Recensioni per
Il paradosso del cavallo
di Francine

Questa storia ha ottenuto 8 recensioni.
Positive : 8
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
16/11/15, ore 23:00

L'antipatia di Saori in questa saga passa in secondo piano col coraggio che dimostra, mettendosi in prima linea per i suoi Cavalieri e il mondo intero.
Non ricordo se sia mai stato mostrato più di tanto il passato di nonno e nipote, ma l'idea che le abbia insegnato a giocare a scacchi la trovo perfettamente sensata, così come il paragone tra scacchi e Cavalieri.
Occhio, Ade, che adesso arriva la Regina a farti lo scacco matto!
Alla prossima!
Stellaskia (che di come si gioca a scacchi non l'ha capito mai..)

Recensore Junior
15/11/15, ore 16:50

Bella, bella, bella.
La tua prosa è fantastica, scorrevole ma raffinata, bella nel senso più vero, e poi, l'uso che fai della metafora degli scacchi (non facile da usare con efficacia, considerando quanto sia stata abusata in opere di ogni tipo) è assolutamente efficace, affatto pretenzioso. Un missing moment che in sé racchiude il rimestarsi degli pensieri di un personaggio così complesso, il passato, il presente, e le speranze per il futuro.

Recensore Master
05/11/15, ore 16:53

Non conosco il gioco degli scacchi e le regole per muovere i pezzi, ma gli scacchi sono la metafora perfetta della guerra, come il Go - che manco conosco.
Un breve componimento dedicato a Saori e a Mitsumada. Il nonno, consapevole del futuro che la attende, le insegna ad essere un leader, un buon stratega. La lezione ci impiegherà un po' a far presa, ma alla fine Athena imparerà a gestire i pezzi a sua disposizione sulla scacchiera. E si sa, i sacrifici capitano, perché alla fine ciò che conta è non farsi fare scacco matto.
Ho apprezzato molto questo ingresso nel mondo degli scacchi, questo ricordo di infanzia che è un po' una radice del presente.

un abbraccio.
E.

Recensore Master
26/10/15, ore 12:02

Ciao carissima, eccomi di nuovo dalle tue parti. Questa flash-fic mi ha attirato come il miele attira l'orso goloso. Il tema del gioco a scacchi, la strategia, le vite dei saint sballottate come pedine sono tutti elementi a me molto cari. Del tuo componimento ho apprezzato in particolare il contrasto fra la prima parte, in cui Saori bambina si scontra con la complessità del gioco (e della vita che la aspetta) con la guida affettuosa e accudente di Nonno Kido. E pensa al cavallo, a César, allo zucchero. Ma poi Saori Kido muore, e le tinte color pastello scompaiono per far emergere con prepotenza quelle cupe e taglienti di Athena. La cinica stratega, la dea guerriera che cammina su un tappeto di ossa. Niente di più lontano dall'immagine eterea e virginale del suo involucro umano. I giochini sono finiti. All'infermo scendono in campo i giocatori. Quelli veri, che puntano pesante.

Recensore Junior
08/10/15, ore 23:11

Piccole perle amare le tue
e noi lettori ci sentiamo esattamente come Cesàr: cerchiamo gli zuccherini nella tua penna anche se sappiamo che alla fine  troppo zucchero fa male.
Io perlomeno mi sento così
Perchè in questo raccontino si vede tutto il giro della giostra, il giro del tempo, il giro della vita, il giro dei destini.
I sacrifici necessari per un fine più grande, il gusto di Atena per il teatro, poichè il modo migliore per vincere la mano è mettersi sotto i riflettori e attirare l'attenzione su qualcosa che nasconde qualcos'altro come un gioco di scatole cinesi ( e il mio cuore si gonfia tristemente al sacrificio primigeno ed ultima chiave rotante del meccanismo che non coinvolge solo i pedoni, ma tutta la scacchiera bianca)
Che Atena/Saori conosce la semplice verità della lotta infinita tra uomini e divinità, tra umani e la vita;
perchè non esiste pace o fine, pena la dissoluzione di entrambi i contendenti.
Atena/Saori viene allenata agli scacchi, ma paradossalmente si comporta più come una giocatrice di Go, dove il sacrificio è importante per vivere, per avere in mano tutte le carte sino alla mossa finale, per poter "fare e disfare" a proprio piacimento.
Per arrivare alla vittoria in un sottile gioco di equilibri senza schiacciare i proprio avversario, ma solo sottomettendolo al suo volere.
Quindi nonostante il male io lo zuccherino me lo prendo lo stesso, continuo a cercarlo lo stesso, perché la tentazione dolce è più forte del retrogusto amaro.

