Quarta recensione premio del contest Sfida alle 100 parole – IV edizione
Ciao, Freya!
Nonostante questa storia risalga quasi a due anni fa, non l'avevo mai notata, e dire che hai scelto per lei un titolo così intrigante. Per fortuna hai vinto il concorso e mi hai dato un motivo in più per visitare il tuo profilo!
L'ho trovata diversa dai racconti a cui mi hai abituata, con questo stile molto lineare e questa trama che racconta senza voler sorprendere, ma per solo il gusto di raccontare. Tuttavia, mi è piaciuta molto, perché hai trattato in maniera verosimile uno dei momenti più bui della vita di Ginny, a cui io per prima non ho mai prestato molta attenzione. È più facile, e forse scontato, immedesimarsi in Harry, Ron o nella pietrificata Hermione, ma all'undicenne Ginny, vittima ingenua della malia di Tom Riddle, nessuno dedica chissà che riguardo, malgrado la protagonista indiscussa del secondo volume sia lei, che trama nell'ombra e persino a propria insaputa.
Mi ha trasmesso una grande tenerezza questa storia, tutta incentrata su questa bambina che desidera sentirsi a casa e coccolata, che come è giusto che sia desidera attenzioni e rassicurazioni, ma che purtroppo trova tutto in un amico sbagliato e ingannevole. Credo che abbia saputo caratterizzarla alla perfezione: così timida, indifesa e già allora innamorata di Harry.
I momenti che mi sono piaciuti di più sono gli scambi tra Tom e Ginny, dove a mio avviso hai riprodotto piuttosto bene il linguaggio semplice di una ragazzina, in netto contrasto con le strutture già più elaborate di Tom, che pur adattando il suo registro all'interlocutrice (quantomeno per farsi capire) resta distante e soprattutto adulto rispetto a lei, che racconta al suo "principe" ogni cosa e, tenerissima, tenta anche di farlo ingelosire!
Proprio perché più di ogni altra cosa ho apprezzato i dialoghi tra loro, mi è piaciuta la tensione che man mano hai costruito attraverso i dialoghi stessi: se dapprima li vediamo spensierati e vitali, con il passare del tempo diventano più spenti, sospetti e spaventati. Il cambiamento di Ginny, il suo incupirsi e la sua lenta e spaventata presa di coscienza, è comunicato efficacemente, seppure resti sempre sullo sfondo. Questa tecnica così sottile, a mio avviso, ha messo in scena perfettamente la confusione della protagonista, che sa e non sa, capisce e non capisce, prende coscienza e fugge via, naturalmente spaventata da ciò che sta accadendo e incredula dinanzi a degli eventi che in fondo non riesce a comprendere.
L'unico elemento della trama che mi ha stranita (e non so se sia stata distrazione o sia stato un elemento voluto) è il fatto che Ginny deduca che il suo interlocutore sia un "principe". Non c'è nessun passaggio, né nel discorso indiretto né in quello diretto, che spieghi questa convinzione della protagonista; infatti a una prima lettura credevo di essermi persa un passaggio, dato che si passa da "diario" a "principe". Si tratta di un dettaglio minimo, ma dato che l'ho notato mi è parso giusto fartelo presente.
Passando proprio al principe, invece, mi ha divertita l'idea che Ginny pensasse inizialmente a uno scherzo di Fred e George! Ma direi che Voldemort sia troppo anche per loro! Scherzi a parte, la caratterizzazione di Tom è perfetta, così adulatore all'inizio e tanto cinico alla fine, quando ormai tutto si è compiuto e ingannare lei non gli serve più. Devo dire che Tom resta uno dei personaggi più oscuri mai creati, anche più Voldemort (il se stesso immortale, che perde malia e astuzie).
Hai scritto un missing moments in piena regola, uno di quelli che a pensarci non ho mai avuto curiosità di leggere, ma che una volta letto mi chiedo come abbia fatto a non avere interesse a riguardo! Arrivata alla fine, speravo che la storia continuasse, che arrivassi sino alla Camera, e invece no :(
Un'ultima nota sullo stile, così lineare e così non da te!, credo il tuo intento fosse quello di adattare anche la struttura della storia ai personaggi e agli eventi narrati, e se così è stato credo tu abbia fatto un ottimo lavoro. Perché l'impostazione stilistica in effetti si adatta perfettamente a narrare il quotidiano e i tumulti di un'indicenne.
In conclusione, quindi, mi è piaciuta molto questa storia e non fatico a immaginarla parte integrante dei libri, in fondo non credo che la tua narrazione si discosti tanto da ciò che è accaduto alla Ginny nei libri durante il suo primo anno.
Complimenti davvero!
Con questa ho terminato le mie recensioni, ma sono certa che non passerà troppo tempo prima di risentirci!
Un abbraccio,
Rosmary |