Recensione ricevuta per il contest "The Ghost King - Un contest su Nico Di Angelo"
Grammatica e punteggiatura + Lessico e stile: 4/5 + 2,5/5 → 6.5/10
IC: 9/10
Trama: 4/5
Gestione relazione: 4.5/5
Gradimento personale: 8.5/10
Punti bonus: 8/12
Tot: 40,5/52
Grammatica e punteggiatura + Lessico e stile:
Dunque, nel tuo testo non ho trovato molti errori grammaticali, anzi, direi che proprio non ne ho trovato nessuno. In compenso però ne ho trovati molti formali (accenti gravi al posto che acuti, spazi saltati o di troppo e cose così) o di battitura. Certamente questi li tengo in minor conto rispetto agli errori veri e propri, però visto che la quantità non era indifferente, ho deciso di sottrarti lo stesso dei punti. Lo stesso discorso vale per la punteggiatura: non ci sono quasi errori effettivi – ad eccezione di una virgola fra aggettivo e nome e un paio di virgole saltate che invece erano necessarie per dare un senso alla frase –, ma in molti casi secondo me sarebbe stato meglio inserire altri segni d'interpunzione piuttosto che quelli che hai usato tu, come due punti al posto di virgole o punti fermi. Anche in questo caso, ovviamente, non li ho tenuti chissà quanto in considerazione, anche perché si tratta di mero gusto personale, però visto che questa cosa è accaduta più volte durante la lettura ho preferito sottrarti – pochi – punti.
Per quanto riguarda il lessico, direi che invece non ci sono problemi. Il registro è medio-alto, a volte d'inalbera un po' nell'aulico o si abbassa nel basso, ma in linea di massima lo mantieni costante e non ne perdi il controllo. Di errori ce n'è solamente uno, dove usi un'espressione dialettale – suppongo, visto che non l'ho mai sentita e nemmeno mai trovata! – ma niente di terribile. Poi c'è un passaggio che ho trovato particolarmente pesante e che quindi ho provato a riscrivere nella correzione, ma ovviamente non l'ho contato come errore perché era corretto grammaticalmente e sintatticamente.
A mio parere, invece, ci sono più problemi nello stile. In realtà non è che mi dispiaccia, anzi, lo trovo molto nelle mie corde, ma riconosco che ci siano dei punti che, secondo me, andrebbero sistemati. Innanzi tutto usi davvero una valanga di virgole: capisco che allungare molto le frasi usando gli asindeti renda tutto più drammatico visto che rallenta enormemente il ritmo, ma usare questo “stratagemma” sempre rende per prima cosa la storia molto pesante da leggere, e secondo fa perdere un po' intensità ad alcuni passaggi. Ma mi spiego meglio: solitamente in un testo si cerca di non mantenere lo stile sempre uguale – anche se ovviamente la propria impronta personale ci deve sempre essere, per carità! –, ma di mettere in evidenza dei passaggi piuttosto che altri. Se tu invece scrivi tutto con tante virgole, frasi lunghe e complesse, piene di apposizioni e attributi, di ampliamenti e cose simili, allora paradossalmente quelle parti che effettivamente avevano bisogno di essere scritte così per rendere il tutto più angst e per rafforzare l'introspezione non colpiscono più il lettore, che percepirà solo un'atmosfera davvero malinconica e pesante, ma non i suoi momenti salienti, perché questi si confondono in tutto il resto. Non sono sicura di essermi spiegata bene, in caso così non fosse chiedimi pure che cercherò di essere ancora più chiara!
Un altro problema che ho trovato è che tendi spessissimo a fare due cose che grammaticalmente non sono esattamente corrette, ma che comunque vengono accettate: iniziare le frasi con le congiunzioni e usare molte ripetizioni. Come dicevo, non sarebbero proprio esatte, ma vengono accettate perché danno un tono particolare alle frasi che si vogliono mettere in evidenza, il problema è che questa cosa non devi farla sempre, un po' per lo stesso motivo di prima – quindi per evitare che, cercando di mettere tutto in evidenza, poi di contro niente appaia evidenziato –, un po' perché la lettura così è davvero pesante. Un conto è iniziare una decina di frasi in tutta la storia con un “perché”, un altro è iniziare metà delle frasi con questa congiunzione! Stessa cosa vale per le ripetizioni: sono piacevoli e mettono in risalto alcuni passaggi, ma solo se usate con attenzione e senza esagerare. Inoltre ho notato che usi sempre le stesse congiunzioni: per esempio, come causale usi sempre “perché”, quando potresti benissimo variare con un “dal momento che”, “poiché” o tante altre.
L'altro problema è sempre legato a doppio filo con il primo: se tu inserisci tante virgole, automaticamente gli altri segni d'interpunzione vengono meno. Infatti ho notato che, oltre ovviamente ai punti fermi, hai usato solo i puntini sospensivi di altra punteggiatura. Questo può essere anche comprensibile, ma in alcuni passaggi c'era proprio bisogno di un punto e virgola o dei due punti, o anche dei trattini incisivi.
