti sul lessico, perché come detto l’ho trovato giusto e coerente a se stesso e alla struttura stilistica. Quindi, complimenti!

Termino finalmente questo lunghissimo commento dicendo che la sintesi dei pro e contro di cui ho parlato mi hanno convinta ad assegnarti 10/15, e ti dico che ad influire maggiormente sulla valutazione sono stati i verbi coniugati nel modo errato e le due questioni affrontate in relazione allo stile; il mio consiglio, se vorrai accettarlo, è di rileggere più volte il testo (perché le sviste grammaticali sono davvero solo errori di distrazione!) e di prestare più attenzione all’impostazione stilistica che decidi di dare ai tuoi racconti: la tecnica dei capoversi, ad esempio, è un modo per dare risalto a ogni frase e per farle arrivare dritte al lettore; di conseguenza, non vanno isolate frasi “tronche” o frasi che non hanno un forte impatto sulla storia, altrimenti c’è il rischio di dare risalto a tutto e non soltanto a ciò che è davvero funzionale.

Titolo: 5/5
Mai titolo poteva essere più indovinato! È il cuore pulsante della tua storia questo ritornello martellante ed è giusto che ne sia anche il titolo. Un titolo che si apprezza ancora di più una volta terminata la lettura, perché si impregna di significato e conquista completamente il lettore.
Al di là di questo, è originale e ha il pregio di incuriosire il lettore e di anticipargli il protagonista del racconto – in tal senso, hai molte probabilità di incappare in lettore certamente interessati al tuo protagonista, tutti catturati da quel “Draco”.
Anche la lunghezza e la formazione sono giuste: tre parole, nessun verbo, solo due aggettivi associati a un nome; un modo per qualificare il protagonista ancor prima di leggere di lui. È un titolo che sintetizza il tema della storia, che in un certo senso dà tanti segnali al lettore sul tema centrale del racconto, sul “cosa” sta per leggere. 5/5 senza dubbio, bravissima!

Trattazione del tema “insicurezza”: 4/10
Questo è, purtroppo, il vero tasto dolente della tua storia – che poi è un tasto dolente relativo, dopotutto, estrapolata dal contesto del concorso, la storia non ha nessuna sbavatura di trama ed è dunque ben strutturata.
Ho riletto molte volte il racconto e sono giunta alla conclusione che più di 4/10 non avrei potuto assegnarti. Il motivo per cui il punteggio non è inferiore è legato al fatto che dai gesti e dalle sensazioni di Draco trapela una certa insicurezza verso se stesso – ad esempio, quando allude al piano che sarebbe fallito oppure quando viene sorpreso dalle lacrime –; l’insicurezza c’è in queste situazioni, è forse alla base dell’intera vicenda: lui ha paura perché non crede di essere all’altezza della situazione, quindi perché è insicuro.
Ciò nonostante, fulcro reale dell’intera vicenda è la paura del protagonista, e questo è il motivo che mi ha costretta a non assegnarti più di 4/10. Quello che si respira leggendo è il terrore di questo giovanissimo ragazzo, la paura di essere la causa della propria morte e di quella dei propri genitori. Anche il titolo riprende il tema della paura: Draco è pavido. Il secondo tema che emerge dal racconto è il concetto di giusto e sbagliato riassunto nella metafora della codardia: Draco inizialmente si ritiene codardo perché non riesce a uccidere, per poi comprendere che i codardi sono gli assassini e non coloro che agiscono nel “giusto” (il coraggio di non uccidere).
Paura e rapporto giusto/sbagliato sono temi tra loro concatenati e sono così importanti e forti (anche perché descritti molto bene) che catturano tutta l’attenzione del lettore, divenendo nucleo fondamentale e tema della storia. Il testo avrebbe dovuto ruotare attorno all’insicurezza, ma quest’ultima è solo un elemento sullo sfondo.

