VALUTAZIONE DAL CONTEST "LA PRIMA VOLTA NON SI SCORDA MAI"
vincente. Soprattutto, trovo che questo modo di narrare sia perfettamente coerente con i primi capitoli della saga stessa (che, a livello temporale, e per certi versi anche per alcune tematiche, richiamano la tua storia). C'è tutta la leggerezza di una bella storia adatta anche ai bambini (e mai come in questo caso parlare di libri per bambini è appropriato!), di una storia semplice, con tematiche accattivanti e che promette di aprirsi anche ad altri scenari, più adatti a riflessioni che fanno piacere anche agli adulti. Per lavoro mi trovo spesso a leggere libri per bambini, e so che non è affatto facile quanto si potrebbe pensare riuscire a coniugare uno stile semplice e pulito con contenuti interessanti, dal ritmo vivido e capaci di catturare anche l'attenzione di un adulto. Per questo non posso che apprezzare moltissimo l'impronta che hai dato alla tua storia: la voce di Hermione è vivida, emerge molto chiaramente anche attraverso i passaggi più semplici e, soprattutto, il suo ragionare è sempre coerente con la sua età: Hermione è senza dubbio una bambina dall'intelligenza fuori dal comune, ma è pur sempre una bambina, e questo tu non te lo dimentichi mai. Lo sottolineo perché non è così scontato: è facile, quando si dà voce ai pensieri di un bambino, dimenticarsi i suoi limiti. Ed è ancor più facile ricordarseli fin troppo, ritrovandosi a scrivere cose piatte e al limite della banalità, scavalcando un po’ quella linea sottile che c’è fra il ragionare del protagonista e il filtro che, inevitabilmente, deve essere l’autore. Tu, a mio parere, sei stata davvero brava a giostrarti su questo limite: la voce di Hermione non stride mai, ma al tempo stesso sei riuscita a dare una forma interessante e accattivante al racconto.
Oltretutto, si avverte il leggero cambio di stile che contraddistingue le due narrazioni: la Hermione del 1985 è una bambina, vede il mondo attraverso la mente di una bambina, e filtra ogni informazione in maniera secondo me molto realistica. Il cambiamento di complessità, quando Hermione arriva sulla soglia degli undici anni, si avverte, ma è comunque una cosa appena accennata, che rende il testo estremamente coerente e piacevole.
Insomma, brava davvero: hai fatto un lavoro estremamente accurato, e questo è evidente, ma durante la lettura tutto il tuo labor limae si fonde con la narrazione, al punto che lo stile diventa quasi “trasparente”, ponendo il lettore al centro della narrazione.
Non riesco davvero a trovare dei difetti a questo tipo di narrazione, perché è tutto talmente coerente con il soggetto scelto e l’ambientazione originaria della saga (d’accordo, questo in una fan fiction non credo sia necessario, ma quando accade e ha senso che accada, la cosa a me piace), che la lettura diventa un’esperienza piacevolissima.
SVILUPPO DEL TEMA DEL BANDO: 9,75/10
Anche da questo punto di vista, sono estremamente soddisfatta: considerando anche che si tratta di una storia edita, il pericolo di scivolare un po’ fuori tema era tanto (anche se l’avevo un po’ preventivato, accettando anche storie scritte senza avere in mente questo concorso).
La prima magia, o comunque la presa di coscienza di essere in grado di fare qualcosa di fuori dal comune, credo sia un tema particolarmente interessante soprattutto quando parliamo di bambini cresciuti in una famiglia babbana. Ancor più interessante, poi, è vedere una bambina sveglia come Hermione confrontarsi con un evento del genere.
Mi è piaciuto il fatto che, pur non parlando esattamente della prima magia di Hermione (anche se nomini alcuni dei primi, inconsapevoli usi del suo potere, come il ciuccio che ricompare o la barbie della sua compagna che scompare), il tema della consapevolezza (o della non consapevolezza a tutti i costi) sia la struttura portante della storia.
In un certo senso, credo che aspettare fino al compimento degli undici anni per svelare la verità ai nati babbani sia una grande cattiveria: i bambini e le loro famiglie, nel frattempo, hanno tutto il tempo di scoprire il loro potere, di non capirlo, di temerlo, di odiarlo… e, ecco, credo che tu qui, pur mantenendoti su toni molto pacati, abbia reso molto bene questo rischio.
