Recensioni per
Vite difficili
di Severia85
Ciao! Ti lascio l'ultima recensione-premio che hai vinto grazie al tuo primo posto nella terza edizione del mio contest "Inventa il piatto potteriano" (ancora complimenti)! |
Ciao, Severia! |
Quarta classificata al contest "I mille volti dell'insicurezza"
Nonostante la linearità di cui ho parlato, la struttura del racconto ha come base l’alternanza tra presente e flashback: apri con Eileen in una certa situazione, poi inizia il tuffo nel passato, intervallato da momenti in cui il lettore torna da Eileen e vede quel passato anche attraverso i suoi occhi, sino ad arrivare al presente del racconto con la conclusione. Ho trovato debole la scelta di scandire visivamente il passaggio tra presente e passato del racconto semplicemente con lo spazio bianco, perché la tecnica dell’interlinea più marcata non viene utilizzata solo per separare i “blocchi” di Tobias da quelli di Eileen, la utilizzi anche per separare due “blocchi” diversi ma appartenenti allo stesso personaggio, narrati dal medesimo punto di vista. Ad una prima lettura, a causa di questa tecnica poco immediata, c’è il rischio che l’alternanza di punti di vista sfugga, il che è un peccato perché si perde il doppio binario su cui si snoda la trama. Ti riporto, poi, alcune situazioni che trovo meno efficaci:
La sintesi dei pro e contro esposti mi ha convinta ad assegnarti 13/15 in questo parametro. Concludendo, ti faccio i complimenti per lo stile perché, che piaccia o meno un’impostazione così lineare, ha certamente il pregio di rendere il testo scorrevole e facilmente leggibile – particolare per nulla da sottovalutare se penso al tema del tuo racconto: un tema così impegnato ha forse davvero bisogno di una struttura solida e fluida per invogliare alla lettura. Titolo: 2/5 “Vite difficili” è una sorta di calderone in cui possono esserci gli ingredienti più disparati, perché delle vite possono essere difficili per tanti motivi e qualsiasi vita, se guardata dal punto di vista di chi la vive, può essere definita difficile. Questa premessa mi permette di spiegarti il motivo per cui il punteggio non è superiore a 2/5: il titolo è sin troppo generico e non rende giustizia alla storia; non dice nulla sui personaggi, non fa cenno alcuno al tema del racconto, non dà nessun tipo di indizio al lettore, che brancola nel buio con un titolo che può voler dire tutto e niente e che, di conseguenza, può appartenere alla tua storia e anche a tante altre. È un vero peccato, perché c’è il rischio che un titolo così “comune” possa tradire la storia, perché spinge il potenziale lettore a negarle la possibilità d’esser letta. Ciò nonostante, ti ho comunque assegnato 2/5 perché è un titolo, al di là di tutto, coerente a ciò che racconti: le due vite protagoniste sono effettivamente difficili, di conseguenza, il titolo ha il pregio di essere aderente alla trama. Trattazione del tema “insicurezza”: 6/10 Sono stata molto indecisa sul punteggio da assegnarti in questa voce, perché se da un lato hai centrato il tema, dall’altro sei quasi andata fuori traccia. In primo luogo, la tua storia non ha un solo protagonista, ma ne ha due (Eileen e Tobias), e questo è un elemento che cozza con il bando che chiedeva un solo protagonista alle prese con l’insicurezza; in secondo luogo, assieme all’insicurezza hai trattato una tematica così importante da oscurare in diversi punti il tema del contest. La presenza di questi due fattori ha condizionato il punteggio, impedendo che fosse superiore a 6/10. Andando nel particolare, il fatto che la tua storia ha due protagonisti ha reso ancora più “pesante” la seconda tematica – la violenza sulle donne – perché ogni volta che il punto di vista si sposta su Eileen, la violenza diviene protagonista e il tema del contest passa completamente in secondo piano; in più, la violenza sulle donne ha anche strutturalmente un ruolo privilegiato rispetto all’insicurezza: la storia inizia e finisce con Eileen, come se la vera protagonista fosse lei e dunque il vero tema fosse la violenza da lei subita. Malgrado tutto questo, è innegabile che il tema