Per il resto trovo che il tuo stile sia una sorta di concentrato di angst, e per questo l'adoro. Riesci a rendere emozionale ogni frase, a far sentire sulla pelle del lettore la sofferenza di Nico e la preoccupazione di Reyna, e questo ovviamente l'apprezzo moltissimo.
Se posso poi fare un appunto di gusto personale, vorrei anche dire che secondo me dovresti limitare un pochino le espressioni “auliche”, almeno in una storia del genere: nel diario di un ragazzo qualsiasi non credo si troverebbero espressioni troppo complicate e costruite, quindi rende tutto un po' meno verosimile.
IC + Gestione relazione:
Dal punto di vista dell'IC non ho molto da contestare, anzi, direi che è quasi tutto perfetto. L'unica cosa in cui non mi sono molto ritrovata è come hai trattato Ade: anche nei libri il padre di Nico non è esattamente la persona più amorevole e affettuosa dell'Universo, ma allo stesso tempo non mi sembra sia “cattivo”, che disprezza Nico, anzi, in più momenti gli ha mostrato che, nonostante tutto, è orgoglioso di lui e si comporta come un vero padre – certo, sempre distante, ma pur sempre un padre. Diciamo che il comportamento che descrivi me lo vedo molto più adatto a, per esempio, Ares, non ad Ade.
Gli altri personaggi invece li trovo perfetti. Reyna in particolare l'ho trovata molto convincente da questo punto di vista: disponibile, forte e coraggiosa, ma soprattutto che sprona Nico ad accettarsi, ad agire, che cerca di aiutarlo e salvarlo per quanto la lontananza li separi. Inoltre trovo molto da lei la preoccupazione che mostra nei confronti di Nico e quella sorta di attitude da sorella maggiore che esprime in praticamente tutte le volte che compare.
Nico è forse un po' più malinconico di come sono abituata a vederlo, ma da un lato questa cosa è giustificata dal fatto che Ade è molto più severo con lui e che forse si sente ancora più solo rispetto a come invece ce lo descrive zio Rick, e proprio per questo ho visto comunque rispettato il suo IC. Inoltre ho trovato anche la sua consueta forza interiore che, anche se apparentemente manca, non è così: lui cerca di fare tutto quello che gli è possibile per migliorare la sua condizione, non si adagia nella sua tristezza e nel suo dolore, anzi, tenta di trovare la comprensione del padre e il suo posto nel mondo. Solo alla fine si lascia andare e sceglie la via del suicidio, ma io questa cosa la vedo solo come “l'asso nella manica” per stare finalmente bene, non come una scappatoia al suo dolore.
Forse non mi ha convinto particolarmente il passaggio in cui dici che nemmeno Percy e Jason si erano accorti del profondo turbamento che prova Nico e di tutti i suoi problemi, ma allo stesso tempo non ti tolgo nessun punto per questo perché, d'altra parte, tu non hai approfondito il legame con nessuno dei due, quindi non posso sapere nella tua storia effettivamente quanto potessero essere amici di Nico.
Inizialmente pensavo che la relazione trattata sarebbe stata quella fra Percy e Nico (e il mio cuore ha fatto i salti di gioia, ma questo è solo perché sono una Pernico shipper accanita... ignora pure questo commento xD), ma andando avanti con la storia mi sono resa conto che invece avevi scelto Reyna come personaggio di cui approfondire la relazione con Nico. E inizialmente avevo anche avuto un'altra sensazione, ovvero che in realtà questa relazione non fosse stata trattata bene, ma purtroppo, a differenza dell'altra sensazione, questa cosa me la sono portata fino alla fine. Ecco, non è tanto il fatto che Reyna non sia importante ai fini della storia, e nemmeno che non si capisca l'affetto reciproco che lega i due, ma la mia impressione è che ti sia soffermato soprattutto su Nico e sulla sua storia piuttosto che su Reyna-Nico. Diciamo che l'ideale sarebbe stato sentire sempre presente l'amicizia di Nico nei confronti di Reyna durante tutto il diario, non solo in alcune parti come invece è successo. Però d'altra parte non mi sento nemmeno di sottrarti molti punti, per il semplice fatto che, come dicevo prima, Reyna ha comunque un ruolo davvero importante nella storia di Nico, e per questo motivo credo che il punteggio debba essere alto ugualmente, anche se non massimo.
Insomma, direi che in linea di massima hai fatto un buon lavoro!
Trama:
La trama di questa storia non esiste, nei fatti, visto che si tratta di un diario. Non ci sono particolari intrecci narrativi o altro, ma allo stesso tempo il punteggio è molto alto. Perché? Semplice, perché l'idea di fondo mi è piaciuta moltissimo e la trovo davvero originale. Reyna che riesce ad entrare per caso quasi in una cartella dove Nico conservava le sue memorie e quindi, tramite lei, far rivivere al lettore tutto il suo vissuto e le sue esperienze è a dir poco geniale e secondo me funziona davvero bene.