Mi ha davvero fatto tanta tenerezza questa Hermione così ostinatamente attaccata alla razionalità, che cerca in tutti i modi di convincersi che le cose non scompaiono nel nulla, che i libri non si bagnano né prendono fuoco da soli, che dev’essere stato solo un sogno...
Hai poi scelto, secondo me, un modo molto bello di far emergere in maniera chiara la magia di Hermione: con i libri, ovviamente con i libri. E come potrebbe essere altrimenti, quando si parla di lei? È davvero un’idea meravigliosa che l’immaginazione di Hermione sia a tal punto fervida e sollecitata dal meraviglioso mondo delle parole e delle storie da portarla a concretizzare ciò di cui legge, con la macchia d’acqua. Del resto, Matilde è un personaggio nei cui tratti più postivi Hermione potrebbe facilmente rivedersi. È anche molto bello ed estremamente significativo il tentativo dell’inconscio di Hermione di farle capire quello che, in realtà, già sa, ma che continua a negare anche a sé stessa: dapprima facendo apparire la Matilde della copertina del libro come lei, e poi ponendo proprio Hermione nei panni della strega di quel meraviglioso best-seller dei compiti per le vacanze (diciamocelo, Hermione ha fatto solo bene a dargli fuoco). È anche molto interessante che le prime magie significative di Hermione richiamino proprio una branca di incantesimi che le saranno particolarmente congeniali: evidentemente, anche il tuo inconscio la sa lunga!
Non ti ho assegnato proprio il punteggio pieno perché, per i parametri del contest, forse la parte finale ambientata a Diagon Alley va fin troppo oltre: non fraintendermi, per l’equilibrio della storia in sé secondo me ci sta benissimo, e anzi, mi ha divertito molto leggerla, ma per il tema del contest forse sarebbe stato sufficiente fermarsi all’arrivo della signora Jonson, ecco. Si tratta comunque di un dettaglio di poco conto, e mi sono permessa di fartelo notare perché, comunque, stiamo parlando pur sempre di un punteggio decisamente alto, quindi mi sento un po’ di poter andare davvero a cercare il pelo nell’uovo senza penalizzarti.
IC E INTROSPEZIONE: 10/10
Anche qui hai, secondo me, fatto davvero un lavorone: la protagonista assoluta della storia è Hermione, una Hermione bambina. Paradossalmente, a mio parere è quasi più difficile scrivere fan fiction mantenendo del tutto IC i personaggi maggiormente protagonisti dell’opera originale che quando si preferisce scrivere di personaggi secondari, perché le prime sono voci che il lettore conosce benissimo, e dunque ogni discrepanza, ogni piccola incoerenza salta all’occhio molto più facilmente.
In questo caso, invece, sei riuscita a mio parare a rendere in maniera estremamente fedele questa Hermione, pur con i dovuti accorgimenti per renderla la Hermione “pre-Harry e Ron”, e, soprattutto, pre-magia.
C’è tutto, in lei: la sua mente straordinaria, la sua leggera spocchia, il senso di superiorità nei confronti dei suoi compagni e al tempo stesso la sua solitudine, e le sue incertezze. Ci sono anche il suo coraggio e la sua perseveranza, a discapito di quello che i compagni potrebbero pensare, quando insiste nel votare per la sua proposta, nonostante sappia che è una battaglia persa e che le farà guadagnare solo qualche altra presa in giro.
Me la vedo proprio, esigente e determinata, a presentarsi dal bibliotecario per trovare esattamente quello che sta cercando, affamata di conoscenza e del tutto scandalizzata all’idea, a cinque anni, di perdere tempo giocando.
La sua reazione ai suoi poteri, la sua determinazione alla negazione, poi, mi sembrano perfetti: come dici nelle note (e come, in parte giustamente, le fanno notare Luna e suo padre), Hermione è una ragazzina intelligentissima, ma la sua è un’intelligenza tutta logica e razionalità, che si rifiuta di vedere ciò che va oltre i suoi schemi, ciò che appare inspiegabile e irrazionale… e la magia, indubbiamente, è qualcosa che lei sicuramente avrebbe scelto di negare.
Mi piace anche come, qui, tu l’abbia dipinta con tutti i difetti che con cui è arrivata a Hogwarts: un pochino arrogante, con un timore reverenziale delle regole (anche se, trovandomi io “dall’altra parte”, non posso che amare una bambina terrorizzata all’idea di aver rovinato un libro della biblioteca), sola e incapace di instaurare un buon rapporto con i suoi coetanei. E al tempo stesso fai intravedere anche l’altra parte di Hermione, quella più fragile e insicura, quella che forse degli amici li vorrebbe, ma non sa come farseli, e che ha un pochino di paura della sua stessa natura.
