Salve!
è con grande piacere che passo a recensire questa One-Shot. In primo luogo perché racconta dei pensieri di Thorin un personaggio che detesto con tutta l'anima e che era meglio se si faceva sbranare da Smaug che, malgrado i dissapori iniziali già alla lettura del libro Lo Hobbit, sto cercando di farmi piacere - almeno un po'; in parte perché dai, povero, non è stata del tutto colpa sua, alla fine è stata l'Archenstone (o Archengem... dipende quale traduzione conosci, se libro o film) a, per così dire, stregargli la mente e a farlo mezzo impazzire... ma questo non toglie il fatto che volessi prendere le teste sue e di Thranduil e farci noce di cocco, noce di cocco l'una contro l'altra. Ma vabbè.
Tutto questo delirio iniziale per dire cosa? Che mi fa bene leggere introspettive su Thorin. Magari inizierò a perdonarlo un po' e a smettere di compararlo ad... altri personaggi. Ma lasciamo stare, prima che questa recensione finisca off-topic che è comunque troppo tardi, ma vabbé.
Mi è piaciuto il filo dei pensieri di Thorin, un nano più giovane che dimostra le insicurezze tipiche di una maturità non ancora del tutto sviluppata, lo spaesamento dell'aver perso casa e famiglia, e il dolore che prova. Un po' più strano mi è sembrato il personaggio dell'elfa che, purtroppo, non ho capito: mi sfugge il motivo vero della tua scelta di inserirla nella storia, forse perché mi aspettavo un risvolto di qualche tipo - non necessariamente romantico - fra lei e Thorin, e invece la cosa, per così dire, cade e basta. Ci sarà un seguito per esplorare di più questo nuovo personaggio? Se così fosse mi farebbe piacere.
Per quanto riguarda la parte lessico-grammaticale non ho notato troppi errori, se non giusto un paio di sviste, che - ti prego, non offenderti - ci tengo a mettere in luce per far sì che il testo diventi completamente pulito:
- [...] i prati ricoprivano la terra e le colline, il cinguettio degli uccelli rendevano l'atmosfera tranquilla e buccolica - purtroppo, messa così la frase suona male: forse sarebbe stato meglio scrivere "i prati che ricoprivano [...] e il cinguettio[...]", aggiungendo un che pronome in modo da mettere quel ricoprivano come verbo di una relativa, aggiungere una congiunzione e togliere la virgola dopo cinguettio, in modo che rendevano venga riferito sia a prati che a cinguettio, e non appaia come errore nella scelta di una persona plurale. Oppure semplicemente cambi il verbo al singolare.
- Erebor è persa cosa faremo ora? - dopo Erebor, io avrei messo una virgola.
- [...] visto il fuoco del drago, ne ha sentito il calore e ne ha visto la distruzione - ci sono due visto che suonano come una ripetizione ripetizione... forse il secondo è meglio sostituirlo con subito (subìto) o qualcosa del genere.
Per il resto va tutto bene, alla prossima!
(Ci credi che ho notato solo adesso che il nome dell'elfa è anche il tuo nickname? Spirito d'osservazione portami via, eh...) |