Caratterizzazione e IC personaggi: 10/10
Anche qui un punteggio pieno! Tutti i personaggi che compaiono nella tua storia sono perfettamente IC e ben caratterizzati.
Citi tantissimi personaggi secondari, tutti visti attraverso gli occhi del protagonista e funzionali alla sua caratterizzazione; lo spessore del personaggio secondario è infatti strettamente connesso al suo legame con Draco. Narcissa e Lucius sono esattamente come il Draco dei libri li presenta a noi lettori: genitori amati dal figlio, orgogliosi e protettivi (la tua Narcissa ha un cedimento solo quando l’attenzione si sposta sul figlio); hai inserito anche lo smodato desiderio di Lucius di riacquistare il proprio status perso e l’hai fatto mostrando la cattura di Harry. Bellatrix è perfetta, con poche parole riesci a dare vita a uno dei personaggi più complessi della saga, mostrandola spietata e intelligente, capace di comprende la natura del nipote e nonostante questo impietosa nei suoi riguardi. Silente e Piton compaiono ancor meno, ma anche per loro c’è una buona “apparizione”: entrambi fedeli ai ruoli stabiliti dalle controparti cartacee. Vi sono poi i vari Mirtilla, Harry, Charity, Greyback, anch’essi descritti con poche ed efficaci battute – in particolare, ho molto apprezzato le parole dedicate a Greyback, capaci di rendere vivida l’immagine di questo lupo mannaro senza scrupoli.
Un discorso a parte va fatto per Voldemort: lui è il tormento del tuo protagonista, “la causa di tutti i mali”!, l’elemento di disturbo che causa l’evoluzione di Draco, che lo costringe a confrontarsi con paure, dubbi, insicurezze, giustizia. Il tuo Voldemort è citato indirettamente, ma è, dopo Draco, la presenza più forte dell’intero racconto; anche nel suo caso, la caratterizzazione è ottima: nessuna sbavatura rispetto al personaggio della Rowling, davvero bravissima! La sua natura spietata rimane sempre sullo sfondo, come una costante mai espressa, ma solo pensata.
Arrivando a Draco, il tuo protagonista, posso dire di aver letto del Draco della Rowling. Non l’hai abbellito in nessun modo, né gli hai cucito l’abito del giovane maledetto. Il tuo Draco è proprio quel ragazzino cui viene portata via la quotidianità, costretto a confrontarsi con situazioni più grandi di lui, che forse neanche comprende pienamente. Lo hai descritto nell’atto di confrontarsi con le proprie debolezze, l’hai mostrato in lacrime e tremante e spaventato, ripercorrendo l’evoluzione che il Draco della Rowling ha subito negli ultimi due volumi.
Sicuramente, nella caratterizzazione di tutti i personaggi ti ha dato un grande vantaggio l’aver aderito completamente alla saga, senza immaginare momenti alternativi o tappare buchi; ma anche nel “ri-scrivere” ciò che è stato narrato dalla Rowling è necessaria una profonda conoscenza dei personaggi per non distanziarsi dalle loro caratterizzazioni. Quindi, concludo con i miei complimenti, assolutamente 10/10.

Recensore Junior
16/03/15, ore 16:22

Sono arrivata alla fine, a quelle ultime cinque frasi e un'esclamazione involontaria è uscita dalla mia bocca: "Che bella!".
Dire che questa ff è solo bella però è ancora troppo, troppo poco per descrivere quello che hai scritto. Mi è piaciuta tantissimo ma soprattutto mi ha fatto emozionare, mi ha coinvolto come poche, davvero! Il modo in cui hai alternato "Li ucciderà"/"Non li ucciderà", "Funzionerà"/"Non funzionerà" è azzeccatissimo così come la ripresa del titolo.
C'è stato poi un momento in cui mi hai fatto venire i brividi.
Cito testualmente: "E spetta a me l’ingrato compito di correggerti.
Perché ‘ci ucciderà’  temo sia molto più azzeccato.
O forse no. Forse lo sai già, che morirai anche tu… Ma è per loro che stai soffrendo come un cane."
L'entrata improvvisa di te come autrice nel testo, mi ha spiazzato. In positivo! Trovo che sia davvero una cosa G.E.N.I.A.L.E. Non saprei che altro dire se non complimenti! E poi l'abbassamento di registro ("soffrendo come un cane") così improvviso (scusa la ripetizione) come la tua comparsa è qualcosa che mi ha sconvolto. Bravissima!
Infine c'è quell'ultima frase... Una vera perla di saggezza: "Codardo non è chi si rifiuta di uccidere, coraggioso è chi sceglie di non farlo." In poche parole hai saputo esprimere un concetto profondissimo. Tanta stima davvero!
Parlando del tema della ff devo dire che l'insicurezza di Draco trapela da ogni frase, da ogni parola e da ogni atteggiamento. Bravissima!
Complimenti per il terzo posto. Il podio te lo sei davvero meritata! ;)
Alla prossima,
Mirty ;)

