Ciao! Sono passata per lo scambio recensioni, approdando alla tua storia attirata dal titolo. Essendo una frequentatrice assidua della Capitale, mi ha subito incuriosito; e non mi sono pentita di essermi fermata in questi lidi.
Iniziamo col dire che la tua descrizione di Roma, così accurata e precisa, mi ha incantata: ho vissuto quelle scene, sono stata su quella metro, sono scesa a quelle fermate e, per me, è stato come viaggiare con Erica per tutto il tempo. A parte la precisione della ricostruzione, la personificazione iniziale di Roma mi ha davvero conquistata. Perché è vera.
Continuando a leggere, il focus si è spostato dalla città a una sua abitante, Erica. Il modo in cui hai gestito lo zoom su di lei mi è piaciuto parecchio, e anche il fatto che tu ti sia riallacciata immediatamente al titolo della storia. In sé, la trama si sviluppa in modo abbastanza semplice, ma riesci a complicarla sia nella prima che nella seconda parte, con un complicato incastro di flashback, perché Erica, Roma, la conosce da sempre; e la ama, per lo stesso motivo per cui Michela – la quale in ritorno ama la città perché simile a lei.
Questi parallelismi li hai ben specificati, ma in modo delicato tanto da non risultare opprimente; sei riuscita a spiegare bene le premesse tra Erica e Michela, nella prima parte, e a dare informazioni sulle due protagoniste caratterizzandole, mostrandoci le loro vite nelle loro differenze e similitudini.
La tua narrazione a incastro, indietro nel tempo fino ad arrivare al primo incontro, è ben gestita; hai dato una personalità forte persino a quelli che saranno di certo personaggi secondari, rendendoli vividi per noi perché sono vivi in Erica.
Tutto è estremamente realistico, dalla fascinazione per i nuovi vicini che vengono dalla metropoli lontana, nello spazio e nelle abitudini, da Roma; la citazione di piccoli elementi della cultura di massa, gli slogan e le pubblicità. Contribuiscono a dare veridicità, specificità al tutto; umanizzano la protagonista e la sua famiglia, rendendola un personaggio potente.
La narrazione è tanto “matter of factly” da risultare ironica, e fa sorridere come fa fare una smorfia la materia trattata. Tutto è agrodolce, tutto ha sapore, aiutato anche dalle immagini efficaci che hai scelto di usare. La mia preferita in assoluto, della seconda parte, è il paragone tra Michela e un personaggio dei fratelli Grimm; nella prima, parallelismi e accumulazioni aiutano a dare le giuste sensazioni.
A volte, però, scivoli in qualche ripetizione di troppo, dunque attenzione a termini ed espressioni usate in modo troppo ravvicinato, per esempio:
"ha alzato la testa"; "alza lo sguardo" --> ripetizione
"famiglia"; "famiglia" ---> ripetizione
Sempre a livello grammaticale, ho da segnalare quelle che, secondo me, sono un paio di sviste:
Le pozzanghere, a terra, si accumulano ai lati delle strade trafficate, sopra i marciapiedi, sulle soglie dei negozi, alle uscite della metropolitana. --> personalmente, avrei posizionato due punti tra "accumulano" e "ai”, per snellire una frase già bella pregna per l’elencazione;
"Roma, quando piove è" --> "quando piove" è inciso, dunque occorre una virgola. Solo un inciso può separare un soggetto dal verbo.
"prima di affermare con sicurezza di stare tornando a casa." --> Qui, la frase stona un poco col resto. Toglierei quel “affermare con sicurezza”, cercando di sostituire con qualcosa che mantenga il senso del tuo messaggio (che, se non ho capito bene, è che, nel tragitto, Erica possa sempre cambiare idea / possa succederle un imprevisto).
Il tasto più dolente, forse, si trova nella prima parte: la consecutio temporum, a partire dalla frase che inizia con “La banchina della stazione Termini” risulta piuttosto confusa. Passi continuamente tra presente e passato, utilizzando, sì, il presente per indicare qualcosa che avviene con regolarità, ma poi portando tutto al tempo passato (“Michela aveva gli stessi…”) e passando in modo poco fluido tra presente e un passato troppo lontano perché venga rispettata la consecutio temporum. Ti consiglierei, quindi, di riguardare quel pezzo, in modo da farlo risultare meno confuso e altalenante, e di scegliere un tempo di narrazione (presente o passato) e attenerti a quello perché tutto rimanga più chiaro agli occhi del lettore.
A parte questi piccoli appunti, ho poco altro da dire: il concept della storia mi piace moltissimo, e si vede che sai il fatto tuo. La seguirò sicuramente per conoscere il seguito, e, intanto, ti faccio tanti complimenti! |