Recensioni per
Vite difficili
di Severia85

Questa storia ha ottenuto 7 recensioni.
Positive : 7
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
05/10/15, ore 17:42

Ciao! Ti lascio l'ultima recensione-premio che hai vinto grazie al tuo primo posto nella terza edizione del mio contest "Inventa il piatto potteriano" (ancora complimenti)!
Ho letto questa ff perché Severus è il mio personaggio preferito e cerco sempre di approfondire la conoscenza della sua infanzia e di sua madre Eileen, tramite le ff.
Trovo il tuo racconto realistico e credibile; all'inizio mi dispiaceva quasi per Tobias, ma sapendo come sarebbe andata a finire non mi sono lasciata intenerire. Quando poi ho capito che la colpa della mancanza di lavoro era soltanto sua, ogni sentimento di pietà nei suoi confronti è svanito.
Non riesco a capire come un uomo possa fingere così bene con una donna (e non è una critica alla storia che hai narrato, so che è davvero così che si comportano queste persone).
Mi dispiace molto per il comportamento di Eileen: è una donna debole e l'amore nei confronti del figlio non è bastato a proteggere né lui né lei.
Almeno è stata saggia, nella tua visione degli avvenimenti, a interrompere le altre gravidanze ed evitare un futuro orribile a delle creature innocenti, per quanto generalmente io sia contraria all'aborto.
Comunque ottimo lavoro, come sempre!
Un bacio,
- Rose

Recensore Junior
17/03/15, ore 11:52

Ciao, Severia!
Eccomi qui, a contest finito, come ti aveva preannunciato. Ho letto la tua ff con molto interesse. Devo confessarti che all'inizio ero un po' titubante, non tanto per i personaggi o per altro, quanto perché tendo a non leggere storie "drammatiche" o comunque con temi particolarmente impegnati. Per me EFP è un sito dove poter liberare la mente da tutte le cose brutte che ci sono in giro per cui, di solito, leggo cose molte leggere. Ma tornando alla storia devo dire che mi è piaciuta. Ora provo a spiegarmi meglio. Sei riuscita a sottolineare l'insicurezza del personaggio e allo stesso tempo ad affrontare un altro tema (la violenza sulla donna) in un modo che mi ha coinvolto, facendomi provare i sentimenti dei personaggi stessi: dall'ineguatezza di Tobias alla paura di Eileen con il suo senso di colpa ingiustificato. Trovo tu abbia fatto davvero un buon lavoro!
Lo stile che hai usato mi ha ricordato un po' il mio ai tempi d'oro (ora mi sento più in una fase decadente -.-"), molto scorrevole, semplice, che sa arrivare dritto al lettore senza bisogno di troppi fronzoli. Complimenti quindi per essere riuscita ad affrontare temi così delicati in modo così chiaro e pulito. Mi è piaciuta moltissimo la caratterizzazione dei tuoi personaggi, davvero ben strutturati.
Un quarto posto davvero meritato! ;) Sicuramente la tua storia è una spanna più in alto della mia.
Bravissima e ancora complimenti!
Alla prossima,
Mirty ;)

Recensore Master
16/03/15, ore 19:08

Quarta classificata al contest "I mille volti dell'insicurezza"

Stile e lessico: 13/15
La grammatica è ottima, ho solo pochissime sviste da farti notare:

    • “guardò le scarpe nere, bagnate e sporche di fango che avevano”: va inserita la virgola anche dopo “fango”, perché il “che” è collegato a “scarpe nere” e senza virgola questa coesione viene a mancare.
    • “Dalla televisione arrivava”: “televisione” va sostituito con “televisore”, che è il termine corretto per indicare l’apparecchio.
    • “una purosangue che restava incinta di un babbano, senza nemmeno essere sposata era uno”: anche qui va inserita una seconda virgola per chiudere l’inciso e va dopo “sposata”; senza il segno di punteggiatura, soggetto (“una purosangue”) e verbo (“era”) sono separati a causa della virgola inserita dopo “babbano”.
Definirei il tuo stile lineare e fluido, molto adatto a un tipo di racconto che vuole raccontare degli episodi, piuttosto che degli stati d’animo – questi ultimi, difatti, sono spesso lasciati tra le righe, incastrati negli eventi che mostri. La storia si articola in due punti di vista differenti: quello di Tobias e quello di Eileen; una scelta che non rende impacciata la lettura proprio grazie alla linearità e alla fluidità di cui ti ho parlato. La tua sintassi è chiara e mai pretenziosa, i tuoi periodi sono sempre di una lunghezza giusta e dunque capaci di non stancare il lettore. Riguardo alla punteggiatura, ho notato che, salvo rari casi, tendi ad utilizzarla nella maniera più “canonica” possibile, vale a dire che difficilmente hai strumentalizzato i segni di interpunzione per dare particolari ritmi alla storia, hai prediletto la linearità anche in questo, arricchendo ancor di più una scelta stilistica che mi è parsa orientata all’essenzialità: più che sul modo in cui vengono narrati i fatti, ho avuto il sentore che ti sia concentrata sui fatti e basta. Hai fatto pochissimo uso del discorso diretto e ciò ha contribuito a rendere incisivi e rilevanti quei pochi dialoghi inseriti, perché funzionale a mandare avanti la storia o a scandirne il ritmo.
Nonostante la linearità di cui ho parlato, la struttura del racconto ha come base l’alternanza tra presente e flashback: apri con Eileen in una certa situazione, poi inizia il tuffo nel passato, intervallato da momenti in cui il lettore torna da Eileen e vede quel passato anche attraverso i suoi occhi, sino ad arrivare al presente del racconto con la conclusione. Ho trovato debole la scelta di scandire visivamente il passaggio tra presente e passato del racconto semplicemente con lo spazio bianco, perché la tecnica dell’interlinea più marcata non viene utilizzata solo per separare i “blocchi” di Tobias da quelli di Eileen, la utilizzi anche per separare due “blocchi” diversi ma appartenenti allo stesso personaggio, narrati dal medesimo punto di vista. Ad una prima lettura, a causa di questa tecnica poco immediata, c’è il rischio che l’alternanza di punti di vista sfugga, il che è un peccato perché si perde il doppio binario su cui si snoda la trama.
Ti riporto, poi, alcune situazioni che trovo meno efficaci:
    • Che fare ora? Si domandò”: siccome “Che fare ora?” è una domanda retorica, è preferibile rendere questa intonazione anche graficamente, così che il lettore percepisca l’espressione che ti ho riportato come compatta. Per rendere questo effetto, è sufficiente inserire la virgola dopo il punto interrogativo e sostituire l’iniziale maiuscola di “Si” con la minuscola. Non ti ho riportato questo dettaglio in grammatica perché l’ho reputato nel tuo caso una scelta stilistica.
    • l’idea di “sbarazzarsi” di quel problema”: nel tuo testo, hai scelto di indicare l’apertura e la chiusura del discorso diretto con le virgolette alte, di conseguenza è sconsigliabile utilizzare lo stesso segno grafico per altri scopi, il rischio è che si generi confusione. Il mio consiglio, se vorrai accettarlo, è di sostituirle con un segno diverso.
    • sensazione di potenza, mista ad euforia”: in questo caso la virgola crea una pausa poco funzionale. Ho riflettuto abbastanza su questo caso, mi sono chiesta se avessi inserito la pausa per un motivo specifico, ma ho dubitato di questa ipotesi sia in virtù del discorso fatto in precedenza sulla gestione della punteggiatura nel testo, sia perché quel “sensazione di potenza mista ad euforia” risulta effettivamente un concetto unico, che va letto senza pause perché risulti incisivo. D’altra parte, la virgola non è una scelta felicissima neanche grammaticalmente, dato che quel “mista” è un elemento di coesione tra “potenza” e “ad euforia”.
Arrivando al lessico, parto con l’unica situazione che mi ha convinta meno:
    • giorno davanti alla tv”: il termine in grassetto è quello che non mi ha convinta, perché totalmente fuori contesto; il fatto che sia parte di un discorso diretto lo rende ancora più evidente al lettore – anche e soprattutto per il discorso già fatto sui dialoghi inseriti nel racconto. Il problema di “tv” è di essere un termine moderno e dunque per nulla adatto agli anni ’50 (indicativamente, questa è l’epoca della tua storia considerando che Eileen è nata negli anni ’30). Il rischio di inserire un termine così attuale è di far dimenticare al lettore che sta leggendo un racconto ambientato nell’Inghilterra del secondo dopoguerra, anche perché il registro linguistico del tuo racconto non si rifà a toni meno moderni, né nelle descrizioni, né nei dialoghi, quindi è ancora meno consigliabile inserire termini così fuori contesto.
Al di là di questo appunto, il lessico si presenta omogeneo, per nulla ripetitivo e gradevole perché appartenente a un registro linguistico medio, quindi non eccede né nella semplicità, né nella ricercatezza; una scelta adattissima allo stile utilizzato. Ho notato che hai utilizzato pochissimi sinonimi per riferirti ai protagonisti, prediligendo i nomi di persona quasi in ogni occasione: è una soluzione che spesso tradisce perché rende il testo ripetitivo, ma hai saputo gestirla e ha contribuito alla sintassi chiara di cui ti parlavo in precedenza – ad esempio, è impossibile non capire chi sia il soggetto di una frase e questo è un gran pregio!

