Mh.
E' la prima recensione che scrivo da non so neanche più io da quanto tempo, perciò non aspettarti grandi cose XD
In ogni caso, non solo mi va di recensire, ma dovrebbe anche essere un modo con cui farmi perdonare perché non sono molto presente in questi giorni.
Ho finito di rileggere questa storia. Mi ha messo addosso tanta di quella tristezza che non ti dico, maaaa... colpa mia, dovevo aspettarmelo da te. Giusto?
Insomma, qui si parla di un personaggio che non si vede poi tanto spesso, e di un episodio particolare di cui non parlano in molte, in questa sezione.
Forse perché ci fa soffrire troppo.
E ovviamente, chi ha sentito il bisogno di "provvedere" con una Fanfiction coi controfiocchi? Chi ha accettato la sfida?
TU. Che cavolo, c'è qualcosa che non hai ancora fatto?
Complimenti però per il coraggio, per me sarebbe come autolesionismo scrivere di Chapman.
E soprattutto, vogliamo parlare di come hai scritto di lui?
Oh, mamma. Ho ancora i brividi.
"Ricordi i suoi occhiali cadere a terra, con un tonfo che è sembrato così forte da sovrastare persino le urla di sua moglie.
Lei ha urlato un sacco, quella sera.
Lui invece non ha urlato.
Ha sussurrato.
Ricordi il suono della sua voce sorpresa mentre mormorava "Mi hanno sparato", come un bambino alle prese per la prima volta con il male del mondo. "
QUESTO. Q U E S T O MI HA UCCISA.
E' che ci ho sempre pensato, a quanto fosse assurda tutta quella situazione, ci ho sempre pensato, ma non avrei mai saputo renderlo così bene.
A parte il fatto che adoro le anafore, che ricorrono, per la mia gioia, abbastanza spesso. Direi che danno un bel ritmo alla storia.
Frase, accapo, frase, accapo, frase.
Come se si stesse piangendo e tra una frase e l'altra si cercasse di respirare, ma l'aria non fosse mai abbastanza.
Cerco di dare questo effetto anche alle storie che scrivo io, anche in certe fanfiction, che poi però rimangono nella cartella del PC e non vedono mai la luce di EFP.
E vedere tutto questo realizzato così bene veramente mi commuove, non sto scherzando, che la prima volta che l'ho letta davvero volevo piangere.
Quando hai citato i membri della band, quando hai citato, ahimé, Yoko, le loro reazioni, i pensieri dell'assassino stesso... io temevo che non ce l'avrei fatta.
Ché ho pensato "sembra tutto così reale". Poi mi sono ricordata che in effetti è reale tutto ciò. E la storia in sé sembra più dolce solo perché è scritto, lo dico ancora, meravigliosamente.
Ho paura a rileggerla un'altra volta.
La struttura poi, rispecchia i contenuti, perché come dai importanza ai piccoli particolari, così fai nella trama stessa, quando scrivi del tonfo degli occhiali, o del rumore del libro, della puntina del giradischi... E' proprio bella e non so come altro definirla.
Oh, si vede che sono distrutta, vero? E non sono neanche le sei.
Colpa tua. Sentiti in colpa.
Insomma, basta, me ne torno sul divano, a farmi consolare da una tavoletta di cioccolato fondente e dalla mia chitarra. Ne ho bisogno, dopo questa mezz'ora di dolore.
Ci vediamo presto, con qualcosa di meno triste, si spera. *coff coff*
Ticket_to_write
...E io, l'ho perdonato, Mark David Chapman? (Recensione modificata il 13/05/2015 - 05:50 pm) |