Here I am! c: Dunque. ~
Ho trovato questa storia molto carina. Mi è piaciuto in particolar modo il fatto che hai lasciato quasi completamente nell'ombra la protagonista, e che i dettagli che la riguardano ci vengano comunicati dagli altri personaggi. E' un espediente molto interessante per introdurla, la fa sembrare... trasparente. Che quindi alla fine le venga assegnato il soprannome di Fantasma è proprio azzeccato. :)
Gli altri ragazzi sono tutti curiosi, a modo loro, ma purtroppo anche abbastanza bidimensionali. E vado a spiegarmi. Ognuno di loro può potenzialmente catturare l'interesse del lettore, ma sono solo abbozzati; quasi, vengono messi nell'ombra dai grandi nomi che "incarnano" - vedi Pirandello, o Catullo, o Steve Jobs - oppure spariscono dietro riferimenti fuori dai canoni (ad esempio, quello a Rigor Mortis. ...Ehm, non conosco "Sì oscuro signore"). E' un peccato, perchè in questo modo, nel momento in cui ripenserò a questa storia, non riuscirò a ricordarli. Non so se era una tattica voluta, ma è un'ipotesi che mi sento in dovere di considerare, notato anche il titolo: "Racconti di una vita vissuta". Menzioni, infatti, che la scuola sta finendo, e m'è parso di capire che non ricomincerà più. Forse il racconto cerca di replicare un ricordo che sbiadisce? Se è così, hai centrato in pieno il bersaglio - tra le righe si può rintracciare un "flusso della vita" che fugge. Che s'è impresso nella memoria del Fantasma, ma comunque pian piano sfuma lasciandosi dietro vaghi scorci, personalità abbozzate, brandelli di dialogo, scene senza sonoro o, all'opposto, suoni puri galleggianti.
Un appunto sui dialoghi: non è sempre d'immediata comprensioni chi, di volta in volta, stia parlando. Questo può creare un po' di confusione.
Ultima cosa: ci sono alcune sviste qua e là, tipo qui: Si può sapere in che mese credevi che eravamo? hai usato l'imperfetto al posto del congiuntivo (sì, sono una Grammar Nazi).
Ok, mi sono dilungata anche troppo. Ugh, quando parto non smetto più, ahah!
Nik ♪ |