La sintesi dei pro e contro esposti mi ha convinta ad assegnarti 13/15 in questo parametro. Concludendo, ti faccio i complimenti per lo stile perché, che piaccia o meno un’impostazione così lineare, ha certamente il pregio di rendere il testo scorrevole e facilmente leggibile – particolare per nulla da sottovalutare se penso al tema del tuo racconto: un tema così impegnato ha forse davvero bisogno di una struttura solida e fluida per invogliare alla lettura.

Titolo: 2/5
Vite difficili” è una sorta di calderone in cui possono esserci gli ingredienti più disparati, perché delle vite possono essere difficili per tanti motivi e qualsiasi vita, se guardata dal punto di vista di chi la vive, può essere definita difficile. Questa premessa mi permette di spiegarti il motivo per cui il punteggio non è superiore a 2/5: il titolo è sin troppo generico e non rende giustizia alla storia; non dice nulla sui personaggi, non fa cenno alcuno al tema del racconto, non dà nessun tipo di indizio al lettore, che brancola nel buio con un titolo che può voler dire tutto e niente e che, di conseguenza, può appartenere alla tua storia e anche a tante altre. È un vero peccato, perché c’è il rischio che un titolo così “comune” possa tradire la storia, perché spinge il potenziale lettore a negarle la possibilità d’esser letta. Ciò nonostante, ti ho comunque assegnato 2/5 perché è un titolo, al di là di tutto, coerente a ciò che racconti: le due vite protagoniste sono effettivamente difficili, di conseguenza, il titolo ha il pregio di essere aderente alla trama.

Trattazione del tema “insicurezza”: 6/10
Sono stata molto indecisa sul punteggio da assegnarti in questa voce, perché se da un lato hai centrato il tema, dall’altro sei quasi andata fuori traccia. In primo luogo, la tua storia non ha un solo protagonista, ma ne ha due (Eileen e Tobias), e questo è un elemento che cozza con il bando che chiedeva un solo protagonista alle prese con l’insicurezza; in secondo luogo, assieme all’insicurezza hai trattato una tematica così importante da oscurare in diversi punti il tema del contest. La presenza di questi due fattori ha condizionato il punteggio, impedendo che fosse superiore a 6/10.
Andando nel particolare, il fatto che la tua storia ha due protagonisti ha reso ancora più “pesante” la seconda tematica – la violenza sulle donne – perché ogni volta che il punto di vista si sposta su Eileen, la violenza diviene protagonista e il tema del contest passa completamente in secondo piano; in più, la violenza sulle donne ha anche strutturalmente un ruolo privilegiato rispetto all’insicurezza: la storia inizia e finisce con Eileen, come se la vera protagonista fosse lei e dunque il vero tema fosse la violenza da lei subita.
Malgrado tutto questo, è innegabile che il tema insicurezza è presente, vivido e che scandisce le varie fasi della storia: Tobias è un uomo che si crogiola nell’insicurezza – seppure il lettore non ne conosce le cause, né può immaginarle –, che è vinto dall’insicurezza e che vive una vita completamente assoggettata a questa sensazione spiacevole che sembra far parte di lui. Lo vediamo prima alle prese con gli studi, poi con il lavoro, con la vita sociale e, infine, con la moglie e il figlio, e in tutte queste situazioni spicca il tema del contest. Ma l’insicurezza è un tormento comune anche all’altra protagonista della tua storia: Eileen. Anche Eileen mostra di essere insicura quando si addossa le colpe che non le appartengono, perdonando la violenza del marito.
Entrambi i personaggi appaiono, in conclusione, schiavi dell’insicurezza e questo elemento è il motivo per cui, nonostante tutto il discorso fatto in partenza, ti ho comunque assegnato un punteggio alto.

