Recensioni per
Dopotutto, sei solo una ragazza un po' troppo timida!
di Lilith in Capricorn

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
10/07/15, ore 17:36
Cap. 1:

Mi ero scordata di postare la recensione del contest sulla storia, lo faccio adesso.


9/10
Grammatica e ortografia:
Anche qui, qualche errorino

“quasi come se quella parte del corpo non le appartenesse più e si fosse mossa per volontà di qualcun'altro.” Qualcun altro, senza apostrofo.

“La prima volta che si era ripresa con il cellulare, per fare una prova, aveva quasi pensato di ritirarsi: scoprire che bastava un'inanimata telecamera a metterle pressione l'aveva preoccupata non poco e, nel tentativo di infondersi coraggio, si era ripetuta quello che le aveva detto papà: dopotutto, sei solo una ragazza un po' troppo timida, in realtà! Puoi farcela.” Non vanno messi i due punti due volte nello stesso periodo.

“Guardandosi allo specchio sorrise e si guardò i denti, pensando che sarebbero rimasti bianchi e robusti ancora per molti anni.” Ripetizione del verbo guardare


Stile e lessico: 8.5/10

Mi è piaciuto l’uso della terza persona anche se si tratta di un testo che va molto a scavare nei pensieri della protagonista, e i “dialoghi” interiori con la parte di se che la incoraggia. C’è un grande uso della d eufonica che personalmente non ho trovato pesante e qualche frase che inizia con “Ma”, che non è un errore in senso stretto se nega la frase precedente . Ho gradito anche la divisione dei capitoli in atti, come se appunto fossero parti della recita che la ragazza stava preparando.
E’ uno stile parecchio scorrevole, anche se c’è una grande presenza di periodi descrittivi che a volte rallentano la lettura, ma non eccessivamente. Il lessico è semplice.


Originalità e trama 9/10
Come storia che ha a che fare con la crescita personale della ragazza non è proprio originalissima, ma il fatto che si vada a parlare specificatamente di fobia sociale con sintomi particolari (il vomito) e il finale stesso, sono elementi che rendono molto più realistica la trama. La parte finale soprattutto, è un autentico pugno nello stomaco per tutti quelli che avevano seguito la crescita interiore della ragazza, anche se come finale mi sembra anche troppo brusco e chiuso sul più “bello”, non si riesce a sapere quanto un’esperienza come quella possa influire sulla vita di Sabrina.

Caratterizzazione dei personaggi. 8.5/10
Nel complesso la storia stessa è su Sabrina, di cui viene ampiamente analizzata la psicologia e le fobie, in modo assolutamente non banale o vittimista.
Mi è dispiaciuto che ci sia stato spazio solo per lei (ma questo forse anche per la lunghezza del testo imposta), vengono citati familiari e amici della ragazza di cui praticamente si sa solo il nome, giusto il padre viene un poco più accennato rispetto agli altri.

Uso dell’immagine. 9/10
Allora, l’immagine scelta è stata reinterpretata in un modo estremamente interessante, secondo me. In origine questa immagine veniva da un videogioco dell’orrore in cui la ragazza doveva veramente attraversare la stanza piena di occhi, ma l’analogia degli occhi con la costante sensazione di essere osservati e giudicati anche se è semplice mi ha colpito parecchio ed è uno spunto originale. Abbasso il voto solo per… l’uso del cane!
Il cane è chiaramente presente nell’immagine, ma nella storia viene solo nominato e non ha alcun peso nelle vicende.
Però è l’unica cosa che mi ha fatto storcere il naso sull’uso dell’immagine, per il resto ne hai fatto un buon uso.

Valutazione Totale: 44 punti su 50

Recensore Veterano
09/04/15, ore 19:39
Cap. 3:

Storia particolare, questa. Sembra voler raccontare in tre, semplici capitoli il dramma (anche se non so se definirlo tale) di una sociofobica.
Sociofobia, un nuovo termine da aggiungere alla lista dei mali conosciuti del nostro secolo, che sembrano tormentare così tanto le nuove generazioni.

Ebbene sì, ricambio indirettamente il favore per la squisita (? sarà per la vicinanza all'ora pasto, che sia un caso?) recensione per il Poter degli Idoli.
No, non è un episodio di Amikettismo, è una promessa, e in effetti è per via della parodia sull'argomento, insieme a quello delle recensioni, che il nome di Lilith in Capricorn non mi è nuovo.
Ne approfitto per ringraziare, senza rubare troppo spazio, in fondo c'era una recensione in corso, ahem.

Dicevo, questi capitoli veloci veloci da leccarsi le orecchie (cit.) mi hanno dato l'effetto di quegli shoujo manga che hanno una durata limitata di tre numeri, e lasciano sempre un finale aperto, al che ti ritrovi a chiederti... "... e ora?".

Certo, la vita non può avere lieti fine, perché continua in continuazione (ops), ha una "banalità" (cit.) di fondo che solo la protagonista vive coscientemente come un... dramma (oggi faccio più confusione dello Stregatto).

Alla fine il traguardo è stato raggiunto, la famosa recita scolastica, un traguardo modesto, ma per chi vive schiava delle proprie fobie è una vittoria che pochi sono in grado di capire.
Eppure faccio il tifo per quel padre protettivo che minimizza per rassicurare la figlia.

"Sei solo un po' timida".

Dopotutto, essendo una cosa che ti porti dietro tutta la vita, tanto vale farsela "amica", o perlomeno, non un peso troppo ingombrante.
Senza magari abbracciare troppo il cesso o sbudellare la compagna per un commento innocente ma azzardato (sbaglio, o i tuoi protagonisti sono nevrastenicamente maneschi?)

Panico maledetto, calamita di figuracce... e le figuracce calamite di panico.

Un circolo vizioso?

Ed eccoci alla fine, come il terzo volumetto manga, tristi che la casa di produzione abbia forzato la chiusura, lasciandoci nell'interrogativo.

"Come continuerà?"

Poi guardo la vita di tutti i giorni, dove lei e tutti siamo protagonisti, e possiamo solo forgiare una risposta, tra il rassegnato e l'autoironico.

"Come al solito".