Mi piace la tua poesia. Non recensivo da un po' su EFP, ma i tuoi versi hanno qualcosa di suadente e affascinante, qualcosa che vale la pena leggere.
Formalmente la tua poesia, non troppo precisa o legata a schemi di sorta, è costruita sulla simmetria delle due parti, separate da quel verso che fa da cesura, che è anche un po' lo "spannung" del caso, quel Nascondi che porta a compimento il climax precedente. Io mal sopporto gli schemi e quindi quelle tue variazioni, i tuoi versi indipendenti, mi prendono. Sarà quasi un pregiudizio-al-contrario, ma quei versi liberi li interpreto sempre come il bisogno di esprimere qualcosa di vero, non solo qualcosa da racchiudere negli artifici retorici e leziosi, quasi per creare una sorta di manufatto artificiale, come se fosse uno sforzo artistico e nulla più.
I tuoi versi sono sinceri, rabbiosi, stravolti e rassegnati. Specie quando scrivi:
"Come se domani non ci fosse un domani,avanziamo alla cieca nell'abisso di quelli che vogliono e non sono voluti,
delle anime affini - o troppo diverse - che disinfettano con la noncuranza i reciproci tagli."
È poesia d'amori non corrisposti - o di corrispondenze bugiarde, per dirla con la tua parole -, con quella sensazione di nullità temporale rivolta al domani, a quel futuro incerto e inesistente, ché non hanno un futuro gli amori unilaterali, asimmetrici. Avanzare alla cieca, con disperata ostinazione, è un sotterfugio temporaneo, un passeggero mezzo di distrazione, è accanimento terapeutico su una speranza destinata ad andarsene, è un modo estremo di resistere. È limitarsi all'oggi senza pensare a quel futuro che non sarà (è come se domani non ci fosse un domani - non lo si potrebbe dir meglio). Forse è questo il destino di certe anime, ossessionate dall'enumerare identità e differenze, come se l'amore risultasse da quel calcolo, come se logicamente un amore mancato non debba esistere, ché ad ogni amore deve corrispondere un amore uguale e contrario, direbbero i fisici.
Lo stesso confine tra ciò che simile e ciò che è diverso è sottile - ci affanniamo a trovare negli altri qualcosa di simile a noi, forse per capirci meglio, forse per sentirci meno soli, forse solo per soddisfare un bisogno inconscio, alla ricerca d'una corrispondenza perfetta che non sarà mai, perché dopo i primi entusiasmi emergono sempre i dislivelli, le fatidiche incomprensioni. Siamo anime diverse, anche quando ci somigliamo, e l'affinità è troppo spesso una dolce illusione. Non resta che ignorare il male che ci si fa, a vicenda, più o meno consapevolmente, giustificandolo mediante quelle diversità che ci rendono meno simili.
Comunque mi è piaciuta molto anche la prima metà, l'ho trovata vivida, segnata da sofferenza e insofferenza interiore, e una sensazione di stanchezza pervade i tuoi versi, per farsi esplicita nel verso che chiude questo tuo componimento. Questo di ritrovarsi ad essere dei bugiardi è un destino comune a molti, sai?
Complimenti per i tuoi versi, li ho trovati belli. |