Recensore Master
02/10/15, ore 23:59

Ebbene, eccomi qui!
Flash-fic decisamente interessante quella che sei andata a pubblicare. L'ho letta tutta d'un fiato e ne sono rimasta affascinata. Apprezzo davvero il tuo stile: il tuo periodare permette alla storia di preseguire in tutta calma, dando tempo al chi legge di afferrare i paritcolari che risalgono in superficie; le tue descrizioni sono delicate e profondamente suggestive, non si riesce davvero a restarne indifferenti o a non complimentarsi per l'ottimo uso di termini.
Passando al contenuto della flash-fic, ho amato la tua caratterizzazione del personaggio di Saori e così la resa di questo suo ricordo legato alla figura di Mitsumasa Kido ed il gioco degli scacchi. Ho trovato davvero ben gestiti i suoi penseri: sono quelli di una bambina, così innocenti e misti ad esperienze che le rimangono chiare nella testa. Non ho potuto fare a meno che rimanerne intenerita nonché affascinata dalla tua capacità di ricreare l'atmosfera e soprattutto suggerire al lettore particolari della scena come l'odore di tabacco. L'ho trovato un qualcosa di incredibilmente affascinante e non posso davvero negarti la mia meraviglia! Anch'io ero solita giocare a scacchi da bambina ma, forse perché non ho davvero la testa per i giochi da tavolo, mi era concesso muovere le pedine con discreta libertà; nel leggere di Saori e dei suoi pensieri circa le pedine ho provato un tuffo nel passato.
Ho molto apprezzato il cambio di atmosfera: da un'ambiente legato all'infanzia, ci troviamo su quella che è la scena di una tragedia. Il sacrificio di Atena ha colpito molti - non me perché, davvero, non riuscivo a capirne il senso - e, devo ammettere, tu sei riuscita a conferire a questo atto una solennità che nemmeno il mangaka è riuscito a dare. Il suo paragonare i cavalieri alle proprie pedine e così la stessa Guerra Santa ad una partita a scacchi è stato un tocco da maestro. Non sono ruscita ad associare pedine a cavalieri e spero di non sembrare assillante - o esageratamente scema - nel domandarti un "chi è chi" ... più per curiosità personale che per altro!
Concludendo, splendida flash-fic. L'ho trovata un capolavoro che inserirò fra i preferiti!
mughetto

Recensore Master
02/10/15, ore 19:54

La scacchiera è un classico della mitologia della guerra, e con lei le sue regole. 
Un'immagine mai vecchia che hai saputo rendere molto bene, catturando il momento e i sentimenti di Saori/Athena. 
I ricordi sono narrati attraverso degli odori, dei suoni, delle parole, e sono proprio questi tocchi a rendere i sentimenti dei personaggi reali, perché quando ricordiamo (quando soffriamo, quando amiamo, quando ci troviamo con una daga alla gola) non ci esprimiamo per wall of text, ma per percezioni. 
Complimenti! 

*caffè caldo e biscottini alla marmellata?* ♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥
 

Recensore Master
02/10/15, ore 19:44

Credo di non aver mai recensito qualcosa di tuo, perché sono un'ignobile pigrona. Ma sebbene Saori non sia il mio personaggio preferito adoro quando qualcuno non fa bashing su di lei, bensì tenta, prova, riesce a caratterizzarla come un buon personaggio. Non solo come un'inetta o una bimba fastidiosa, ma anche come una donna che matura e che cresce, sapendo d'esser Atena.
Questa one shot m'ha incuriosito, lo ammetto, grazie al titolo. Mi son detta 'quale paradosso'? E poi ho letto.
Il momento è straziante, il momento è epico, di quelli classici in Saint Seiya... eppure oltre la realtà che sta vivendo Saori-Atena, la daga sulla gola e la paura, l'orrore nei suoi occhi, la sventura di dover affrontare quel terribile momento -e di farlo affrontare a Saga-... vi sono i ricordi.
Ricordi che hai descritto in una maniera splendida, non solo li leggevo, ma potevo quasi toccarli e odorarli, tanto li hai descritti. Mi piacciono un casino quelle fanfiction -o oneshot in questo caso- in cui si cerca di far percepire con più di un senso un qualcosa di impalpabile. Quindi te ne faccio i miei più vivi complimenti!
So che questa recensione forse risulterà un po' sconnessa -se non addirittura delirante-, ma solitamente quando commento cerco di tenere un filo di pensieri su cosa ho adorato della storia.
Seppur sia breve, quasi una flashfic, questa oneshot dona il calore di un affetto perso nel tempo, l'acume di una strategia che dagli scacchi diviene una guerra (ehi, divinità della strategia in guerra!) e i pedoni... divengono i guerrieri. Tanti, troppi pedoni persi e anche torri, alfieri e re...

L'allusione alla doppia regina se non comprendo male è Pandora, right? 
Comunque, spero si comprenda che ho apprezzato questo tuo scritto e ti rinnovo i complimenti per aver scritto qualcosa di 'nuovo'.

Enjoy,
Giò.