Caratterizzazione e IC personaggi: 7/10
Partendo dai personaggi secondari, lodo davvero la caratterizzazione dei genitori di Tobias e del piccolo Severus, perché hai saputo rendere a meraviglia la difficoltà nel rapportarsi con chi è rintanato in se stesso. I genitori di Tobias sono due genitori attenti e “inquadrati”, che sperano per il figlio un lavoro decoroso e una famiglia e che, di conseguenza, si adoperano perché questo sogno di sicurezza e serenità si realizzi, scontrandosi con la ritrosia di Tobias senza mai capirla sino in fondo, probabilmente. Sul versante opposto ci sono gli occhi di un bambino, Severus, che scrutano e comprendono come solo i bambini riescono a fare: perché sono empatici, attenti, in grado di cogliere quelle sfumature che agli adulti, oramai incastrati in routine e principi, per forza di cose sfuggono; a Severus non sfugge l’insicurezza del padre, la sua intolleranza verso chi gli appare migliore di sé, mentre ai genitori di Tobias forse sfuggiva tutto questo, o forse era più semplice trovare riparo “nell’agire” (il trovare un lavoro), piuttosto che “nell’affrontare” (parlarne, ad esempio).
Al di là di questi personaggi si collocano le figure di contorno, quelle che appaiono sullo sfondo: il barista – figura che inquadra drammaticamente la condizione di Tobias – e i genitori di Eileen, che reagiscono come avrebbero forse reagito tanti genitori degli anni ’50 alla notizia di una figlia nubile incinta: ripudiandola. Nella tua storia il motivo è legato anche alla condizione babbana di Tobias, ed anche questo è coerente alle famiglie di maghi, che non sono tutte così tolleranti verso coloro che sono totalmente estranei al mondo della magia.
Arrivando ai protagonisti, inizio con Eileen. La caratterizzazione di Eileen è brillante in alcuni momenti e debole in altri: partendo dai momenti deboli, il tratto meno rilevante è legato all’aver parlato dei Prince come Purosangue, perché non lo sono; il tratto più rilevante è legato invece alla presenza di Eileen alla fermata di un autobus babbano e alla debolezza del personaggio. Nel primo caso, Purosangue o meno, è strano – e diventa inverosimile senza fornire motivazioni – che una strega frequenti abitualmente la fermata di un autobus babbano; il dettaglio è rilevante perché proprio questa situazione permette a Eileen e Tobias di conoscersi. Riguardo al secondo caso, invece, il lettore non ha alcun elemento per capire per quale motivo Eileen accetti la violenza di Tobias, una violenza che inizia sin dalla loro frequentazione, quando hanno il primo rapporto e Tobias si mostra brusco e impaziente; è una mancanza così importante che rende incompleto il personaggio in questione. D’altra parte, quando parlo di caratterizzazione brillante, mi riferisco ai tratti ripresi dalle poche notizie a disposizione (descrizione fisica e interesse per la conoscenza) e all’introspezione di questo amore succube di Eileen nei confronti di Tobias: descrivi abilmente la condizione di una donna in gabbia, che subisce e si colpevolizza perché, probabilmente, non ha il coraggio di affrontare la realtà; molto efficace anche il timore di confessare d’essere una strega. Se tu avessi unito a questa introspezione anche elementi per far comprendere il motivo per cui Eileen è così arrendevole, avresti creato un personaggio completo e complesso.
Tobias, in ultimo, presenta i medesimi pregi e difetti di Eileen: perfettamente descritto nelle sue azioni-reazioni, nei suoi scatti, nelle sue invidie, nel suo rapporto contrastato con quel mondo che ai suoi occhi è migliore di lui sempre e comunque. Sul versante opposto, quello dei difetti, abbiamo anche in questo caso un personaggio debole nelle basi, perché anche con Tobias il lettore non ha nessun elemento per capire questa insicurezza da cosa scaturisce, se è insita in lui o meno, se è stata causata da qualcosa o da qualcuno. Il lettore non ha nessuno strumento per capire cosa abbia scatenato in quest’uomo un’insicurezza tale da renderlo rabbioso, invidioso e frustrato nella vita di tutti i giorni e nei confronti di tutti, soprattutto degli affetti.
Chiudo con un accenno al contesto, che ha indebolito la verosimiglianza della famiglia Piton: la presenza del televisore (citato in due occasioni) è un elemento che tradisce la coerenza del contesto. In primo luogo, negli anni ’50, il televisore non era un apparecchio che ogni famiglia poteva acquistare (anche se in Inghilterra era già più diffuso rispetto all’Italia), in secondo luogo, le reti televisive, inizialmente, non trasmettevano programmi in tutte le fasce orarie. Nella tua storia, invece, i Piton possiedono forse anche più di un televisore, visto che uno è nella camera di Tobias (il che farebbe intuire una condizione economica agiata; ma il figlio di un uomo benestante non viene indirizzato dal padre a lavorare in fabbrica come operaio), e lo stesso Tobias viene rimproverato dal padre perché passa la giornata davanti alla tv (come se la programmazione degli anni ’50 fosse ricca come quella attuale). Un dettaglio apparentemente piccolo, ma che rischia di danneggiare la coerenza e la verosimiglianza di personaggi e contesto.
La sintesi di tutto questo discorso è il 7/10 assegnato.