insicurezza è presente, vivido e che scandisce le varie fasi della storia: Tobias è un uomo che si crogiola nell’insicurezza – seppure il lettore non ne conosce le cause, né può immaginarle –, che è vinto dall’insicurezza e che vive una vita completamente assoggettata a questa sensazione spiacevole che sembra far parte di lui. Lo vediamo prima alle prese con gli studi, poi con il lavoro, con la vita sociale e, infine, con la moglie e il figlio, e in tutte queste situazioni spicca il tema del contest. Ma l’insicurezza è un tormento comune anche all’altra protagonista della tua storia: Eileen. Anche Eileen mostra di essere insicura quando si addossa le colpe che non le appartengono, perdonando la violenza del marito. Entrambi i personaggi appaiono, in conclusione, schiavi dell’insicurezza e questo elemento è il motivo per cui, nonostante tutto il discorso fatto in partenza, ti ho comunque assegnato un punteggio alto. Caratterizzazione e IC personaggi: 7/10 Partendo dai personaggi secondari, lodo davvero la caratterizzazione dei genitori di Tobias e del piccolo Severus, perché hai saputo rendere a meraviglia la difficoltà nel rapportarsi con chi è rintanato in se stesso. I genitori di Tobias sono due genitori attenti e “inquadrati”, che sperano per il figlio un lavoro decoroso e una famiglia e che, di conseguenza, si adoperano perché questo sogno di sicurezza e serenità si realizzi, scontrandosi con la ritrosia di Tobias senza mai capirla sino in fondo, probabilmente. Sul versante opposto ci sono gli occhi di un bambino, Severus, che scrutano e comprendono come solo i bambini riescono a fare: perché sono empatici, attenti, in grado di cogliere quelle sfumature che agli adulti, oramai incastrati in routine e principi, per forza di cose sfuggono; a Severus non sfugge l’insicurezza del padre, la sua intolleranza verso chi gli appare migliore di sé, mentre ai genitori di Tobias forse sfuggiva tutto questo, o forse era più semplice trovare riparo “nell’agire” (il trovare un lavoro), piuttosto che “nell’affrontare” (parlarne, ad esempio). Al di là di questi personaggi si collocano le figure di contorno, quelle che appaiono sullo sfondo: il barista – figura che inquadra drammaticamente la condizione di Tobias – e i genitori di Eileen, che reagiscono come avrebbero forse reagito tanti genitori degli anni ’50 alla notizia di una figlia nubile incinta: ripudiandola. Nella tua storia il motivo è legato anche alla condizione babbana di Tobias, ed anche questo è coerente alle famiglie di maghi, che non sono tutte così tolleranti verso coloro che sono totalmente estranei al mondo della magia. Arrivando ai protagonisti, inizio con Eileen. La caratterizzazione di Eileen è brillante in alcuni momenti e debole in altri: partendo dai momenti deboli, il tratto meno rilevante è legato all’aver parlato dei Prince come Purosangue, perché non lo sono; il tratto più rilevante è legato invece alla presenza di Eileen alla fermata di un autobus babbano e alla debolezza del personaggio. Nel primo caso, Purosangue o meno, è strano – e diventa inverosimile senza fornire motivazioni – che una strega frequenti abitualmente la fermata di un autobus babbano; il dettaglio è rilevante perché proprio questa situazione permette a Eileen e Tobias di conoscersi. Riguardo al secondo caso, invece, il lettore non ha alcun elemento per capire per quale motivo Eileen accetti la violenza di Tobias, una violenza che inizia sin dalla loro frequentazione, quando hanno il primo rapporto e Tobias si mostra brusco e impaziente; è una mancanza così importante che rende incompleto il personaggio in questione. D’altra parte, quando parlo di caratterizzazione brillante, mi riferisco ai tratti ripresi dalle poche notizie a disposizione (descrizione fisica e interesse per la conoscenza) e all’introspezione di questo amore succube di Eileen nei confronti di Tobias: descrivi abilmente la condizione di una donna in gabbia, che subisce e si colpevolizza perché, probabilmente, non ha il coraggio di affrontare la realtà; molto efficace anche il timore di confessare d’essere una strega. Se tu avessi unito