Questa storia mi ha molto sorpreso, perché va a finire in un modo completamente diverso dalle altre che ho letto finora! Dal titolo non l'avevo previsto!
Una storia che finisce bene?! Sarà stato difficile scriverla? Proprio come per Saïx è difficile scrivere il lieto fine nelle sue storie.
L'incursione di Lea/Axel è stata abbastanza sorprendente. All'inizio, quando è comparso mi è venuta paura sul serio XD poteva diventare una storia veramente dell'orrore, con lui come fantasma: ho immaginato che avrebbe dato fuoco alla casa, con Saïx dentro e delle scene terribili...
E invece, la storia lascia nel modo più sereno.
Una cosa che mi è piaciuta molto è che Saïx decida di controribattere ai dispetti del fantasma... Cominciando a parlare dei propri libri. Fino a quel momento sembra solo una persona troppo razionale e che rimugina, invece non cede ad esaurirsi in questo ma in realtà è ricco di storie lunghe ed emozionanti. In questo modo si rivela per quello che è, poi Lea rimane affascinato e le cose possono cambiare. Anche se, se non ci fosse stato lui, Saïx da solo non avrebbe ancora saputo tirare fuori un'idea simile per il suo romanzo.
Una cosa che ho trovato un po' irrealistica invece, è l'eccessiva consapevolezza di Lea, che in fin dei conti è un bambino. Insomma, ho trovato il passaggio da Lea "bambino dispettoso" a questo Lea un po' brusco.
Per esempio, quando analizza la sua situazione familiare ("Mio padre era un alcolizzato e mia madre gli era sottomessa") o rimprovera Saïx ("Vi lamentate di tutto e usate il cinismo per difendervi dalle vostre emozioni invece di vivere le vostre vite", frasi che mi hanno folgorato), un bambino non sa ancora queste cose. Se sì, non riesce a dirle in questo modo: quando si arrabbia con Saix, cambia di botto anche il suo linguaggio, che diventa più maturo e analitico, diventando più simile al resto della narrazione.
E' anche possibile che, essendo passato tanto tempo dalla sua morte, abbia avuto modo di rifletterci su. In effetti il fatto che alla fine baci Saix, che è molto più "vecchio", indica che dentro è cresciuto e si vede lui stesso più grande. Però non l'ho dato per scontato, se poi quel tempo l'ha passato da solo e senza fare altre esperienze, soprattutto per evolvere il linguaggio.
Lasciando questo da parte, il racconto è piacevole da leggere e quando ci ripenso mi lascia un ricordo dolce, come di una bella storia da cui poter tornare! Finale dolce: meno male che c'è Axel! |