Recensore Master
02/03/15, ore 22:21

Ti confesso che mi ha fatto un po' attorcigliare lo stomaco leggere di questa povera donna che si è accartocciata su se stessa per amore di un marito violento, ma anche per una dipendenza mentale di cui, troppo spesso, le donne son vittima.
La storia nel suo insieme mi è piaciuta. Tobias è molto credibile, molto IC anche, credo, per quel poco che ci è dato sapere dalla Rowling.
Quello che mi ha convinto poco sono due dettagli: il televisore (non televisione). Severus è nato nel '60, quindi la tua storia si svolge negli anni '50, il televisore si è diffuso in Inghilterra a partire dal '34 e fino al '45 vennero costruiti 19.000 apparecchi, contro qualche milione di abitanti.
La famiglia di Piton doveva essere quindi benestante per avere un televisore, quindi diventerebbe poco importante la questione del lavoro.
L'altra questione è l'aborto: l'aborto è legale in Inghilterra dal 1975, quindi Eileen dovrebbe essersi rivolta a medici o chi per loro che esercitavano fuori dal sistema, con gravi rischi per la salute... o usare qualche pozione, che probabilmente è la cosa che hai pensato tu (e sarebbe la più sensata per una strega), anche se non so quanto sarebbe stato legale nemmeno tra maghi e streghe...
Ecco, perdona la mia pedanteria ^^'''
A parte questi dettagli, che si possono tranquillamente ignorare in una ff (ma io sono puntigliosa), ribadisco che la storia mi è piaciuta ^^

Nuovo recensore
02/03/15, ore 21:44

Ciao! Sarò breve perché non amo dilungarmi troppo, ma ci tenevo a dirti che ho amato la tua storia. Mi è piaciuto molto il fatto che tu abbia usato un personaggio come Tobias Piton ed il fatto che tu l'abbia fatto lavorare in fabbrica. Non so, mi ha dato un senso di inquietudine e di buio che si sposano perfettamente con le dinamiche della storia. Tobias l'hai caratterizzato benissimo, è perfetto.
ma una sola domanda: perché Eileen l'hai resa così debole caratterialmente? Me la sarei aspettata più.. Caustica, come Severus.
Complimenti comunque per la storia, è bellissima :) 
 

Recensore Master
24/02/15, ore 18:13

Eccomi qui!