Ps: scusa se non sono stata dettagliatissima nella recensione ma, come si può notare, recensire non è il mio forte. Sono più una che apprezza in silenzio. :)

Recensore Master
02/03/15, ore 14:14

Ho adorato questa raccolta in ogni sua singola parola. E' merito della tua bravura se non la finirai mai di stupirmi. ;)
In ogni frase, i pensieri di Draco sono veramente i suoi pensieri: la sua iniziale convinzione di rendere fiero il padre, che lascia posto poi alla paura, cosa per cui viene canzonato dalla zia Bellatrix, che al contrario suo non ha rimorsi. Pavido piccolo Draco, una frase che non potrebbe essere più sua di così.
Il fatto che tu abbia scritto di Severus con quel "sempre" è stato straziante, un accorgimento che mi ha fatto amare ancora di più questa storia. Perchè dopotutto in "Always" è racchiusa tutta la nostra amata saga<3
Le continue esitazioni di Draco, che non sa da che parte stare, si rivelano soprattutto a Villa Malfoy, perchè sa che da lui dipende tutto. La parte finale, "Codardo non è chi si rifiuta di uccidere, coraggioso è chi sceglie di non farlo." mi ha colpito particolarmente, perchè qui finalmente Draco capisce quello che è stato e quello che ora deve fare per andare avanti, finalmente libero.
Brava! ;)
Chiaraa <3

Recensore Veterano
24/02/15, ore 15:19

Sì, ecco, siccome avevo detto che volevo leggere qualcosa di allegro, ho scelto bene di ammazzarmi definitivamente con questa storia dedicata a Draco.
Credo che tu abbia un modo di scrivere magistrale. Prima di tutto, adoro il fatto che ti inserisci sinuosa nei "buchi" che la Rowling ha lasciato liberi, descrivendo missing moments oppure episodi già conosciuti, ma visti con gli occhi di altri. Mi piace tantissimo questa cosa, perché ogni tua storia potrebbe essere in un libro qualsiasi di HP e ci starebbe benissimo. Inoltre resti sempre perfettamente IC con i tuoi personaggi, che sono tutti vivi come fossero veri, ma assolutamente rispettosi del loro carattere originale. Davvero ben fatto!
In secondo luogo, mi piace il fatto che metti sempre in scena personaggi "deboli", gente che ha sbagliato qualcosa nella sua vita, gente che è ben lontana dall'essere un eroe. Mi piacciono questi personaggi e tu li sai trattare benissimo. Ti viene proprio naturale! Draco è proprio uno di questi: tu l'hai reso alla perfezione e mi hai fatto fremere con lui, temere con lui, piangere con lui... il che è straordinario, perché di solito Draco non è un personaggio per cui provo molta empatia.
Infine, adoro il modo in cui hai tratteggiato tanti episodi, uno dietro l'altro, attraverso i quali traspare piano piano il vero carattere di Draco. Lo capisco, credo che lo capiscano tutti, perché non è affatto facile sapere di dover uccidere qualcuno per salvare la vita a qualcun altro che si ama: quanto può essere forte la propria determinazione? Lì, di fronte agli occhi innocenti della persona che si deve uccidere? Tu hai reso in modo magistrale i suoi dubbi, le sue angosce, le sue sofferenze. Quel mantra che ritorna, pavido, piccolo Draco, con la voce di Bella (cielo, me la sono immaginata davvero con la sua voce!), quella sua autosocienza di essere un codardo, che poi alla fine della storia si trasforma nel vero coraggio... be', insomma, è meraviglioso. Ho adorato davvero l'ultima scena, con Draco che comprende il significato del vero coraggio, di colui che salva una vita piuttosto che stroncarla, proprio grazie a Harry.
Ti confesso che, in generale, Draco non è il mio personaggio preferito: assomiglia un po' troppo a papà Lucius (voltagabbana arrivista) e un po' troppo poco al ramo Black della famiglia. Devo dire che, però, questa storia me l'ha fatto rivalutare. Non diventerà il mio migliore amico ma... mi piace, dai! ;)
Complimenti vivissimi e a presto (ormai mi sto drogando con le tue storie!).
Beatrix B.

