Finalmente eccomi qui: sto lentamente avanzando nella lista di cose che da mesi mi riprometto di recensire; dunque mi scuso per il ritardo che ho nell'esprimere il mio apprezzamento per questa piccola delizia!
Qui devo confessare i miei pregiudizi positivi verso qualunque storia con i Gold bambini e verso Shaka - grande o piccolo, mezza misura, in qualunque taglia e in qualunque salsa.
Ci sono tanta tenerezza e umanità in questa storia, condite con un pizzico di dolce ironia che mi ha fatto sorridere e mi ha intenerita.
Perché ce lo vedo, il piccolo Shaka, tutto cosmo, tutto spirito, tutto intelletto illuminato, ad avere problemi ad interagire con gli altri bambini inizialmente, ad essere un po' un outsider, soprattutto se non può fare appello a quel suo cosmo immenso.
Così come mi sembra possibile che siano Mu ed Aldebaran ad andare da lui, a tendergli una mano, a farlo sorridere: di Mu, sappiamo che deve avere o aver avuto un legame di amicizia con Shaka, già da come si parlano verso la fine della scalata delle Dodici Case; Aldebaran è ragionevole che sia seguito a ruota, perché Aldebaran è probabilmente il più bonario ed il più centrato dei Dodici.
Ho sorriso di cuore quando Shaka manda via i suoi nuovi amici perché è l'ora della meditazione! Insomma: un po' di spocchia deve pur averla, perché il buongiorno si vede dal mattino - e, se c'è una cosa che Shaka ha a iosa da grande, è appunto la spocchia.
Poi è dolcissimo Aldebaran che apprezza la bellezza degli occhi di Shaka, così come lo è il fatto che Mu non riesca a cogliere un nesso logico.
Bel lavoro, complimenti! |