Prima di tutto, ci tengo a sottolineare che mi ha molto incuriosita la scelta del personaggio. Personalmente non avevo mai letto nulla con Tobias ed Eileen protagonisti, quindi la faccenda già prometteva di essere intrigante!
La tua storia mi è piaciuta molto. Non solo è scritta bene, ma è chiaramente ben strutturata e pensata, il che la rende coerente e scorrevole.
L'idea di far lavorare Tobias in fabbrica è un dettaglio che ho apprezzato molto: è una di quelle constatazioni da una parte ovvia (Spinner's End era vicino alla ciminiera e ci vivevano gli operai) e dall'altra originale, nel senso che se mi avessi chiesto a bruciapelo "secondo te che lavoro faceva il padre di Piton?" probabilmente non ci avrei mai pensato.
Ho amato la sua reticenza nell'andare a lavorare, il suo consolarsi nell'alcol, la sua incapacità di soddisfare sotto le lenzuola (punto descritto in maniera assolutamente efficace) la donna incontrata per caso alla fermata dell'autobus.
Ho amato alcuni dettagli, come il padre che lo becca in una situazione imbarazzante (anche se forse mi sarei immaginata una reazione più rabbiosa di almeno uno dei due) e l'immagine dei piatti che volano per la casa animati dalla magia (mi ha ricordato 'La spada nella roccia' ;)
Il tema insicurezza l'hai a mio avviso centrato in pieno,e la scelta di un personaggio di cui sappiamo poco è stata in questo senso molto saggia.

Ho solo due appunti da farti: mi hanno lasciata un po' perplessa la presenza di Eileen alla fermata dell'autobus (non mi sembra troppo conforme alla famiglia che descrivi, anche se alla fine se la fa con un babbano) e la violenza di Tobias che ho visto un po' come improvvisa... Cioè, mi è sembrato nonostante tutto una persona piuttosto "dolce" nella sua insicurezza, e per quanto comprenda che un evento del genere possa averlo sorpreso e fatto inalberare, mi è sembrato un cambiamento un po' troppo repentino. Inoltre, come ti ha scritto fri nella sua interessante recensione, anche io avevo immaginato più una violenza verbale che fisica, ma ciò non toglie che ci potesse stare (cioè, strega o non strega, se non si è opposta al marito che le faceva violenza verbale, probabilmente non lo avrebbe fatto nemmeno con la violenza fisica...)

Comunque, ottimo lavoro!
A presto,
Isidar^^

Recensore Master
24/02/15, ore 09:59

Ciao Saveria! Cavolo, ti sei informata su internet riguardo alle conseguenze psichiatriche dell'insicurezza? Perché questa ff le descrive alla perfezione! Tobias, come chi soffre del suo disturbo, tende a evitare ciò che lo spaventa, si sente inferiore, un incapace, e chiudendosi in casa non fa che minare ulteriormente la propria autostima. Avere un lavoro e addirittura una ragazza per lui sarebbe dovuto essere terapeutico, ma evidentemente sul lavoro non aveva grosso successo e vede Eileen come superiore a lui, e per rendere sopportabile il suo senso di inferiorità si rifugia nell'alcol e la picchia. Il ricorso all'alcol è una conseguenza piuttosto comune dei problemi di Tobias, ma non la violenza... almeno, non contro le altre persone, invece, a quanto ne so, l'autolesionismo può venire praticato. Ma d'altronde non siamo tutti uguali e lui può aver reagito a questa maniera, mi chiedo perché perché Eileen, che è una strega, non si difenda, me lo chiedo anche leggendo i libri, anche se non credo che nel Canon Tobias la picchiasse, credo che la sua fosse una violenza verbale, un po' come si comporta anche Severus, che offende e umilia le altre persone, anche i bambini... visto che Tobias si sentiva inferiore anche al figlio mago, l'ha reso come se stesso: un insicuro patologico. Direi che la tua storia c'entra proprio nel segno l'argomento del Contest e con un personaggio non molto utilizzato ;-)
Inutile dire che mi spiace immensamente per Eileen e Severus, la loro era una situazione da assistenti sociali.
Solo un piccolo appunto: Eileen non era Purosangue, la Row ha pubblicato su Pottermore un elenco delle famiglie Purosangue e i Prince non c'erano :-)
ciao
Fri
(Recensione modificata il 24/02/2015 - 10:00 am)
(Recensione modificata il 24/02/2015 - 10:02 am)