La trama, come dicevo, non esiste in sé, in quanto si tratta di una storia per lo più introspettiva e di parti narrative ce ne sono ben poche. Di queste parti narrative, però, ce n'è una che non mi convince davvero per nulla, e la trovo una sorta di “errore”, motivo per cui, fra l'altro, non hai un punteggio pieno. Mi riferisco al momento in cui Reyna rivive il momento del suicidio di Nico. Ecco, il fatto è che ad un certo punto scrivi che fra lei e Nico ci sono qualcosa come 700 chilometri, distanza percorribile in un minimo di 7 ore se si calcola una velocità di 100 chilometri orari. Reyna dice inoltre che ha ricevuto una lettera di Nico che le spiegava che sceglieva di mettere fine alla sua vita, e suppongo che questa lettera sia stata inviata o per messaggio o per mail, quindi giunta in “tempo reale”. Ecco, qui c'è l'errore delle tempistiche: come è possibile che Reyna sia riuscita ad arrivare in tempo? Suppongo infatti che Nico le abbia inviato quella lettera quando era in procinto di togliersi la vita, o comunque non troppo tempo prima. Reyna, quindi, come ha fatto a salvarlo? Sette ore sono davvero troppe: Reyna non ce l'avrebbe mai fatta nel “mondo reale”.
Per il resto non c'è nulla di sbagliato in senso assoluto, anzi, ho trovato che tu sia riuscita a gestire davvero bene i tempi e le strutture narrative, quindi complimenti.
Gradimento personale:
La storia non mi è dispiaciuta, anzi, direi che l'ho parecchio apprezzata. Sarà forse dovuto al mio mood attuale, al fatto che in questo periodo io sia parecchio malinconica e quindi ho voglia, ovviamente, di cose malinconiche, sarà che sei riuscito a gestire Nico in un modo ottimo e a trattare le tematiche mischiando allo stesso tempo una delicatezza incredibile in alcune parti e invece una durezza estrema in altre – mi verrebbe da citare per esempio quando Nico affronta finalmente il padre e i suoi giudizi, ma comunque, cavolo sì, mi è piaciuta. Mi è piaciuto il tuo stile, adatto alla storia e secondo me perfetto per esprimere i sentimenti di Nico, anche con tutti i limiti che ti ho già descritto nel primo punto e che di certo non avrai voglia di rileggere, mi è piaciuta la tematica, sempre difficile da trattare anche se ultimamente 'spopola' nel mondo delle fanfiction, ma che tu sei riuscito a non “stuprare”, diciamo così, nel senso che non ti sei lasciato andare ad esagerazioni e a descrizioni melense, a banalizzazioni della situazione o ad altro. E mi è piaciuto il legame fra Reyna e Nico, anche se forse l'avrei voluto un po' più approfondito, come anche, in realtà, quello fra Nico e i suoi due amici Jason e Percy, che, anche se sono solo due comparse sullo sfondo di tutto, secondo me sarebbe stato interessante vedere “in azione”.
Mi sono emozionata molto in alcuni punti, forse un po' meno del solito quando si parla di queste cose per un motivo che nemmeno io capisco, ma mi sono emozionata, e questo è l'importante.
Mi è piaciuto un po' meno il tono forse eccessivamente alto che hai dato ai diari di Nico (come ti dicevo prima, infatti, secondo me sarebbe stato più sensato fargli scrivere con uno stile più colloquiale e meno “costruito”, ma sono pareri puramente personali) e la caratterizzazione di Ade che, come ti ho detto, non mi è sembrata del tutto IC. Inoltre, se posso spendere altre due paroline su Ade, mi è sembrato un personaggio un po' piatto per la sua importanza: è una macchietta, uno stereotipo di padre omofobo ed eccessivamente duro, non ha una vera caratterizzazione secondo me, e questo rende la situazione un po' meno plausibile. Certo, non nego che possano davvero esistere padri simili – purtroppo –, ma allo stesso tempo mi sa tanto di “genitore omofobo medio”, ecco.
Per il resto sono molto soddisfatta di questa storia, nel senso che era esattamente ciò che mi aspettavo da te (tu forse non lo sai, ma io ho letto tutte o quasi le tue storie su PJ su wattpad e sei una delle sette persone che seguo su quella piattaforma xD) e ti ringrazio per aver scelto di partecipare e di aver iscritto questa bellissima storia!
Punti bonus:
Ti ho dato otto punti bonus perché hai scritto una storia inedita (4 punti), perché hai scelto di inserire la canzone “In The End” dei Linkin Park (2 punti) e perché ho sentito molto presente la citazione di Khalil Gibran, anche se non l'hai inserita letteralmente (2 punti). |