Ehilà!
Questa è la seconda volta che provo a scriverti una recensione, spero che la connesione non mi abbandoni ancora! Comunque, per fortuna, ho una buona memoria e spero di ricordarmi di dirti tutto quello che mi ero programmata.
Trovo la storia molto originale, perchè alla fine nel genere drammatico, gira e rigira, sono sempre le stesse cose. Per questo, tendo a preferire One shots, le long spesso cadono nel banale, ma sono molto felice della mia nuova lettura, poichè penso tu abbia fatto veramente un bel lavoro.
Il fatto che sia ambientata in Kenya è assolutamente fuori dal comune -in senso propriamente positivo- e secondo me è un bel punto a favore di questa storia. Inoltre, amo venire a conoscenza della storia e della cultura di qualche paese e siccome del Kenya io so proprio poco o niente, spero, a storia conclusa, di avere un quadro generale ampliato rispetto a quello che ho ora, composto da poche nozioni. Per questo motivo appezzo molto la presenza di termini locali o modi di dire (come il titolo, per intenderci).
Sono molto curiosa di leggere l'evoluzione dei sei personaggi principali, in particolare di Bahati, Peter e Ryma (spero di non aver sbagliato i nomi, sono una frana in certe cose, ma una specialista nel fare figuracce). In linea di massima, la curiosità verso i prossimi capitoli è data anche (e soprattutto) dalla diversità di questi personaggi che però vivono in condizioni prettamente simili. Non vedo l'ora che la trama si dirami e vada a costuire un albero sempre più imponente e maestoso.
Il momento che mi è piaciuto di più del capitolo è quando Ryma prega e Tifah la interrompre! Da cattolica quale sono, so che molte persone pregano nella speranza di ricevere qualcosa di migliore e so che molte persone non lo fanno perchè ormai la speranza l'hanno persa e un aiuto non lo aspettano più (parlando, ovviamente, di condizioni come queste). La rabbia di continuare a mangiare, sempre e solo, ugali e chapati, il desiderio di stare meglio e l'odio verso la malattia di Peter mi hanno fatto imedisare, almeno per un po', nella vicenda e di questo te ne sarò sempre grata.
Lo stile di scrittura è perlopiù fluido e chiaro, mi hai lasciato senza dubbi e ho compreso tutto (almeno penso) alla prima. Mi piace il fatto che nei dialoghi ci sia una caduta di stile, mi pare il tutto più reale e veritiero. Ah, non ho potuto fare a meno di notare l'accuratezza che hai usato nello scrivere, la grammatica è molto buona e ti ringrazio per avermi dato l'oppurtunità di leggere una storia così ben scritta.
A presto e buona estate,
Lele.
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