Recensioni per
E se poi ...
di Nina Ninetta
Ciao cara! Un pomeriggio a passeggio per Madrid, un bel po' di bugie da parte di Yumiko ma anche ricordi che tornano e verità autentiche, come l'affetto che Yumiko prova ancora per il marito e a cui continua ad aggrapparsi. Intanto la piccola Eri è di malumore per via di Kingsley... Anche qui, ricordi che tornano, anche se meno remoti. E intanto Ricardo riesce a strappare un invito a cena inaspettato: chissà cosa passa per la testa di Yumiko, tra immagini del passato e sensazioni nuove. Sempre molto godibile e piacevole questa lettura, l'unico che mi preoccupa e che temo non sia in buone mani è il buon Oscar.... |
Ohi ohi... ecco chi era il misterioso amante segreto sorpreso da Kingsley in compagnia di suo padre... adottivo o no, Kingsley è letteralmente sbiancato dalla sorpresa. E dovendo rimettere in ordine pensieri ed emozioni, preferisce rinunciare al suo incontro con Eri. Amori puliti e amori molti meno puliti ma che nascondono una vena di dramma, quel pensiero di non poterne fare a meno che incastra uomini, donne e Drag Queen indistintamente. E intanto Yumiko, Eri e Ricardo si concedono una gita in città, quella città dove le due giapponesine vivono ma che forse non hanno ancora mai realmente visto. Il mio personaggio preferito è indubbiamente Oscar, sempre in bilico tra ironia e tragedia, proprio come accade in genere alle personalità toste. E poi ha un nome che fa a pugni col suo aspetto e questo aumenta il paradosso e la simpatia. |
Ciao Nina! |
Ciao carissima, quando ho bisogno di una storia intima, distensiva e che parla del quotidiano come vedi arrivo qui. Le storie di donne, i personaggi femminili sono decisamente il tuo pane e mi piace come sai coglierli nelle loro faccende di tutti i giorni, straordinarie o meno. Anche in questo capitolo Yumiko si rivela squisitamente giapponese, col suo modo di fare sempre aggraziato e un po' formale anche nei momenti di difficoltà. Pudore nei sentimenti e una discrezione che sconfina nella grazia: queste caratteristiche del popolo giapponese che mi hanno sempre affascinato. Anche nella paura, Yumiko non viene meno al suo DNA riservato e gentile: qualcosa però trapela nel suo modo di rapportarsi con la figlia, e forse Ricardo ha già intuito il particolare legame che esiste tra la sua "coniglietta" ed Eri. Chissà quante volte Yumiko dovrà scusarsi quando la cosa salterà fuori! |
Cara Nina, rieccoci con un capitolo molto succoso, in cui veniamo a conoscere parecchie cose sul conto di Kingsley. Anzitutto e al di là di quel che la stessa Eri poteva immaginare, ci troviamo di fronte a un ragazzo un po' cinico, o forse semplicemente disilluso dalla vita. Sa raccontare la sua storia con brevi e incisivi tratti ma lo fa in terza persona, come se parlasse di uno sconosciuto, di un altro da sé, qualcuno con cui non vuole identificarsi: adottato per ragioni di propaganda ed esibito come un oggetto, racconta per l'appunto la storia di una "cosa" e non una vicenda che gli appartiene, che lo ha visto e lo vede tuttora protagonista. |
Ciao, Nina. Certo che queste due giapponesine sono proprio spassose, riescono a esserlo persino più di Oscar! Yumiko si sente così in colpa per aver detto a Ricardo che Eri è sua sorella, che non può fare a meno di confessare il fattaccio alla figlia: la quale, con la freschezza tipica dei ragazzini, nota subito cosa si cela dietro alle righe, ovvero l'interesse di Yumiko nei confronti di quel ragazzo al quale aveva rotto il naso - che, guarda caso, è pure il suo capo. Intanto, anche Kingsley torna a farsi vivo, e anche a Eri scappa una piccola bugia a fin di bene. Sempre molto godibile e piacevole questa storia, che continuo a seguire con piacere. |
Ciao cara! E così il ragazzo "del naso" è in realtà il datore di lavoro di Yumiko. La quale, chissà perché, ^^ preferisce spacciare Eri come sua sorella. Sento puzza di innamoramento, di quelli tosti. Ma sento anche puzza di complicazioni, che non potranno mancare. Bella questa storia che un po' mi ricorda Viola e un po' i libri, semplici ma profondi, di Banana Yoshimoto. |
Ciao Nina, rieccomi! Ho apprezzato molto questo capitolo, vivace e carico di realismo. È proprio vero che per noi occidentali gli occhi a mandorla sembrano tutti uguali e i loro proprietari tutti cinesi... addirittura, i loro volti sembrano tutti uguali. Una volta domandai con grande faccia tosta a un'amica giapponese se i loro volti non srmbrassero effettivamente tutti uguali, e lei mi rispose che erano piuttosto le nostre facce a sembrare tutte identiche! |
Ciao cara Nina! ...parlavamo di Giappone ed eccomi qui a leggere questa storia del Sol Levante, con queste due protagoniste graziose e colme di una gentilezza antica come solo certi giardini zen riescono a essere. Una madre e una figlia sole, in un paese lontano e così diverso dalla loro cultura d'origine. Manca il parquet lucido e silenzioso a terra, manca il delizioso aroma dei fiori di ciliegio nei cortili della scuola. Manca anche, per Eri, il coraggio di entrare a contatto con questi stranieri con cui ha in comune soltanto il cognome, il coraggio di farsi delle amicizie a scuole. Però ho idea che questo giovanotto dal naso ammaccato forse lo rivedremo presto... |
Ciao Nina, eccomi arrivato alla fine! |
Buongiorno. |
Buongiorno. |
Buongiorno. |
Buongiorno. |
Buongiorno. |