Recensore Junior
24/02/15, ore 11:20

Ciao, anch'io partecipo a questo contest ed ero curiosa di leggere le altre storie in gara. Di questa storia mi è piaciuto il lato introspettivo: rendi molto bene i pensieri di Draco, le sue paure e le sue emozioni. Il riferimento a Severus (mio personaggio preferito) è fantastico: un piccolissimo accenno che nasconde mille significati.
Forse però, non emerge molto l'insicurezza di Draco, ma solo la sua paura. Comunque non spetta a me dirlo.
La storia è scritta bene ed è piacevole da leggere, quindi comlimenti! 

Recensore Master
23/02/15, ore 15:45

Ciao :-)
Bella storia, Draco direi proprio IC, e non è che capiti così di frequente di trovarne, eh, di Draco che rispettano la caratterizzazione originale. E anche i personaggi di contorno, anche se solo accennati: Lucius, Narcissa... la descrizione di Narcissa mi è particolarmente piaciuta! Ecco, l'ultima frase mi verrebbe più da collegarla a Harry, piuttosto che a Draco, ciò non toglie che Draco potrebbe averlo pensato di se stesso, un modo per 'leccarsi le ferite'. Riguardo al tema del contest, uhm, non so... Draco è un codardo, sa di esserlo, ma l'insicurezza è una cosa un po' diversa. Comunque NON sono la persona più adatta a stabilirlo, io fuori tema ci vado eccome, quindi figurati! A prescindere, un'ottima ff, sei molto brava ^^
ciao
Fri

Nuovo recensore
21/02/15, ore 23:28

L'ho letta finalmente!
Draco Malfoy resta tra i miei personaggi preferiti, anche e soprattutto per il modo in cui il fandom l'ha tratteggiato negli anni. Il mio cuore dramionesco ha palpitato alla parola "mezzosangue", come sempre xD
E tu, come sempre, (e sottolineo questo sempre!) sei riuscita a cogliere gli stati d'animo del personaggio senza discostarti dalla volontà della Rowling, complimenti! Il rischio dell'OOC è sempre dietro l'angolo ma tu riesci a scansarlo con classe :D

Recensore Master
20/02/15, ore 22:05

Oh, sì! Mi piace!
Mi piace perché rende giustizia a Draco, che non è solo e semplicemente un vigliacco.
Inoltre è scritta molto bene (però c'è un verbo sbagliato: "tu ebbi gli incubi" -> "avesti". "Ebbi" è la prima persona singolare).
Anche a questo contest partecipo anche io (con la cara zia Bella XD), quindi, ci ritroveremo sul forum! ^^

Recensore Junior
20/02/15, ore 19:45

Ciao ;) questa storia mi ha coinvolto tantissimo e mi è piaciuta davvero tanto. Quando ho finito di leggere non mi sembrava di essere nella mia stanza perché mi sentivo accanto (o addirittura dentro la mente) di Draco in una maniera impressionante. Hai saputo trasmettermi i sentimenti del nostro Malfoy davvero bene; quasi troppo ahahha ♡ 《Codardo non è chi si rifiuta di uccidere, ma chi sceglie di farlo 》con questa frase ti amo ufficialmente ahahhaahaha :) scrivi davvero bene, complimenti ♡ Aly

Recensore Junior
20/02/15, ore 18:54

Ciao!
Bellissima, davvero. Credo che tu abbia reso straordinariamente bene i pensieri di Draco. In modo chiaro e conciso, hai analizzato il costante desiderio di rendere fiero il padre, il turbamento di fonte a qualcosa che è più grande di lui e la consapevolezza, io credo, nel profondo, di quanto tutto ciò sia sbagliato e mostruoso. Oltretutto ben scritta, complimenti!