Io giuro sul mio onore e su tutti i miei volumi sgualciti di Naruto che ho visto questa stessa Fanart su facebook stamattina, e di aver fatto due cose dopo averla contemplata:
1. Ho pianto spudoratamente, perché è bellissima, e basta. Che altro dire?! Raccoglie in sé tutti i feels della storia e... Okay, torno a piagnucolare.
2. Ho pensato a te. Va bene, non intenderla male, ma posso garantirti di aver pensato alle tue storie, così belle e profonde, le quali non hanno mai mancato nel rendere giustizia alla vicenda di Naruto.
E anche stavolta, hai immortalato in una scena che richiama alla mente tante emozioni. Hai scelto lo specchio come strumento di riflessione [o riflesso... Ba dum tsss], e non ho potuto fare a meno di pensare a Lewis Carroll e la sua opera Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò, e confermo il fatto che il Naruto che hai descritto abbia molte caratteristiche in comune con l'Alice del libro: anche lui, dopo un'estenuante avventura piena di sofferenze e dolore, si risveglia ad un tratto dal suo sogno, e nell'età matura scopre il modo di affrontare i suoi demoni e le paure più profonde, trovando anche il tanto desiderato conforto di un calore familiare.
Forse non c'entra assolutamente nulla questa cosa... Ma sento che tu, nel profondo, un pochino ci abbia pensato. E se l'avessi fatto, beh, non posso che ammirarti ancora di più: riprendere la figura sperduta di Alice nel rocambolesco mondo di turbamenti e labirinti interiori non è semplice, bensì ammirabile e mai scontato.
Che altro dire? Già avevo pianto per la Fanart [eh, ho il cuore debole per certi disegni. Che posso farci?], e ora mi ritrovo a piangere anche per la tua meravigliosa One-shot/Flash/whatever you want. Questo pezzo, in particolare, mi ha scaldato il cuore:
Mi piacerebbe poter fare solo una cosa. Avvicinarmi a quel riflesso, a quello che sono stato e che continuo a essere.
Alice nel Paese delle Meraviglie è stato spesso criticato come romanzo di formazione per l'unica colpa del finale in cui la protagonista si risveglia dal suo sogno, facendo sembrare quindi tutta l'avventura qualcosa di poco importante e fievole, come se Wonderland non potesse dare un insegnamento concreto per vivere nella realtà di tutti i giorni.
Il tuo Naruto però non si è esattamente svegliato passivamente... È cresciuto, diventato forte, e si è fatto da solo: è uscito con le proprie gambe da quel vetro che l'ha tenuto prigioniero nel suo antro di sofferenza. E nel tuo racconto hai come dissolto questo sottile muro che è lo specchio, permettendo all'adulto di conservare un tattile ricordo di ciò che non si può e non si deve scordare, perché il dolore è da sempre la memoria più tangibile. Questa senz'altro è stata una parte meravigliosa... Complimenti, Grey, davvero. Il modo con cui hai tradotto in parole una semplice ispirazione derivata da un disegno è stato spettacolare, semplicemente meraviglioso.
Ho quasi il presentimento che tra qualche tempo rileggerò questa tua piccola storia, e quel giorno rivivrò forti emozioni, ma diverse. E sappi che quando un racconto è volubile e dà opportunità di riflettere a pensieri differenti di volta in volta, significa tanto.
... Ora, non riguarderò cosa cavolo ho scritto, avrei troppa paura, ahahahah! Ti prego di scusare ogni parola ed ogni cretinata: abbi pietà della povera Calcedonio, perché non sa quello che fa!!!
Ancora complimenti, Grey: ti confermi sempre un mito. Alla prossima! |