Gli altri personaggi, per quanto abbiano un ruolo minore, mi sono sembrati molto ben caratterizzati: si tratta, fondamentalmente, di personaggi originali, perché anche i genitori di Hermione nella saga vengono solamente nominati, e non li vediamo mai agire.
Il bibliotecario (sarò di parte, lo so) l’ho trovato davvero un bellissimo personaggio: ottima controparte della meravigliosa bibliotecaria di Matilde, un uomo attento, appassionato al suo lavoro, molto preparato e determinato: la persona che tutti i bambini dovrebbero trovarsi davanti, per innamorarsi del mondo dei libri.
Anche i genitori di Hermione mi sono piaciuti tanto: si vede che sono persone attente e che amano la figlia, e, seppur con poche battute, sei riuscita a delineare i loro caratteri: suo padre, più scettico e protettivo, mentre sua madre è più tranquilla, pronta ad ammettere che la spiegazione della “professoressa” potrebbe in effetti dare un senso a molti episodi strani nell’infanzia di sua figlia.
Insomma, brava davvero!
ORIGINALITà E STRUTTURA DELLA TRAMA: 9,75/10
Questa storia, sotto vari punti di vista, mi ha stupita: ogni volta che si avvicinava un elemento che rischiava di non convincermi appieno, tu sei riuscita a evitare “il fattaccio”, cavandotela egregiamente.
Innanzitutto, mi è piaciuto molto come hai strutturato la storia, alternando momenti al presente e al passato senza mai che ci fosse la minima confusione su quale fosse il piano temporale del racconto. Questa struttura, oltre a rischiare di essere “pericolosa” appunto per la confusione, qualche volta rischia anche di essere un po’ inutile, nel senso che spesso mi capita di leggere storie (e probabilmente ne ho anche scritte) in cui l’alternanza di piani temporali sembra più che altro un vezzo per movimentare la struttura di fondo, ma non è davvero necessaria a dare un “sapore” diverso alla narrazione. In questo caso, invece, questo lento disvelarsi della natura dei timori di Hermione, e l’intrecciarsi degli episodi di magia legati ai libri mi sembra perfettamente riuscito. L’attenzione del lettore, poi, è sempre tenuta pungolata da tanti elementi molto interessanti: è pur vero che, verso la metà della storia, si intuisce dove si sta andando a parare (e del resto, trattandosi di una fan fiction di questo tipo non ci possono essere molti misteri, in proposito), ma dal mio punto di vista la cosa non è stata affatto un problema: lo scopo di questa storia, credo, non era stupire il lettore con una trama particolarmente sorprendente, ma intrattenerlo raccontando di un episodio molto significativo che nel libro è dato quasi per scontato.
Quando ho cominciato a leggere, e a capire che la Matilde del titolo si riferiva proprio a quella Matilde e alle prime magie di Hermione, sono stata al tempo stesso felice e un po’ preoccupata: l’idea che Hermione, grande lettrice, da bambina babbana abbia passato ore e ore fra gli stessi libri che da bambina ho amato anche io, ovviamente, mi piace molto, e chiaramente Matilde sembrerebbe il libro perfetto per una bambina intelligentissima, grande lettrice e dotata di poteri insospettabili. Sembrerebbe un libro perfetto al punto che, in effetti, mi è capitato spesso di leggere, se non vere fan fiction, anche solo dei meme sul fatto che Hermione abbia scoperto di essere una strega cercando di imitare Matilde. E, insomma, all’inizio ho pensato che tu volessi andare in questa direzione, e se da un lato la cosa mi avrebbe fatto piacere, perché è pur sempre una gran bella trovata, dall’altro mi sarebbe anche un po’ dispiaciuto, perché si tratta, appunto, di un’idea già letta. E invece, tu mi hai stupito molto in positivo, perché da questo spunto hai trovato la tua strada che, a fine lettura, mi sembra molto più coerente dell’idea “originale”.