a questa introspezione anche elementi per far comprendere il motivo per cui Eileen è così arrendevole, avresti creato un personaggio completo e complesso. Tobias, in ultimo, presenta i medesimi pregi e difetti di Eileen: perfettamente descritto nelle sue azioni-reazioni, nei suoi scatti, nelle sue invidie, nel suo rapporto contrastato con quel mondo che ai suoi occhi è migliore di lui sempre e comunque. Sul versante opposto, quello dei difetti, abbiamo anche in questo caso un personaggio debole nelle basi, perché anche con Tobias il lettore non ha nessun elemento per capire questa insicurezza da cosa scaturisce, se è insita in lui o meno, se è stata causata da qualcosa o da qualcuno. Il lettore non ha nessuno strumento per capire cosa abbia scatenato in quest’uomo un’insicurezza tale da renderlo rabbioso, invidioso e frustrato nella vita di tutti i giorni e nei confronti di tutti, soprattutto degli affetti. Chiudo con un accenno al contesto, che ha indebolito la verosimiglianza della famiglia Piton: la presenza del televisore (citato in due occasioni) è un elemento che tradisce la coerenza del contesto. In primo luogo, negli anni ’50, il televisore non era un apparecchio che ogni famiglia poteva acquistare (anche se in Inghilterra era già più diffuso rispetto all’Italia), in secondo luogo, le reti televisive, inizialmente, non trasmettevano programmi in tutte le fasce orarie. Nella tua storia, invece, i Piton possiedono forse anche più di un televisore, visto che uno è nella camera di Tobias (il che farebbe intuire una condizione economica agiata; ma il figlio di un uomo benestante non viene indirizzato dal padre a lavorare in fabbrica come operaio), e lo stesso Tobias viene rimproverato dal padre perché passa la giornata davanti alla tv (come se la programmazione degli anni ’50 fosse ricca come quella attuale). Un dettaglio apparentemente piccolo, ma che rischia di danneggiare la coerenza e la verosimiglianza di personaggi e contesto. La sintesi di tutto questo discorso è il 7/10 assegnato. |
Ti confesso che mi ha fatto un po' attorcigliare lo stomaco leggere di questa povera donna che si è accartocciata su se stessa per amore di un marito violento, ma anche per una dipendenza mentale di cui, troppo spesso, le donne son vittima. |
Ciao! Sarò breve perché non amo dilungarmi troppo, ma ci tenevo a dirti che ho amato la tua storia. Mi è piaciuto molto il fatto che tu abbia usato un personaggio come Tobias Piton ed il fatto che tu l'abbia fatto lavorare in fabbrica. Non so, mi ha dato un senso di inquietudine e di buio che si sposano perfettamente con le dinamiche della storia. Tobias l'hai caratterizzato benissimo, è perfetto. |
Eccomi qui! |
Ciao Saveria! Cavolo, ti sei informata su internet riguardo alle conseguenze psichiatriche dell'insicurezza? Perché questa ff le descrive alla perfezione! Tobias, come chi soffre del suo disturbo, tende a evitare ciò che lo spaventa, si sente inferiore, un incapace, e chiudendosi in casa non fa che minare ulteriormente la propria autostima. Avere un lavoro e addirittura una ragazza per lui sarebbe dovuto essere terapeutico, ma evidentemente sul lavoro non aveva grosso successo e vede Eileen come superiore a lui, e per rendere sopportabile il suo senso di inferiorità si rifugia nell'alcol e la picchia. Il ricorso all'alcol è una conseguenza piuttosto comune dei problemi di Tobias, ma non la violenza... almeno, non contro le altre persone, invece, a quanto ne so, l'autolesionismo può venire praticato. Ma d'altronde non siamo tutti uguali e lui può aver reagito a questa maniera, mi chiedo perché perché Eileen, che è una strega, non si difenda, me lo chiedo anche leggendo i libri, anche se non credo che nel Canon Tobias la picchiasse, credo che la sua fosse una violenza verbale, un po' come si comporta anche Severus, che offende e umilia le altre persone, anche i bambini... visto che Tobias si sentiva inferiore anche al figlio mago, l'ha reso come se stesso: un insicuro patologico. Direi che la tua storia c'entra proprio nel segno l'argomento del Contest e con un personaggio non molto utilizzato ;-) |