Recensioni per
Dead memories
di Nocturnia

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
09/12/16, ore 02:06

"The door sure does rattle, / but it's stuck tight.
A secret is hidden out / of your sight!
You may be thinking, / 'What could it be?'
You'll need five magical cards / if you want to see.
What to do, then, / with all these?
I'll tell you straight / and I won't tease --
Just as long as / you say 'please'.
[…]
So you'll open the door?
I'm just sure that there'll / Be nothing beyond it but
frightening peril. / Forget about that!
Just stay and play! / Or else I'll be left
here alone all day."
(Silent Hill 3)

Non è da tutti il coraggio di voler conoscere il proprio destino, tantomeno accettare la risposta che ci viene concessa. E nemmeno Alex e Albert Wesker sono immuni a questa verità.

La porta sembra potersi muovere, eppure rimane sigillata; nasconde un segreto che il cuore già conosce ma che si rifiuta di accettare: per questo sono necessari i tarocchi, capaci di svelare un futuro già scritto; rune che acconsentono a farsi interpretare da una dea non bendata eppure cieca, sorda a qualsiasi risposta che non sia quella che cerca. Così nel frattempo la porta rimane chiusa.

In questo crudele gioco Alex è la Papessa, mistero e fede in una storia infedele ai propri attori; smazza un mazzo consunto di sentimenti sgualciti cuciti su carte rovesciate, divide ciò che porta il bene da ciò che striscia nel male per ritrovare sempre lo stesso mazzo, ogni volta più sbiadito. Non c’è menzogna nel racconto delle carte, solo la falsa interpretazione di una cartomante che rifiuta una storia triste e senza lieto fine. Così Alex mischia, pesca e stende, supplica un esito che i tarocchi non possono darle e dispiega un tempo che corre verso il fallimento, la rovina e la disfatta, la morte e la disperazione; consulta le carte per decretarne la falsità e consultarle una volta ancora, per riceverne sempre lo stesso verdetto.

Incauto chi gioca col proprio destino, chi dice di poterlo conoscere e plasmare a proprio piacimento; Albert non crede nel futuro delle carte e pensa di poterlo ignorare, di procedere sul proprio sentiero come il Re impavido che è, dio di una Babele la cui torre è destinata a crollare. Spezzata dal castigo, il Re e la Regina verranno scaraventati dalla cima al più infimo dei livelli: sconfitto lui, di lei non rimarrà che un fantasma dell’Imperatrice che era, una testa ormai troppo debole per sostenere da sola il peso della corona. L’anatema delle carte si rivela fondato; gli Amanti, dritti, si rovesciano e spezzano sotto una Ruota infausta e incurante di un dolore destinato a gridare per anni, colui che scherniva ora schiacciato dal suo stesso peso. Il XIII è l’Arcano Senza Nome, il numero di un uomo che ha cercato di imporsi e vincere tramite le armi della sconfitta, cieco ad ogni evidenza e avaro di ciò che poteva salvarlo: non c’è futuro per un Albert che quasi uccide ciò che per lui conta di più, poiché solo il Diavolo attende colui che si abbandona all’oscurità e all’istinto.
Eppure Alex non cede, forte di una crisi che peggiora ogni giorno e ogni notte, e continua a smazzare: la disperata Sibilla riconosce in ogni evento la discesa infernale predetta dalle carte e si ostina a pretendere ciò che queste non le riserveranno; l’Imperatore agisce per contrastare il destino e si addentra sempre più sul percorso che gli è stato assegnato, suggellando così la propria fine. Alex combatte per ricomporre ciò che resta di uno Wesker che ormai è troppo tardi per salvare, s’infrange contro il fato avverso che ha sempre temuto e che nemmeno il rogo dei tarocchi era bastato a scongiurare; così brucia la strega ma non il malocchio, che perdura per infettare una bambina che rovista tra le ceneri di un passato nato per non essere dimenticato, che piange lacrime per una fine tragica della quale si è perso il ricordo.
Per questo gli Amanti e la Torre, il VI e il XVI, diventano i segni di una Alex che ha voluto di proposito che la porta non venisse aperta, che ha preferito nascondersi tra le braccia del Matto piuttosto che fare i conti con una Morte cattiva e ingiusta; è così che allora il terribile pericolo varca una porta infine spalancata, bruciando insieme a carte rovesciate la donna che aveva osato chiedere loro consiglio. Tuttavia è proprio nel silenzio della Torre in rovina che un Mondo rimasto dritto riapre un circolo che un nuovo mazzo si accinge a narrare.

Che smetta di piangere, Alex Wesker, intelligenza, ambizione e caparbia volontà. Che si asciughi le lacrime, Alex Wesker, e ricominci per lui a smazzare, a riscrivere con Giudizio una nuova storia illuminata dal Sole, la Stella più brillante, sotto al quale gli Amanti possano infine prosperare e ritrovare la Torre che era stata loro rubata. Imperatrice e Imperatore, Forza e Ruota, Mondo e Sole per la possibilità di (ri)cominciare a vivere, per gli Amanti che rinascono e pretendono tutto ciò che è loro dovuto.
(Recensione modificata il 09/12/2016 - 05:29 pm)

Recensore Veterano
09/12/15, ore 14:07

Ci credi che usare i tarocchi leggendo questa storia mi ha fatto tremare?
Bellissima storia, forse ciò che mi commuovo sempre nelle tue fanfiction sono le speranze, i sogni, gli obbiettivi e gli amori che l'illusione del'immortalità ha strappato con crudeltà pura ai cattivi, un po' come un fiore a cui togli i petali, ognuno di loro è qualcosa a cui tengono, poi non rimane più nulla.
Ma basta deprimersi, sei sempre bravissima amica mia, alla possima
Mattalara

Recensore Junior
08/12/15, ore 18:18

Ciao Mia Cara Nocturnia come stai? Come sempre non mi deludi mai, la storia è fantastica, sei sempre la migliore *offre cioccolata calda e biscotti a forma di Alex e Albert Wesker*