Un’altra cosa che, a metà della prima lettura, ha rischiato di farmi storcere un po’ il naso è stata la questione della professoressa: mentre leggevo, mi dicevo che fosse una coincidenza un po’ troppo forzata che, guarda caso, proprio dove c’era una strega nata babbana ci fosse anche una professoressa strega. E al tempo stesso, il fatto che lei fosse stata mandata lì apposta sollevava troppe incongruenze organizzative (seriamente, possibile che una povera sfigata del ministero si dovesse sorbire per un anno un’intera classe babbana, imparando a insegnare materie babbane solo per conquistarsi la fiducia di una giovane strega?). Insomma, sarebbe stato solo un dettaglio, ma mi sarebbe dispiaciuto, perché per il resto la storia era di una coerenza e di una cura nei dettagli straordinaria. E invece no, avrei solo dovuto essere un po’ più paziente, perché la tua spiegazione, ora, mi sembra l’unica sensata: è semplicemente logico e intelligente che gli inviati del Ministero assumano l’aspetto di una persona che gode della fiducia della famiglia e del ragazzino a cui devono svelare la verità, altrimenti, credo, la reazione del signor Granger sarebbe all’ordine del giorno, ecco.
TITOLO E INTRODUZIONE: 4/5
Io, in generale, non impazzisco per i titoli “di X e Y”. O meglio, purtroppo ora come ora li trovo un po’ abusati, sia in storie originali, con titoli e accostamenti particolari, dove un simile espediente è del tutto sensato, sia, purtroppo, in storie con titoli un po’ più banalotti e poco incisivi.
Mi rendo quindi conto che qui si tratta soprattutto di gusto personale, però così, a una prima lettura, questo mi ha fatto storcere un po’ il naso. È però innegabile che, in questo caso, gli elementi che hai scelto sono a dir poco particolari, considerando in fandom, attirano l’attenzione e incuriosiscono moltissimo. Per di più, a fine lettura la relazione tra il titolo e la storia appare chiarissima, oltre che pregna di significato. Devo poi dire che, a prescindere dal mio gusto personale, che conta poi quel che conta, mi piace molto che in una raccolta accomunata dalla stessa tematica le storie abbiano una certa coerenza anche a livello strutturale, e vedendoli così, assieme, questi titoli hanno sicuramente un forte impatto. Sono simmetrici e musicali, sono particolari nei contenuti, e incuriosiscono molto.
Lo stesso, in un certo senso, vale per l’introduzione: è la prima volta, anche in un concorso, che mi ritrovo a valutarla, perché, pur essendo consapevole della sua importanza (quando scorro la home delle nuove storie aggiornate, sono la prima a non aprire storie prive di un’introduzione accattivante), anche come autrice è un mio grande punto debole, quindi sto cercando di rifletterci un po’.
La tua introduzione mi è piaciuta molto: riprende i titoli, incuriosendo molto (ammetto di essermi ritrovata a cercare di indovinare quali fossero i personaggi, prima di aprire la storia o guardare le specifiche nelle note), e apprezzo tanto che sia sì generica, adatta a tutta la raccolta, ma che comunque dedichi spazio ad ognuna delle storie presenti. Insomma, mi ha pienamente convinta, appena ne avrò il tempo, a leggere anche le storie che non partecipano a questo contest.
GRADIMENTO PERSONALE (ed eventuali commenti vari): 4,75/5
La tua storia, ormai lo avrai capito, mi è piaciuta davvero moltissimo.
Mi è piaciuto cosa hai scritto, e mi è piaciuto come lo hai scritto.
Hai trovato, secondo me, un giusto sguardo per raccontare di qualcosa che, per un certo verso, avevamo già visto con Harry, ma in una chiave tutta nuova.
Come ti ho detto anche in altri parametri, immaginare che le cose importanti per Hermione siano avvenute in mezzo ai libri secondo me è stata un’idea perfetta, perfettamente coerente con il personaggio e con gli eventi della saga.
In più, se avessi avuto bisogno di altro, per amare la tua storia, il tema di fondo va proprio a toccarmi sul personale: insomma, io sono una bibliotecaria che si occupa prevalentemente della sala ragazzi, quindi puoi immaginare quanto questa storia abbia toccato delle corde molto personali (e sì, lo ammetto, la bibliotecaria di Matilde è un po’ il mio spirito guida).
L’unica cosa che mi sento di precisare (ma qui sono gli anni di volontariato per Nati Per Leggere a parlare) è che gli albi illustrati sono libri veri, verissimi!
A parte gli scherzi (comunque, se può farti piacere saperlo, Elmer va ancora fortissimo tra i mini umani), la tua storia è davvero pregevole, e sono contentissima di aver avuto l’opportunità di leggerla con tanta attenzione per il contest.
TOTALE: 48,25/55 |